L’Orso Bianco impugna il Kalashnikov. L’organizzazione militare della Federazione Russa nella regione artica
Era il mese di gennaio del 2022, quando il Cremlino con nonchalance, cercando di passare inosservato, schierava una massa di uomini e mezzi militari a ridosso del confine con l’Ucraina, indicando l’ipertrofica attività come di una serie di “esercitazioni”, giusto per mantenere a livelli adeguati l’indice di massa corporea dei propri soldati e ben rodati gli ingranaggi di carri armati in odore di obsolescenza.
Nell’agosto del 2025, mentre ancora le forze russe fanno ginnastica nella palestra del Donbass, si palesa lo schieramento di altri uomini e mezzi questa volta lungo il più lungo confine (1.340 km) condiviso con un paese della Nato: la Finlandia. In particolare, la parte russa della Carelia vede la massiccia presenza in quell’area, del neo-costituito 44° corpo d’armata1, inquadrato nel ri-costituito Distretto militare di Leningrado2. Creato il 1° marzo 2024, questo Distretto ha inglobato una parte del Distretto militare occidentale (l’altra è confluita nel neo Distretto militare di Mosca) e tutto il Comando strategico interforze della Flotta del Nord, istituito nel 2021. Vedremo perché quest’ultimo rappresentasse una novità nell’organizzazione militare territoriale della Federazione Russa, peraltro durata poco tempo.
La pressione sul confine finlandese e la postura russa
Torniamo alla Finlandia. La presenza delle unità russe in Carelia, soprattutto in considerazione del fatto che l’attuale stato di belligeranza di Mosca ne suggerirebbe l’invio in altre aree di operazione, certamente rappresenta un evento significativo. Allo stato attuale, è condivisibile l’opinione dell’analista Fiona Hill, secondo cui il rafforzamento della presenza militare russa al confine con la Finlandia “non è simbolico. Ma neanche performativo”3 e riguarda anche altri Stati: dai Paesi Baltici alla Norvegia, alla Polonia. La studiosa sottolinea anche la rapidità con cui l’atteggiamento aggressivo dell Russia si manifesta nel tempo, in presenza di un possibile vuoto creato da Donald Trump riguardo al ruolo della Nato (e degli Stati Uniti) in Europa e dall’incapacità dell’Europa di colmarlo, almeno in tempi brevi.
L’attività di intelligence svolta con i satelliti ha rivelato parecchio movimento: le immagini raccolte4 mostrano elicotteri russi in una base vicino alla città di Murmansk; si tratterebbe della loro prima apparizione da 20 anni a questa parte; presso la base aerea di Olenya (a sud di Murmansk), che ospita bombardieri a lungo raggio Tu-22, è stato registrato un aumento significativo degli aerei militari. Non possiamo non ricordare che il 1° giugno l’aeroporto militare di Olenya è stato uno di quelli colpiti con il massiccio (e geniale) attacco di droni durante l’Operazione Ragnatela pianificata dall’intelligence ucraina.
Più a sud, nella città di Alakurtti, a circa 50 chilometri dal confine finlandese, sono apparsi nuovi edifici che possono ospitare dozzine di veicoli militari; costruzioni simili sono state avvistate a Petrozavodsk, la capitale della vicina repubblica di Carelia. E ancora: più di 130 tende per le truppe sono apparse l’anno scorso in una base restaurata dell’era della Guerra Fredda situata a Kamenka, a circa 65 chilometri dal confine finlandese5. La Russia, dunque, sta ampliando le proprie infrastrutture militari vicino al confine con la Finlandia, in un’area che, oltre ad essere una zona d’influenza strategica, si colloca in prossimità del Circolo polare artico, area del globo per cui Mosca nutre importanti interessi geostrategici.
Artico conteso: rotte, risorse e rivalità tra potenze
Nell’ultimo decennio l’interesse di molti paesi per la regione artica è cresciuto esponenzialmente. Dalle Svalbard al Polo Nord si assiste ad una serie di controversie tra i paesi rivieraschi e di rivendicazioni del diritto di prelazione sulle rotte. In particolare, emergono l’assertività russa, l’ansia sovranista del Canada e la centralità della Norvegia. Sullo sfondo si staglia l’ombra della Cina, in realtà sempre più dilagante. In questo quadro geopolitico si inserisce la farneticante rivendicazione trumpiana dell’annessione della Groenlandia agli Stati Uniti.
La rotta artica alimenta soprattutto i sogni di grandezza della Russia e le ambizioni della Cina, che intrattengono un ambiguo rapporto di cooperazione e di diffidenza, con un impatto significativo anche sull’organizzazione militare voluta da Mosca negli ultimi anni mirata al controllo delle terre affacciate sul Polo. Per il Cremlino la regione polare resta prima di tutto zona di interesse economico, strategico e di immagine, da difendere e non da dominare.
Putin punta con decisione sulla carta del “suo” Artico, sia per le ricchezze minerarie sia per l’apertura della “rotta marittima settentrionale”. Di qui il rilancio della presenza militare e i forti investimenti nella regione.
Dal canto suo, Pechino vede nel profondo Nord una miniera di risorse naturali e una potenziale rotta marittima fuori dal controllo degli Stati Uniti e, in questa prospettiva si colloca la collaborazione con Mosca, al momento indispensabile, ma certamente non eterna. Va detto che gli Stati Uniti sono l’unica potenza al mondo in grado di intervenire militarmente lungo le rotte commerciali internazionali e ciò rappresenta un problema per la Cina, essendo il maggior esportatore di merci al mondo. La Cina non si affaccia sul Mare Artico, ma ambisce a poterne sfruttare a fini commerciali il Passaggio a Nord Est, evitando lo Stretto di Malacca, che ricade sotto il controllo delle flotte di Washington.
Ciò che colpisce nella gestione di questo complesso scenario, sono le modalità con cui Pechino affronta la questione: “Quello che è interessante da sottolineare è una delle modalità con cui la Cina sta perseguendo l’obiettivo di rientrare tra le potenze artiche, pur distando più di 5000 km dal Mar Glaciale Artico. Pechino, infatti, sta cercando di plasmare l’immagine della Cina, prima definendosi come Stato “quasi artico”, e poi cercando di ridurre l’effettiva distanza dall’estremo nord, utilizzando carte geografiche distorte che rappresentano la Repubblica Popolare più vicina al Polo.”6
Distretti, flotte e basi: la riorganizzazione militare russa nel Nord
Stanti questi presupposti, vogliamo esaminare quali siano i cambiamenti e i potenziamenti attuati da Mosca nella regione artica sotto il suo controllo.
Dagli inizi degli anni 2000, il Ministero della Difesa russo ha lavorato per incrementare le installazioni difensive nella regione, a partire dalla riattivazione di quelle dell’era sovietica. Gli ingegneri militari russi hanno avviato la costruzione su larga scala di strutture situate lungo l’intera costa della terraferma e sulle isole dalla regione di Murmansk, fino all’Estremo Oriente. Dal 2014, poi, sono state realizzate circa 500 infrastrutture, su una superficie di oltre 710.000 mq. Tra queste si contano 89 tra edifici e altre strutture presso la base militare di Nagurskoe sull’isola di Alexandra Land, nell’arcipelago di Franz Josef; più di 250 edifici e strutture della base aerea di Temp, sull’isola di Kotelny, nell’arcipelago delle isole Novosibirsk; 85 strutture sull’isola di Wrangel e presso Cape Schmidt.7 Nel 2019, il ministro della Difesa russo Šojgu dichiarava che nell’arco di sei anni sulle isole di Kotelny, Alexandra Land e Wrangel e a Cape Schmidt sono state costruite 475 strutture.8
All’inizio di questo articolo è stata menzionata la costituzione del Comando Strategico Interforze dell’Artico e la Flotta del Nord, indicandola come scelta innovativa nell’organizzazione di comando territoriale delle forze armate russe. Facciamo un passo indietro nel tempo e soffermiamoci sulla riforma delle forze armate russe del 2007-2008 che, tra gli altri provvedimenti, ha visto la creazione di una catena di comando più snella e di un coordinamento più efficace basato sulla sostituzione dei sei Distretti militari dell’era sovietica con quattro Comandi strategici regionali interforze. In seguito all’interesse progressivamente maturato nei confronti dell’Artico, con un decreto presidenziale siglato il 5 giugno 20209 il Cremlino ha riconfigurato ulteriormente l’organizzazione dei Distretti militari, sancendo l’attribuzione del ruolo di Distretto militare al Comando strategico interforze dell’Artico (esistente dal 2014), con la sede del Comando a Severomorsk. Si trattò, in sostanza, di un quinto Distretto Militare la cui peculiarità è stata quella di aver assorbito la Flotta del Nord, diventata unità di riferimento di quell’organismo militare. Pertanto, dal 1° gennaio 2021 un comando della Marina militare russa per la prima volta nella storia aveva assunto lo status di Distretto militare10.
Quando nel 2013 Sergej Medvedev, professore presso la Scuola Superiore di Economia di Mosca, suggerì che la Russia avrebbe potuto prendere il controllo dell’Artico tutto sommato a beneficio dell’intera Comunità internazionale, Putin lo definì “un deficiente” bollò le sue affermazioni come “non patriottiche”11. Per contro, si affrettò a sottolineare che i sottomarini nucleari statunitensi, di stanza nella vicina Norvegia, impiegherebbero solo 16-17 minuti per colpire Mosca con i loro SLBM (Submarine-Launched Ballistic Missile)12. In definitiva, la creazione del Distretto militare settentrionale su base navale ha rappresentato la logica conseguenza dell’interesse geostrategico russo per il controllo delle rotte e la protezione dell’area artica per lo sfruttamento delle risorse minerarie nel lungo periodo.
Prima del 2024, il Cremlino ha tenuto poche forze convenzionali terrestri nell’Artico, posizionate con lo scopo principale di proteggere infrastrutture-chiave quali la “Via della seta sul ghiaccio”, progetto congiunto russo-cinese finalizzato allo sviluppo di una rotta navale lungo il Mare del Nord. Al netto del grande impegno di risorse in termini di uomini, mezzi e materiali dovuto al prolungamento della guerra scatenata contro l’Ucraina, la rifondazione del Distretto militare di Leningrado rende verosimile la prospettiva che la Russia continui a incrementare la presenza di forze terrestri nella regione artica, a tutela di progetti futuri. Tutte le unità che fino al marzo 2024 erano inquadrate nel Comando Strategico Interforze dell’Artico, dunque, sono transitate nel Distretto appena ricostituito.
Forze terrestri e infrastrutture: corpi d’armata, basi e logistica artica
Vediamo, allora, quali sono le principali unità del Distretto. La prima è la 6^ Armata combinata, che inquadra come grandi unità di manovra la 69^ divisione fucilieri motorizzata della Guardia e la 25^ brigata fucilieri motorizzata della Guardia; il supporto di fuoco è garantito dalla 9^ brigata d’artiglieria della Guardia, dalla 268^ brigata d’artiglieria della Guardia, dalla 5^ brigata missilistica antiaerea e dalla 26^ brigata missilistica. Tra le novità previste nel Distretto militare di Leningrado, come detto, è stato costituito il 44° corpo d’armata, articolato su due divisioni fucilieri motorizzate (68^ e 72^), la 128^ brigata fucilieri motorizzata e tre reggimenti fucilieri motorizzati (22°, 30° e 41°).
Dalla Flotta del Nord è stato ereditato l’11° corpo d’armata, la cui unità più importante è la 18^ divisione fucilieri motorizzata delle Guardie, che, come unità di manovra, comprende quattro reggimenti fucilieri motorizzati: 75°, 79° (“della Guardia”), 275° e 280° e l’11” reggimento carri separato. Accanto alla divisione troviamo il 7° reggimento fucilieri motorizzato delle Guardie separato e la 336^ brigata di fanteria di marina delle Guardie. Il supporto di fuoco è fornito dalla 244^ brigata di artiglieria dalla 25^ brigata missilistica costierae dalla 152^ brigata missilistica delle Guardie. Un’altra eredità è il 14° corpo d’armata che, con le due Brigate fucilieri motorizzate separate alle sue dipendenze, rappresentava la forza d’attacco principale a disposizione della Flotta del Nord. Le due brigate in questione sono l’80ª brigata Fucilieri Motorizzata e la 200ª brigata Fucilieri Motorizzata. L’unità comprende anche la 104^ brigata di artiglieria, la 536^ brigata missilistica costiera e il 382° Battaglione artiglieria missilistica. Il personale di questo corpo d’armata è addestrato al combattimento sugli sci, all’impiego di renne e slitte trainate da cani e alla costruzione di igloo ed è chiamato a svolgere attività addestrativa invernale a livello tattico di battaglione e divisionale, con esercitazioni a fuoco.
Difesa aerea e controllo dello spazio: VKS, sistemi S-300/S-400 e l’hub di Tiksi
A garantire l’inviolabilità in verità più delle rotte marittime che della terraferma, è schierato anche l’apparato difensivo delle Forze aerospaziali (VKS), la cui articolazione è di gran lunga più complessa di quella delle forze terrestri. In corrispondenza delle rotte artiche, presso Safonovo, (Severomorsk, regione di Murmansk), è situato il Comando della 45^ Armata aerea e di Difesa aerea delle VKS, i cui reparti sono dislocati prevalentemente sulle basi di Monchegorsk, Severomorsk-1 e Severomorsk-3. In corrispondenza delle rotte artiche troviamo altri cinque Comandi dell’Aviazione, dislocati rispettivamente a Mirny, sull’isola di Kotelny, ad Alexandra Land, a Severnaya Zemlya e a Rogachevo.
Non meno importanti sono le forze contraeree, articolate sulla 1^ e la 3^ divisione per la Difesa aerea; quest’ultima inquadra il 414° reggimento missili antiarei schierato sull’aeroporto di Tiksi, che menzioniamo perchè di interesse particolare. Vogliamo soffermare, dunque, la nostra attenzione sull’infrastruttura aeroportuale di Tiksi, situata a circa 2.600 chilometri dagli Stati Uniti (Alaska). La realizzazione delle infrastrutture per ospitare il personale della base (300 uomini) entrato nella fase conclusiva era previsto che fosse terminata nel 202313. Il governo russo ha ripetutamente annunciato piani ambiziosi per l’ampliamento della base aerea di Tiksi, con l’inclusione di 11 nuove strutture costituite da un dormitorio, edifici amministrativi, una centrale elettrica alimentata a diesel, serbatoi per l’acqua e per carburanti.
L’importanza attribuita alla base è sottolineata dalla volontà del governo russo di affiancare ai sistemi missilistici S-300 PS i più moderni S-400 e S-350 Vityaz, per realizzare un sistema di difesa aerea integrato più efficace. Le attuali immagini satellitari, tuttavia, non mostrano evidenza del sistema S-400 sulla base. La Russia è in ritardo nei suoi programmi per Tiksi, sia per i notevoli costi sostenuti per i lavori, sia per quelli connessi al proseguimento della guerra in Ucraina. L’opera di ristrutturazione di quello che è considerato un punto strategico del progetto “Via del mare del nord” (una specie di nuova via della seta che i russi stanno realizzando nell’Artico) prevede una spesa di 2,5 miliardi di rubli e non non terminerà prima del 203014 perchè il porto della Jacuzia, un tempo molto importante, negli anni è stato abbandonato e versa in uno stato di estrema fatiscenza.
Il completamento della base aerea di Tiksi rappresenterebbe una fusione delle esigenze militari del Cremlino e dei suoi ambiziosi piani economici. Questa funzionalità dual use coniuga la presenza militare russa per la difesa territoriale con l’esercizio del controllo nell’area artica da parte di Mosca, attraverso capacità progettate per soddisfare anche le esigenze di sicurezza civile, come gli interventi di ricerca e salvataggio, l’intervento rapido in caso di disastri ambientali (fuoriuscite di petrolio) e la consapevolezza del dominio marittimo in previsione dell’aumento del trasporto commerciale attraverso la Rotta Marittima Settentrionale (North Supply Route – NSR). Proprio la NSR rappresenta la dimensione strategica attorno alla quale ruota tutto il progetto di ammodernamento-potenziamento intrapreso dal Cremlino in quelle desolate regioni del pianeta.
La rotta del Mare del Nord, che corre lungo l’intera costa artica della Federazione Russa, rappresenta la rotta più breve dal sud-est asiatico all’Europa. La presenza del ghiaccio la rende disponibile solo per pochi mesi all’anno. A causa del riscaldamento globale, tuttavia, si prevede che entro la metà del secolo le navi commerciali opportunamente adattate alle condizioni climatiche comunque estreme, potranno transitarvi durante tutto l’anno. Tale evenienza comporterà un radicale incremento dell’importanza della rotta per l’economia di tutto il globo.
Per completezza di trattazione, va detto che il Distretto militare di Leningrado inquadra anche la 6^ Armata delle Forze aeree e di Difesa aerea (S. Pietroburgo); la 2^ divisione di difesa aerea (oblast’ di S. Pietroburgo); la 32^ divisione di difesa aerea (Rzhev) e la 44^ divisione di difesa aerea (Kalinigrad).
Mare del Nord e potere navale: Flotta del Nord, rompighiaccio, dual–use e guerra elettronica
Il complesso di compiti assolti dalla Flotta del Nord, confluita anch’essa nel Distretto militare di Leningrado, è vasto, diversificato e unico nel panorama delle forze armate russe. Oggi la Flotta del Nord è la forza navale più grande, più potente e più moderna della Federazione Russa. Protegge il confine nazionale nell’Oceano Artico e garantisce la sicurezza della navigazione nella parte costiera del Mare di Barents e del Mar Bianco. Nel dicembre 2018, l’ammiraglio Nikolaj Evmenov, capo di stato maggiore della Marina militare russa dal maggio 2019 al marzo 2024, riferendosi a quello che ancora era il Comando strategico interforze della Flotta del Nord, dichiarava: “ha aumentato significativamente il suo potenziale di combattimento in tre anni e ha ripetutamente confermato la sua disponibilità a svolgere compiti nella zona artica e negli oceani del mondo”15. La Flotta del Nord svolge, altresì, un vasto lavoro oceanografico e di ricerca nell’Artico, rivolto alla scoperta di nuove realtà geografiche precedentemente sconosciute. Negli ultimi anni, durante lo svolgimento delle loro missioni di ricerca, le navi per la ricognizione idrografica hanno fatto 34 scoperte geografiche16. Nel 2020, poi, il ministero della Difesa russo è stato coinvolto nella ricostruzione di sedici porti e diciannove aeroporti in tutto l’Artico.17
Molti degli aeroporti sottoposti a processi di ammodernamento o ricostruiti negli arcipelaghi artici sono stati destinati esclusivamente alle esigenze delle forze armate, ma sono in fase di realizzazione anche progetti dual-use. È il caso delle basi di Alykel e Anadyr, dove il ministero della Difesa sta integrando gli aeroporti civili già esistenti con strutture militari18. Allo stesso modo, diversi porti civili lungo la NSR sono in fase di miglioramento per soddisfare un’ampia gamma di esigenze. Ad esempio, entro il 2025 sono previsti il miglioramento e la trasformazione del porto civile di Dikson in un porto dual–use, mentre nel 2022 era in atto anche la trasformazione dell’infrastruttura portuale di Tiksi19. In concomitanza con lo sviluppo delle infrastrutture lungo la NSR, il Servizio di recupero marino russo sta attualmente espandendo la rete di stazioni di search and rescue lungo la costa artica e ammodernando il suo arsenale navale, più che raddoppiando il numero di navi di classe Ice20.
Ancora più ampio è il progetto di ammodernamento della flotta di rompighiaccio a propulsione nucleare, in fase di rinnovamento. La Russia possiede la più grande flotta mondiale di rompighiaccio, composta da circa 40 navi sparse nell’Oceano Artico. Molte di queste sono a propulsione nucleare. La maggior parte dei rompighiaccio nucleari russi sono ormai obsoleti, in quanto costruiti principalmente negli anni ’70 e ’80 e la funzionalità di molti di essi è discutibile. Il governo russo punta a sostituirle con nuove navi e negli ultimi anni ha lanciato un nuovo progetto statale per costruirle. Nell’ambito del Progetto 22220, due rompighiaccio di nuova generazione (Arktika e Sibir) sono stati inseriti nella Flotta nel 2021; tra il 2022 e il 2025 è prevista l’acquisizione di altri tre vascelli: Ural , Yakutia e Chukotka21. I vertici della Rosatom prevedono di costruire una flottiglia di rompighiaccio nucleari entro il 2030, al fine di mantenere la NSR navigabile tutto l’anno22.
La Russia ha schierato il suo primo rompighiaccio ausiliario alla Flotta nel 2018: l’Ilya Muromets, una nave diesel-elettrica in grado creare un corridoio nel ghiaccio spesso fino a un metro. Questa nave non è armata, sebbene teoricamente sia possibile equipaggiarla con sistemi d’armamento di artiglieria navale. Inoltre, il ministero della Difesa russo ha deciso di investire in rompighiaccio più militarizzati: la Admiralty Shipyards di San Pietroburgo ha già ricevuto un ordine per navi da pattuglia di classe Ice destinate alla zona artica (Progetto 23550). Queste navi combinano le caratteristiche di un rimorchiatore, di un rompighiaccio e di una nave pattuglia e saranno armate con sistemi missilistici Klub-K e cannoni navali A-190.
Restando nell’ambito di quetra tipologia di vascello, non si può trascurare l’Anchar-K,una stazione navale per la guerra nelle regioni polari. Si tratta di una stazione automatizzata per la soppressione elettronica delle linee di comunicazione satellitare nell’Artico. È installata su navi rompighiaccio. È in fase di sviluppo come risposta alla vulnerabilità della Federazione Russa nelle regioni situate a latitudini elevate. L’apparato è costituito da phased array passivi con capacità ad ampio spettro23 A -28° gli apparati di disturbo (sfasatori) sbandano e il jamming risulta disallineato. Il vento a 19 m/s interrompe il raffreddamento e dopo mezz’ora il sistema si spegne. Quando la nave manovra si verifica un ritardo di 1,5 secondi nel jamming, intervallo di tempo sufficiente a renderla individuabile. Sono stati condotti dei test del sistema durante la stagione invernale e sono stati tutti rilevati. È noto che viene utilizzata la tecnologia dell’amplificatore giroscopico-LBW industriale con una potenza continua di almeno 5 kW. Si utilizzano specchi con un diametro superiore a 5 metri, installati su container modulari dotati di sistemi di controllo climatico. La stazione disturba i satelliti per comunicazioni Milstar lungo orbite altamente ellittiche e geostazionarie. Tuttavia, si sa con esattezza dove il sistema inizia a perdere di efficienza a causa degli sbalzi di temperatura. Sono anche note le caratteristiche dell’interazione con i satelliti cinesi, il che solleva domande sulla loro vulnerabilità e sui correttivi che saranno necessariamente presi in considerazione. L’apparato è classificato a livello “segreto”.
Nell’ambito della componente navale emergono, innanzitutto, le forze nucleari strategiche, che rappresentano un elemento di primo piano nel quadro della deterrenza politico-strategica perseguita da Mosca. Le basi presso cui è custodito armamento nucleare sono i porti di Revda, Ostrovnoy, Nerpichya e Yagelnaya. Sono tutte basi navali dove sono dislocati sottomarini per il lancio di missili balistici e, in particolare, quelli di Nerpichya sono armati con missili SS-N-20e quelli di Yagelnaya con missiliSS-N-8, SS-N-18e SS-N-23.
Alle latitudini circumpolari è coinvolta l’intera flotta nucleare russa di superficie: l’incrociatore Pyotr Velikiy, le grandi navi da sbarco Kondopoga e Olenegorskiy Gornyak, le rompighiaccio Yamal, Vaygach, 50 Let Pobedy e Taymyr24. Tra il 2018 e il 2022 la Flotta ha acquisito la nave di supporto logistico Elbrus, la fregata Admiral Flota Sovetskogo Soyuza Gorshkov e la grande nave da sbarco Ivan Gren; sono stati completati, inoltre, i test della petroliera Akademik Pashin, schierata nel Mar Mediterraneo nell’agosto 202225.
Guerra elettronica, spazio e controllo dello spettro informativo
Un altro aspetto di interesse riguarda i satelliti di sorveglianza, per le cui operazioni l’Artico offre condizioni tecniche favorevoli. La possibilità di installare stazioni di monitoraggio satellitare in questa zona è estremamente importante per la Russia. Nondimeno, Mosca sta lavorando attivamente alle capacità anti-satellite, in parallelo allo sviluppo delle capacità spaziali statunitensi.
Ad agosto 2018 è stato firmato un contratto per la fornitura alla Difesa russa di sistemi di guerra elettronica di ultima generazione per satelliti destinati al jamming (Tirada-2S), secondo il quale la consegna dei nuovi sistemi sarebbe iniziata lo stesso anno26. Accanto alla capacità anti-satellitare, la Russia sta rafforzando le sue tecnologie di disturbo delle comunicazioni. Ricordiamo i disturbi elettronici riferiti dal governo norvegese ai danni dei suoi sistemi e reti di comunicazioni critiche, ad opera del governo russo. Secondo il governo norvegese il Cremlino si sarebbe reso responsabile di una serie di azioni di disturbo alle comunicazioni durante le esercitazioni militari svolte nel 2017. I rapporti di intelligence delle agenzie di sicurezza nazionale norvegesi hanno anche attribuito alla Russia il disturbo dei segnali GPS verificatosi durante l’esercitazione NATO Trident Juncture 18, svoltasi nell’ottobre-novembre 2018. Va detto che la prossimità della penisola di Kola, oblast’ di Murmansk, è sede di installazioni militari fortemente presidiate e idonee allo sviluppo di attività ostili nell’area scandinava. A titolo esemplificativo, vogliamo citare la finta incursione verificatasi nel febbraio 2018, durante la quale undici Sukhoi Su-24 hanno simulato un attacco alla stazione radar di Vardø, gestita dai servizi segreti norvegesi; poco prima di invadere lo spazio aereo di Oslo, gli aerei hanno invertito la rotta e fatto ritorno alla base di Monchegorsk27.
Sebbene Mosca respinga tutte le accuse, anche la Finlandia già in passato ha protestato con la Russia per il sospetto di interferenza nei propri sistemi di comunicazione sia militari, sia civili da parte dell’esercito russo vicino al confine settentrionale con la Russia28. Proprio sulla penisola di Kola, a Severomorsk, ed anche in Kamchatka, troviamo schierati gli apparati di guerra elettronica Murmansk-BN, dislocati su posizioni da cui sono in grado di coprire l’intera NSR. Il raggio d’azione di questo sistema è di 5.000 km e, in condizioni meteorologiche favorevoli, può arrivare fino a 8.000 km. Nelle basi militari a Novaya Zemlya, Severnaya Zemlya, Novosibirskiye Ostrova e Chukotka sono schierati i sistemi Krasukha-2 e Krasukha-4.
Riguardo a questi sistemi di disturbo, il colonnello Yury Gubskov, direttore del Centro di addestramento interspecifico per le truppe di guerra elettronica, parlando della creazione di una nuova generazione di attrezzature per la guerra elettronica, della creazione di mezzi di guerra elettronica di nuova generazione, della formazione degli specialisti e dei punti di forza delle tecnologie russe, ha dichiarato a Izvestia: “Uno degli ultimi prodotti è il complesso Murmansk-BN. Se venisse dispiegato nella penisola di Kola e in Kamchatka, potrebbe interrompere le comunicazioni a onde corte lungo l’intera rotta del Mare del Nord. E sistemi come il Krasukha-4 possono disturbare le comunicazioni satellitari, la navigazione GPS e i canali di comunicazione con i droni. Il nemico dopo il suo impiego sarà cieco, sordo e muto. E, forse, penserà: ora la connessione è stata interrotta e quindi potrebbe arrivare un razzo. E nessuno sarà in grado di capire cosa è successo.”29
Un altro assetto impiegato nell’area artica è il sistema mobile Divnomorye, che può impedire il rilevamento radar di importanti risorse da parte di un avversario, entro un raggio di diverse centinaia di chilometri. Secondo gli esperti russi, questo sistema può inibire le apparecchiature elettroniche presenti su velivoli radar E-3, E-2 Hawkeye ed E-8 JSTAR AWACS (modelli, peraltro osoleti o ritirati dal servizio), elicotteri e UAV, missili da crociera e sistemi radar satellitari, oltre privare navi e aerei dei sistemi di ausilio alla navigazione. Tutti questi sistemi sono inseriti nel Centro per la guerra radioelettronica della Flotta del Nord, costituito da diversi battaglioni e compagnie autonome.
L’esperto militare Viktor Murakhovski ha diciarato che le unità di guerra radioelettronica nell’Artico sono concepite per svolgere due compiti: garantire la sicurezza della navigazione sulla NSR e controllare lo spettro radioelettronico nella regione30. Inoltre, la Russia sta creando un nuovo ambiente A2AD31 in Kamchatka, a protezione delle sue basi militari, inclusa la base per sottomarini nucleari a Viljučinsk.
Abbiamo detto del sistema operativo Murmansk-BN REW presente nella penisola; questo è integrato dai sistemi missilistici K-300 Bastion e 3K60 Bal con cui è armata la 520^ brigata di artiglieria missilistica costiera separata, operativa nell’area della summenzionata base navale. Con l’implementazione dell’ambiente A2AD in Kamchatka, la Russia può controllare l’accesso alla NSR anche dal Mare di Barents32.
Tornando ai satelliti, dopo una serie di ritardi imputabili a problemi tecnici, alla fine di febbraio del 2021 è entrato in orbita Arktika-M, il primo satellite russo per le previsioni meteorologiche e il monitoraggio del clima e dell’ambiente nella regione artica. Questo satellite può essere utilizzato anche per attività di sorveglianza ed è dotato di strumenti per abilitare comunicazioni d’emergenza, ad esempio in caso di operazioni di search and rescue 33.
La Russia mira ad aumentare le sue capacità di sorveglianza nella regione e sta attivamente sviluppando e acquisendo la tecnologia dei droni ZALA Arctic. Le navi russe sono particolarmente adatte alla navigazione senza l’uso di sistemi globali di navigazione satellitare, spesso inaffidabili nelle regioni polari. A tale scopo i droni utilizzano un sistema di nuova concezione, il GIRSAM, in alternativa al GPS e al GLONASS34. Vladimir Dmitriev, amministratore delegato del gruppo Kalashnikov, produttore dei droni ZALA Arctic, ha affermato che questi UAV di nuova generazione sono in grado di supportare efficacemente operazioni civili e militari nella conduzione di attività di ricerca nell’Artico, nel garantire la sicurezza della navigazione marittima e la protezione delle frontiere 24 ore su 24 e nell’organizzazione di un sistema per il monitoraggio della costa artica e delle acque territoriali. Questi droni sarebbero in grado di identificare e raccogliere informazioni su navi fino a 100 km di distanza35.
I giornali russi hanno poi riferito che saranno costruiti diversi cavi in fibra ottica per supportare il nuovo Multi-service transport network system (MTSS), in base al quale tutte le informazioni importanti saranno archiviate solo sui server del ministero della Difesa russo. Questo progetto include la posa di un grande cavo attraverso la costa artica del paese da Vladivostok a est fino a Murmansk e Severomorsk a ovest. Secondo Izvestia, il ministero ha già iniziato a prepararsi per la posa di un cavo trans-artico per tutto il traffico internet domestico36.
Deterrenza, limiti economici e rischio di escalation controllata
Enfatizzando l’importanza strategica dell’Artico, nel febbraio 2019 il presidente Vladimir Putin ha ribattezzato il Ministero per lo sviluppo dell’Estremo Oriente Russo aggiungendo “e Artico” alla denominazone37. La necessità di mantenere e sviluppare la componente militare della Federazione Russa nell’Artico è dettata dai suoi interessi economici e di sicurezza nella regione. Mosca considera la crescente presenza di altre potenze artiche e i piani dei paesi non artici di accedere ai mari circumpolari come potenziali minacce ai propri interessi. La Russia sostiene la cooperazione economica nella sua zona artica, ma solo con la certezza di poter esercitare la propria egemonia. Tuttavia, la chiave per la riuscita nell’attuazione dei programmi relativi alle risorse naturali dell’Artico ed alla rotta marittima si fonda principalmente sul finanziamento di progetti economici e attività marittime commerciali e militari.
L’attuazione di questi progetti richiederà enormi risorse finanziarie e tecnologiche che la Russia da sola potrebbe non essere in grado di fornire, stanti le sue capacità economiche. L’élite politica russa probabilmente è consapevole di quale sia la realtà. Il viceministro degli Esteri Alekandr Grushko ha sottolineato che l’estrazione di risorse richiede una collaborazione internazionale perché si tratta di un’attività molto costosa38. Attualmente in questa competizione non sono coinvolti solo i paesi circumpolari; anche gli interessi regionali di potenze non artiche come la Cina crescono di continuo. Non è infrequente leggere o ascoltare affermazioni da parte di funzionari sia occidentali, sia russi secondo cui la sicurezza nell’Artico è minacciata dal reciproco aumento della presenza di forze armate che gravitano nell’area39.
L’Artico è una regione in cui le linee di demarcazione tra avversari e alleati possono essere sfumate. Ad esempio, gli interessi degli Stati Uniti e del Canada non sempre coincidono, ma il disaccordo del Canada sul passaggio a nord-ovest riflette l’analogo atteggiamento del Cremlino, secondo cui la NSR si snoda lungo le sue acque territoriali. Analogamente, per diversi aspetti, la posizione della Cina, normalmente più vicina a Mosca che a Washington, sul tema dell’Artico si approssima a quella degli Stati Uniti.40
Sebbene il cambiamento climatico e gli interessi strategici ed economici di diversi paesi pongano le premesse di una militarizzazione dell’Artico, la probabilità di un conflitto su larga scala è bassa; è più probabile che avvengano scontri locali, “scaramucce” (si spera che, nel malaugurato caso dovessero verificarsi, non si vada oltre) tra singole unità appartenenti alle forze armate avversarie che si incrocino nelle zone di confine, come abbiamo si è verificato con la Norvegia o la Finlandia. Quanto sta accadendo sul confine finlandese, però non deve essere trascurato.
È innegabile che la scelta operata da Mosca sia un atto intimidatorio nei confronti un Paese che ha voluto aderire all’Alleanza sulla scorta dell’emotività suscitata dal ricordo della Guerra d’inverno, combattuta tra Russia e Finlandia dal 30 novembre 1939 al12 marzo 1940, in seguito all’aggressione russa. Per la Finlandia la guerra ebbe conseguenze devastanti, in termini di perdite umane, economiche e territoriali e non desta stupore il fatto che, di conseguenza, nel periodo dal 25 giugno 1941 al 19 settembre 1944 la Finlandia abbia optato per combattere al fianco della Germania di Hitler nella cosiddetta “guerra di continuazione” contro la Russia di Stalin. A rifletterci, la scelta di Helsinki di entrare nella Nato offre un buon pretesto a Putin per iniziare una nuova “meritoria opera di denazificazione del Pianeta”.
Vale la pena ricordare che i sovietici entrarono in Finlandia pensando che l’esercito finlandese avrebbe offerto al più una resistenza simbolica, mentre la popolazione avrebbe accolto l’Armata Rossa a braccia aperte, un ottimismo confermato anche dall’NKVD a Helsinki41. La somiglianza con quanto si è verificato con l’invasione del 22 febbraio 2022 in Ucraina, per Mosca è imbarazzante, perfino nell’ottimismo mostrato dal FSB. A parte le perdite umane, la peggior conseguenza della Guerra d’inverno per l’Unione Sovietica fu la perdita di prestigio per l’Armata Rossa, anche perché i fallimenti della prima fase della guerra ricevettero maggiore attenzione che non i successi sull’istmo di Carelia dell’ultima fase del conflitto. Conflitto che, peraltro, durò pochi mesi, non anni.
Tanto la Russia, quanto la Nato hanno ancora una forza militare significativa, anche se molto ridotta, eredità della Guerra Fredda. Gli Stati Uniti, inoltre, prevedono di migliorare la propria presenza militare nell’Artico in futuro.42 Secondo esperti russi, la presenza costante della flotta di sottomarini nucleari statunitensi e il dispiegamento di sistemi di difesa missilistica su piattaforme marittime attivamente sviluppati dagli americani rappresentano una minaccia volta ad intercettare i missili balistici russi e sferrare un attacco preventivo nell’Artico.43 Stephanie Pezard sostiene che, “la Russia sta dispiegando capacità in grado di difendere una regione che considera altamente strategica, ma potrebbe anche, in teoria, essere impiegata per altri scopi, ad esempio, bloccare la Norvegia (un membro della NATO) dietro una “bolla” anti-accesso/negazione dell’area”.44
Comprendendo le debolezze economiche della Russia, Mosca è preoccupata che l’Occidente (principalmente) e altre potenze pianifichino di privare la Russia della rotta del Mare del Nord e delle risorse economiche dell’Artico. E per prevenire un simile esito, nella migliore delle ipotesi, la Russia sta rafforzando la sua presenza militare nella regione come strumento di deterrenza.
1 K. Hird, R. Bailey, C. Harward, A. Evans, A. Ganzeveld, F.W. Kagan, Russian Offensive Campaign Assessment, April 23, 2024, ISW. https://www.understandingwar.org/backgrounder/russian-offensive-campaign-assessment-april-23-2024.
2 УказПрезидентаРоссийскойФедерацииот26.02.2024 № 141 “Овоенно-административномделенииРоссийскойФедерации” (Decreto del Presidente della Federazione Russa del 26.02.2024 n. 141 (“Sulla divisione militare-amministrativa della Federazione Russa”). http://publication.pravo.gov.ru/document/0001202402260031?index=1.
3 Truppe Russia al confine con la Finlandia, l’analisi: “Non è un atto simbolico”, Adnkronos, 22/05/2025. https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/russia-confine-finlandia-analisi_4ZSCNi2WPT6hrYrxXd3Sdv?utm_term=Autofeed&utm_medium=Social&utm_source=Twitter#Echobox=1747890954.
4 Satellite Images Show Russian Military Buildup Near Finland – NYT, The Moscow Times, 19/05/2025. https://www.themoscowtimes.com/2025/05/19/satellite-images-show-russian-military-buildup-near-finland-nyt-a89129.
5 V. Lynatrovich, Russia Revives Cold War-Era Airbase Near Finnish Border, Satellite Images Reveal, United 24 media, 16/05/2025. https://united24media.com/latest-news/russia-revives-cold-war-era-airbase-near-finnish-border-satellite-images-reveal-8420.
6 G. Sacchi, Artico: tra cambiamenti climatici e nuove rotte possibili, Geopolitica.Info, 03/09/2020. https://www.geopolitica.info.
7 M. Shcherbakova, Амбициозные задачи нужно ставить перед собой всегда (I compiti ambiziosi dovrebbero sempre essere assegnati a sé stessi), Krasnaya Zvezda, 06/11/2018. http://redstar.ru/ambitsioznye-zadachi-nuzhno-stavit-pered-soboj-vsegda/.
8Минобороны построило в Арктике уже 475 объектов военной инфраструктуры (Il Ministero della Difesa ha già costruito 475 infrastrutture militari nell’Artico), Tass, 11/03/2019. https://tass.ru/armiya-i-opk/6204831
9 Северный флот станет пятым военным округом России с 2021 года (La Flotta del Nord diventerà il quinto distretto militare della Russia dal 2021), 08/06/2020.https://armstrade.org.
10 “Con decreto del Presidente della Federazione Russa, dal 1 gennaio 2021, lo status della Flotta del Nord è stato legalmente equiparato allo status di distretto militare come principale unità amministrativa militare che si prepara alla difesa armata e alla protezione stessa dell’integrità e dell’inviolabilità della Federazione Russa, compresi i territori entro i confini dei suoi sudditi, in una certa direzione strategica: l’Artico”, ha dichiarato a dicembre l’ammiraglio Alexander Moiseev, comandante della Flotta del Nord.”
Северный флот России получил статус военного округа (La Flotta del Nord della Russia ha ricevuto lo status di distretto militare), 01/01/2021. https://www.interfax.ru.
11 A.K. Salo, Medvedev: “Russia is a weakening oil autocracy”, Barents Observer, 19/11/2013. https://barentsobserver.com/en/politics/2013/11/medvedev-russia-weakening-oil-autocracy-19-11.
12 P. Sinovets, B Renz, Russia’s 20214 Military Doctrine and Beyond: Threat Perceptions, Capabilities and Ambitions, in NATO’s Respnse to Hybrid Threats, Nato Defense College Forum Paper 24, Guillaume Lasconjarias and Geffrey A Larsen Editors, 2015, p. 78.
13 A. Lavrov-A. Cherpanova, Северныйморскойщит: завершаетсястроительствоарктической«зенитнойкрепости»(Scudo del Mare del Nord: la costruzione della “fortezza antiaerea” artica è in fase di completamento), Izvestia, 21/06/2022. https://iz.ru/1181509/anton-lavrov-anna-cherepanova/severnyi-morskoi-shchit-zavershaetsia-stroitelstvo-arkticheskii-zenitnoi-kreposti.
14 Порт Тикси может стать опорной точкой в развитии Восточной Арктики (Il porto di Tiksi potrebbe diventare un punto di riferimento per lo sviluppo dell’Artico orientale), Aartik.ru, 05/12/2024. https://aartyk.ru/obshhestvo/port-tiksi-mozhet-stat-opornoj-tochkoj-v-razvitii-vostochnoj-arktiki/.
15 ОбъединенноестратегическоекомандованиеСеверногофлотаотмечаетчетвертуюгодовщинусодняобразования(Il Comando Strategico Interforze della Flotta del Nord festeggia il suo quarto anniversario), TV Zvezda, 15/12/2018. https://tvzvezda.ru/news/forces/content/201812151538-mil-ru-sw5kt.html.
16 P. Nastin, Северный флот совершил более 30 географических открытий за несколько лет (La Flotta del Nordin pochi anniha fatto più di 30 scoperte geografiche), TV Zvezda, 13/03/2019. https://tvzvezda.ru/news/20193131143-R9i6y.html.
17 E. Bey, ОбеспечениевоеннойбезопасностиРоссиивАрктике: историявопроса(Garantire la sicurezza militare della Russia nell’Artico: contesto), Voyennaya Mysl 12, 14–25, 2020.
18 A. Staalesen, ВКСвыстраиваютновыйарктическийрубеж(Le forze aerospaziali stanno costruendo una nuova frontiera artica), Barents Observer, 14/01/2017. https://thebarentsobserver.com/ru/security/2017/01/vks-vystraivayut-novyy-arkticheskiy-rubezh.
19 Командующий Севфлотом: реконструкция портов Диксон и Тикси улучшит безопасность в Арктике (Comandante della Flotta del Nord: la ricostruzione dei porti di Dikson e Tiksi migliorerà la sicurezza nell’Artico), Tass, 06/12/2019. https://tass.ru/armiya-i-opk/7285477.
20Морспасслужба получит к 2030 году 19 новых судов и 4 арктических базы (Il servizio di soccorso marittimo riceverà 19 nuove navi e 4 basi artiche entro il 2030), Morspas, 03/11/2020. http://morspas.com/news/morspassluzhba-poluchit-k-2030-godu-19-novyh-sudov-i-4-arkticheskih-bazy.html.
21 T. Nilsen, Second giant nuclear icebreaker handed over to Rosatomflot, The Barents Observer, 25/12/2021. https://thebarentsobserver.com/en/arctic/2021/12/second-giant-nuclear-icebreaker-handed-over-rosatomflot.
22 Росатом планирует к 2030 году сформировать флотилию атомных ледоколов (Rosatom prevede di formare una flotta di rompighiaccio a propulsione nucleare entro il 2030), Ria Novisti, 09/10/2019. https://ria.ru/20190409/1552504418.html?in=t.
23 Si tratta di apparati progettati per operare su un’ampia gamma di frequenze e sono spesso utilizzati in applicazioni come i sistemi radar e di comunicazione. Mentre i phased array attivi offrono vantaggi in termini di agilità del fascio e gestione della potenza, i phased array passivi eccellono in scenari ad alta potenza grazie alla loro intrinseca robustezza e alla capacità di gestire potenze significative senza i limiti dei componenti attivi. Tuttavia, ottenere un’ampia larghezza di banda negli array passivi può essere difficile, richiedendo attente considerazioni progettuali e influendo potenzialmente su dimensioni e complessità.
24 N. Aliyev, Russia’s Military Capabilities in the Arctic, RKK-ICDS, 25/06/2025.
25 https://russianfleetanalysis.blogspot.com/2022/08/russian-forces-in-mediterranean-wk342022.html.
26 Россия испытала системы для подавления спутников (La Russia ha testato i sisatemi di disturbo dei satelliti), Interfax, 27/10/2018. https://www.interfax.ru/russia/635313.
27 G. O’Dwyer, Norway accuses Russia of jamming its military systems, Defense News, 08/03/2019. https://www.defensenews.com/global/europe/2019/03/08/norway-alleges-signals-jamming-of-its-military-systems-by-russia/.
28 Ivi.
29 A. Ramm, B. Stepovoy, R. Kretsul, Щитипуть: русскуюАрктикуприкроетрадиоэлектронныйкупол(Scudo e rotta: l’Artico russo sarà coperto da una cupola radioelettronica), Izvestia, 07/05/2019. https://iz.ru/875561/aleksei-ramm-bogdan-stepovoi-roman-kretcul/shchit-i-put-russkuiu-arktiku-prikroet-radioelektronnyi-kupol.
30 A. Ramm, B. Stepovoy, R. Kretsul , ivi.
31 Anti –Access and Area Denial. In ambito Nato la definizione è la seguente: “l’anti-accesso si riferisce a quelle azioni e capacità, solitamente a lungo raggio, progettate per impedire a una forza avversaria di entrare in un’area operativa. Le azioni anti-accesso tendono a prendere di mira prevalentemente le forze che si avvicinano per via aerea e marittima, ma possono anche prendere di mira il la dimensione cyber, lo spazio e altre forze che le supportano. La negazione dell’area si riferisce a quelle azioni e capacità, solitamente di raggio più breve, progettate non per tenere fuori una forza avversaria, ma per limitare la sua libertà di azione all’interno dell’area operativa. Le capacità di negazione dell’area prendono di mira le forze in tutti i domini, comprese le forze di terra. La distinzione tra anti-accesso e negazione dell’area è relativa piuttosto che rigorosa e molte funzionalità possono essere impiegate per entrambi gli scopi. Ad esempio, lo stesso sottomarino che svolge una missione di negazione dell’area nelle acque costiere può essere una capacità anti-accesso se impiegato in pattugliamento a distanza.”
U.S. Joint Operational Access Concept, 2012.
32 A. Ramm, B. Stepovoy, Камчатскийкапкан: наполуостровеустановятновыеразведсистемы(La trappola della Kamchatka: nuovi sistemi di intelligence verranno installati nella penisola), Izvestia, 29/05/2019. https://iz.ru/881500/aleksei-ramm-bogdan-stepovoi/kamchatskii-kapkan-na-poluostrove-ustanoviat-novye-razvedsistemy.
33 G. La Rocca, Arktika-M, un satellite per tutte le stagioni, Osservatorio Artico, 03/03/2021. https://www.osservatorioartico.it/arktika-satellite/.
34 M. Humpert, Canada and Russia Looking to Deploy Surveillance Drones in the Arctic, High North News, 22/02/2019. https://www.highnorthnews.com/en/canada-and-russia-looking-deploy-surveillance-drones-arctic.
35 L. Samarina, Глава “Калашникова”: концерну есть что предложить для нацпроектов (Il Direttore della “Kalashnikov”: la preoccupazione ha qualcosa da offrire per i progetti nazionali), Intervista con Vladimir Dmitriyev, TASS, 27/02/2019. https://tass.ru/interviews/6160957.
36 A. Ramm, A. Kozachenko, B. Stepovoy, Военный, красивый, суверенный: армия РФ создает закрытый интернет (Militare, bello, sovrano: l’esercito russo crea un Internet chiuso), Izvestia, 12/03/2019. https://iz.ru/854961/aleksei-ramm-aleksei-kozachenko-bogdan-stepovoi/voennyi-krasivyi-suverennyi-armiia-rf-sozdaet-zakrytyi-internet.
37ПолномочияМинвостокразвитияРоссиирасширенынаАрктическуюзонуРоссийскойФедерации(I poteri del Ministero per lo Sviluppo dell’Estremo Oriente russo sono stati estesi alla zona artica della Federazione Russa), Ministero della Federazione Russa per lo sviluppo dell’Estremo Oriente russo e dell’Artico, 26/02/2019. https://minvr.ru/press-center/news/21131/.
38 A. Oganesyan, Антироссийские кампании постоянно требуют вброса новых тем – Грушко (Le campagne anti-russe richiedono costantemente di introdurre nuovi argomenti: Grushko), Intervista con Alexander Grushko, Mezhdunarodnaya zhizn’, 16/03/2019. https://interaffairs.ru/news/show/21931.
39 D. Nicholls, British forces to step up Arctic deployment to protect Nato’s northern flank from Russia, The Telegraph, 17/02/2019. https://www.telegraph.co.uk/news/2019/02/17/british-forces-step-arctic-deployment-protect-natos-northern/; Лавров назвал главу Минобороны Британии «министром войны» (Lavrov ha chiamato il capo del Ministero della Difesa britannico “Ministro della Guerra”), Rbc, 16/02/2019. https://www.rbc.ru/politics/16/02/2019/5c681ff89a7947fdea7abc8c.
40 S. Pezard, How Not to Compete in the Arctic: The Blurry Lines Between Friend and Foe, War On The Rocks, 27/02/2019. https://warontherocks.com/2019/02/how-not-to-compete-in-the-arctic-the-blurry-lines-between-friend-and-foe/.
41 G. Roberts, Stalin’s Wars: From World War to Cold War, 1939-1953, Yale University Press, 2006, pp. 58-59.
42 M. Eckstein, Navy May Deploy Surface Ships to Arctic This Summer as Shipping Lanes Open Up, USNI News, 08/02/2019. https://news.usni.org/2019/01/08/navy-may-deploy-surface-ships-arctic-summer-shipping-lanes-open.
43 Konyshev and Sergunin, op. cit..
44 Pezard, op. cit.
Foto: MoD Fed. Russa / Sputnik
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