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Il missile fu progettato per volare per migliaia di miglia ad oltre Mach 3+ e ad un quota di 80.000 piedi prima di tuffarsi sul bersaglio e far esplodere il suo carico nucleare.
I missili da crociera subsonici a lungo raggio sono da tempo una parte familiare degli arsenali strategici di più paesi, lanciabili da aerei, navi da guerra di superficie, sottomarini o da lanciatori terrestri mobili. Ma in Unione Sovietica, in particolare, una diatriba poco conosciuta per il primato tra missili da crociera come quelli e missili supersonici pesanti.
All’inizio degli anni ’80, Mosca spingeva per due approcci nettamente diversi ai missili da crociera, nonostante fosse destinato al fallimento il progetto Meteorit era stato progettato per l’utilizzo di una doppia testata capace di Mach-3+, con una gittata di oltre 3.000 miglia.
Gli antefatti di questa impressionante arma erano un decreto del governo sovietico del dicembre 1976 che richiedeva lo sviluppo di nuovi missili da crociera strategici avio-lanciati, lanciabili da navi da guerra di superficie e/o sottomarini e versioni terrestri. Il risultato sarebbe una risposta sovietica al missile da crociera americano AGM-86 Air-Launched (ALCM) e al Tomahawk, che stava rapidamente emergendo come mezzo economico utile per trasportare testate nucleari su lunghe distanze, con grande precisione.
Su ordine del governo di Mosca, tre team di progettazione iniziarono a lavorare e, di questi, l’offerta di Raduga era quella più vicina all’AGM-86 e comprendeva un piccolo missile da crociera subsonico Kh-55 che presentava sostanzialmente la stessa configurazione aerodinamica del missile statunitense, con un’ala pieghevole diritta e superfici di coda pieghevoli. Era spinto da un motore turbofan e aveva un sistema di navigazione inerziale con corrispondenza del profilo del terreno ( TERCOM ). L’ufficio di progettazione della Novator aveva trovato una soluzione analoga, con il missile 3M10 Granat. In effetti, il Kh-55 e il 3M10 erano così simili che, per molti anni, fonti occidentali suggerirono erroneamente che fossero varianti diverse della stessa arma di base.
Poi vi era la NPO Mashinostroyeniya, che aveva avuto un’idea molto diversa, e molto più avanzata, per un missile da crociera “universale” che poteva essere impiegato dall’aeronautica, dalla marina e dalle forze di terra, con il suo 3M25 Meteorit. A differenza dei suoi rivali, era un enorme missile supersonico, concettualmente e visivamente più simile ai progetti di missili da crociera ad alta velocità progettati negli anni ’50 in Unione Sovietica e negli Stati Uniti. Questi erano rappresentati dal Burya lanciato da terra e dal Navaho, entrambi abbandonati a favore dei missili balistici intercontinentali (ICBM). Alcuni lavori erano comunque continuati; tuttavia, lo studio concettuale dietro il Meteorit risaliva alla fine degli anni ’60.
Il Meteorit fu progettato per avere un’autonomia di circa 5.000 chilometri (3.100 miglia), volando per la maggior parte del suo percorso fino a 24.000 metri (quasi 80.000 piedi) ad una velocità massima di Mach 3+, prima di eseguire una picchiata terminale ripida sul bersaglio ostile.
Il missile era lungo circa 42 piedi – più del doppio della lunghezza di un missile da crociera Kh-55 – e aveva ali a delta tagliate che si piegavano in tre posizioni, oltre a canard anteriori, una pinna caudale verticale e due piani di coda orizzontali. Una presa d’aria sotto la fusoliera alimentava il motore a reazione e il supporto del turboreattore, mentre le versioni lanciate da sottomarini e da terra presentavano anche due booster a propellente liquido per il lancio. Il peso di lancio con la sezione booster era di quasi 30.000 libbre, o circa 14.000 libbre senza. La guida era una combinazione di un sistema inerziale e TERCOM.
I miglioramenti nelle difese aeree indussero a prendere misure speciali per garantire che il Meteorit fosse in grado di raggiungere senza problemi il bersaglio, non dipendendo solo dalla velocità e dall’altitudine. Il missile era dotato di un’esca trainata, e ci sono anche rapporti classificati secondo cui utilizzava anche una sorta di tecnologia “stealth al plasma”, navigando in una sacca d’aria ionizzata per mascherare la sua firma radar. Ciò potrebbe riguardare anche il cosiddetto “sistema stealth al plasma Marabou”, che diversi rapporti suggeriscono fosse stato destinato all’utilizzo sul Meteorit prodotto in serie o forse utilizzato sul missile come banco prova.
Un altro aspetto insolito del missile era il suo carico utile. Il Meteorit era stato progettato per trasportare due testate nucleari da 90 Kton che sarebbero state espulse per colpire bersagli fino a 100 chilometri (62 miglia) di distanza, ciascuna alimentata da un singolo motore a razzo. Sebbene questo fosse inizialmente attraente, la doppia testata fu bandita ed eliminata in seguito alla stipula del trattato del 1978 per la limitazione delle armi strategiche (SALT) II.
Erano state previste tre versioni diverse del Meteorit:
- il Meteorit-A lanciato dall’aria,
- il Meteorit-M lanciato da sottomarini
- e il Meteorit-N lanciato da terra.
Intervistato dalla Rossiyskaya Gazeta pubblicata dallo stato nel settembre 2020, l’ex capo progettista della NPO Mashinostroyenia Herbert Yefremov ha confermato ai media che la leadership sovietica aveva previsto il Meteorit come un contraltare al Tomahawk statunitense (e presumibilmente all’ALCM) e ha osservato che “un Meteorit era uguale in efficienza a dozzine di Tomahawk.”
Per quanto riguarda l’intelligence occidentale, il nuovo missile è stato rivelato quando fu identificato nel poligono di test missilistico di Barnaul, e gli fu assegnato il nome temporaneo di BL-10. Il primo lancio da un banco di prova a terra avvenne nel maggio 1980, ma il missile non riuscì a lasciare correttamente il suo contenitore. In tutto, i primi quattro lanci di prova non ebbero successo. Infine, nel dicembre dello stesso anno, il missile riuscì a coprire una distanza di circa 30 miglia, molto al di sotto delle prestazioni di progetto.
Meteorit-A (aero-lanciato)
Il Meteorit-A doveva essere trasportato esternamente da una versione del venerabile bombardiere strategico Bear, la versione Tu-95MA essendo stata adattata da un vettore missilistico Tu-95MS della prima serie. Il velivolo utilizzava punti di attacco sub-alari per due missili. Sebbene esistano modelli che mostrano una disposizione munita di quattro missili, non è chiaro se questo sia mai stato un piano reale. Con una coppia di missili Meteorit-A su piloni subalari, la baia delle armi interna era in grado di ospitare sei missili per la soppressione della difesa di punta nucleare Kh-15P, equivalenti allo SRAM americano AGM-69.
Il primo lancio da un aereo avvenne nel gennaio 1984, ma non ebbe successo, finendo con l’autodistruzione del missile dopo 61 secondi di volo. Un altro lancio nel maggio 1984 si concluse con un fallimento simile e il Meteorit-A fu cancellato alla fine dello stesso anno.
Per gli osservatori occidentali, il Meteorit-A era conosciuto come AS-X-19 Koala, e per un po’ ci si aspettava che armasse il bombardiere supersonico Tu-160 Blackjack, poiché la sua esistenza fu apparentemente confermata dall’allora Segretario di Stato degli Stati Uniti alla Difesa Frank Carlucci nello stesso momento in cui gli fu mostrato uno di questi velivoli durante una visita in Unione Sovietica nel 1988.
Meteorit-M (imbarcato su sottomarini)
L’SSBN Yankee 667 venne scelto come base per una versione SSGN che avrebbe imbarcato il missile Meteorit-M, dopo che i piani per adattare un SSGN esistente classe Project 949 Oscar erano stati abbandonati in quanto troppo complessi ed a causa della elevata lunghezza. Si era anche pensato di adattare una unità Project 675 come banco di prova, prima di modificare il Project 667A K-420 come l’unica classe Project 667M Yankee Sidecar, anch’essa destinata a mettere in servizio il Meteorit.
Al Progetto 667M erano stati rimossi i tubi SLBM ed aggiunti invece 12 contenitori di lancio Meteorit-M angolati a 45 gradi. Nel processo, la lunghezza della unità era stata aumentata di circa 66 piedi e la larghezza era perciò aumentata di circa 10 piedi.
I lavori per la modifica del sottomarino iniziarono nel giugno 1980, e l’unità subacquea fu di nuovo in mare nell’ottobre 1982; le prove in mare durarono fino all’agosto 1983. Prove ufficiali di stato furono poi intraprese fino a novembre 1983, inizialmente senza i missili montati nei lanciatori. Nel frattempo, più di 30 lanci di missili ebbero luogo dai banchi prova nei pressi di Kapustin Yar, nel Mar Nero.
Il primo lancio da un sottomarino avvenne nel Mare di Barents nel dicembre 1983. Ma il programma si dimostrò presto irto di difficoltà, anche a causa della sequenza di lancio sottomarino (le generazioni precedenti di SSGN sovietici dovevano emergere per lanciare i loro missili). Erano nel frattempo emerse anche altre problematiche legate al sistema di orientamento ed alle attrezzature di autodifesa.
I test congiunti ufficiali del Meteorit-M iniziarono solo nel 1988, inizialmente utilizzando banchi di prova a terra e poi utilizzando una unità Project 667A. Solo circa la metà dei lanci ebbero esito positivo. In seguito a ciò, l’industria e la marina sovietica decisero di abbandonare il lavoro sul missile Meteorit-M alla fine del 1989 e il sottomarino Project 667A fu restituito alla flotta con un armamento di soli siluri.
Al Meteorit-M fu attribuito il nome in codice NATO SS-NX-24 Scorpion. Se avesse avuto successo, all’inizio degli anni ’90 il missile avrebbe potuto essere installato su 10-12 sottomarini Project 667A.
Un grafico dell’almanacco Soviet Military Power pubblicato dalla Defense Intelligence Agency (DIA) degli Stati Uniti, mostra il presunto SS-NX-24 e la sua versione lanciata da terra.
Meteorit-N (lanciato da terra)
La versione più sfuggente del missile di NPO Mashinostroyeniya era la versione Meteorit-N destinata al lancio, presumibilmente, da un trasportatore-erettore-lanciatore stradale-mobile (TEL). Allo stato, non sono mai state rivelate immagini del presunto TEL e non vi è alcuna conferma che il missile lanciato da terra sia mai stato testato. D’altra parte, l’intelligence statunitense era certamente a conoscenza dell’arma, o dei suoi piani, e la designazione SSC-X-5 venne assegnata di conseguenza.
Forse sorprendentemente, considerando la scarsità di informazioni, alcune fonti russe suggeriscono che lo sviluppo del Meteorit-N sia stato il più avanzato delle tre versioni. “Quasi l’intero volume di test necessari per l’adozione e la produzione in serie era stato completato”, osserva un rapporto TASS.
Eredità
Alla fine, risultano lanciati 37 missili Meteorit, ma solo uno sarebbe riuscito a raggiungere il raggio di progetto di 5.000 Km. Il programma era stato “un completo fiasco” nelle parole di Steven J. Zaloga nel suo libro La spada nucleare del Cremlino.
Un prototipo o un mockup in scala reale del Meteorit è esposto al Konstantin E. Tsiolkovsky State Museum of the History of Cosmonautics, Kaluga.
Invece dei missili da crociera “universali” proposti, l’esercito sovietico si era ritrovato con due diversi progetti subsonici per le diverse applicazioni terra/mare/aria.
Il missile 3M10 Granat (SS-N-21 Sampson) della Novator fu installato sui sottomarini, mentre il Raduga Kh-55 (AS-15 Kent) divenne il nuovo missile da crociera aero-lanciato. Una versione lanciata da terra del Granat, l’RK-55 (SSC-X-4 Slingshot) risulta essere stato schierato solo brevemente prima di cadere vittima del Trattato sulle forze nucleari a raggio intermedio (INF) firmato nel dicembre 1987, che lo ha visto fuorilegge.
Mentre il programma Meteorit è stato in definitiva un fallimento, la tecnologia coinvolta e la premessa di base di un missile da crociera strategico supersonico non sono mai veramente scomparsi, almeno in Russia.
Risulterebbero essere stati fatti persino tentativi per resuscitare il Meteorit, inclusa una versione a basso costo che sarebbe stata offerta nel 1998. Un decennio dopo, al MAKS 2007, un mockup del Meteorit ha fatto un’apparizione pubblica a sorpresa. All’epoca, l’ agenzia di stampa TASS riferì che sviluppi non divulgati nel campo dell’elettronica alla fine avessero reso possibile la messa a punto del missile. Da allora, diversi modelli hanno fatto ripetute apparizioni al MAKS e ad altre mostre di armi, mentre altri sono stati esposti al pubblico in musei e siti industriali.
Anche i funzionari dell’industria in Russia hanno periodicamente fatto riferimento al programma, gettando un po’ più di luce su di esso e sulle speranze che vi erano state riposte. Parlando con la TASS nell’ottobre 2020, l’ex capo della NPO Mashinostroyenia Yefremov ha confermato che l’attuale complesso militare-industriale della Russia si confrontava in modo meno che favorevole con quello in epoca sovietica: “L’esclusivo missile da crociera strategico Meteorit difficilmente potrà essere rimesso in produzione”, ha lamentato. “Il restauro di un progetto molto complesso e costoso anche per gli standard dei tempi sovietici è impossibile in condizioni moderne”. Certamente, l’enorme distanza che il missile avrebbe dovuto coprire (quando funzionava correttamente) lo colloca saldamente in una classe a parte, anche oggi.
Mentre una versione di serie del Meteorit è rimasta finora non realizzata, da allora la Russia è tornata al concetto di missili da crociera ad alta velocità per missioni più strategiche, ma ora con prestazioni di volo ipersoniche – generalmente considerate superiori a Mach 5+. La Russia è ora ampiamente considerata uno dei principali sviluppatori di armi in questa categoria, con il missile balistico lanciato dall’aria Kinzhal già in servizio limitato. L’ Avangard, che trasporta un veicolo planante ipersonico (HGV) in cima a un pesante missile balistico intercontinentale, impiega un concetto molto diverso, ma ora sarebbe già operativo.
Mentre il Meteorit potrebbe essersi rivelato un vicolo cieco, l’eredità del missile da crociera strategico ad alte prestazioni rimane viva e vegeta nella Russia di oggi.
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