La FREMM Marceglia rientra dal Golfo di Guinea
Nave Antonio Marceglia, l’unità più moderna della classe FREMM (FRegata Europea Multi-Missione), è rientrata ieri presso l’arsenale militare della Spezia dopo circa 4 mesi di attività operativa condotta al di fuori del Mar Mediterraneo nell’ambito dell’operazione “Gabinia” una missione che ha come obiettivo principale quello di prevenire e contrastare il fenomeno della pirateria.
L’attività di nave Marceglia è indicativa dell’impegno profuso dalla Marina Militare per garantire la sicurezza e la tutela degli interessi nazionali nei teatri internazionali più complessi, come è oggi il Golfo di Guinea, l’area al mondo oggi maggiormente affetta da fenomeni di pirateria.
I 171 uomini e donne, tra equipaggio fisso di bordo e componenti specialistiche imbarcate (Sezione Elicotteri, boarding team della Brigata Marina San Marco e il team EOD del Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori), sono stati impegnati in attività che hanno spaziato dalla vigilanza marittima, all’esercizio delle funzioni di naval diplomacy volte al consolidamento delle relazioni tra i Paesi, le organizzazioni e gli attori coinvolti nel contrasto alla pirateria, nazionali e non, nell’area, alla partecipazione ad attività addestrative condotte con assetti di Marine alleate e dei paesi rivieraschi con il fine ultimo di aumentare la reciproca conoscenza e fiducia e per contribuire al miglioramento delle condizioni di sicurezza nella regione.
Proprio grazie a queste numerose interazioni è stato possibile conseguire proficui risultati nel campo del Capacity Building a favore delle Marine locali. Con la partecipazione all’esercitazione a guida francese GANO ’21, ad esempio, è stato promosso il concetto UE di Coordinated Maritime Presences (CMP) nel Golfo di Guinea, con l’obiettivo di aumentare le capacità di interoperabilità ed info-sharing tra gli assetti europei dispiegati in area, per una risposta sempre più attagliata alle crescenti sfide in materia di sicurezza, quali la pirateria marittima ed i sequestri di marittimi a scopo di estorsione.
Gli eventi addestrativi si sono rivelati veri e propri booster per la cooperazione bilaterale favorendo, di fatto, l’instaurazione di un flusso informativo estremamente efficace che ha permesso l’implementazione di azioni coordinate durante eventi reali. Ad esempio, nel caso del M/V Plata, grazie alla raccolta informativa effettuata da nave Marceglia e dall’elicottero SH-90 imbarcato, la Marina del Togo ha proceduto ad ispezionare il natante ed a disporne il fermo per sospetto favoreggiamento della pirateria e contrabbando di gasolio.
Molteplici sono state inoltre le attività di naval diplomacy, e in tale ambito è da menzionare il fatto che la fregata Marceglia è stata la prima unità italiana ad entrare nelle acque del porto di Libreville (Gabon), dove ha accolto a bordo l’ambasciatore d’Italia in Gabon, Gabriele Di Muzio, accompagnato dal ministro della Difesa del Gabon, Michael Moussa-Adamo.
Prima del rientro in Mediterraneo l’unità italiana ha avuto occasione anche di cooperare con la Marina del Marocco nell’ambito dell’esercitazione bilaterale ITA-MOR 21.
Il Golfo di Guinea
L’apertura del teatro operativo del Golfo di Guinea è stata decisa dall’autorità politica in base a comprovate esigenze di prevenzione e contrasto della pirateria marittima. Il Golfo di Guinea è infatti internazionalmente considerato molto pericoloso per numero di attacchi e incidenti di pirateria ai danni delle imbarcazioni e degli equipaggi in transito.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU, con risoluzione n. 2039 del 2012, ha espresso profonda preoccupazione per la minaccia che la pirateria nel Golfo di Guinea rappresenta per la navigazione internazionale ed ha sollecitato gli stati ad adottare efficaci misure per contrastarla.
Inoltre, secondo il “Rapporto annuale sulla pirateria 2020″, pubblicato dall’International Maritime Bureau (IMB) Piracy Reporting Center (divisione specializzata della Camera di commercio internazionale nella lotta contro tutti i tipi di criminalità marittima), il 90% dei rapimenti di marinai registrati a livello mondiale si è verificato nel Golfo di Guinea.
Ciò ha seriamente compromesso l’attività mercantile nazionale nell’area, dove si concentrano importanti interessi commerciali ed energetici italiani (si consideri che la Nigeria è, dopo il Sudafrica, il secondo mercato di destinazione delle merci italiane in questa macroregione).
È emersa quindi la necessità dell’intervento della Marina Militare nel Golfo di Guinea, in quanto la maritime security rientra tra le sue competenze istituzionali, in particolare la vigilanza a tutela degli interessi nazionali e delle vie di comunicazione marittime al di là del limite esterno del mare territoriale, ivi compreso il contrasto alla pirateria e la protezione degli equipaggi italiani da atti ostili e minacce terroristiche.
La “sicurezza marittima”, in un contesto geopolitico globalizzato, ha assunto un valore strategico, in quanto elemento imprescindibile per la pace ed il benessere economico e sociale della comunità internazionale, basti pensare che circa il 90% del trasporto mondiale delle merci avviene via mare.
Fonte Marina Militare