L’Eccidio di Kindu – 11 novembre 1961: il sacrificio dimenticato dei 13 aviatori italiani
L’11 novembre 1961, nel pieno della missione ONU in Congo, tredici aviatori italiani della 46ª Aerobrigata di Pisa furono brutalmente uccisi a Kindu, una località situata nella regione del Katanga. L’episodio, noto come Eccidio di Kindu, rimane una delle pagine più dolorose e tragiche della storia delle missioni di pace italiane.
Nel 1960 il Congo, da poco indipendente dal Belgio, era precipitato in una violenta crisi interna. Le Nazioni Unite inviarono un contingente internazionale per ristabilire l’ordine e sostenere il nuovo governo centrale. L’Italia partecipò alla missione con personale dell’Aeronautica Militare, impiegato per il trasporto umanitario e logistico.

L’11 novembre, due velivoli da trasporto C-119 “Flying Boxcar” della 46ª Aerobrigata dell’Aeronautica Militare Italiana, codificati “India 6002 (Lyra 5)” e “India 6049 (Lyra 33)”, atterrarono presso l’aeroporto di Kindu con carichi di rifornimenti destinati ai caschi blu malesi.
Dopo lo scarico dei materiali, gli equipaggi, disarmati e in abiti militari, si recarono alla mensa della guarnigione ONU. In quel momento, un’unità di militari congolesi ammutinatisi che aveva preso posizione contro il governo centrale e contro il contingente ONU intervenne. Gli aviatori furono catturati.

Successivamente, furono portati in un locale carcere della città e in poche ore trucidati brutalmente: alcuni furono uccisi a colpi di mitra, altri furono mutilati o assassinati con macete. Le loro salme furono successivamente rinvenute in due fosse comuni nell’area di Kindu, e dopo un difficile recupero, furono rimpatriate in Italia il 11 marzo 1962 e tumulate nel “Sacrario dei Caduti di Kindu”, presso l’aeroporto militare di Pisa.
I loro corpi vennero gettati in una fossa comune. Solo anni dopo, grazie a lunghe trattative diplomatiche, le salme poterono essere rimpatriate e tumulate nel Sacrario dei Martiri di Kindu presso il cimitero militare di Pisa.
L’Eccidio di Kindu rappresenta una ferita ancora aperta nella memoria collettiva italiana. I tredici aviatori caduti erano giovani uomini impegnati in una missione di pace, simbolo del valore e dell’altruismo delle nostre Forze Armate.
Nel 1966, ai loro familiari fu conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla Memoria, con la motivazione:
“Caduti vittime di cieca ferocia mentre, in missione di pace, portavano aiuto ai fratelli di un Paese in difficoltà.”
Un dovere di ricordo
Oggi, a distanza di oltre sessant’anni, ricordare Kindu non è solo un atto di pietà storica, ma un dovere civico e militare. È il riconoscimento del sacrificio di chi ha servito l’Italia con onore, in nome della pace e della solidarietà internazionale.
I caduti
C-119 India 6002 (Lyra 5):
- Maggiore pilota Amedeo Parmeggiani (43 anni) – Bologna
- Sottotenente pilota Onorio De Luca (25 anni) – Treppo Grande (UD)
- Tenente medico Francesco Paolo Remotti (29 anni) – Roma
- Maresciallo motorista Nazzareno Quadrumani (42 anni) – Montefalco (PG)
- Sergente maggiore montatore Silvestro Possenti (40 anni) – Fabriano (AN)
- Sergente elettromeccanico Martano Marcacci (27 anni) – Collesalvetti (LI)
- Sergente marconista Francesco Paga (31 anni) – Pietrelcina (BN)
C-119 India 6049 (Lyra 33):
- Capitano pilota Giorgio Gonelli (31 anni) – Ferrara
- Sottotenente pilota Giulio Garbati (22 anni) – Roma
- Maresciallo motorista Filippo Di Giovanni (42 anni) – Palermo
- Sergente maggiore montatore Nicola Stigliani (30 anni) – Potenza
- Sergente maggiore elettromeccanico Armando Fausto Fabi (30 anni) – Giuliano di Roma (FR)
- Sergente marconista Antonio Mamone (28 anni) – Isola di Capo Rizzuto (KR)
Perché è importante ricordare

Questo episodio mostra come anche durante missioni pensate per la pace, la situazione sul terreno può degradare tragicamente in pochi istanti. Gli uomini della 46ª Aerobrigata stavano svolgendo un compito umanitario, trasportando rifornimenti, senza armi, eppure furono scambiati per nemici e massacrati.
Ricordare questi nomi significa riconoscere il loro sacrificio, rispettare il contesto internazionale in cui operarono e rafforzare l’impegno alla pace per le future generazioni.
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L’11 novembre 1961, nel pieno della missione ONU in Congo, tredici aviatori italiani della 46ª Aerobrigata di Pisa furono brutalmente uccisi a Kindu, una località situata nella regione del Katanga. L’episodio, noto come Eccidio di Kindu, rimane una delle pagine…
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