Nuova tuta da pilota per l’Aviazione della Marina russa
Esperti russi hanno sviluppato una nuova tuta di salvataggio per i piloti dell’Авиация Военно-морского флота o Aviazione Navale della Marina russa (AV-MF) e i test sono stati eseguiti sulle acque del Mar Nero. La notizia è emersa durante una trasmissione mandata in onda dal canale televisivo militare Zvezda TV.
Secondo gli specialisti del Feodosia Test Center (Marina) e del 929° GLITz (che per inciso ha festeggiato lo scorso mese l’onorevole traguardo dei 100 anni), la tuta di salvataggio navale d’alta quota VMSK-4 (la famosa tuta arancione dei piloti della Marina) è generalmente progettata per le operazioni di volo ma anche per la sopravvivenza sulle superfici d’acqua in caso di eiezione del pilota.
«Essa – ha dichiarato lo specialista durante il servizio televisivo – è composta da una biancheria intima, una tuta anti-G (PPK-3K), un successivo strato per compensare i disagi dell’alta quota VKK-6MP-1 con annesse calze compensatorie KN-4, una tuta protettiva contro il calore e le fiamme (TZK-2M) con ulteriori calze protettive contro il calore TZCH-2 e infine, ultimo strato, una tuta impermeabile MK-4 così come gli stessi stivali (VMSK) che vengono messi ai piedi.»
Sono in collaudo più di 20 novità su questo complesso sistema di tute e in particolare nuovi tipi di tessuti: – «In precedenza infatti – ha affermato il capo del reparto prove di volo del centro di Feodosia Andrey Karpychev – nelle tute [impermeabili] veniva utilizzato un tessuto gommato, ora viene utilizzato un nuovo tipo di tessuto: il riversil e inoltre le stesse sono realizzate mediante saldatura a ultrasuoni.»
Secondo Karpichev un altro miglioramento è stata la sostituzione dell’isolamento. L’imbottitura è stata oggi sostituita dal moderno tessuto in “holofiber-200”: – «I test hanno dimostrato che le sue proprietà di schermatura termica sono decisamente superiori a quelle dell’imbottitura tradizionale.»
Zvezda TV ha poi mostrato con dovizia di particolari i test della nuova tuta di salvataggio effettuati nell’estate e nel dicembre del 2019 per verificare il mantenimento della temperatura corporea in condizioni climatiche rigide, e proprio in quel caso – ha riferito il corrispondente – i test sono durati ben dieci ore.