Il Comprehensive Approach della NATO
Il libro, quinto volume della Collana internazionale di studi storici e militari “Le Lance” descrive le origini e le caratteristiche di uno degli strumenti metodologici più importanti di cui l’Alleanza Atlantica dispone, da più di dieci anni, per la pianificazione e la condotta delle proprie operazioni.
È stato realizzato alla luce della dottrina della NATO e dei suoi concetti strategici, del pensiero militare statunitense e britannico, degli studi di settore e dell’esperienza personale dell’autore, il generale Maurizio Boni (che i lettori di Analisi Difesa ben conoscono), che ha guidato i primi gruppi di pianificazione alleati impegnati nell’applicazione di questo strumento, nel contesto dell’approntamento delle NATO Response Forces (NRF).
Il Comprehensive Approach sottolinea l’importanza dell’integrazione degli aspetti politici, economici, sociali, della sicurezza, dello sviluppo economico, dello stato di diritto, e umanitari, oltre a quelli propriamente militari, nella gestione delle moderne missioni, caratterizzate da una sempre crescente complessità, proprio per i numerosi fattori, tra loro connessi e interdipendenti.
L’obiettivo è quello di incrementare la coerenza della risposta alle crisi ripartendo ruoli e responsabilità tra gli innumerevoli attori in campo ed evitando dispendiose duplicazioni di energie e di risorse facendo riferimento ad un auspicabile comune “visione” dell’intervento, dove l’organizzazione militare costituisce solo uno degli strumenti o degli aspetti di cui tenere conto nel contesto generale di un’operazione.
L’autore offre un’analisi dell’argomento articolata in quattro parti. Nella prima, viene descritta la trasformazione del modo di concepire le operazioni militari, in senso più interdisciplinare, introdotta da inglesi e americani a seguito del riesame critico delle operazioni condotte nei Balcani e in Medio Oriente dalla fine della Guerra fredda sino ai primi anni del nuovo secolo. In tale contesto, è interessante notare l’influenza che hanno esercitato sullo sviluppo del nuovo approccio le teorie sulla prevedibilità del comportamento dei sistemi complessi, pure di matrice statunitense, alle quali dobbiamo il fatto di considerare ogni scenario operativo come un “sistema di sistemi”.
La seconda parte, descrive come la visione olistica degli scenari e l’analisi sistemica che ne deriva siano diventati requisiti fondamentali da soddisfare per pianificare le operazioni dello strumento militare che ha permesso all’Alleanza atlantica di affermare la sua vocazione di promotrice della stabilità e della sicurezza a livello globale (le NRF). Infatti, il Comprehensive Approach raggiunse il grado di maturazione necessario per essere utilizzato dagli staff dei comandi dell’Alleanza proprio quando la NATO cominciò ad espandere il proprio raggio d’azione e ad ampliare la natura dei propri interventi inserendo la gestione delle crisi nel proprio spettro operativo.
Nella terza parte, viene presentato il case study di AFRICOM il Combatant Command Statunitense con sede a Stoccarda, istituito per promuovere e proteggere gli obiettivi strategici degli Stati Uniti nel Continente africano applicando l’approccio integrato e interagency. Analisi inedita di un progetto innovativo e ambizioso che costituisce una peculiarità nello stesso sistema militare americano.
Infine, l’ultima parte offre due ulteriori approfondimenti: il primo descrive principi guida per l’applicazione del Comprehensive Approach tratti da un rapporto redatto dal Regno Unito, molto articolato e anche questo unico nel suo genere, finalizzato a valutare l’efficacia dell’approccio governativo interagency britannico per la gestione delle crisi. Il secondo, concernente il case study della Southwest Pacific Regional Assistance Mission to the Salomon Islands (RAMSI) missione a guida australiana nelle isole Salomone effettuata nel 2003, poco conosciuta, ma nell’ambito della quale si era operato secondo i principi a quel tempo ancora in fase di discussione alle nostre latitudini.
L’intento dell’autore è quindi quello di andare oltre i confini specifici della NATO, ampliando lo spettro dell’analisi e offrendo esempi concreti di “buona pratica” del Comprehensive Approach applicato da governi piuttosto che da organizzazioni militari, allo scopo di apprezzare maggiormente la portata del concetto, le sue potenzialità e al tempo stesso le difficoltà intrinseche della sua applicazione.
La gestione integrata a livello interdisciplinare e interministeriale delle emergenze e delle crisi internazionali (o nazionali) richiede un approccio strutturato, organizzato e coordinato che deve prima di tutto basarsi sull’idea, condivisa ai massimi livelli di ciascun governo od organizzazione di riferimento, nazionale o internazionale che sia, del significato di uno sforzo integrato e sulla volontà di renderlo concreto con le persone, le strutture e le procedure. Tutte cose delle quali, specialmente nel nostro Paese, se ne sente un grande bisogno.
Maurizio Boni
Nato a Vicenza nel 1960, è stato il vice comandante dell’Allied Rapid Reaction Corps (ARRC) di Innsworth (Regno Unito), capo di stato maggiore del NATO Rapid Reaction Corps Italy (NRDC-ITA) di Solbiate Olona (Varese), nonché capo reparto pianificazione e politica militare dell’Allied Joint Force Command Lisbon (JFCLB) a Oeiras (Portogallo). Ha comandato la brigata Pozzuolo del Friuli, l’Italian Joint Force Headquarters in Roma, il Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito a Civitavecchia e il Regg. Artiglieria a cavallo a Milano ed è stato capo ufficio addestramento dello Stato Maggiore dell’Esercito e vice capo reparto operazioni del Comando Operativo di Vertice Interforze a Roma. Giornalista pubblicista, è divulgatore di temi concernenti la politica di sicurezza e di difesa è opinionista di Analisi Difesa.
Il comprehensive approach della NATO. L’approccio omnicomprensivo alla gestione delle crisi
Maurizio Boni
Editore: Libellula Edizioni
Anno edizione: 2019
In commercio dal: 20 dicembre 2019
Pagine: 118 p
EAN: 9788867355341
Euro 13