XII Conferenza nazionale sulla Cyber: le valutazioni di Eugenio Santagata, CEO di Telsy
Il 15 dicembre ho partecipato alla XII Conferenza nazionale sulla Cyber Warfare, l’ultima edizione 2021 della #CWC, imperniata sulla discussione delle opportunità di crescita e internazionalizzazione del comparto cyber italiano. Alla conferenza hanno partecipato, tra gli altri, autorità come il Sottosegretario alla difesa On. Giorgio Mulé, Prof. Michele Colajanni, presidente EUCACS – European Center for Advanced Cyber Security, Sen. Adolfo Urso, presidente del #Copasir , il Prof. Ing. Roberto Baldoni, direttore #ACN, Cristiano Albore responsabile marketing offerta TLC e security di TIM, Paolo Lezzi, CEO InTheCyber Group – Intelligence & Defense Advisors, Aldo Sebastiani, SVP cyber & digital competence center di Leonardo, Enrico Tasquier, executive principal di Tinexta Cyber, e il Console Ambasciatore andrea mazzella.
Durante l’evento sono stati affrontati temi di indiscussa rilevanza, come la necessità di investimenti per sviluppare competenze e soluzioni a supporto delle infrastrutture critiche e strategiche del paese, ricalcando il concetto di “security by design”. Inoltre, è stata evidenziata l’importanza di un più saldo rapporto tra aziende, istituzioni ed università che faciliti la preparazione delle future risorse da impiegare in un campo complesso e in costante evoluzione come quello della #cybersecurity.
Non possiamo più rimandare la costruzione di una capacità di deterrenza cyber, funzionale anche alla capacità difensiva del Paese. Se l’Italia vuole crescere in competenze e innovazione, diventando un produttore di servizi #cyber, piuttosto che rimanere un mero consumatore, bisogna imprescindibilmente adottare una postura attivo-offensiva.
Per farlo occorre creare una capacità di sistema con il contributo unificato di tutte le aziende (dipendente dalle singole capacità operative) a guida governativa e strutturare più virtuose collaborazioni tra finanza, università e aziende, come gli esempi di Israele e altre realtà.
Il PNRR è un’opportunità, ma seguendo meccanismi di incentivazione che premiano il prodotto a discapito del servizio, ed essendo l’80% dell’industria cyber italiana fatta di erogatori di servizi e non di soluzioni tecnologiche proprietarie, accade che buona parte dei fondi vadano ai grandi player non italiani. Tuttavia la strada della tecnologia proprietaria italiana può e deve essere percorsa e portata a compimento. Da soli non si va da nessuna parte.
Più aziende in competizione non vanno da nessuna parte. Piuttosto, la cooperazione di più aziende in concorrenza costruttiva, con una regia governativa che passa attraverso le nostre rappresentanze diplomatiche, può dimostrarsi un volano di creazione di valore non indifferente.
Il testo originale da Linkedin
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