Aeronautica Militare: la Forza Armata sviluppa tre pilastri fondamentali. Aerospazio, cyber-defence e APR per formare le nuove generazioni del personale
Pozzuoli (Napoli). Sono tre i pilastri fondamentali della nuova Aeronautica Militare: Aerospazio, cyber-defence e Aerei a pilotaggio remoto (APR).
La Forza Armata punta così al futuro anche con un occhio all’ambiente. Sono infatti previsti forti investimenti per rendere le infrastrutture più verdi.
Nell’attività di ieri all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli (Napoli) si sono presentate le buone pratiche ed i risultati del progetto “Tecnologia e formazione: il contributo dell’Aeronautica Militare per la tutela dell’ambiente e della salute dell’uomo”.
L’evento fa parte di una serie di percorsi di formazione extra-curriculare per gli allievi dell’Accademia su temi propri della Forza Armata affinchè i giovani frequentatori dell’Istituto abbiano modo di ampliare, attraverso studio, ricerca e dimostrazione, gli ambiti di conoscenza in campo aeronautico.
E quello di ieri è stato l’ultimo di un ciclo di incontri dedicati alle capacità di Intelligence, Sorveglianza e Ricognizione (ISR) nelle operazioni militari.
Si tratta di capacità, mutuate in altri domini (come ad esempio l’ambiente), che possono favorire una migliore consapevolezza in molteplici situazioni di rischio e/o nel fronteggiare emergenze.
Nel suo intervento il Colonnello Angelo De Angelis, Aiutante di volo del ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha evidenziato quali sono le caratteristiche ISR.
Ogni operazione, come recita la dottrina NATO è un’operazione. E per portare al termine la missione aerea assegnata occorre che siano predisposte delle linee guida che provengono dal Comando,. Ci sia una valutazione dei rischi per poi passare all’esecuzione della missione.
Da qui ogni cosa venga registrata (foto, video) nel corso della missione viene passata all’esame degli analisti.
Tutto questo, in poche parole, fa parte dell’ISR.
L’esperienza maturata nei teatri operativi rende più facile operare in ogni situazione.
Il fenomeno va mappato,. Nelle simulazioni di ieri si è preso ad esame un controllo ed un’analisi dell’impiego degli assetti aeronautici (ad ala fissa e APR) per il controllo del territorio in funzione preventiva dallo sversamento illegale di rifiuti.
Nel momento in cui la Forza Armata viene attivata per questo genere di fenomeno mette in campo tutte le sue professionalità sia in volo che a terra per fornire foto e dati precisi. La professionalità del personale fa la differenza.
Il lavoro di squadra è il giusto “carburante” per tutti gli operatori.
Tra il 2019 ed il 2021 sono stati analizzati 121 punti di interesse. Sono state impiegate 65 ore di volo.
Trenta ore di volo per foto, messaggi e video per gli APR.
Il capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Alberto Rosso he evidenziato come quella di ieri sia stata “un’opportunità fondamentale per promuovere il sistema Paese, ovvero per fare sinergia non solo a vantaggio dei giovani, in questo caso i frequentatori dell’Accademia Aeronautica, ma anche a sostegno di esigenze di altri Dicasteri, per il benessere e la tutela della salute e del nostro territorio”.
“Sono orgoglioso – ha aggiunto il Generale – sia perché i processi formativi dell’Accademia sono attuali, sono al passo coi tempi e offrono ai giovani la possibilità di confrontarsi con quelle che sono le nuove tecnologie e i nuovi domini: lo spazio, i droni, la dimensione cibernetica, l’informatica; sia perché la collaborazione con le Università, i Centri di ricerca e l’industria può portare profitto e benefici, per crescere insieme e offrire nuove opportunità al nostro Paese”.
Tra i relatori anche il professor Massimiliano Lega.
Il quale, insieme al Colonnello De Angelis, ha illustrato l’esperienza operativa maturata negli anni, in due domini distinti, ma approdata ad una proficua e sinergica collaborazione nell’attuazione dell’accordo di collaborazione sperimentale, siglato nel luglio 2019 tra Presidenza del Consiglio dei Ministri ed Aeronautica Militare.
Questa intesa è nata su impulso dell’Unità di Coordinamento diretta al tempo dall’Ingegner Fabrizio Curcio, oggi capo del Dipartimento della Protezione Civile, ha consentito di impiegare le capacità ISR dell’Arma Azzurra del piano di azione interministeriale per il contrasto dei roghi di rifiuti e, in particolare, di quelle aree tristemente note come “Terra dei fuochi”.
“Conoscere un problema non significa comprenderlo – ha spiegato il prof. Lega a margine dell’evento – occorre conoscere le dinamiche complesse con cui si verificano alcuni fenomeni, mettere in relazione gli aspetti che accomunano più luoghi e più punti di interesse perché i fenomeni non sono casuali né frutto di un problema culturale”.
La “Terra dei Fuochi” non è solo in Campania, ma, purtroppo, è un fenomeno che riguarda l’Italia intera.
“Solo con questo tipo di consapevolezza si può capire come intervenire, per esempio con un’azione di prevenzione e contrasto”, ha concluso il docente.
Con l’impiego di competenze, tecnologie, sensori e assetti aerei dell’Aeronautica Militare, il piano di azione siglato due anni fa ha potuto utilizzare procedure, processi e capacità peculiari dell’ambito militare ma con finalità civili ed in un contesto “operativo” caratterizzato dalla presenza di diverse attori istituzionali.
Grazie a diversi assetti della Forza Armata dotati di speciali e sofisticati sensori (Tornado, Eurofighter, AMX e Predator) l’attività ha permesso di rendere disponibili ad altre istituzioni, come la Protezione Civile ed altre Agenzie del territorio, informazioni preziose (tra cui anche indicatori e trend), determinanti nelle attività di comprensione dei fenomeni in esame.
Per Curcio, “quanto visto in Accademia Aeronautica non è un traguardo ma l’inizio di un percorso complesso e ambizioso che potrà essere utile in diversi contesti operativi/inter-Agenzia. Mettere insieme le sinergie tra le capacità militari dell’Aeronautica e le esigenze del mondo civile è necessario se vogliamo ottimizzare le risorse e rendere un servizio completo al Paese”.
Ha concluso l’evento una dimostrazione live con l’impiego di diverse capacità per fronteggiare una situazione di criticità ambientale ricreata in un sito appositamente allestito in loco.
I risultati delle analisi dei prodotti inviati dalle piattaforme aeree sono stati proiettati real-time su tre maxi schermi posizionati nella palestra dell’Accademia Aeronautica, resa per l’occasione una vera e propria sala operativa.
All’attività del Predator è seguita quella complementare effettuata con un piccolo drone ed un laboratorio mobile dell’Università Parthenope che, svolgendo attività di proximal sensing ed in-situ, hanno permesso una completa caratterizzazione del sito, completandone il flusso informativo di analisi.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
L’articolo Aeronautica Militare: la Forza Armata sviluppa tre pilastri fondamentali. Aerospazio, cyber-defence e APR per formare le nuove generazioni del personale proviene da Report Difesa.