Secondo l’autorevole Massimo Annati di R.I.D., prossimamente Nave GARIBALDI sarà impegnata nell’esercitazione NATO COLD RESPONSE in Norvegia, assolvendo il ruolo di Commander Amphibious Task Force-Commander Landing Force. Nel 2024 l’unità portaeromobili d’assalto anfibio sarà sostituita dalla LHD TRIESTE nel ruolo di unità comando e piattaforma aerea per operazioni anfibie, in concomitanza al ritiro degli ultimi AV-8B Harrier dal servizio e della contemporanea entrata in servizio operativa degli F-35B Stov/L.
Tenendo conto della sua vita operativa residua, la nostra marina sta valutando varie ipotesi per il futuro impiego e intenderebbe perseguire:
il progetto SIMONA (Sistema di Messa in Orbita Navale) per il lancio di satelliti, in maniera autonoma, rapida e flessibile utilizzando fondi europei, perché la piattaforma servirebbe anche al lancio di satelliti civili o militari, sia per utenti nazionali, che europei, che NATO. I lanciatori VEGA saranno utilizzati per la messa in orbita di satelliti in orbita bassa con una massa di 300 kg;
il GARIBALDI dovrebbe essere anche impiegato per la valutazione di sistemi d’arma, come missili ipersonici;
In qualità di “drone-carrier” per droni aerei, navali e subacquei.
Il possibile utilizzo come drone carrier è un campo dove diversi come la Turchia, la Cina, il Regno Unito e gli Stati Uniti stanno attualmente concentrando l’attenzione, grazie all’accresciuta capacità operativa che potrebbe essere assicurata con l’impiego in ambito marittimo di droni sia per la sorveglianza/ricognizione che per l’attacco, che necessitano di un ponte di volo relativamente lungo per il decollo e l’appontaggio.
L’ex incrociatore portaeromobili Giuseppe Garibaldi, prima Unità di questo genere della Marina Militare Italiana, è stata costruita nei Cantieri Navali di Monfalcone e ivi varata il 04 giugno 1983. Entrata in servizio nel 1985, ha come abituale porto di assegnazione Taranto e, a partire dal 2014, è stata posta alle dipendenze organiche ed operative del neo costituito Comando del Terzo Gruppo Navale, di stanza nella base di Brindisi. Grazie alla propria versatilità d’impiego, ha svolto negli anni un ruolo fondamentale in tutte le principali missioni internazionali che hanno visto impegnata la Marina Militare.
L’incrociatore Portaeromobili Giuseppe Garibaldi, costruita nei Cantieri Navali di Monfalcone, è entrata in servizio nel 1985 ed è stata la Nave Ammiraglia della Marina Militare Italiana dal 1985 al 2012. Sono state quattro le unità che, precedendo l’attuale, si sono avvicendate dall’Unità d’Italia ad oggi fregiandosi del nome di Giuseppe Garibaldi.
Nave Giuseppe Garibaldi ha le linee esterne tipiche di una portaerei tradizionale e la sua costruzione è scaturita dalla necessità della Marina Militare di poter disporre di una unità di altura antiaerea, antinave ed antisommergibile, con la possibilità e la capacità di far operare un considerevole numero di velivoli, idonei a raggiungere obiettivi anche molto distanti dalla normale base operativa.
L’unità è quindi stata studiata per essere in grado, oltre che di potenziare e completare una formazione navale, anche di poter esercitare le funzioni di centro di comando, coordinamento e controllo di una formazione navale. Perseguendo queste finalità per la costruzione di Nave Garibaldi, ci si è avvalsi di quei progetti che permettevano le più innovative soluzioni anche se più impegnative.
Le scelte che sono state messe in atto rispondevano quindi ad un disegno più ampio per ottimizzare le capacità di stivaggio degli armamenti e di ogni altro genere di materiale pur mantenendo l’esigenza di contenere il dislocamento. Il ponte di volo e l’hangar sono stati realizzati tenendo conto delle necessità di imbarcare e di poter operare con tutti i velivoli delle Forze Aeree della Marina Militare.
Tutte le nuove sistemazioni sono state attentamente e dettagliatamente vagliate per garantire alla nave sempre piena operatività e per favorirne la massima stabilità in ogni condizione di mare. La Portaerei Giuseppe Garibaldi è inoltre dotata di sistemi elettronici all’avanguardia per coprire ogni campo d’azione, sia esso diretto ai sistemi di sorveglianza aerea e navale, all’ambiente subacqueo, alle operazioni di guerra elettronica o alle comunicazioni.
In relazione al suo impiego nelle diverse situazioni operative l’unità era in grado di imbarcare i seguenti velivoli:
aeromobili V/STOL AV8B+ «Harrier II», necessari per assicurare un efficace contrasto antiaereo e antinave a lunga distanza;
elicotteri EH101, AB212 e SH90A/MH90A, configurabili in diverse modalità (ad esempio per garantire e mantenere una chiara situazione di superficie, o come contrasto di mezzi navali minori, per la guerra elettronica ed antisommergibile).
Il tradizionale Crest è idealmente diviso in due semitondi.
In quello superiore troviamo la figura del Generale Giuseppe Garibaldi (1807-1882) – Eroe dei due Mondi, artefice determinato e coraggioso dell’Unità d’Italia – che sovrasta fieramente la bandiera di bompresso. Nel semitondo inferiore, c’è il mare con la vista dall’alto di tutte le Unità che negli anni si sono succedute ed alle quali è stato assegnato il nome “Giuseppe Garibaldi”.
Il logo adottato, invece, è bordato da una cima color oro, mentre all’interno è rappresentata la forma prodiera stilizzata a “V” dell’Unità, di colore celeste. Dallo scafo fuoriesce verso la destra un’ala in color oro, simbolo dei piloti e degli equipaggi di volo della Marina Militare e in color celeste, come simbolo del mare.
La doppia G sulla sinistra, di colore rosso, richiama il nome dell’Eroe Giuseppe Garibaldi, mentre sulla destra si trova il distintivo ottico C-551, sempre in colore rosso. Infine, un aereo ed un elicottero rappresentano la capacità dell’Unità di operare con velivoli sia ad ala fissa che rotante. Il nome dell’Unità “Incrociatore Portaeromobili G. Garibaldi” è posto esternamente, anch’esso in colore oro.
La Giuseppe Garibaldi (ora nave per il supporto anfibio), è stata una portaerei italiana, la prima nave da aviazione di coperta mai costruita per la Marina Militare Italiana, e la prima nave italiana costruita per operare con velivoli ad ala fissa. È stata anche equipaggiata con velivoli ed elicotteri a decollo corto e atterraggio verticale (STOVL). Nave Garibaldi è stata coinvolta in operazioni aeree di combattimento al largo di Somalia, Kosovo, Afghanistan e Libia.
Costruita dalla Fincantieri (Italcantieri) presso i cantieri navali di Monfalcone nel Golfo di Trieste, fu posata il 26 marzo 1981, varata l’11 giugno 1983, e messa in servizio il 30 settembre 1985. Garibaldi è classificato come guerra antisommergibile vettore (ASW), e ha sede a Taranto.
La nave è alimentata da quattro turbine a gas Fiat COGAG costruite su licenza di GE, che offrono una potenza continua di 81.000 CV (60 MW). Guidando due alberi la nave ha una velocità massima di 30 nodi (56 km/h; 35 mph) e può viaggiare per 7.000 miglia nautiche (13.000 km; 8.100 mi) a circa 20 nodi (37 km/h; 23 mph).
La nave era equipaggiata con quattro sistemi missilistici terra-superficie a corto raggio Otomat Mk2 installati a poppa della nave (rimosso nel 2003 per migliorare il ponte di volo e le comunicazioni satellitari) e due lanciasiluri ILAS a tre tubi tripli. Le difese sono fornite da due lanciatori SAM a otto celle che sparano il missile SARH Aspide e tre Oto Melara Twin 40L70 DARDO CIWS.
La nave utilizza anche molte contromisure tra cui due lanciatori SCLAR a venti canne per chaff ed esche, razzi o jammer, i sistemi anti-siluro SLQ-25 Nixie e SLAT e i sistemi ECM.
Il braccio aereo è stato composto da un massimo di sedici AV-8B Harrier II e due elicotteri di ricerca e soccorso, o diciotto elicotteri Agusta o un mix di elicotteri e caccia. Il ponte di volo è il caratteristico design fuori asse con un salto con gli sci di 6,5 gradi per gli aerei STOL; è lunga 174 m (571 piedi) e larga 30,4 m (100 piedi).
Una legge del 1937 concedeva il controllo di tutte le risorse aeree nazionali ad ala fissa all’Aeronautica Militare Italiana e alla Marina era consentito solo l’utilizzo di elicotteri. Al momento della messa in servizio della nave Garibaldi l’ Aviazione della Marina Militare Italiana non ricevette i suoi Harrier così fu riclassificata come Incrociatore portaeromobili (italiano per incrociatori da trasporto di aeromobili). Fino al 1988 sul suo ponte atterravano solo elicotteri italiani, così come i Sea Harrier della Royal Navy durante le manovre congiunte NATO. Il divieto sui velivoli ad ala fissa è stato revocato nel 1989 e la Marina Militare italiana ha acquisito i caccia Harrier II per volare dal Giuseppe Garibaldi .
Nel 2009 la Giuseppe Garibaldi è stata sostituita come ammiraglia della marina italiana dalla nuova e più grande portaerei Cavour, ha subito un ammodernamento nel 2003 e un’importante ristrutturazione nel 2013.
Nel 1999 con la Guerra del Kosovo nei Balcani, l’Italia ha impegnato i caccia Harrier AV-8B II+ imbarcati a bordo della Giuseppe Garibaldi, dal 13 maggio ai primi di giugno 1999. Gli aerei hanno effettuato 30 sortite in 63 ore di volo. Gli aerei utilizzavano bombe Mk 82 GBU-16 e missili AGM-65 Maverick. La forza navale italiana oltre alla portaerei Giuseppe Garibaldi, con il suo gruppo aereo, comprendeva la fregata classe Maestrale Zeffiro.
In seguito agli attentati dell’11 settembre 2001 e alla guerra al terrore dichiarata dal presidente degli Stati Uniti Bush, l’Italia ha partecipato all’Operazione Enduring Freedom in Afghanistan. La Giuseppe Garibaldi fu ingaggiata come nave comando del GRUPNAVIT I, 1 Gruppo Marittimo Italiano, che comprendeva anche Zeffiro , la squadra di pattuglia e il fornitore di aviatori in Etna. Il gruppo è salpato da Taranto il 18 novembre 2001. Si è addestrato nell’Oceano Indiano dal 3 dicembre 2001 al 1 marzo 2002 ed è rientrato a Taranto il 18 marzo 2002. Durante la missione, l’unità AV-8B Harrier ha effettuato 288 missioni per un totale di 860 ore di volo. I compiti svolti includevano l’intercettazione/interdizione, il supporto marittimo e aereo e l’interdizione di aeromobili in Afghanistan.
Partecipando all’intervento militare del 2011 in Libia dopo il trasferimento dell’autorità alla NATO e la decisione di partecipare ad operazioni di sciopero aria-terra, il governo italiano ha assegnato al comando della NATO quattro AV-8B plus della Marina Militare Italiana (da Garibaldi) oltre all’aviazione italiana velivoli di forza. Dal 24 marzo la Marina Militare Italiana era impegnata nell’Operazione Protettore Unificato con la portaerei leggera Garibaldi, la fregata classe Maestrale Libeccio e la nave ausiliaria Etna. Inoltre la fregata classe Orizzonte Andrea Doria e la fregata classe Maestrale Euro stava pattugliando al largo delle coste siciliane in un ruolo di difesa aerea. In totale, fino al termine della missione in Libia, gli otto AV-8B della Marina Militare italiana in volo dalla portaerei Giuseppe Garibaldi hanno sganciato 160 bombe guidate durante 1221 ore di volo.
(Fonti delle notizie: Web, Google, RID, Marina.difesa, Wikipedia, You Tube)