L’Horten Ho IX, identificato in base al sistema di designazione RLM Horten Ho 229 e spesso erroneamente citato anche come Gotha Go 229 dall’azienda costruttrice, era un aereo multiruolo progettato dai fratelli Reimar Horten e Walter Horten per conto dell’azienda aeronautica tedesca Horten-Flugzeuge nei primi anni quaranta.
Era caratterizzato dall’impostazione tutt’ala tipica dei fratelli Horten e dalla innovativa propulsione a reazione.
Nei primi anni trenta, alcuni progettisti tedeschi si interessarono della configurazione tutt’ala come metodo per migliorare le prestazioni dei loro alianti, tra questi i fratelli Reimar e Walter Horten. Il governo tedesco stava fondando molti club di alianti, perché all’epoca gli era proibita la costruzione di aerei militari dal Trattato di Versailles stipulato dopo la prima guerra mondiale. La configurazione tutt’ala rimuove tutte le superfici “non necessarie” e, almeno in teoria, riduce l’attrito con l’aria al minimo possibile. Quindi una configurazione ad ala volante permette, a parità di prestazioni, di costruire degli alianti con ali più corte e quindi più robuste, senza l’attrito causato dalla fusoliera.
Nel 1943, il Reichsmarschall Hermann Göring promosse la cosiddetta richiesta 3×1000 per produrre un bombardiere che fosse in grado di trasportare un carico di 1 000 kg a una distanza di 1 000 km e a una velocità di 1 000 km/h. I bombardieri tedeschi convenzionali potevano raggiungere i centri di comando alleati in Gran Bretagna, ma stavano accusando disastrose perdite da parte dei caccia alleati. All’epoca semplicemente non si conosceva alcun modo per raggiungere questi obiettivi: il nuovissimo motore a reazione Junkers Jumo 004B poteva fornire la velocità necessaria, ma era troppo assetato di combustibile.
Gli Horten erano convinti che il loro progetto di ala volante a basso attrito potesse soddisfare gli obiettivi richiesti. Allora proposero al governo il loro progetto personale (e gelosamente custodito): l’Ho IX, come punto di partenza per il bombardiere. Il ministro dell’aria del governo (Reichsluftfahrtministerium) approvò la proposta degli Horten, ma ordinò l’aggiunta di due cannoni da 30 mm, perché riteneva che l’aereo avrebbe potuto essere utile anche come caccia, vista la sua velocità di punta stimata, che era molto più elevata di qualsiasi altro aereo alleato.
Il primo Ho IX V1, che era un aliante senza motore, volò il 1º settembre 1944. A questo seguì nel dicembre 1944 l’Ho IX V2, che era spinto da uno Junkers Jumo 004 (il progetto originale prevedeva l’impiego del più potente BMW 003, ma al momento questo propulsore era praticamente irreperibile). Göring credeva nel progetto e ordinò una serie di 40 aerei di produzione alla Gotha con la designazione Ho 229 del RLM (ministero dell’aria tedesco) prima ancora che avesse volato il prototipo motorizzato. Il programma non fu fermato nemmeno il 18 febbraio 1945, quando l’unico Ho IX V2 precipitò a terra a causa dell’esplosione di un motore dopo soltanto due ore di volo: infatti, vennero ordinati altri prototipi e 20 aerei di pre-produzione. Il 12 marzo 1945, l’Ho 229 venne incluso nel Programma Jägernot per una produzione accelerata di Wunderwaffen a basso costo.
Caratterizzato da un’impostazione innovativa ed anticonvenzionale, riproponeva l’aspetto dei velivoli tutt’ala progettati dai fratelli Horten, venendo sviluppato inizialmente dalla Horten-Flugzeugen e poi dalla Gothaer Waggonfabrik, l’unica delle due che riuscì a completare i soli tre esemplari, non riuscendo però a superare la fase di prototipo. Pur realizzato essenzialmente con materiali non strategici, in legno e compensato, adottò per la sua ricopertura una speciale vernice in grado di assorbire le onde radio, cosa che, unitamente alla forma, ne riduceva l’individuabilità da parte dei sistemi di avvistamento radar dell’epoca, anticipando molte delle soluzioni adottate per il bombardiere stealth Northrop Grumman B-2 Spirit. Fortemente appoggiato dal Reichmaresciallo Hermann Göring, fu l’unico modello che riuscì ad avvicinarsi alle esigenti specifiche emesse dal Reichsluftfahrtministerium (RLM) per il “Progetto 3000”.
Destinato ai reparti della Luftwaffe, grazie alle elevate prestazioni previste, una velocità stimata di 1 024 km/h ed una quota di tangenza superiore ai 15 000 metri, l’Ho 229 sarebbe stato un avversario assai temibile per le forze aeree alleate.
Durante gli ultimi atti della guerra, l’esercito statunitense diede il via all’Operazione Paperclip, che era uno sforzo da parte delle varie agenzie di Intelligence per impossessarsi delle ricerche tedesche su armi avanzate, ed impedire che cadessero in mano alle truppe sovietiche. Un veleggiatore Horten e l’Ho 229 V3, che era quasi completamente assemblato, vennero protetti e inviati alla Northrop Corporation negli Stati Uniti perché fossero sottoposti a dei test. Fu scelta la Northrop a causa della sua esperienza con le ali volanti, dato che Jack Northrop, ispirato dai filmati d’anteguerra dei veleggiatori Horten, aveva iniziato a costruire aerei tutt’ala a partire dal Northrop N-1M del 1939.
L’Ho 229 era di costruzione mista, con sezione centrale in tubi d’acciaio saldati e superfici alari principalmente in legno. Le ali erano fatte con due sottili pannelli in compensato incollati con una mistura contenente tra l’altro segatura e polvere di carbone. Se queste scelte furono fatte per migliorare la caratteristica stealth (ovvero l’invisibilità ai radar), la protezione al fuoco nemico, o semplicemente perché alla fine della guerra la Germania aveva carenza di metalli e gli Horten avevano necessità di rinforzare il compensato per il volo transonico, è ancora motivo di dibattiti. Il controllo del velivolo era affidato agli elevoni e agli spoiler. L’aereo utilizzava un carrello di atterraggio triciclo retrattile, e aveva un paracadute per rallentare in fase di atterraggio. Il pilota sedeva su un primitivo sedile eiettabile.
Nel corso del tempo diversi velivoli aventi linea simile sono stati sviluppati dalla Northrop come il Northrop YB-35, il Northrop YB-49 e il Northrop-Grumman B-2 Spirit.
Versioni:
H.IX V1 – Primo prototipo, aliante senza motore, un esemplare costruito e portato in volo.
H.IX V2 – Primo prototipo motorizzato, equipaggiato con due motori turbogetto Junkers Jumo 004B, un esemplare costruito e portato in volo.
Sviluppi Gothaer Waggonfabrik:
Ho 229 V3 – sviluppo, revisione delle prese d’aria e spostamento in avanti dei due motori per correggere il bilanciamento longitudinale; un esemplare in costruzione catturato dagli alleati.
Ho 229 V4 – prototipo della versione pianificata da caccia ognitempo biposto; in fase di costruzione a Friedrichroda, non fu realizzata altro che la sezione centrale tubolare della cellula.
Ho 229 V5 – prototipo della versione pianificata da caccia ognitempo biposto; in fase di costruzione a Friedrichroda, non fu realizzata altro che la sezione centrale tubolare della cellula.
Ho 229 V6 – prototipo, versione definitiva caccia monoposto; realizzato un mock-up in fase di costruzione a Ilmenau.
Sviluppi Horten-Flugzeugen:
H.IXb (identificati anche come V6 e V7 dalla Horten) – progetti per le pianificate versioni di addestratore biposto o caccia notturno, mai costruito.
Ho 229A-0 – solo progetto, versione semplificata destinata alla produzione in serie in tempi ridotti, basato sulla versione Ho 229 V6, mai costruito.
L’unico Ho 229 sopravvissuto, il V3, è conservato al National Air and Space Museum Paul E. Garber Restoration Facility di Suitland, nel Maryland. Attualmente non è esposto al pubblico. Alcuni aerei fortemente danneggiati, trovati nelle catene di montaggio, furono distrutti dalle truppe americane per impedire che fossero raccolti dalle avanzanti forze sovietiche. L’Ho 229 venne portato via dall’VIII Corpo della Terza Armata del generale Patton.
IL NORTHROP YB-35
Il Northrop YB-35 era un bombardiere pesante sviluppato dagli Stati Uniti d’America a metà degli anni quaranta. Rimasto allo stadio di prototipo, adottava la configurazione di tipo ala volante (flying wing), studiata da John Knudsen “Jack” Northrop fin dagli anni trenta, e sperimentata nei precedenti N-1M ed N-9M.
L’YB-35 era propulso da quattro motori radiali che azionavano eliche spingenti controrotanti. Ne venne ordinato un piccolo lotto di esemplari di preserie; due esemplari vennero modificati per adottare dei turbogetti e ricevettero la nuova designazione “YB-49”. Alcuni problemi strutturali e di instabilità, lo scarso peso politico della Northrop rispetto alla Boeing, nonché lo sviluppo parallelo di altri bombardieri più tradizionali come il B-36, ritenuti più affidabili, ne stroncarono la carriera sul nascere. Sia gli esemplari completati che quelli in costruzione vennero smantellati.
Durante i primi voli di collaudo l’apparecchio scomparve alcune volte dai radar dato che, grazie alla sua forma e all’assenza di impennaggi di coda, generava una traccia radar molto minore rispetto alle reali dimensioni dell’aereo. Gli strumenti del tempo non erano precisi a sufficienza per tracciare l’aereo durante il volo, a maggior ragione durante le virate, dove la sezione trasversale dell’aereo risultava grande quanto quella di un piccolo aereo da turismo (quando in realtà era di 52 metri).
Quando il rapidissimo sviluppo della tecnologia turbo-jet rese obsoleto l’YB-35 – coi suoi motori a pistoni – già nella fase di sviluppo, due apparecchi furono equipaggiati con dei turbojet (sotto la denominazione YB-49) per continuare la sperimentazione. La rimotorizzazione però aggravò i problemi di instabilità dell’aereo, e ne diminuì anche l’autonomia rispetto al rivale B-36, portando alla cancellazione del progetto. Le potenzialità stealth di un aereo “tuttala” rimasero inutilizzabili fino agli anni ’80 ed allo sviluppo della tecnologia fly-by-wire: in quegli anni la Northrop, in gara per la costruzione di un bombardiere strategico con capacità stealth (il futuro B-2 Spirit con propulsione a getto) riesumò i concetti alla base dell’YB-35 e riuscì a renderlo stabile grazie all’applicazione del fly-by-wire, dove un computer interpreta i dati di molteplici sensori per operare decine di correzioni d’assetto al secondo, stabilizzando l’aereo in maniera altrimenti impossibile per un pilota umano.
Utilizzatori: Stati Uniti – United States Air Force.
IL NORTHROP YB-49
Il Northrop YB-49 fu un bombardiere strategico sviluppato dall’azienda aeronautica statunitense Northrop per conto dell’United States Air Force (USAF), l’aeronautica militare statunitense, nella seconda metà degli anni quaranta.
Rimasto allo stadio di prototipo, coniugava la configurazione di tipo ala volante (flying wing), sperimentata da John Knudsen “Jack” Northrop fin dagli anni trenta, con la propulsione a reazione. Sostanzialmente si trattava di una versione a reazione del quadrimotore ad elica Northrop YB-35, che aveva volato solo un anno prima.
Con il programma del B-35 molto in ritardo fin dal 1944, e la fine dell’aereo a pistoni in vista, il contratto di produzione per l’aereo fu cancellato in maggio. Tuttavia il progetto era ancora abbastanza interessante da convincere l’Air Force a continuare il lavoro sull’aereo di pre-produzione a scopo di test. Tra le richieste ce n’erano due per un aereo a reazione.
L’aereo rappresentò il culmine delle sperimentazioni di Jack Northrop sulla configurazione “tuttala”; il progettista mise a frutto l’esperienza maturata sin dal 1929 con l’X-216H e si avvalse dello studio del tedesco Horten Ho 229, un caccia-bombardiere tuttala con motori a getto, di cui un esemplare fu inviato alla Northrop Corporation subito dopo la fine della guerra per valutazioni.
Il primo aereo volò il 1º ottobre 1947, e si dimostrò superiore alla sua controparte a pistoni. Il YB-49 segnò sia un record non ufficiale di durata volando ad una quota superiore a 12.200 metri per sei ore, e un record di volo transcontinentale, volando dalla base aerea di Murdoc in California fino alla base aerea di Andrews a Washington DC in 4 ore e 20 minuti.
Tuttavia il programma subì un certo numero di contrattempi, non ultimo il disastroso incidente di uno dei prototipi, che uccise il pilota, il capitano Glen Edwards (dal quale prese nome la Edwards Air Force Base), il maggiore Daniel Forbes, e altri tre uomini dell’equipaggio. Probabilmente l’aereo era andato in stallo a un’altitudine molto bassa, ed era andato incontro a cedimento strutturale quando dovette sopportare forze eccessive causate dal tentativo di riprenderne il controllo.
Nel settembre 1948, l’Air Force ordinò di costruire un ricognitore designato RB-49A, ma venne presto cancellato: era chiaro che altri aerei potevano soddisfare la specifica, incluso il nuovo B-52.
Alcuni esperti di aerodinamica hanno recentemente proposto la teoria che l’instabilità dell’YB-49 derivasse dal fatto che l’aereo era adattato dal Northrop YB-35 senza tener conto della necessità di ridisegnare l’ala dopo la rimozione dei propulsori; il YB-35 in volo non aveva problemi di instabilità perché le eliche dei motori agivano come dischi nel flusso alare e formavano una notevole superficie stabilizzatrice, assente negli esemplari con motore a getto. A causa di un basso smorzamento direzionale, il bombardiere durante le prove di bombardamento tendeva a richiamare. La Northrop stava lavorando su un sistema per aumentare la stabilità, quando il programma fu sospeso.
I test sull’altro Northrop YB-35 terminarono nel 1948, con alcuni problemi alla piattaforma di bombardamento e la tendenza dei motori a prendere fuoco. Il 15 marzo 1950, il programma fu cancellato, e per coincidenza il prototipo mentre stava facendo manovra fu totalmente distrutto da un incendio. Il prototipo da ricognizione, l’YRB-49 volò nel 1950. Dopo la cancellazione del programma, gli aerei rimanenti furono distrutti.
Vi sono rarissime sequenze filmate, specialmente a colori, dell’YB-49; appare però nel film La guerra dei mondi del 1953 (dove l’aereo rappresenta una delle massime conquiste della tecnologia umana dell’epoca). Le immagini fanno rimpiangere che non sia stato preservato nemmeno uno di questi particolarissimi velivoli: a titolo di paragone, il rivale B-47 venne prodotto in oltre 2 000 esemplari. Curiosamente, un ruolo analogo nel film Independence Day è svolto dal pronipote dell’YB-49, il Northrop-Grumman B-2 Spirit (anche se solo in forma di effetti speciali: nel film non sono state usate sequenze di repertorio).
Il YB-49 è anche al centro del romanzo Oro Blu di Clive Cussler, pubblicato nel 2000.
Il B-2 Spirit e l’YB-49 hanno la stessa apertura alare: 52,40 m. ed entrambi sono costruiti dalla Northrop.
L’A-12 AVENGER II
L’A-12 Avenger II era un bombardiere stealth imbarcato tuttala sviluppato congiuntamente dalle aziende statunitensi McDonnell Douglas e della General Dynamics alla fine degli anni ottanta.
Progettato per operare in condizioni ognitempo, era stato proposto per sostituire l’A-6 Intruder, ma venne cancellato nel 1991 a causa dei costi di sviluppo ritenuti eccessivi. Il progetto si caratterizzava per il disegno a triangolo isoscele, con la cabina di pilotaggio situata vicino al vertice del triangolo e le ali richiudibili per poter essere imbarcato sulle portaerei.
Equipaggiato con due turboreattori General Electric F412-GE-D5F2, ognuno capace di produrre all’incirca 13.000 lbf (58 kN) di spinta, e in grado di trasportare fino a due missili AIM-120 AMRAAM, due AGM-88 HARM e una serie completa di armamento aria-terra, comprese bombe convenzionali Mk 82 o bombe intelligenti. Tutti i sistemi d’arma sarebbero stati stivati all’interno della fusoliera in modo da minimizzare il riflesso radar e la resistenza aerodinamica del velivolo. L’A-12 si è guadagnato il soprannome di “Flying Dorito” a causa della sua forma, somigliante ad un tipo di patatine fritte triangolari molto noto negli USA. Il velivolo subì numerosi problemi durante la fase di sviluppo, in particolare per quanto riguarda i materiali; nel gennaio del 1991 l’allora Segretario della Difesa, Dick Cheney, annullò il programma giustificando tale scelta con la previsione di un costo di costruzione per singolo apparecchio arrivata a 165 milioni di dollari.
La cancellazione del progetto ha causato anni di controversie legali tra la McDonnell Douglas, General Dynamics e il Dipartimento della Difesa per violazione del contratto.
Il 1º giugno 2009, la Corte di Appello degli Stati Uniti per il circuito federale ha stabilito che la U.S. Navy era giustificata ad annullare il contratto.
Inoltre, i due contendenti sono tenuti a rimborsare il governo degli Stati Uniti più di $ 1,35 miliardi di dollari, più $ 1,45 miliardi a causa degli interessi.
La Boeing, che acquisì la McDonnell Douglas nel 1997, promise di presentare ricorso contro la decisione e contro la General Dynamics.
Dopo la cancellazione del A-12, la Marina degli Stati Uniti d’America dovette acquistare i nuovi F/A-18E/F Super Hornet sempre della McDonnell Douglas, ma in pratica l’aereo è stato sviluppato dalla Boeing dopo l’acquisizione, al fine di sostituire gli ormai vecchi A-7 Corsair II della Vought, gli A-6 Intruder e l’F-14 Tomcat entrambi della Grumman.
L’intera operazione di sostituzione fu effettuata nel settembre del 2006.
Il B-2 SPIRIT
Il Northrop Grumman B-2 Spirit è un bombardiere strategico subsonico statunitense in grado di trasportare sia armi convenzionali sia nucleari. L’enorme passo avanti in campo tecnologico è stato fondamentale nel programma di modernizzazione dei bombardieri americani.
La tecnologia stealth di cui è dotato lo aiuta a penetrare le difese nemiche con una bassissima possibilità di essere individuato e abbattuto, cosa impensabile per altri tipi di aerei.
È il più costoso aeroplano mai costruito: il costo medio unitario è stato valutato in 737 milioni di dollari nel 1997 corrispondenti a circa 1,01 miliardi di dollari al cambio odierno. L’ordine iniziale era per 135 aerei, successivamente ridotti a 75 negli anni ottanta; infine il presidente George H. W. Bush ridusse l’ordine finale a 21 esemplari nel gennaio del 1991.
Il programma fu soggetto a polemiche per i suoi costi a carico dei contribuenti. Nel 1996 il General Accounting Office rivelò che il bombardiere B-2 “sarà, di gran lunga, il bombardiere con il costo maggiore per esemplare”, con costi tripli rispetto all’aereo B-1 (9,6 milioni di dollari annui) e oltre il quadruplo del B-52H (6,8 milioni di dollari annui). Nel settembre 1997, ogni ora di volo del velivolo richiedeva 119 ore di manutenzione mentre, in paragone, il B-52 richiedeva 53 ore e il B-1B 60 ore. Uno dei motivi principali di questa manutenzione gravosa consiste nell’impiego di hangar -con aria condizionata- che devono essere grandi a causa dell’apertura alare del velivolo di 52,4 m. Questi hangar sono necessari per la manutenzione e la gestione delle superfici stealth del velivolo. Infatti, la copertura dell’aereo è molto fragile e richiede una manutenzione costante per mantenere bassa la segnatura radar.
Il costo totale del programma, proiettato nel 2004, era di 44,75 miliardi di dollari (valuta del 1997). Questi costi comprendono lo sviluppo, l’approvvigionamento, le strutture, la costruzione e i pezzi di ricambio. Il costo totale del programma, suddiviso per il numero di esemplari, porta ad un costo per velivolo di 2,13 miliardi di dollari. Con un peso totale di 71 668 kg, ciascun esemplare di B-2 costa 30 dollari al grammo, poco più del prezzo dell’oro.
Insieme al B-52 Stratofortress e al B-1 Lancer, il B-2 rappresenta la spina dorsale della flotta dei bombardieri statunitensi. Le sue capacità stealth gli permettono di penetrare attraverso le difese aeree nemiche, anche le più sofisticate, e di colpire obiettivi altamente difesi con una minima (se non addirittura nulla) possibilità di perdita.
Il rivoluzionario connubio tra la tecnologia stealth, la grande efficienza aerodinamica e un imponente carico bellico rende il B-2 un ottimo bombardiere rispetto ai suoi predecessori. La sua autonomia è di circa 11.100 km senza rifornimento in volo. La sua scarsa traccia radar gli permette una grandissima libertà d’azione anche ad alte quote, aumentando così il suo raggio d’azione e aumentando il campo visivo per i sensori di bordo, tuttavia queste capacità stealth sono compromesse se si vola in condizioni di elevata umidità dell’aria. Grazie al GPS Aided Targeting System (GATS, “Sistema di puntamento assistito dal GPS”) e all’impiego di bombe guidate come le Joint Direct Attack Munition, può utilizzare il suo radar APQ-181 per correggere gli errori di puntamento e aumentare la precisione ancora di più rispetto alle bombe a guida laser. Il B-2 è, inoltre, in grado di colpire 16 obiettivi diversi in un singolo passaggio.
Le capacità stealth del B-2 derivano da una combinazione di ridotte emissioni all’infrarosso, acustiche, elettromagnetiche e di una limitata traccia rilevabile dai radar, rendendo molto difficile o impossibile l’individuazione da parte delle difese nemiche. Altre caratteristiche che lo rendono invisibile ai radar sono segrete, ma l’uso di materiali compositi, di speciali rivestimenti e il disegno ad “ala volante” contribuiscono all’effetto. Il modello matematico necessario per calcolare la sagoma degli aerei invisibili come l’F-117 e il B-2 è stato sviluppato dallo scienziato russo Pyotr Ufimtsev durante la Guerra Fredda. Per fare un confronto, su una postazione radar un B-52 ha un ritorno di eco elettromagnetica (sezione radar equivalente) pari a quella di un Boeing 747, un B-1B a quella di un piccolo aereo da turismo mentre un B-2 a quella di un frisbee.
Il B-2 ha un equipaggio di due persone: un pilota nel seggiolino di sinistra e un comandante di missione a destra. Il velivolo può, se necessario, ospitare una terza persona. In paragone, l’equipaggio del B-1B è composto da quattro persone e quello del B-52 di cinque. Gli equipaggi del B-2 sono stati soggetti a studi sulla privazione del sonno per migliorare le performance dell’equipaggio in missioni particolarmente lunghe. Il bombardiere è altamente automatizzato e, a differenza degli aerei da combattimento biposto, permette ad un membro dell’equipaggio il riposo o l’uso della toilet o la preparazione di un pranzo mentre l’altro si occupa del volo.
Il B-2 ha partecipato finora a tre diverse campagne.
Il “battesimo di fuoco” avvenne nel 1999 durante la Guerra del Kosovo, dove fu uno dei primi bombardieri a usare le bombe a guida satellitare JDAM. Successivamente ha preso parte anche alle operazioni in Afghanistan della missione Operazione Enduring Freedom e in Iraq nell’Operazione Iraqi Freedom.
I raid sull’Afghanistan partivano dalla base di Diego Garcia, dove i B-2 venivano riforniti, riarmati e l’equipaggio veniva sostituito. Anche nelle prime missioni di Iraqi Freedom i decolli avvenivano da Diego Garcia, mentre in quelle successive i B-2 partivano direttamente dalla base di Whiteman nel Missouri. In questo modo le missioni duravano più di 30 ore (una arrivò addirittura a 50 ore): i piloti si davano il cambio e sono stati i pionieri negli studi per migliorare l’efficienza dell’equipaggio in voli così lunghi.
Nel rapporto annuale del Pentagono per l’anno fiscale 2003 è emerso che il B-2 ha dei problemi nella manutenzione dei materiali usati per la bassa osservabilità e con le componenti avioniche per l’autodifesa. Nonostante questi problemi il B-2 ha dimostrato la sua grande utilità, sganciando 583 JDAM durante la guerra in Iraq.
Nel febbraio 2008 un esemplare del velivolo si è schiantato in fase di decollo dalla Andersen Air Force Base, nell’isola di Guam, a causa dell’avaria di alcuni sensori; questo è il primo B-2 operativo perso dall’aeronautica militare statunitense.
Nella notte fra il 19 ed il 20 marzo 2011 nel corso dell’Operazione Odissey Dawn, una formazione composta da tre B-2 Spirit, proveniente dalla base aerea di Whiteman nel Missouri, ha portato a termine una missione di bombardamento, nella quale sono state impiegate 40 JDAM, contro un aeroporto libico.
IL B-21 RAIDER
Il segretario ad interim della US Air Force, ha dichiarato durante una conferenza aerea, spaziale e informatica dell’Associazione Air Force: “Il primo volo del Raider lo porterà da Palmdale alla base aeronautica di Edwards, dove l’eredità dell’eccellenza continuerà con la riattivazione del 420° Flight Test Squadron”.
Secondo la US Air Force, il B-21 è un “bombardiere high-tech” a lungo raggio che alla fine sostituirà la vecchia flotta di bombardieri dell’Usaf e “dovrà essere in grado di penetrare in ambienti altamente contrastati e avere bassa osservabilità I.R. e radar”.
Il piano originale dell’USAF per il B-21 prevedeva da 80 a 100 aerei. Tuttavia, questo dato potrebbe crescere fino a 150-200 aeromobili alla luce della crescente competizione con Cina e Russia.
Il primo aereo è attualmente in costruzione presso lo stabilimento Palmdale di Northrop Grumman e dovrebbe essere presentato al pubblico nei prossimi 20 mesi, effettuando il suo primo volo poco tempo dopo.
Il B-21 sarà leggermente più piccolo del B-2 Spirit, con un carico utile di circa 13.600 chilogrammi ed un raggio d’azione stimato simile a quella del suo predecessore (circa 19.000 chilometri); l’aereo sarà abbastanza grande da poter trasportare una bomba convenzionale penetrante GBU-57 con guida di precisione: la più grande dell’inventario dell’Usaf.
Il crescente potere della guerra cibernetica e le capacità asimmetriche svolgeranno un ruolo importante nella valutazione, definizione e sviluppo di una solida capacità di deterrenza strategica multidominio.