Scarborough Reef: la Cina attacca una nave filippina
L’11 agosto 2025, nelle acque contese dello Scarborough Shoal – area rivendicata da Pechino ma riconosciuta a livello internazionale come parte della zona economica esclusiva filippina – si è consumato un episodio che difficilmente potrà essere archiviato come un semplice “incidente di navigazione”.
Due unità della Guardia Costiera filippina, la BRP Suluan e la BRP Teresa Magbanua, impegnate in una missione di supporto ai pescatori locali, sono state avvicinate e ostacolate da navi cinesi: in prima linea una pattuglia della Guardia Costiera di Pechino, una corvetta con il numero di scafo 3104, affiancata dal cacciatorpediniere della Marina cinese Guilin (Tipo 052D, scafo 164).
Secondo la ricostruzione diffusa da Manila, la motovedetta cinese avrebbe tentato di tagliare la rotta alla Suluan a velocità sostenuta, mentre il Guilin cercava di chiudere il passaggio alla nave filippina. La manovra si è trasformata in un clamoroso boomerang: la 3104 è finita sotto la prua del più imponente cacciatorpediniere, che ne ha schiacciato la sezione prodiera riducendola a un relitto galleggiante. Il Guilin, pur subendo ammaccature e graffi lungo lo scafo, ha continuato la navigazione.
Il filmato rilasciato dalla Guardia Costiera filippina mostra la sequenza con una chiarezza imbarazzante: l’imbarcazione più piccola che viene letteralmente travolta dall’unità della stessa bandiera.
Reazioni
Il generale Romeo Brawner Jr., capo di stato maggiore delle forze armate filippine, ha denunciato l’episodio come l’ennesimo tentativo cinese di intimidire civili sotto la protezione di pattuglie regolari di Manila.
La risposta di Washington non si è fatta attendere. Gli Stati Uniti hanno definito la collisione “un’azione sconsiderata” e hanno inviato nelle vicinanze lo USS Higgins e lo USS Cincinnati per riaffermare la libertà di navigazione e ribadire l’alleanza con le Filippine.
La dinamica va oltre il mero incidente tecnico. Il coinvolgimento di un’unità da combattimento di alto livello come un cacciatorpediniere Tipo 052D in operazioni di “pressione navale” contro pattuglie e civili rappresenta un salto qualitativo preoccupante nelle tattiche della cosiddetta “zona grigia” cinese.
La presenza sempre più attiva di alleati come Giappone, Australia, Canada e Nuova Zelanda nelle esercitazioni regionali indica che la comunità internazionale percepisce la crescente instabilità nel Mar Cinese Meridionale come una minaccia diretta all’ordine marittimo globale.
L’ironia della storia
Il risultato, tuttavia, resta paradossale: invece di intimidire una piccola unità filippina, la Cina ha finito per danneggiare se stessa, mettendo in scena un incidente che rischia di diventare emblema non solo della propria aggressività mal calcolata, ma anche di una capacità marinaresca che non si improvvisa con investimenti imponenti in pochi anni.
Non serviranno analisti né think tank per ricordare l’episodio. Negli annali della navigazione, l’11 agosto 2025 sarà ricordato come il giorno in cui la Cina, nel tentativo di proiettare potenza, avrà dato prova di doversi difendere da sé stessa?
L’articolo Scarborough Reef: la Cina attacca una nave filippina proviene da Difesa Online.
L’11 agosto 2025, nelle acque contese dello Scarborough Shoal – area rivendicata da Pechino ma riconosciuta a livello internazionale come parte della zona economica esclusiva filippina – si è consumato un episodio che difficilmente potrà essere archiviato come un semplice…
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