Non solo Sahel: l’influenza francese in Africa barcolla anche nella RCA
Tempi difficili per i francesi in Africa. L’annuncio del presidente Emmanuel Macron circa la conclusione dell’Operazione Barkhane che dal 2014 contrasta le forze jihadiste di al-Qaeda e Strato Islamico nel Sahel e la sospensione della cooperazione militare con le forze armate del Malì (il cui nuovo governo golpista guidato da una giunta militare ha reso noto di voler aprire a negoziati con le milizie islamiste) non rappresentano l’unica preoccupazione per la presenza militare di Parigi in Africa che appare in corto circuito anche nella Repubblica Centrafricana.
Il 9 giugno La Francia ha infatti annunciato di aver sospeso gli aiuti e la cooperazione militare nella Repubblica Centrafricana a causa dell’incapacità del governo di Bangui di fermare “massicce campagne di disinformazione” contro la Francia che hanno preso di mira i suoi funzionari, ha affermato il ministero delle forze armate guidato da Florence Parly.
Il riferimento è alla campagna stampa e web che cerca di screditare il ruolo della Francia nel paese africano e attribuita alla Russia, il cui ruolo militare nella Repubblica Centrafricana è cresciuto enormemente negli ultimi anni grazie agli aiuti forniti al governo locale per combattere l’insorgenza islamista.
La Francia ha tagliato 10 milioni di euro di sostegno al budget fella Difesa della sua ex colonia e ha interrotto la cooperazione militare diretta, ha reso noto il ministero
“Un certo numero di impegni presi dalle autorità dell’Africa centrale nei confronti della Francia non sono stati mantenuti”, precisa la nota della Difesa francese, compreso l’arresto delle campagne online che ha cercato di minare l’influenza francese.
La Francia ha quasi 300 militari nel paese, in parte assegnati alla missione di mantenimento della pace delle Nazioni Unite, in parte inseriti nella missione Ue di addestramento (EUTM-RCA – nelle foto sopra e sotto) e in parte impiegati come istruttori e consiglieri militari nell’ambito degli accordi bilaterali di cooperazione che includono 5 consiglieri francesi distaccati al ministero della Difesa e allo stato maggiore della RCA.
Parigi ha precisato che solo questi ultimi hanno cessato le attività mentre la partecipazione alle missioni internazionali rimarrà inalterata.
L’intervento russo con forniture di armi e oltre un migliaio tra contractors del Gruppo Wagner e consiglieri militari, ha minato la tradizionale influenza francese nella RCA il cui governo ha visto soddisfatte soprattutto da Mosca, non da Parigi, le sue esigenze militari nel tentativo di schiacciare l’insorgenza islamica.
In maggio il governo di Bangui ha inviato una notifica al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in cui specifica la sua intenzione di mettere a disposizione delle Forze di difesa e Sicurezza (FACA) centrafricane 600 istruttori russi aggiuntivi – 200 tra le file Forze armate centrafricane, 200 della gendarmeria nazionale e altri 200 della polizia – che vanno ad aggiungersi ai 535 già ufficialmente presenti sul territorio centrafricano, sebbene alcuni valutino la presenza russa in RCA compresa tra 800 e 2mila uomini tra militari e contractors.
Prima delle elezioni di dicembre, Facebook ha affermato che le campagne di disinformazione rivali, animate da francesi e russi, hanno cercato di ingannare e influenzare gli utenti di Internet e ha sospeso quasi 500 account nella RCA.
Una recente campagna ha falsamente affermato che la Francia stava pianificando il trasferimento della sua ambasciata nella capitale del Camerun Yaoundé, ha affermato Jean Marc Grosgurin, ambasciatore francese nella Repubblica.
I dissidi tra Parigi e Bangui sono stati influenzati anche dall’arresto, il 10 maggio nella Repubblica Centrafricana, di un cittadino francese, Juan Remy Quignolot, con l’accusa di spionaggio, congiura e attentato alla sicurezza dello Stato.
Il 14 giugno, dopo le dimissioni del primo ministro, Firmin Ngrebada, è stato nominato premier Henri Marie Dondra, ex ministro delle Finanze ed esponente di spicco del partito del presidente Faustin Archange Touadéra, saldamente alleato di Mosca che la settimana scorsa era stato a San Pietroburgo per negoziare nuovi aiuti militari ed economici.
Foto: Ministero delle Forze Armate Francese