SI VIS PACEM, PARA BELLUM – “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM”
….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
Basta con la retorica sulle guerre umanitarie e sulle operazioni di pace.
La guerra è guerra. Cerchiamo sempre di non farla, ma prepariamoci a vincerla.
L’AD Pierroberto Folgiero ha confermato ai media che Fincantieri è ben posizionata per la vendita di 4 nuove corvette per la Marina Greca. L’offerta è basata sul design delle corvette qatariote classe AL ZUBARAH. Sarebbe un’esigenza “immediata” della Marina greca, esigenza che a questo punto condizionerà evidentemente la contestuale partecipazione di Atene al programma EPC (European Patrol Corvette). Come sottolineano da Fincantieri, l’acquisizione di queste nuove corvette potrebbe costituire un “ponte” verso le future EPC europee. Le navi saranno destinate a restare in servizio per oltre trent’anni, nonostante l’analogo programma europeo EPC che sta già ricevendo i primi importanti fondi europei. La nostra Fincantieri crede molto in questa gara, un’operazione che prevede soprattutto un’importante coinvolgimento della cantieristica locale.
Le nuove corvette della Marina militare greca saranno simili grosso modo alla classe Al Zubarah, una classe di corvette costruite da Fincantieri per la Marina Militare del Qatar. Fincantieri presentò per la prima volta le corvette multiruolo di difesa aerea per la Qatari Emiri Navy durante la fiera espositiva DIMDEX 2018. Nell’agosto 2017, il Qatar aveva annunciato ufficialmente l’ordine delle quattro navi della classe dopo la firma del contratto nel giugno 2016.
La corvetta di classe “Doha” è progettata coerentemente con le regole RINAMIL ed è un tipo di nave flessibile in grado di svolgere diversi tipi di compiti, dalla sorveglianza con capacità di salvataggio in mare all’essere una nave da combattimento.
Nell’aggiudicazione di questo prestigioso contratto, Fincantieri prevalse sugli altri concorrenti grazie a un progetto riconosciuto come il più avanzato e innovativo di tutti. La presenza dei due Ministri ha testimoniato il valore internazionale acquisito da Fincantieri, che, grazie all’esperienza maturata nella costruzione di navi ad alto contenuto tecnologico, è oggi un Gruppo di riferimento anche in campo navale.
Il varo tecnico della corvetta “Damsah” e la posa della chiglia della “Sumaysimah”, rispettivamente la seconda e la quarta corvetta classe Al Zubarah commissionate a Fincantieri dal Ministero della Difesa del Qatar nell’ambito del programma nazionale di acquisizioni navali con consegne rispettivamente nel 2022 e 2023, avvenuta il 13 febbraio 2021 presso il cantiere di Muggiano (La Spezia).
Le nuove unità sono in grado di manovrare imbarcazioni ad alta velocità come gommoni a scafo rigido con l’ausilio di gru laterali e rampe di alaggio. Tutti e quattro i membri della classe Doha fungeranno da spina dorsale della Marina emiratina del Qatar.
La nave è progettata coerentemente con le regole RINAMIL. È un tipo di nave flessibile in grado di svolgere una serie di compiti, dalla sorveglianza con capacità di salvataggio in mare all’essere una nave da combattimento. Il ponte di volo e l’hangar sono dimensionati per ospitare un elicottero NH90.
In data 28 ottobre 2021, presso lo stabilimento di Muggiano (La Spezia), è stata consegnata alla Marina del Qatar la prima corvetta pesante della classe AL ZUBARAH. La prima uscita in mare è avvenuta in data 18.11.2020 della corvetta Al Zubarah. La nuova e bella unità qatariota:
disloca a pieno carico di circa 3.250 tonnellate;
Ha una lunghezza e una larghezza rispettivamente di 107 e 14,7 metri;
sono dotate di un sistema di propulsione configurato CODAD basato su quattro motori diesel collegati tramite riduttori a due linee d’asse a passo variabile eliche e timoni convenzionali;
Possono raggiungere una velocità massima continua e di crociera rispettivamente di 28 e 15 nodi;
Ha un equipaggio di 98 membri più alloggi per ulteriori 14 unità;
Utilizza un sofisticato e robusto sistema di combattimento messo a punto da Leonardo SpA;
È dotata di una gamma completa di armi per la guerra anti-aerea (AAW) e anti-superficie;
Le capacità di guerra A.S.W. sono limitate all’autodifesa, sebbene la nave possa ospitare e far operare un elicottero NH90 NFH che può essere equipaggiato con una suite ASW che include siluri leggeri;
L’armamento include un cannone calibro principale Super Rapido multi-alimentazione da 76/62 mm;
un VLS a 16 celle Naval Group A50 a 8 celle per missili terra-aria nell’area di prua. I VLS devono utilizzare le munizioni MBDA Aster 30 Block 1;
E’ dotata di una suite C2 che lavora insieme al radar Leonardo Grand Kronos posizionato in cima all’albero maestro in modo simile alla famiglia di sistemi SAAM-ESD installati a bordo di navi della marina italiana ed estera.
è inoltre equipaggiata con due lanciatori a 4 celle per missili anti-nave MM40 Exocet Block 3 posizionati a centro nave;
armi di autodifesa e lanciatori anti-siluro;
un sistema d’arma ravvicinato (CIWS) basato sul lanciamissili guidato RAM Mk 49 in cima all’hangar con 21 celle per i missili RAM Block 2;
La protezione dello strato interno contro le minacce aeree e di superficie sia convenzionali che asimmetriche è fornita da due sistemi di cannoni telecomandati Leonardo Marlin-WS 30 mm posizionati su entrambi i lati della nave.
Il sistema di combattimento della corvetta della Marina Militare del Qartar si basa su un sistema di gestione del comando (CMS) Leonardo ATHENA che gestisce una suite di comunicazioni completa che include radio sicure, collegamenti dati tattici (Link 11, 16, JREAP, Link Y e predisposto per Link 22); le antenne di quest’ultimo sono distribuite sulle sovrastrutture e sull’albero secondario. Il CMS gestisce anche una robusta suite di sensori che include il radar navale Leonardo 3D AESA Grand Kronos, interrogatore e transponder IFF, una suite di sorveglianza e tracciamento IRST che include due sistemi Leonardo SASS posizionati rispettivamente in cima al ponte e a destra lato della struttura dell’hangar e una suite EW completa forniti dal gruppo Elettronica includendo sistemi RESM / CESM e RECM di ultima generazione con antenne posizionate principalmente sull’albero principale e sul lato sinistro dell’hangar, analogamente alle navi della Marina Militare Italiana. L’antenna principale del sistema di controllo del fuoco dei cannoni è il sistema radar-EO / IR dual-band Leonardo NA-30S Mk 2 posizionato sopra il ponte insieme ai radar di navigazione forniti da Kelvin Hughes e installati anche a bordo del Musherib -class OPV.
I due cannoni secondari da 30 mm sono controllati ciascuno da un radar di tiro Leonardo Medusa Mk4B EO / IR FCS mentre l’auto-protezione passiva è offerta da una suite di lanciatori di esche Lacroix Defence Sylena ubicati in cima al ponte mentre i lanciatori esca anti-siluro Leonardo sono posizionati a centro nave su ciascun lato della nave. Questi ultimi fanno parte della suite di allerta, tracciamento ed esca siluri che include un sistema di rilevamento siluri ad array trainato Leonardo Black Snake. La nave è inoltre dotata di sonar Thesan antimina di Leonardo.
Nave Damsah (F102) è la seconda nave delle corvette di classe Doha costruita per la marina militare degli Emirati del Qatar. Le corvette AL ZUBARAH sono in grado di svolgere molteplici compiti, che vanno dal pattugliamento con capacità di soccorso in mare al combattimento.
Le unità sono:
lunghe circa 107 metri,
larghe 14,7 metri,
raggiungono una velocità massima di 28 nodi,
Hanno un sistema di propulsione tipo CODAD, (Combined Diesel And Diesel),
possono ospitare a bordo fino a 112 persone tra ufficiali, sotto.li e marinai.
Possono impiegare imbarcazioni veloci tipo RHIB (Rigid Hull Inflatable Boat) tramite una gru laterale e a una rampa situata a poppa,
Hanno un capace ponte di volo e l’hangar che possono accogliere un elicottero SH-90.
Le nuove corvette multiruolo classe Al Zubarah possono svolgere differenti ruoli come scorta, supporto, soccorso, interdizione e operazioni di pattuglia. Progettate secondo le regole RINAMIL, queste navi, afferma Fincantieri, sono molto maneggevoli, hanno ottime qualità nautiche, navigabilità e lungo raggio. Sono in grado di operare in missioni in mare aperto e di gestire lunghe operazioni con elicotteri. Queste corvette possono ospitare un potente sistema di combattimento, che rende le loro capacità operative paragonabili a quelle delle fregate di medie dimensioni, aggiunge lo stesso costruttore navale.
Il pacchetto di armamenti include:
un cannone principale Leonardo 76/62 mm Super Rapido Multi-Feeding,
due VLS Sylver A50 a 8 celle per sistema missilistico terra-aria a medio raggio che MBDA ha indicato come munizioni Aster 30 Block 1 come parte del sistema di difesa aerea SAAM-ESD. Sebbene Fincantieri non abbia rilasciato informazioni o commentato le capacità AAW della corvetta, la combinazione dell’MBDA SAAM-ESD con il sistema missilistico Aster 30 Block 1, il radar multifunzione Leonardo Kronos AESA e le informazioni esterne di rilevamento precoce, tutti insieme possono fornire difesa dai missili balistici tattici come offerto in modo simile dal SAMP / T a terra ma con capacità migliorate.
La difesa dello strato interno è fornita dal sistema missilistico guidato RAM-System Mk 31 con un sistema di lancio a 21 celle per la RAM (Rolling Airframe Missile).
Due sistemi d’arma a controllo remoto Marlin-WS da 30 mm.
Il Qatar MoD ha acquisito le munizioni RAM Block 2.
L’armamento ASuW include lanciatori a due quad per missili anti-nave MBDA Exocet MM40 Block 3.
ARMAMENTO:
Leonardo 76/62 mm Super Rapido Multi-Feeding
Il Leonardo 76/62 è un cannone multiruolo progettato e prodotto dalla Società italiana Leonardo-Finmeccanica (precedentemente da OTO Melara, confluita nel gruppo il 31 dicembre 2015).
Il cannone è caratterizzato da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), che lo rende particolarmente adatto per la difesa antiaerea e anti-missile e per la difesa di punto, anche se, visto il suo calibro, può essere usato anche in altri ruoli come il bombardamento navale e costiero. Il cannone è dotato di munizionamento convenzionale, che varia a seconda del tipo di impiego e la sua polivalenza di usi è data anche dalla gran quantità di tipi di munizionamento che vanno dall’incendiario al perforante, fino ai proiettili a frammentazione con spoletta di prossimità. L’intero sistema è inoltre molto compatto ed è quindi installabile anche su navi di piccole dimensioni come le corvetta o le vedette costiere, oltre ad essere completamente controllabile da remoto. Recentemente è stato aggiunto il nuovo munizionamento guidato DART.
Questo cannone ha rappresentato un notevole successo commerciale, essendo stato adottato da 53 marine: l’ultimo importante successo è stato lo scalzare il cannone navale da 100 mm della marina francese nel progetto Orizzonte.
Nel sistema di controllo del fuoco del cannone nel corso degli anni c’è stata un’evoluzione. Le prime versioni erano dotate del radar RTN-10X Orion della Selenia. A partire della metà degli anni ottanta venne utilizzato il RTN-30X (SPG-73) nel sistema di difesa di punto Dardo-E e poteva essere abbinato oltre che all’Otobreda Compatto e Super Rapido anche al cannone da 127/54, al Breda Dardo e ai missili Sea Sparrow/Aspide. Il sistema Dardo-E fece il suo debutto nella Marina Militare sull’incrociatore portaeromobili Garibaldi, ma il radar RTN-30X era già stato imbarcato sulle Maestrale, dove però alle due torrette binate del CIWS Dardo erano asserviti due radar RTN-20X, mentre le prime unità equipaggiate con sistema Dardo-E con il 76mm Super Rapido sono stati i due cacciatorpediniere lanciamissili Audace dopo gli ammodernamenti e le prime unità ad essere equipaggiate sin dalla costruzione con il Dardo-E abbinato ai 76mm SR furono i due cacciatorpediniere Classe Durand de la Penne.
Sistema Davide/DART – Il munizionamento guidato anti-missilistico Davide: in pratica si tratta di missili senza motore (proietti), decalibrati rispetto al cannone, che possono correggere la loro traiettoria per controbattere le manovre del missile bersaglio e intercettarlo. Si tratta di un sistema di difesa anti missile delle navi a corto/cortissimo raggio, basato sull’impiego delle nuove centrali di tiro multisensore degli impianti da 76/62 Super Rapido, capace di sparare una munizione guidata e quindi di correggerne la rotta anche in volo indirizzandola sull’obiettivo.
La tecnologia sviluppata dalla Oto Melara sarà montata per la prima volta sulle fregate multimissione italiane del programma italo-francese FREMM.
Il sistema Davide/Strales abbinato al sistema di controllo di tiro Dardo-F, che controlla sia il bersaglio che il proiettile, è installabile anche sulle vecchie torrette con poche modifiche, mediante l’aggiornamento del firmware di controllo, l’aggiunta del radar di guida in banda Ka e scudo stealth. La torretta mediante il radar produce quattro fasci che vengono proiettati sul bersaglio e il proiettile viene radiocomandato nella sua direzione in modo tale che rimanga all’interno dei fasci. I proiettili DART sono un sottocalibro da 42 mm e grazie ad un adattatore raggiungono i 76 mm del calibro del cannone, hanno delle alette canard che gli permettono di manovrare e la sezione di coda ha sei pinne fisse e il ricevitore radio.
All’inizio dell’estate del 2008 NAVARM ha richiesto l’aggiornamento di un cannone al sistema Davide/Strales proveniente da un pattugliatore classe Cigala Fulgosi. Le prove sono state effettuate con successo presso il Poligono Interforze di Salto di Quirra nel marzo 2009 e hanno visto lo sparo contro bersagli a 8 km di due proiettili singoli e di una raffica da tre proiettili, che è quella attualmente nell’impiego antimissile. Il sistema dopo essere stato testato sul pattugliatore Comandante Foscari con prove di tiro con le nuove munizioni guidate in accoppiamento con il radar NA-25X, dopo aver terminato le prove è rimasto pienamente funzionante a bordo della nave.
MISSILI Aster 30 Block 1
I missili Aster sono una famiglia di ordigni antiaerei superficie/aria costruiti da Eurosam, un consorzio Europeo formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales.
La famiglia è composta da due varianti Aster 15 con gittata di 30 km e Aster 30 con gittata di 120 km, Il sistema di guida si avvale di un radar attivo nella fase finale, mentre nella fase di crociera il missile riceve aggiornamenti tramite un data-link. I missili Aster sono progettati per essere utilizzati sia da unità navali che da lanciatori terrestri.
La versione 30 differisce dalla 15 per la presenza di un primo stadio (booster)..In entrambi i missili, la parte che effettua l’intercettazione (dardo) è caratterizzata dai sistemi di manovra PIF (dal francese Pilotage en Force) e PAF (Pilotage Aerodinamic Fort). Il PAF è una architettura nella quale parte dei timoni (TVC) viene investita dal flusso aerodinamico generato del motore a razzo, mentre il PIF è basato su getti di aria compressa che modificano rapidamente la traiettoria del missile. Il PIF viene usato soprattutto in prossimità del bersaglio, dove la forza aerodinamica generata dai timoni classici ha un’isteresi più alta e quindi non è in grado di far cambiare traiettoria al missile con sufficiente rapidità, peggiorando le caratteristiche di precisione del sistema d’arma.
Il FSAF SAMP/T (dal francese Famille de Sol-Air Futurs Sol-Air Moyenne-Portée / Terrestre – Piattaforma a terra per un missile terra-aria) è un sistema missilistico terra-aria di nuova generazione sviluppato dal consorzio europeo Eurosam formato da MBDA Italia, MBDA Francia e Thales. Fa uso del missile Aster 30, utilizzato anche in ambiente navale nel sistema PAAMS, e dotato di un raggio d’azione di 100 km per l’intercettazione di aerei e 25 km per quella dei missili.
Rispetto all’attuale versione, la NT prevede essenzialmente un nuovo seeker in banda Ka, che sostituirà la quello in banda Ku oggi utilizzato, e un più moderno calcolatore. La maggiore frequenza della banda Ka, in particolare, darà al sistema di guida più raggio d’azione e una maggior precisione, caratteristiche che dal punto di vista operativo si traducono per il missile in una migliorata velocità di intercetto e nella possibilità di colpire bersagli di più ridotte dimensioni.
Si tratta di caratteristiche fondamentali, ad esempio, nel caso di intercetto di missili balistici dotati di testate multiple.
La versione NT, in ogni caso, sarà dotata della stessa massa e dello stesso booster della Block 1 “standard”, di cui manterrà anche la caratteristica di interoperabilità e comunanza tra la piattaforma marina e terrestre.
L’uso dalle medesime piattaforme di lancio della variante precedente sarà possibile dopo un aggiornamento dei sistemi informatici, che sarà responsabilità di EUROSAM, la joint venture tra il consorzio e la francese Thales.
Secondo i dati forniti da MBDA, dal suo lancio nel 1990 l’intero programma Aster ha ricevuto complessivamente 11 miliardi di investimenti. Gli esemplari consegnati sono oltre 1300, presi in carico da nove clienti, tre domestici (Italia, Francia e Gran Bretagna) e sei di esportazione (Algeria, Egitto, Qatar, Arabia Saudita, Marocco e Singapore). Gli ordini complessivi sono invece per 1800 esemplari.
MISSILI anti-nave MBDA Exocet MM40 Block 3
Rispetto all’esistente Block 3, la variante “Block 3c”utilizza un nuovo cercatore di RF digitale di Thales. La “c” sta per coerente. Il vantaggio più importante dell’elaborazione radar coerente è la capacità di differenziare differenze relativamente piccole di velocità (che corrispondono a piccole differenze di fase). Questa tecnologia di elaborazione target coerente offre risoluzione / stima Doppler e offre meno interferenze e benefici di segnale / rumore rispetto all’elaborazione non coerente. Fondamentalmente, il nuovo MM40 Block 3c sarà più resistente agli ultimi sistemi di inceppamento ed è probabilmente (almeno “su carta”) in grado di riconoscere anche i vasi di superficie, grazie all’uso di forme d’onda avanzate: questo significa che il nuovo il ricercatore sarà potenzialmente in grado di riconoscere una nave bersaglio all’interno di un gruppo di navi e avere un impatto su aree specifiche di tale obiettivo. Ciò è già stato raggiunto con i moderni missili anti-nave come LRASM e NSM, ma entrambi utilizzano cercatori a infrarossi. Mentre l’upgrade del blocco 3 di Exocet ha portato un raggio più lungo (200 km) grazie a un motore turbojet e alla capacità di colpire obiettivi costieri, grazie alla navigazione GPS, ha utilizzato lo stesso cercatore RF del blocco 2: più di 30 anni tecnologia che non era digitale. Seguiranno aggiornamenti simili sulla variante aria-superficie AM39 e sulla variante lanciata sottomarino SM39. Questi due missili hanno già ricevuto un aggiornamento di digitalizzazione dei loro sistemi portandoli allo standard AM39 Block2 Mod2 per Rafale F3 e allo standard SM39 Block2 Mod2 per la classe Suffren (programma Barracuda SSN). L’upgrade di Coherent seeker porterà probabilmente entrambi i missili allo standard Block 3 o Block2 Mod3. Con quest’ultima variante della famiglia Exocet (che ha iniziato il suo servizio negli anni ’70 con la MM38) nel suo inventario, la Marina francese è destinata ad avere un missile anti-nave molto capace fino a quando la sua sostituzione, la FCAS / W, arriverà in gli anni ’30.
Specifiche di base:
Peso: 780 kg
Lunghezza: meno di 6 m
Velocità: alta subsonica
Portata: raggio operativo effettivo di classe 200 km
Missioni: operazioni anti-nave, costiere e attacco contro-costa.
RAM-System Mk 31
Il RIM-116 Rolling Airframe Missile o RIM-116 – RAM è un missile per la difesa aerea adottato dalla US Navy e dalla Deutsche Marine. È una versione del Sidewinder.
La sigla RAM con cui viene identificato, che in inglese significa ‘ariete’, in realtà è l’acronimo di Rolling Airframe Missile, in italiano missile rotante su sé stesso.
Storicamente, esso è nato decenni fa come collaborazione americana-tedesca, allorché l’US Navy si rese conto di non avere una difesa aerea valida contro i missili antinave a bassa quota (segno evidente che i missili Standard e Sea Sparrow dell’epoca erano considerati insoddisfacenti in questo ruolo), e così un programma di sviluppo partì nel 1975, ma già a luglio dell’anno successivo venne siglato un accordo con la Germania per un’azione congiunta.
A quel punto della storia venne formulato il nome: RAM, Rolling Airframe Missile, per via della rotazione dell’arma durante il volo.
La somiglianza con la famiglia Sidewinder è stata estesa profondamente nel progetto del RAM, che per la massima economia e semplicità venne dotato del motore del Chaparral (versione superficie aria del Sidewinder) e la testata del Sidewinder.
Ben presto il primo missile prototipo venne lanciato, nel 1978. Esso era chiamato XM-116 RAM, e il giugno dell’anno successivo la General Dynamics ebbe assegnato un contratto per lo sviluppo del sistema. Sembrava che tutto andasse per il meglio, ma il decennio che seguì vide numerosi problemi, e nonostante alcuni test positivi del 1982/83, solo nel 1987 il RAM venne definitivamente approvato per la produzione di serie.
Infine, nel 1990 il missile venne sottoposto ad una valutazione operativa conclusasi in maniera positiva e a questo seguì l’idoneità operativa, arrivata definitivamente nel 1992.
Il missile RAM, come tutti i sistemi moderni, è solo una parte del sistema missilistico conosciuto come Mk 31 Guided Missile Weapon System. Esso comprende il missile e il lanciatore Mk 49, praticamente un affusto Vulcan Phalanx ma, in luogo del complesso di fuoco originale (radar di tiro, cannone e serbatoio munizioni), un lanciatore a 24 colpi per i missili.
IL RAM ha alette di controllo e stabilizzazione retrattili e questo dà ad esso una compattezza notevole. Il lanciatore multiplo è simile a quello degli MRL (lanciarazzi multipli terrestri), molto più capace della rampa a 4 missili come il lanciatore del Sea Chaparral. ha serie di tubi di lancio, con una geometria dalla sagoma del lanciatore esagonale, piuttosto che rettangolare come in altri casi.
Una volta lanciato, il RAM è accelerato da un motore Mk 112 a propellente solido, che lo porta a mach 2 in 2-3 secondi. La guida è autonoma, essendo presente un sensore radar passivo, che è pensato per captare le emissioni radar a corta lunghezza d’onda delle testate di ricerca (radar di bordo) dei missili antinave.
Il sistema di guida ha anche un sensore IR, ma non quello del Sidewinder/Chaparral, ma quello dello Stinger, che ha un diametro di soli 70mm. Ciò lascia spazio anche per un sensore radar-passivo.
Essendo un’arma ‘rotante’ su sé stessa, sono necessarie solo 2 antenne radar passive, anziché 4 come altrimenti necessario, per dare una percezione tridimensionale della sorgente radar. Quando abbastanza vicino al bersaglio, il missile passa alla guida infrarossa con il sensore dello Stinger e ingaggia con precisione il bersaglio.
Una testata da 9 kg a frammentazione con spoletta di prossimità laser distrugge l’obiettivo con impatto diretto o passaggio entro pochi metri di distanza.
Il RAM è un’arma quantomeno controversa. Esso nacque con lo stesso concetto che portò alla nascita del Sea Chaparral. Ma quest’ultimo venne sviluppato in gran velocità grazie ad un programma di emergenza, per dotare le navi di sistemi da difesa antiaerea ravvicinata migliori delle artiglierie che ancora costituivano l’armamento delle navi di vecchio tipo, che spesso erano residuati della Seconda guerra mondiale. Per essi i lanciamissili Tartar o superiori erano troppo impegnativi e costosi da installare.
La soluzione non era molto raffinata (praticamente la torretta con operatore al centro, che era circondato da 2 coppie di missili), ma arrivò in servizio in fretta, anche se troppo tardi per la Guerra del Vietnam, ambiente per il quale era stato pensato (soprattutto per le azioni sottocosta).
Ma negli anni ’70 stavano entrando in servizio apparati da difesa aerea molto più efficaci di quelli precedenti: missili Standard SM-1, Sea Sparrow e CIWS Vulcan Phalanx, nel mentre il Sea Chaparral venne presto tolto dalle navi. Il fatto che il RAM sia stato tenuto in sviluppo nonostante questo desta notevole sorpresa.
Esso avrebbe avuto una migliore efficacia nella difesa a bassa quota contro i missili, consentendo di affrontare bersagli multipli (data la capacità di autoguida) e a maggior distanza di quanto possibile con il Phalanx. Ma l’arma ha avuto anche molti limiti, essenzialmente per via dei requisiti richiesti per la sua realizzazione.
Da parte della nave era necessario, anzitutto, un sistema ESM o radar di scoperta, per direzionare prontamente il lanciatore verso l’obiettivo. Il RAM non ha un sistema di scoperta autonomo.
Il RAM era pensato per entrare in servizio in modo rapido, ma l’esigenza, basata su una teoria tipica della Guerra Fredda, di affrontare le ondate di missili antinave, non poté essere risolta prima che questa finisse. In pratica, nel 1992 gli ambienti operativi erano totalmente diversi da quelli previsti in origine, visto che il programma era partito ben 17 anni prima.
Il missile è stato concepito anche come arma relativamente economica, ma nonostante ciò il costo unitario è di oltre 400.000 dollari, alquanto incongruo con le prestazioni effettive (paragonabile a quello di 2 Sea Sparrow, di categoria superiore).
Il sensore radar passivo, non essendo stabilizzato sull’asse, offre un degrado di prestazioni notevole con la rotazione del missile, mentre il sensore IR non è all’altezza di un missile tanto grosso (70 kg vs 10 dello Stinger). La semplicità dell’attrezzatura radar non ha avuto quindi riscontri positivi, e ci sono voluti anni per rimediare in maniera soddisfacente alla situazione.
In caso di ingaggio di aerei o di altri obiettivi senza radar in funzione (inclusi diversi tipi di missile antinave, per non dire delle armi aria-terra di impiego generale, come i Maverick) il RAM è inefficace tranne che eventualmente, a brevi distanze. Il sensore duale quindi non ha né capacità ottimali contro i missili a guida radar, né contro diversi tipi di avversari, un limite non di poco peso se il RAM è visto in alternativa ai CIWS tradizionali, molto più flessibili nell’impiego.
In sostanza, il missile RIM-116 RAM ha sostanzialmente fallito il suo scopo originario. Se questo era di costituire un sistema leggero di rapido sviluppo, esso ha finito per risultare un programma sorprendentemente costoso e fonte di interminabili problemi per l’US Navy.
Interessante da notare, il vecchio missile-base Sidewinder AIM-9C, a guida radar semiattiva, venne modificato, sempre negli anni ’80, in un missile aria-superficie a guida radar passiva, chiamato AGM-122 Sidearm e caratterizzato da una gittata di 8 km.
Esso entrò in servizio in pochi anni dallo sviluppo e vi è rimasto per diverso tempo, pur essendo un programma di ripiego, di seconda scelta. Se un missile a guida passiva era desiderabile (per renderlo, come detto, autonomo dopo il lancio e idoneo quindi a far fronte a bersagli multipli), una versione superficie aria del SIDEARM con un lanciatore Sea Chaparral avrebbe potuto essere un sistema molto più semplice e rapido da sviluppare, mentre i missili AIM-9L con sensore IR migliorato erano anch’essi un sistema semplice e efficace, ma nulla venne fatto, allora, in merito.
Il missile RAM ha avuto alcuni sviluppi, uno dei quali è il RTM-116A che è un modello da addestramento inerte (senza testata e motore).
Nel 1993 venne iniziato lo sviluppo di un missile migliorato, il RIM-16B RAM II, o BLock II, che ha una effettiva capacità di ingaggiare i bersagli con un sensore IR. Esso è utile per l’uso contro oggetti che non emettono segnali radar, ma la cosa non è semplice. Infatti, il sensore IR deve localizzare il bersaglio ‘dopo’ il lancio, e non prima, come nel caso del SIdewinder, perché i lanciatori RAM non hanno missili esposti, ma protetti integralmente dai tubi di lancio.
L’arma ha anche capacità aggiuntive contro piccoli bersagli di superficie. Forse fin dall’inizio questa soluzione avrebbe potuto risolvere molti problemi. Pare che peraltro, il sensore radar passivo resta ancora a bordo, come sistema alternativo.
Dopo i test nel 1999, l’arma entrò in servizio dopo il 2000. La versione da addestramento è la RTM-116B. Nel frattempo sono stati prodotti oltre 1000 missili RIM-116A, di questi ben 400 per la Bundesmarine tedesca.
Attualmente due lanciatori sono presenti sulle fregate Classe Bremen, Brandeburg, Baden-Württemberg e altre unità, oltre che con le navi classe Wasp americane. Alcune piccole unità come le corvette missilistiche K-130 e Type 143A ne hanno uno solo. Anche Taiwan ha ordinato un certo numero di armi.
Una versione più recente ha un affusto di Phalanx completo di un radar di tiro standard. Esso ha però il numero di missili ridotto a 10 e non è noto se sia entrato in produzione.
Marlin-WS da 30 mm
Il MARLIN – WS è un avanzato sistema di armi di piccolo calibro e adatto sia come armamento principale per navi di piccole dimensioni sia come armamento secondario per navi più grandi. Non è necessaria la penetrazione del ponte.
L’Oto Melara MARLIN – WS è un sistema avanzato che è stato sviluppato per soddisfare le esigenze emergenti della moderna guerra navale al miglior livello di efficacia. Quest’arma può essere equipaggiata con qualsiasi cannone da 25 o 30 mm ed è modulare in modo da poter essere configurata secondo una gamma estremamente ampia di esigenze dei clienti. Nella modalità di controllo remoto il MARLIN – WS è collegato al sistema di gestione del comando della nave (o al direttore elettro-ottico) e le eccellenti prestazioni sono garantite da servosistemi molto veloci e precisi. L’ultima generazione di architettura digitale integrata fornisce un’interfaccia diretta con il sistema di controllo del fuoco della nave e il software operativo può essere residente all’interno del sistema di armamento, soddisfacendo così i requisiti della moderna tecnologia LAN CMS. Il controllo locale può essere fornito come opzione, includendo una console multifunzione per mitraglieri collegata a sensori EO definiti dal cliente. Sono disponibili anche funzioni aggiuntive come la previsione e il calcolo balistico, la visione notturna, il telemetro laser e il target tracker. Il MARLIN – WS è un sistema altamente accurato ed affidabile, particolarmente efficace nell’ingaggio simultaneo di bersagli multipli come gli sciami di Fast Inshore Attack Craft. Inoltre, quest’arma può essere equipaggiata con lanciamissili Point Defence. In questa configurazione il MARLIN – WS diventa il più potente sistema di piccolo calibro per l’impiego in Blue Water, Littoral e Asymmetric warfare. L’Oto Melara MARLIN – WS è un sistema avanzato che è stato sviluppato per soddisfare le esigenze emergenti della OTO MELARA S.p.A. AIAD directory – edizione 2011 guerra navale moderna al miglior livello di efficacia. Quest’arma può essere equipaggiata con qualsiasi cannone da 25 o 30 mm ed è modulare in modo da poter essere configurata secondo una gamma estremamente ampia di esigenze del cliente. Nella modalità di controllo remoto il MARLIN – WS è collegato al sistema di gestione del comando della nave (o al direttore elettro-ottico) e le eccellenti prestazioni sono garantite da servosistemi molto veloci e precisi. L’ultima generazione di architettura digitale integrata fornisce un’interfaccia diretta con il sistema di controllo del fuoco della nave e il software operativo può essere residente all’interno del sistema di armamento, soddisfacendo così i requisiti della moderna tecnologia LAN CMS. Il controllo locale può essere fornito come opzione, includendo una console multifunzione per mitraglieri collegata a sensori EO definiti dal cliente. Sono disponibili anche funzioni aggiuntive come la previsione e il calcolo balistico, la visione notturna, il telemetro laser e il target tracker. Il MARLIN – WS è un sistema altamente accurato ed affidabile, particolarmente efficace nell’ingaggio simultaneo di bersagli multipli come gli sciami di Fast Inshore Attack Craft. Inoltre, quest’arma può essere equipaggiata con lanciamissili Point Defence. In questa configurazione il MARLIN – WS diventa il più potente sistema di piccolo calibro per l’impiego in acque blu, litorali e guerre asimmetriche. Il MARLIN – WS può essere equipaggiato sia con un cannone da 25mm che da 30mm ed è modulare in modo da essere configurato secondo una vasta gamma di esigenze dei clienti.
L’architettura modulare offre una varietà di funzionalità:
il sistema può essere dotato di un cannone da 25 mm o 30 mm.
Una suite di sensori ottici con visione diurna e notturna e telemetro laser può essere montata opzionalmente – coassialmente o indipendentemente dalla linea di tiro.
Il MARLIN-WS funziona come un sistema autonomo con la propria console di controllo remoto o collegato al sistema di gestione del combattimento della nave.