Aeronautica Militare: il IX gruppo del 4° Stormo tra storia e cronaca di un glorioso reparto
Grosseto (dal nostro inviato). Con il Tenente Colonnello Pierangelo S. comandante del IX Gruppo del 4° Stormo di Grosseto analizziamo il valore che rappresenta l’Eurofighter per il Gruppo.
“E’ la nostra punta di diamante, il nostro cavallo di razza – spiega – Rappresenta il nostro sistema d’arma utile a compiere la nostra missione che è quella della difesa aerea. In un servizio di Quick Reaction Alert (QRA), ovvero in una manciata di minuti su ordine del sistema di allertamento radar siamo in volo per intervenire su chi non rispetti le regole del volo, oppure rappresenti una potenziale minaccia per lo spazio aereo”.
Il velivolo rappresenta lo stato dell’arte della tecnologia militare. L’aereo è molto performante ed è capace di fare un decollo in verticale e può essere alimentato e acceso in pochissimi istanti. E’ un aereo multiruolo ed è utile in ogni tempo”.
A supporto dei piloti c’è il controllore della difesa che gestisce la sicurezza del volo.
Entrare nel IX Gruppo “il Meraviglioso” per un giovane pilota significa coronare “il sogno di un bambino – evidenzia il Comandante -. Così come è stato nel mio caso. Significa rappresentare la punta di diamante del pilotaggio. In questo Gruppo significa essere tra i migliori, essere disponibili al sacrificio, dare tutto se stessi al di fuori di quello che è limitatamente previsto. Dare di più per avere la possibilità di volare su questo gioiellino”.
Tra gli avvenimenti che hanno fatto la Storia del Gruppo c’è quella dell’asso della caccia conosciuto come “Gamba di Ferro”.
Si tratta del Capitano Ernesto Botto. Nato a Torino, entrò nella Regia Accademia Aeronautica di Caserta dove frequentò il corso “Grifo”; al termine del quale fu nominato Sottotenente ruolo naviganti ed ottenne il brevetto di pilota d’aeroplano.
Da Tenente svolse funzioni di istruttore presso la Scuola Caccia di Castiglion del Lago (Perugia).
Fu poi, nel 1936, promosso al grado di Capitano ed assegnato al 57° Gruppo del 1° Stormo.
Nel 1937, assegnato al 4º Stormo, comandò la 32ª Squadriglia Caccia nella Guerra civile spagnola sotto le insegne falangiste del Tercio.
Il 12 ottobre 1937 la sua squadriglia decollò insieme alla 31ª del Capitano Luigi Borgogno.
Nel corso di uno scontro a Fuentes de Ebro con uno stormo di monoplani di fabbricazione sovietica Botto fu colpito da un proiettile alla gamba destra che rimase fracassata.
Alla guida di un CR 32 riuscì comunque a rientrare alla base e venne ricoverato lungamente all’ospedale della CRI di Santander, dove fu però necessario amputargli la gamba destra al di sopra del ginocchio.
Munito di una speciale protesi, riuscì ancora a pilotare il suo aereo mediante una speciale forcella metallica che gli facilitava l’accesso alla pedaliera.
Nacque così il soprannome di “Gamba di ferro”, emblema poi adottato da tutta la sua squadriglia.
Una storia che testimonia l’alto valore dei piloti della nostra Aeronautica che si tramanda nella storia.
Il IX Gruppo, garantisce la sorveglianza dello spazio aereo Nazionale e NATO (da Grosseto si garantisce quotidianamente e permanentemente la difesa aerea della Slovenia) e pertanto interviene in caso di scramble.
In caso di un evento il sistema di difesa aerea della NATO attiva tutte le procedure per far intervenire gli aerei. Suona una sirena che in pochissimi minuti porta i piloti ai loro aerei pronti al decollo.
I controllori della difesa di Poggio Renatico (Ferrara) o di Licola (Napoli) li portano vicino ad un aereo che deve essere intercettato e poi saranno i piloti a portare a termine l’attività.
“Ogni volta – spiega il Comandante – è sempre diverso. Sono diverse le condizioni ambientali, l’aereo da intercettare. Anche le emozioni sono diverse. Il momento più difficile in uno scramble è quello di rendersi conto che, in pochi minuti, stai applicando quanto hai imparato in anni ed anni di addestramento. Ma grazie al nostro duro addestramento siamo pronti ad operare in pochissimi minuti, effettuando le manovre con un’altissima precisione. Viene fatto così non perché siamo superuomini ma perché applichiamo un addestramento nel tempo che porta a questi risultati”.
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