I 40 anni della missione della Marina Militare in Sinai
Le unità navali della MM italiana continuano, a distanza di 40 anni dall’istituzione dell’MFO Sinai, a far base nel porto di Sharm el-Sheikh, nel sud-est del Sinai, allo scopo di assicurare il mantenimento della pace tra la Repubblica Araba d’Egitto e lo Stato d’Israele, sulla base degli accordi di Camp David del 17 settembre 1978 che sancirono la nascita della M.F.O. Multinational Force and Observers.
L’organizzazione militare internazionale M.F.O. venne dislocata nella Penisola del Sinai proprio a far data dal 25 aprile del 1982 e da allora l’Italia, con altri 11 Paesi partecipanti (Australia, Canada, Colombia, Isole Fiji, Francia, Nuova Zelanda, Norvegia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca, Uruguay, USA), contribuisce alla missione con un contingente militare della Marina, denominato Coastal Patrol Unit (CPU).
La missione viene svolta mediante l’impiego di posti d’osservazione fissi, oggi controllati da remoto mediante l’impiego di sistemi di videosorveglianza ad alta tecnologia e definizione; dei team di osservazione mobili (MOT); di assetti navali della Marina Militare italiana e di mezzi aerei (8 elicotteri UH60 e 1 aereo C-12 forniti dagli USA, oltre a 1 aereo CASA fornito dalla Repubblica Ceca).
La Marina Militare partecipa attivamente alla missione dal 25 marzo 1982 (con interventi di pattugliamento a partire dal mese di aprile).
Nello specifico le unità navali italiane sorvegliano il passaggio strategico dello Stretto di Tiran, accesso obbligato al Golfo di Aqaba, su cui affacciano Arabia Saudita, Egitto, Giordania e Israele allo scopo di riportare ogni eventuale violazione al Trattato di Pace del 1978.
Più dettagliatamente operano sotto egida della MFO tre Navi da pattugliamento della classe Esploratore ed il contingente, anch’esso della Marina, è composto da 78 militari: oltre ai tre equipaggi, vi si trova una aliquota di personale della Brigata Marina San Marco (30 militari del GaT – Gruppo a Terra) responsabile della Force Protection; personale tecnico; palombari specializzati EOD ed altri militari impiegati presso la Sala operativa (Tactical Operational Center), nello Staff logistico, in quello amministrativo e nel Team medico, quest’ultimo impegnato a fronteggiare le esigenze sanitarie non solo del contingente italiano, ma adoperandosi a favore dell’intera base militare.
Le Unità navali del 10° Gruppo Navale Costiero hanno effettuato, dall’inizio della missione, oltre 170.000 ore di pattugliamento, di cui circa il 30% in arco notturno, in un’area di operazione ampia circa 600 miglia marine quadrate, a sorveglianza dello stretto di Tiran, in quanto choke point di rilevanza internazionale, attraverso il quale transitano ogni anno oltre 1200 mercantili.
Le Navi del Deserto, come sono state ribattezzate le unità impegnate nella MFO, hanno preso parte anche a diverse operazioni di ricerca e soccorso, tra cui: il recupero dei naufraghi dell’imbarcazione “the Rock” dell’agosto del 2001, l’attività a seguito del disastro aereo del Boeing 737 della compagnia Flash Airlines nel gennaio del 2004 e il soccorso a favore dei naufraghi del traghetto “El Salam Boccaccio 98” affondato nel febbraio del 2006.
Pattugliatori Classe Esploratore
I pattugliatori costieri classe Esploratore (PB) sono unità navali che privilegiano al massimo la semplicità e l’economicità di impiego. Dotate di un equipaggio molto limitato, sono state concepite in modo da poter essere utilizzate in tutti quei compiti del tempo di pace riconducibili, in sostanza, a missioni di pattugliamento in una fascia di mare estesa fino a 60/80 miglia dalla costa quali il supporto ad operazioni di peace keeping, di cooperazione, le missioni di Vigilanza marittima, anche nel controllo dei flussi migratori o il contrasto ai traffici illeciti, e le operazioni di salvaguardia della vita umana in mare.
Nave Esploratore, nave Sentinella, nave Vedetta e nave Staffetta sono le quattro unità navali della Classe Esploratore che assolverono la missione di peace monitoring nell’ambito della Multinational Force and Observers.
Fonte: comunicato Marina Militare