Vigilanza privata, Cecconi (AISS): «Chi viola le regole tradisce un intero settore»
Sicurezza privata: il presidente AISS Franco Cecconi interviene sul caso Milano

«Abbiamo creato un contratto per dare dignità ai lavoratori, non per coprire chi li sfrutta»
Il presidente dell’Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria commenta a Difesa Online i recenti provvedimenti della Procura milanese contro quattro società di vigilanza
La recente inchiesta della Procura di Milano, che ha portato al controllo giudiziario di quattro società di servizi di sicurezza per presunte violazioni delle norme sul lavoro, ha riacceso i riflettori sulle condizioni occupazionali nel comparto della vigilanza privata. Abbiamo incontrato Franco Cecconi, presidente di AISS – Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria, per comprendere la posizione dell’associazione e fare chiarezza sul ruolo della contrattazione collettiva nel settore.
Presidente Cecconi, qual è stata la sua prima reazione alla notizia dei provvedimenti disposti dalla magistratura milanese?
«Le dirò, non mi ha colto di sorpresa. Chi opera quotidianamente in questo settore sa bene che esistono realtà che agiscono in modo scorretto, danneggiando sia i lavoratori sia le imprese serie. Quello che emerge da questa vicenda è un quadro di irregolarità che va condannato senza mezzi termini. Noi come AISS abbiamo sempre sostenuto che la dignità del lavoro deve venire prima di tutto.»
Il vostro contratto collettivo nazionale è stato citato in relazione a questa vicenda. Cosa risponde?
«Rispondo con estrema chiarezza: il nostro CCNL per le agenzie di sicurezza sussidiaria non armata e gli istituti investigativi è nato esattamente per l’opposto di quanto accaduto in questi casi. Lo abbiamo costruito insieme a Federterziario e UGL Sicurezza Civile proprio per garantire tutele concrete ai lavoratori di un comparto che prima non aveva regole chiare. Chi viola i minimi retributivi, chi non rispetta gli istituti contrattuali, non sta applicando il nostro contratto: lo sta tradendo.»
Può spiegarci meglio come funziona il sistema di tutele previsto dal vostro contratto?
«Il meccanismo è semplice e trasparente. Le aziende che applicano il nostro CCNL devono aderire all’Ente Bilaterale ENBISIT, che eroga sussidi e prestazioni ai lavoratori, oltre a garantire l’assistenza sanitaria integrativa. Se un’impresa sceglie di non aderire alla bilateralità, è obbligata a corrispondere direttamente al dipendente un importo aggiuntivo significativo in busta paga. Non ci sono scappatoie: o garantisci le tutele attraverso l’ente bilaterale, o le garantisci economicamente. Tertium non datur.»
Dalle indagini emerge che alcune aziende non erano iscritte all’ente bilaterale…
«E questo è esattamente il punto. Operare al di fuori del sistema di controlli bilaterali significa sottrarsi a una verifica costante sul rispetto delle norme contrattuali. L’adesione all’ente bilaterale non è solo un obbligo formale, è uno strumento di garanzia per i lavoratori. Le società che sfuggono a questo sistema spesso lo fanno proprio perché intendono eludere i propri obblighi.»
Cosa può fare concretamente AISS in questa situazione?
«Innanzitutto, mettiamo a disposizione la nostra rete territoriale per assistere i lavoratori coinvolti. Chiunque abbia dubbi sulla propria busta paga, sulle ore lavorate, sulle maggiorazioni non corrisposte, può rivolgersi a noi. Verificheremo ogni singola posizione. In secondo luogo, continueremo a collaborare con le istituzioni competenti per far emergere le irregolarità ovunque si annidino. Il nostro settore ha bisogno di pulizia, non di omertà.»
C’è chi sostiene che il problema sia strutturale, legato a un sistema di appalti al massimo ribasso…
«È un’analisi corretta, ma parziale. Il meccanismo degli appalti al ribasso crea certamente una pressione insostenibile sui costi del lavoro. Quando un committente sceglie l’offerta più bassa senza verificare come quei prezzi siano possibili, diventa indirettamente complice di un sistema malato. Ma questo non può essere un alibi per chi gestisce le imprese. Esistono margini, esistono modi per operare in modo sostenibile. Noi lo dimostriamo ogni giorno con le nostre aziende associate.»
Quale messaggio vuole lanciare al settore?
«Un messaggio duplice. Alle imprese serie dico: continuiamo a fare sistema, a distinguerci, a dimostrare che si può competere rispettando i lavoratori. A chi invece pensa di poter costruire il proprio profitto sulla pelle delle persone dico: i tempi stanno cambiando. Le inchieste di Milano lo dimostrano. La magistratura vigila, le associazioni di categoria vigilano, i lavoratori stessi sono sempre più consapevoli dei propri diritti. Il tempo dell’impunità sta finendo.»
Un’ultima considerazione?
«Sì. Voglio ricordare che dietro ogni busta paga irregolare c’è una persona, una famiglia, una vita. I lavoratori del nostro settore svolgono un ruolo fondamentale per la sicurezza della collettività. Controllano gli accessi, vigilano sugli eventi, garantiscono l’ordine nei luoghi pubblici. Meritano rispetto, tutele adeguate e retribuzioni dignitose. Questo è il principio su cui abbiamo fondato AISS e questo è il principio che continueremo a difendere.»
AISS – Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria è la principale organizzazione di rappresentanza del settore della sicurezza privata non armata in Italia. L’associazione ha realizzato il primo CCNL specifico per le agenzie di sicurezza sussidiaria disarmata e gli istituti investigativi.
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