Il mortaio da 81mm americano cambia categoria?

L’U.S. Army sta sviluppando un nuovo munizionamento da 81 mm, l’E81, progettato per aumentare significativamente portata ed efficacia terminale del calibro medio. Il programma, condotto dal combat capabilities development command del Picatinny Arsenal, si concentra sulla munizione e non sul sistema d’arma, introducendo esplosivi moderni, spolette multi-opzione e frammentazione ingegnerizzata.

L’obiettivo è fornire ai reparti leggeri e aviotrasportati maggiore profondità di fuoco senza dover ricorrere ai sistemi da 120 mm. L’81 mm potenziato rientrerà nel nuovo infantry battalion mortar system, mantenendo la mobilità tipica dell’arma e ampliandone le possibilità d’ingaggio.

Prestazioni da 120 mm con un 81 mm???

Quando si parla di ottenere da un 81 mm “effetti da 120 mm”, non si intende che una munizione più leggera possa eguagliare in massa e carica esplosiva una granata da 120 mm. La convergenza avviene piuttosto sul piano dell’efficacia utile sul bersaglio.

Uno degli elementi chiave è la frammentazione: numero, dimensione e velocità dei frammenti vengono ottimizzati per estendere la letalità e garantire una copertura più uniforme dell’area colpita. Un 81 mm di nuova generazione può così generare una densità di schegge letali vicina a quella storicamente associata al calibro superiore.

A questo si aggiungono esplosivi ad alta energia e spolette programmabili, che permettono di calibrare la detonazione in funzione del bersaglio. Il risultato è un trasferimento di energia più efficace contro personale scoperto e posizioni leggere.

Ulteriore salto qualitativo riguarda la gittata utile. L’incremento non deriva solo da cariche propellenti più potenti, ma da un miglioramento complessivo dell’efficienza balistica. Aerodinamica ottimizzata, combustione più regolare e sistemi digitali di controllo del tiro consentono di spingere l’81 mm oltre i limiti tradizionali di 5–6 chilometri, avvicinandolo alle distanze associate ai 120 mm. Il tutto – ripetiamo – senza snaturare il ruolo tattico del mortaio medio, che resta rapido da schierare e adatto a reparti leggeri.

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In Italia il mortaio da 81 mm è stato aggiornato tecnicamente (Expal MX2 KM, calcolatore balistico digitale), ma – seppur migliorate le prestazioni (gittata max passata da circa 5 a 6,9 km) – ne è rimasto immutato il ruolo operativo, ovvero supporto immediato alla fanteria entro corto-medio raggio. Il vero balzo ha riguardato il 120 mm, con il Thomson-Brandt, che ha portato il calibro pesante dagli storici 6,5 a quasi 13 chilometri (!!!), con munizionamento ER, assumendo le funzioni di fuoco profondo e neutralizzazione d’area.

L’architettura italiana si basa su una distinzione stabile dei ruoli: 81 mm per la manovra e la rapidità, 120 mm per la profondità. Il modello è coerente con dottrina, logistica e scenario operativo europeo.

Negli Stati Uniti, invece, l’E81 punta a colmare lo spazio tra calibro medio e pesante con un unico munizionamento avanzato, capace di estendere capacità operative senza l’impiego di piattaforme dedicate.

Se l’E81 manterrà le prestazioni annunciate, l’81 mm potrebbe entrare in una categoria nuova, con effetti e gittate tali da mettere in discussione la separazione tradizionale tra calibro medio e pesante. Per la fanteria italiana ciò potrebbe tradursi in maggiore autonomia di fuoco per reparti leggeri, alpini e aviotrasportati, oltre a opportunità industriali per sviluppare munizionamento avanzato interoperabile NATO.

Il modello italiano resta per ora efficace, con ruoli chiari, gerarchia degli effetti e integrazione con i sistemi di supporto al fuoco. Tuttavia l’innovazione americana potrebbe presto offrire una risorsa tattica notevole in scenari dove mobilità e velocità di intervento diventano decisive.

_{Foto: U.S. Army / Esercito Italiano}

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