Ridotti alla fame i soldati nordcoreani al confine con la Cina
Soldati nordcoreani schierati al confine con la Cina per assicurare il blocco anti-pandemia sono ridotti alla fame. Lo scrive il Daily NK, che cita proprie fonti dalla provincia di Chagang.
Secondo la pubblicazione legata al ministero per l’Unificazione della Corea del Sud, le truppe nordcoreane del Settimo Corpo d’Armata e del corpo “Tempesta” hanno ricevuto forniture regolari di cibo fino a marzo. Da aprile gli stock sono diminuiti in qualità e quantità. Gli abitanti delle aree lungo la frontiera ora temono di subire furti di cibo e maltrattamenti dai soldati affamati. Si tratta di formazioni militari molto ideologizzate, inviate al confine per far rispettare le restrizioni sanitarie.
“Il comando dello Corpo Tempesta si trova a Tokchon, mentre quello del Settimo Corpo è a Hamhung”, ha detto una fonte. “La continua estensione del posizionamento temporaneo al confine e le lunghe distanze che devono percorrere per consegnare i rifornimenti sembrano avere il sopravvento su entrambi i comandi e questo potrebbe determinare il ritiro delle truppe anche se per ora non vi sono elementi che indichino un simile sviluppo
Secondo quanto riferisce il giornale, le truppe edili che lavorano al confine nella provincia di Chagang attualmente ricevono 600 grammi di riso di mais, insieme a zuppa di cavolo, ravanello salato e altri contorni come parte delle loro razioni. Tuttavia, la gente del posto sospetta che le autorità possano ridurre le scorte di cibo ai soldati entro un mese o due.
La popolazione teme di subire saccheggi dai militari ma le ragioni del disagio popolare per la militarizzazione del confine cinese potrebbero essere anche altre.
“Il contrabbando è il modo in cui le persone nelle aree di confine si guadagnano da vivere, quindi ovviamente non sono esattamente contenti che i soldati arrivino per impedire loro di fare il loro lavoro”, ha detto la fonte. “Se la gente del posto non può contrabbandare, deve guadagnarsi da vivere coltivando in montagna, ma anche lì i soldati si aggirano per il cibo come lupi affamati. [Le circostanze] fanno lamentare i residenti dicendo che non c’è speranza per il futuro “.
Il regime di Kim Jong-un sostiene di non aver registrato alcun caso di contagio da Covid-19; dallo scoppio della crisi pandemica le autorità nordcoreane hanno chiuso però i confini terrestri e marittimi.
Il blocco ha riguardato anche quelli con la Cina, da cui Pyongyang dipende sul piano politico ed economico. Con un’economia sempre più in difficoltà, Kim ha iniziato ad allentare le misure restrittive. Dai dati delle autorità doganali di Pechino risulta che in marzo i nordcoreani hanno importato beni cinesi per un valore di 10,9 milioni di euro: a febbraio l’import si era fermato a soli 2.500 euro. Il dato dello scorso mese è il più alto da settembre, quando Pyongyang ha importato dalla Cina prodotti per 15,8 milioni di euro.
(con fonte Asianews)