Maktub: Congo-Yemen 1965-1969
Dai tavolini di un bar di corso Vercelli, a Milano, a essere arruolati dal neonato governo congolese come volontari stranieri disposti a combattere i ribelli e poi lo Yemen… Accompagnato da un apparato iconografico strepitoso, facendo un salto indietro nel tempo di ben cinquantasei anni, cercando di mettere in ordine e ricostruire le vicende questo lavoro racconta in modo succinto, ma esaustivo, le “avventure di un “soldato libero”, come Robert Muller e i suoi commilitoni si definivano.
«Eravamo partiti per pura sete di avventura. Ci pagavano certo, ed anche bene. I soldi però non ci bastavano mai, visto che li spendevamo ad una gran velocità. Da dove provenissero poco mi importava.
Anche il compenso percepito per il mai realizzato putsch di Liegi con cui rimettere al potere Moïse Tshombé fu pagato dall’Union Minière, la più importante compagnia mineraria belga sostenuta dall’alta finanza.
Fummo dunque al soldo delle banche? Sì, ma era un dettaglio. A me interessava combattere con i miei fratelli e stare con loro. Quando partii per lo Yemen eravamo sul libro paga dall’Arabia Saudita. Ma io ero lì perché c’era il mio capitano e gli altri ragazzi. Per la cronaca di tutto quello che guadagnai in quegli anni non mi rimase nulla. Tutto sputtanato. Senza rimpianti».
VIDEO – Robert Muller racconta come divenne mercenario
MAKTUB
Robert Müller e Ippolito Edmondo Ferrario
Cartonato 21,5 x 30 cm., pagg. 107, completamente ill. b/n e colore
Stampato nel 2020
Euro 24