La Ue sospende le operazioni di addestramento delle forze del Mali
L’Unione europea ha sospeso le operazioni di addestramento in Mali effettuate dalle missioni EUTM-Mali e EUCAP Sahel-Mali dopo il colpo di stato militare di questo mese che ha rimosso il presidente Ibrahim Boubacar Keita. La notizia, riferita il 26 agosto da funzionari, è stata confermata ieri dall’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Unione europea, Josep Borrell.
“Le nostre missioni, sia quella militare che quella civile (di assistenza alla polizia locale -NdR), sono state temporaneamente sospese poichè le circostanze non ne consentono il normale svolgimento, ma restano in Mali e riprenderanno la loro attività al più presto” ha detto Borrell.
La missione di addestramento militare EUTM Mali conta circa 600 militari Ue ed è attiva dalla fine del 2012 per aiutare l’addestramento dell’esercito del Mali mentre la missione EUCAP Sahel Mali, istituita nel 2014 è composta da qualche decina di esperti incaricati di fornire consulenza e formazione alle forze di Polizia, Gendarmeria e Guardia nazionale del Mali.
L’imbarazzo della Ue e di alcuni Stati europei è dovuto al fatto che alcuni dei militari golpisti erano stati addestrati anche in Germania e Francia (altri in Russia) e Borrell si è sentito in dovere di specificare, rispetto al golpe del 18 agosto, che “non addestriamo eserciti per fare colpi di Stato”.
I mediatori giunti dall’Organizzazione dei Paesi dell’Africa occidentale (ECOWAS) e i leader golpisti del Mali, la giunta del Comitato nazionale per la salvezza del popolo (CNSP), stanno discutendo la possibilità di un governo di transizione che potrebbe consentire all’UE di riprendere alla fine la formazione in collaborazione con le Nazioni Unite.
La nuova giunta militare del Mali ha annunciato ieri la liberazione dell’presidente Ibrahim Boubacar Keita, che era stato arrestato durante il golpe.
Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha invece ribadito che le operazioni militari francesi in Mali (Operation Barlkhane) continueranno chiedendo però ai golpisti che “la transizione deve essere fatta rapidamente e il potere deve essere restituito ai civili, esiste un’agenda politica messa in atto per consentire a questo Paese di trovare una stabilità politica”.
Al di là delle vicende interne che interessano soprattutto la capitale Bamako, continuano nel paese africano le operazioni militari. Ieri 4 soldati maliani sono stati uccisi e altri 12 feriti in un’imboscata attribuita alle milizie jihadiste tra Konna e Douentza vicino a Mopti, nel centro del Paese.
Si tratta del secondo attacco in cui le forze di sicurezza maliane subiscono perdite dal giorno del golpe.
Il 22 agosto quattro soldati maliani sono stati uccisi dall’esplosione di un ordigno al passaggio del loro veicolo, sempre nel centro del Paese. Nell’ultimo attacco l’esercito ha ammesso anche danni materiali significativi ma ha aggiunto di non essere in grado di commentare le perdite subite dal nemico.
Foto EUTM Mali