Rivoluzione nell’acquisizione militare americana: nasce il “Warfighting Acquisition System”
Il Dipartimento della Guerra statunitense ha presentato un pacchetto di riforme che segna una svolta epocale nel modo in cui Washington concepisce la propria macchina della difesa. Quattro documenti ufficiali, pubblicati il 10 novembre, delineano la “Acquisition Transformation Strategy” e tre linee operative complementari: la trasformazione del sistema di acquisizione della difesa in “Warfighting Acquisition System”, la riforma del processo dei requisiti congiunti e l’unificazione dei canali per il trasferimento degli armamenti e la cooperazione internazionale.
L’obiettivo è chiaro: trasformare l’acquisizione da funzione amministrativa a funzione di guerra, capace di assicurare ai militari capacità operative nel tempo necessario per vincere.
Il segretario alla guerra ha dichiarato che “la velocità con cui mettiamo in campo nuove capacità determinerà la nostra sopravvivenza strategica”. L’attuale Defense Acquisition System, ritenuto eccessivamente burocratico e lento, sarà sostituito dal nuovo Warfighting Acquisition System, un modello orientato alla rapidità, alla flessibilità e alla responsabilità diretta.
Questo cambio di paradigma implica una revisione profonda della cultura interna al Pentagono e all’industria: meno enfasi sulla conformità formale, più attenzione al risultato operativo. Ogni ufficio, processo e comitato dovrà dimostrare la propria utilità in termini di tempo di consegna. In altre parole, il “time to field” diventa la nuova metrica strategica.
Tre assi di riforma
Il primo asse riguarda la governance dell’acquisizione. Viene istituita la figura del Portfolio Acquisition Executive, responsabile di interi segmenti capaci di spostare fondi e priorità in base alle esigenze tattiche. I responsabili delle procedure d’appalto saranno integrati nei team di programma e lavoreranno a stretto contatto con ingegneri e operatori sul campo.
Il secondo asse è la riforma del processo di definizione dei requisiti. Il nuovo Joint Requirements System dovrà ridurre drasticamente i tempi di definizione delle esigenze operative, eliminando passaggi inutili e riunioni superflue. Lo scopo è consentire alle forze armate di trasformare le necessità emerse dai teatri in programmi reali nell’arco di mesi, non di anni.
Il terzo asse riguarda la cooperazione internazionale e i trasferimenti degli armamenti. La frammentazione amministrativa che oggi rallenta le esportazioni militari statunitensi sarà superata da un sistema unificato in grado di gestire con maggiore efficienza le richieste degli alleati, favorendo la condivisione degli oneri e la standardizzazione delle forniture.
Rinascita della base industriale
I documenti riconoscono che la base industriale americana si è ridotta a pochi grandi appaltatori principali e a una rete di subfornitori fragile e vulnerabile. La strategia punta quindi a rivitalizzare la base industriale della Difesa, abbattendo le barriere d’ingresso per nuove imprese, promuovendo l’uso di tecnologie commerciali e strumenti contrattuali flessibili come le cosiddette “autorità per transazioni speciali” (Other Transaction Authority – OTA), che permettono di ridurre tempi e burocrazia nella sperimentazione e nella produzione..
La sfida è duplice: assicurare una produzione di massa in tempi brevi e mitigare le vulnerabilità legate alla dipendenza da fornitori esteri o da materiali critici non alleati. L’intera catena logistica dovrà adattarsi a un modello “da guerra”, capace di sostenere ritmi produttivi e innovativi coerenti con le nuove minacce globali.
Questa rivoluzione non riguarda solo Washington. Per l’Europa e per l’Italia, partner strategici della NATO, il nuovo modello americano rappresenta una sfida diretta.
Un sistema d’acquisizione concepito come funzione di guerra impone agli alleati di adattare le proprie procedure, ancora lente e frammentate, se vogliono mantenere interoperabilità e coerenza con il ritmo statunitense.
L’approccio “speed to capability” potrebbe spingere i Paesi europei ad adottare processi di approvazione più rapidi, favorendo allo stesso tempo una maggiore apertura verso partenariati industriali transatlantici. Tuttavia, la competizione nella supply chain globale si intensificherà: chi non saprà innovare rischierà di restare ai margini della produzione strategica.
Cultura del rischio e responsabilità
Il punto più difficile, come riconoscono gli stessi documenti, sarà il cambiamento culturale. Il sistema americano, per decenni basato su controlli multipli e riduzione dei rischi, dovrà ora accettare una maggiore esposizione per guadagnare tempo e vantaggio operativo. La leadership politica e militare sarà chiamata a sostenere decisioni più rapide, talvolta senza la certezza di successo, ma con la consapevolezza che l’indecisione è essa stessa un rischio strategico.
Il “Warfighting Acquisition System” è più di una “riforma amministrativa”: è la traduzione industriale e organizzativa della nuova era della competizione tra potenze. L’acquisizione diventa parte integrante della deterrenza.
Per gli Stati Uniti, significa prepararsi a un conflitto ad alta intensità nel quale il tempo di produzione vale quanto la potenza di fuoco.
Per l’Europa, significa interrogarsi su come stare al passo e su quale modello di prontezza industriale e strategica adottare per quello che potrebbe (“sfortunatamente”) accadere… domani.
Foto: U.S. Army
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Il Dipartimento della Guerra statunitense ha presentato un pacchetto di riforme che segna una svolta epocale nel modo in cui Washington concepisce la propria macchina della difesa. Quattro documenti ufficiali, pubblicati il 10 novembre, delineano la “Acquisition Transformation Strategy” e…
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