Droni tattici e stampa 3D per la guerra del futuro
In un contesto operativo sempre più fluido e caratterizzato da minacce asimmetriche e tecnologicamente avanzate, l’esercito statunitense sperimenta modelli di innovazione dal basso, affidando a piccoli reparti capacità autonome di adattamento e sviluppo. È il caso del plotone Hawkeye della 173rd Airborne Brigade, recentemente impegnato nell’esercitazione internazionale Agile Spirit 25, dove ha mostrato un approccio rivoluzionario all’impiego di droni tattici a basso costo e sistemi modulari costruiti direttamente sul campo.
Dopo il ritiro ufficiale del sistema RQ-7B Shadow nell’aprile 2024, l’unità ha colmato la temporanea assenza di assetti UAS da ricognizione con soluzioni ibride basate su due categorie: droni FPV (first-person view) costruiti artigianalmente con componenti commerciali e droni PDW C100 acquistati a livello di brigata. I primi, dal costo unitario di circa 400–500 dollari, vengono assemblati direttamente dai militari grazie a un laboratorio mobile dotato di stampanti 3D e kit elettronici. Riparabili e facilmente sostituibili, sono impiegati in missioni simulate ad alto realismo, permettendo addestramento, esplorazione e attacco rapido, pur richiedendo un’operatività in linea visiva e competenze di pilotaggio avanzate.
I droni PDW C100, invece, introducono capacità autonome: possono trasportare carichi leggeri fino a 10 km, volare per oltre un’ora e operare anche in ambienti privi di connettività diretta, grazie a rotte pre-programmate. Sono impiegati per consegna di rifornimenti (inclusi materiali medici), sorveglianza e supporto logistico in scenari complessi.

L’elemento centrale dell’esperienza Hawkeye risiede nella modularità e nella sostenibilità: il reparto ha sviluppato una cellula interna capace di progettare, stampare, testare e adattare payload a seconda del contesto operativo. Una “officina volante” che, con strumenti economici e flessibili, restituisce al livello tattico una capacità di letalità e autonomia fino a poco tempo fa impensabile.
A rafforzare il modello vi è l’approccio addestrativo “train-the-trainer”: i sottufficiali formati trasmettono internamente competenze ad altri elementi del reparto, riducendo i tempi di diffusione e aumentando l’efficacia operativa a livello di brigata. L’effetto moltiplicatore è evidente: ciò che era nato come soluzione di emergenza si è trasformato in un nuovo standard per l’impiego dei droni tattici.
Il plotone Hawkeye incarna così una nuova filosofia operativa: la capacità di innovare localmente, impiegare tecnologia disponibile in modo adattivo e restituire all’unità sul campo la flessibilità necessaria a operare in ambienti ad alta complessità tecnologica. Un segnale chiaro che, nella guerra del futuro, anche l’artigianato digitale può fare la differenza.
Fonte: https://www.defense.gov/News/News-Stories/Article/Article/4264091/hawkeye-platoon-leads-army-innovation-with-tactical-drones-3d-printed-lethality/
Foto: Army National Guard
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