Generosità a spese degli Alleati: il piano di Trump per la NATO
Su queste pagine più volte abbiamo criticato il rapporto padronale che gli Usa (e in particolare il presidente Trump) hanno instaurato con una NATO troppo prona agli interessi della superpotenza a stelle e strisce.
L’ultimo episodio è passato in sordina in quanto, con mio stupore, i media non sembrano essersene occupati.
Capisco che in questi giorni l’attenzione fosse polarizzata sullo schiaffo all’Europa della lettera di Trump in merito ai dazi. Lettera che dovrebbe ferirci più per il tono usato (avrebbe fatto impallidire persino i Bravi del Manzoni) che non per le percentuali dei dazi, che parrebbero tirate fuori dal cappello, come se si fosse a una partita di bingo.
Ma gli europei dell’Alleanza Atlantica (che non può né essere né apparire come una corte medievale dove il capriccio del feudatario diventi legge) hanno subito negli stessi giorni un altro schiaffo dalla Casa Bianca. Trump, in controtendenza con le sue esternazioni precedenti relative al sostegno USA all’Ucraina, ha dichiarato venerdì scorso che avrebbe fornito consistenti aiuti militari all’Ucraina (inclusi altri sistemi missilistici terra-aria Patriot, essenziali per la difesa aerea di Kiev in un momento di sempre più intensa attività di bombardamento russa con missili e droni). Dichiarazione accolta con gaudio magno dei governi europei i cui cuori battono per Kiev (i cuori battono, però, purché non ci sia da dare seguito con i fatti e con il sangue agli abbracci calorosi e alle promesse da marinaio che accompagnano tutte le visite di leader del vecchio continente al povero Zelensky!)
Ciò su cui pare tutti stiano sorvolando è che il POTUS1 ha dichiarato che sarà la NATO a pagare! E qui non è neanche ben chiaro se lui intenda la NATO a 32 oppure una ipotetica NATO a 31 (ovvero tutti tranne gli USA). Chissà perché io propenderei per la seconda ipotesi… Sarà forse che sono il solito malpensante.
In effetti, alcuni media riportano che il POTUS avrebbe detto che sarebbe l’UE a sobbarcarsi l’onere economico di questa “donazione”. Difficile che a Washington qualcuno possa realisticamente darlo per scontato in piena “guerra dei dazi” con Bruxelles. Ciò, invece, ci può confermare che l’idea di Trump sia che l’onere finanziario di questa operazione ricada esclusivamente sui rimanenti 31 alleati atlantici.
A Washington penseranno che tanto il mese scorso all’Aja gli stessi alleati hanno accettato senza fiatare il diktat di portare le spese per la difesa al 5% entro il 2035, quindi accetteranno anche questo nuovo onere senza fiatare (leggi articolo “Il feudatario Donaldo, il mezzadro fiammingo, i contadini e le gabelle“).
A parte il fatto che la NATO non ha fondi propri, se non quelli estremamente limitati per la gestione del NATO HQ a Bruxelles e per il personale civile di tale struttura ( il personale militare è pagato dalle nazioni che lo fornisce) e poco altro, le capacità finanziarie della NATO sono i fondi resi disponibili dalle nazioni sulla base di specifiche percentuali assegnate a ciascuna di loro.
Ma le decisioni in ambito NATO dovrebbero essere assunte all’unanimità (che piaccia o meno, questa è tutt’ora la regola e speriamo che così continui ad essere) e, comunque, se si decidesse un contributo a favore dell’Ucraina (giustissimo in sé), le nazioni chiamate a sborsare i soldi dovrebbero avere voce in capitolo in merito a quanto pagare.
Invece, il nuovo diktat parrebbe essere: gli USA forniscono armamenti prodotti in USA e gli alleati pagano le industrie americane che li hanno prodotti o ne rimborsano in toto i costi alle forze armate USA che li hanno resi disponibili (che in fondo è lo stesso)
Oggi, lunedì, il segretario generale della NATO sarà a Washington. Intenderà discutere con il POTUS e rappresentare i diritti decisionali degli altri 31 alleati? Sarebbe questo il suo dovere, in quanto non CEO della NATO, ma portavoce di un’Alleanza tra paesi che hanno sicuramente diverse capacità militari e inevitabilmente diverso peso decisionale, ma cui dovrebbe essere comunque sempre garantita pari dignità.
I soliti maligni dicono che stia andando a prendere ordini. Si vedrà, io continuerei , anche contro l’evidenza, a sperare che Rutte vada a difendere il diritto degli altri 31 paesi di essere parte del processo decisionale se a pagare il conto deve essere la NATO e che, altrimenti, questa rimanga una assistenza bilaterale USA all’Ucraina.
Peraltro, c’è da dire che l’ultimo segretario generale della NATO che abbia tentato di contenere e contrastare alcune intemperanze USA è stato il britannico Lord Robertson, all’epoca del conflitto in Kosovo (all’epoca alla Casa Bianca c’era Bill Clinton, un presidente in fondo molto aperto al dialogo con gli alleati, forse l’ultimo). Che sia stato anche per prevenire situazioni analoghe che i successivi segretari generali non sono mai venuti da nazioni importanti (infatti, nel successivo quarto di secolo abbiamo avuto due neerlandesi, un norvegese e un danese, ci mancava solo un lussemburghese o un islandese)
Prendiamo dolorosamente atto che ovviamente le potenzialità dell’industria della difesa USA sono incomparabili con quelle europee, ma se i paesi europei devono mettere mano ai portafogli, che almeno una percentuale di tali armamenti fosse prodotta da questa parte dell’Atlantico.
Ci si può ovviamente interrogare sui motivi reconditi di una tale dichiarazione da parte di Trump. Si può pensare che la dichiarazione di tornare ad armare l’Ucraina sia stata adottata per stizza in relazione alla disillusione del POTUS di poter condurre Putin ad un negoziato. Nel contempo, è presumibile che il Commander in Chief voglia rassicurare i suoi supporter MAGA che questo suo schiribizzo non costerà alcunché al contribuente americano, evitando anche di entrare in aperta contraddizione con Vance e Hegseth che avevano recentemente sostenuto l’impossibilità di continuare a fornire a Kiev alcuni importanti sistemi d’arma per non sguarnire gli arsenali delle forze armate statunitensi.
Si può tentare di analizzare tutti i significati reconditi di una tale , a nostro avviso inopportuna, dichiarazione. Ma non è questo che ci interessa al momento.
Il punto è che se nell’Alleanza Atlantica una nazione, per quanto importante, può decidere per il portafoglio delle altre nazioni senza neanche consultarle, allora non si tratterebbe più di una Alleanza tra Nazioni, ma di un impero coloniale con 31 dominions.
Il segretario generale Rutte deve puntare i piedi e dire a Trump chiaramente che ciò non è accettabile.
Lo farà? Sinceramente temiamo di no. Ma stiamo a vedere l’esito di questa sua visita a Washington
1 POTUS: President Of The United States
Foto: White House
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