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In data 4 maggio 2022, i Chantiers Saint-Nazaire de l’Atlantique hanno varato la prima nuova nave supporto logistico (LSS) batiments ravitailleurs de force (BRF) della Marina Nationale, la Jacques Chevallier (A 725).
La Marina francese ha ordinato quattro BRF nell’ambito di un contratto da 1,7 miliardi di euro (1,94 miliardi di dollari) assegnato al consorzio composto da Chantiers de l’Atlantique e Naval Group dall’OCCAR per conto dell’agenzia DGA e la sua controparte italiana NAVARM.
I Chantiers de l’Atlantique stanno costruendo le sezioni di poppa delle quattro navi nel cantiere di Saint-Nazaire e sono responsabili della produzione generale e dell’allestimento delle unità logistiche, mentre Fincantieri costruirà le sezioni di prua delle navi in Italia.
Le navi logistiche francesi differiscono visibilmente dalle italiane LSS VULCANO per la forma della prua.
Naval Group è responsabile della progettazione, sviluppo e integrazione del sistema di combattimento, che è incentrato sul suo sistema di gestione del combattimento Polaris.
I bâtiments ravitailleurs de force BRF, sono navi logistiche che sostituiranno le unità classe Durance. Fino a gennaio 2019, il programma era noto come Flotte logistique (FLOTLOG). La consegna della prima unità della serie era prevista per la fine del 2022. Tuttavia, nel 2021 è stato indicato che la data di consegna della prima nave era slittata al 2023.
La sostituzione delle Durance fu presa in considerazione dalla Marina francese nel 2009, con la legge sugli appalti militari per gli anni 2009-2014. All’epoca, il concetto era conosciuto come “flotte logistique – FLOTLOG”. La successione era prevista tra il 2017 e il 2020. La sostituzione è stata motivata sia dall’età degli scafi delle Durance, sia dalla loro non conformità alle attuali norme di sicurezza, in particolare la mancanza del doppio scafo. Dal 2010, Naval Group (ex DCNS) propose un progetto chiamato BRAVE, riportato nella successiva legge sugli appalti (dal 2014 al 2019), posticipando l’ordine della prima unità al 2019. Tuttavia, dopo l’acquisizione di STX France da parte di Fincantieri, il progetto di Naval Group venne abbandonato e si decise di basare il nuovo concept sul rifornitore della flotta italiana LSS Vulcano, allora in costruzione da Fincantieri per la Marina Militare Italiana. Il programma FLOTLOG venne ulteriormente confermato nella nuova legge sugli appalti militari.
Il 30 gennaio 2019, l’ OCCAR ordinò quattro unità da Chantiers de l’Atlantique e Naval Group per la Marina Nationale.
Le quattro unità della classe saranno tutte assemblate a Saint-Nazaire, presso i Chantiers de l’Atlantique. La costruzione della prima unità della classe era inizialmente prevista per l’inizio del 2020 per la consegna nel 2022, con le altre tre navi in consegna dal 2013 al 2029. Nel 2021, è stato indicato che la consegna della prima nave era slittata al 2023. La cerimonia del taglio della prima lamiera della nave si è svolta il 18 maggio 2020. La nave è stata varata nell’aprile 2022 e le prove in mare sono previste verso la fine dell’anno 2022.
Una volta completate, queste navi saranno tra le unità più grandi della Marina francese, seconde solo alla portaerei Charles de Gaulle.
Dimensioni:
- Lunghezza: 194 m (636 piedi 6 pollici)
- Fascio: 27,4 m (89 piedi 11 pollici)
- Pescaggio: 9 m (29 piedi 6 pollici)
- Dislocamento: 16.000 t a vuoto, 31.000 t a pieno carico
- Equipaggio: 130 membri dell’equipaggio, con un massimo di 60 passeggeri
- Propulsione diesel-elettrica
- Capacità: 13.000 m3 (3.400.000 US gal) di carburante.
Quattro unità sono state commissionate alla Marina francese in sostituzione delle petroliere di classe Durance. Il 18 maggio 2020 la marina ha pubblicato i nomi destinati alle navi, in onore di eminenti ingegneri navali francesi: Jacques Chevallier, Jacques Stosskopf, Louis-Émile Bertin e Gustave Zédé.
Le armi difensive includeranno il sistema Simbad-RC che spara missili terra-aria Mistral Mk3 e cannoni a fuoco rapido Thales/Nexter da 40 mm.
Sistema Simbad-RC con missili terra-aria Mistral Mk3
Il Mistral è un sistema missilistico superficie-aria (SAM) a guida infrarossa, di produzione e progettazione interamente francesi. È portatile, ma non spalleggiabile: non esistono infatti lanciatori da spalla come per lo Stinger ed è l’unico missile europeo di questo tipo in commercio.
Si basa sull’esperienza che l’allora Matra missili aveva nel settore, avendo essa progettato il missile Magic R.550, un’arma a guida infrarossa per il combattimento aereo.
Nel 1977 fu indetto un concorso per equipaggiare tutte le forze armate francesi con un nuovo missile contraereo ed i cui risultati sarebbero stati usati per la specifica SATCP, relativa ad un missile contraereo portatile. Cinque le proposte, delle quali si sono persi i dettagli, ma l’unico risultato certo è stato la vittoria della proposta Matra, che ha comportato l’adozione del missile come è attualmente conosciuto. Questo programma ha avuto il via libera nel settembre 1980 e ne è apparso il prototipo nel 1983, per completare, con 37 lanci di prova, il programma sperimentale.
Data la necessità impellente dell’Esercito francese (rimasto privo di missili di questa categoria) i primi missili furono distribuiti alle truppe già prima del completamento, nel 1988, dei programmi di valutazione.
Il missile è un pesante e potente ordigno, desueto rispetto al tipo classico di arma da fanteria.
La lunghezza è pari se non superiore a quella di un uomo, mentre il peso, quasi 20 kg, è pressoché doppio di quello di un SAM portatile come lo Strela, e di fatto a metà strada, per esempio, tra la massa di un SA-7 lanciabile a spalla, e di un SA-9 Gaskin di installazione veicolare.
Il diametro del missile è di 90mm, più della media di categoria. Ha un razzo di lancio a propellente solido, della SNPE, che possiede 2 stadi: il booster, per far uscire il missile dal tubo di lancio, dove risiede normalmente con le alette ripiegate, e quello di sostentamento, che ha una durata maggiore.
Questa combinazione permette all’arma di accelerare fino a 800 m/s. ovvero mach 2,5, più della media dei SAM portatili, vanificando le prestazioni dei cacciabombardieri a bassa quota.
La testata di ricerca, normalmente schermata da un cappuccio a frattura, di caratteristica forma piramidale, è dotata di un sensore di ricerca ad infrarossi molto sofisticato, approfittando sia della tecnologia miniaturizzata che della maggiore massa e spazio disponibili.
Il sensore è costituito da una serie di elementi che complessivamente guardano un settore di ±38 gradi, con rotazione attorno all’asse per dare una percezione grandangolare al cervello digitale dell’arma. Infatti, piuttosto che un sensore di grande diametro, si è scelto un tipo con apertura di osservazione ridotta ma che forma un’immagine panoramica con la rotazione della testa di ricerca, che si comporta in un certo senso come il fascio di un’antenna radar rotante. Si tratta di una tipica forma di ricerca dei missili di ultima generazione IR, come l’ASRAAM britannico.
Questo sensore, inoltre, ha un’importantissima qualità: il suo campo di osservazione è nel settore IR con lunghezza d’onda 3-5 micron, ma anche nel settore dello spettro dei 2-4 micron ultravioletto. Così è largamente immune dalle tradizionali forme di disturbo, perché le emissioni UV sono molto più difficili da imitare da parte dei flare.
Questa doppia banda (dual band), come si direbbe oggi, assicura prestazioni molto notevoli di resistenza e unita alla capacità di refrigerazione del sensore stesso a 187 kelvin, anche una notevole sensibilità ad oggetti che sono a distanze normalmente proibitive per un missile di questo tipo. Ciò permette una notevole flessibilità di impiego e di gittata massima.
Il missile ha una struttura di lancio che pesa grossomodo quanto l’arma, e che consiste in un sedile, sistema di mira, raffreddamento e alimentazione elettrica, il tutto smontabile e portatile. La velocità e agilità, quest’ultima ottenuta con 2 alette canard, permette di manovrare anche contro bersagli che cercano di evitare l’ingaggio, con accelerazioni di manovra di 8g.
Il sistema di ingaggio prevede che l’operatore, una volta che ha avvistato un bersaglio aereo, lo acquisisca con il cannocchiale a 3 ingrandimenti o con una camera a immagine termica e lo segue con il collimatore trasparente su cui sono proiettati, come su di un HUD, i dati del lancio. Entro un paio di secondi dall’ordine di fuoco, parte il missile, sparato dal primo stadio a 15 metri distante e 40 metri al secondo di accelerazione, per poi venire sostentato dal motore principale (che si aziona quando l’arma è a distanza di sicurezza dall’operatore), con tempo di combustione di 2,5 secondi.
Esso deve avere già acquisito il bersaglio al momento del lancio, a quel punto lo insegue (il raggio di acquisizione dichiarato è di 6 km per gli aerei, ma notare bene, solo 4 km per gli elicotteri) e lo attacca. La testata ha 1 kg di esplosivo e 1,8 kg di sferette in materiale pesante e durissimo (tungsteno), che causano danni facilmente immaginabili alla struttura di alluminio di un aereo. Il motivo della testata a frammentazione è che il missile ha anche una spoletta di prossimità a funzionamento laser, molto precisa, con un raggio di azionamento limitato ad 1 metro per essere utilizzabile anche a bassa quota, e ben entro il raggio utile dell’esplosione della testata.
Il tempo di volo sostentato, grazie alla veloce combustione del motore di sostentamento a propellente solido (il secondo stadio del Mistral), raggiunge i 12 secondi. Dopo di che entra in azione l’autodistruzione dell’arma.
L’impiego dell’arma ha visto una constatazione di fondo: il Mistral sarà anche un missile efficace, ma troppo pesante come normale dotazione della fanteria appiedata, che per portare un sistema e 2 missili deve sobbarcarsi un totale di 60 kg in 3 carichi.
In effetti, le critiche alla massa eccessiva del Mistral non sono mancate, ma tali dimensioni sono state reputate necessarie per raggiungere i requisiti tecnici come anche superare in prestazioni lo Stinger americano, il principale concorrente. Di fatto i due tipi sono solo parzialmente comparabili per tale ragione.
Così ben presto sono arrivati sistemi di lancio per mezzi di tipo diverso: Santal, Simbad, Sadral, Aspic, Pamela, MPCV, AATCP, Atlas e Albi.
Il Simbad è un sistema di lancio binato (2 × 1), installato su navi, che è costituito da un semplice mirino, l’operatore in mezzo ai due missili pronti al lancio nei loro tubi e un supporto adeguato come un affusto a candeliere simile a quello per i cannoni da 20mm con cui il Simbad è intercambiabile. È un sistema molto semplici, ma ragionevolmente efficiente.
Il Simbad, che significa sistema integrato di Mistral a 2 tubi per autodifesa (Système Intégré Mistral Bi-munitions pour l’AutoDéfense), pesa 250 kg con i missili, ha un apparato elettronico di mira e raffreddamento, mentre l’operatore riceve gli ordini per interfono. Il Brasile, tra gli altri clienti, lo usa per la portaerei Minas Gerais nonostante esso sia nato come apparato per piccole navi o quantomeno semplici.
Cannoni a fuoco rapido Thales/Nexter da 40 mm
Il cannone a turo rapido “RAPIDFireNaval” è costituito da una torretta telecomandata armata con il CTAI 40 mm Cased Telescoped Armament System (CTAS) stabilizzato che è stato qualificato da Francia e Regno Unito per applicazioni terrestri ed è in produzione dall’inizio del 2016.
Il sistema RAPIDFireNaval potrebbe essere imbarcato sulla prima nave entro il 2022.
Il CTAS da 40 mm ha una velocità di fuoco ciclica tipica fino a 200 colpi/min, sebbene una raffica tipica per neutralizzare una minaccia aerea in arrivo sarebbe inferiore a dieci colpi. La portata massima effettiva nel ruolo di difesa aerea è fino a 4.000 metri ed i bossoli vuoti verrebbero espulsi all’esterno della torretta. Se utilizzato nella modalità di fuoco diretto contro bersagli di superficie, la portata effettiva è di circa 2.500 m.
La torretta telecomandata ha 140 colpi di munizioni da 40 mm pronte all’uso, con altri 100 colpi di munizioni da 40 mm nel vano di stivaggio della struttura della torretta.
Le 10 navi pattuglia offshore (OPV) che saranno acquisite per la Marina Nationale nell’ambito del programma Patrouilleurs Océanique (PO) saranno armate con il sistema d’arma ravvicinato multiruolo navale Thales/Nexter RAPIDFire (CIWS).
Il RAPIDFire Naval CWIS è in grado di ingaggiare minacce come:
- UAV,
- elicotteri,
- caccia da attacco al suolo,
- missili da crociera,
- motovedette veloci
- e missili mare-mare.
Il programma PO è stato formalmente avviato a giugno dal Ministero delle Forze Armate francese, mentre l’attività di progettazione è attualmente svolta da Naval Group.
Il RAPIDFire Naval CIWS sviluppato da Thales e Nexter comprende:
- un supporto per cannone non penetrante dotato del CTA International 40CTAS (40 mm Cased Telescoped Ammunition System),
- un sistema di controllo del fuoco optronico,
- un caricatore di munizioni per circa 140 colpi pronti al fuoco,
- apparecchiature per il controllo delle armi
- e un sistema automatico di gestione delle munizioni.
Può funzionare sia in modalità integrata che autonoma.
L’arma girostabilizzata ha una velocità di sparo fino a 200 colpi / min con una tipica raffica contro minacce aeree fino a 10 colpi di raffica aerea anti-aerea e una portata effettiva fino a 4.000 me fino a 2.500 m contro minacce di superficie utilizzando la detonazione puntuale, esplosione d’aria e colpi sabot decalibrati stabilizzati con pinne, perforanti.
I 10 OPV entreranno in servizio tra il 2025 e il 2029. Avranno una lunghezza complessiva di circa 90 m, un dislocamento di circa 2.000 tonnellate ed avranno un equipaggio di 40 uomini.
(Fonti: Web, Google, Jane’s, Wikipedia, You Tube)