Aeronautica Militare: la storia del Tenente Nicola Giannella da Castellabate (Salerno) alle principali zone di guerra (1935-1945)
Di Gerardo Severino*
CASTELLABATE (SALERNO). Ritengo, come ho già ricordato in altri contributi pubblicati su Report Difesa, sia molto bello festeggiare il primo secolo di vita della nostra gloriosa Arma Azzurra, anche attraverso il ricordo di alcuni dei suoi uomini:.
I quali, pur non essendo passati alla storia per fatti particolarmente eclatanti, hanno, tuttavia, contribuito, spesso anche con il sacrificio della propria vita, a rendere grande la Forza Armata che il Paese sta celebrando proprio nel corso di questo anno.
È, questo, anche il caso di Nicola Giannella, Tenente del Ruolo Servizi dell’Aeronautica Militare italiana, spentosi, purtroppo prematuramente, nell’agosto del 1949, a causa di una grave malattia contratta durante i durissimi anni di guerra, padre di due bambine in tenera età e con una laurea in lingue straniere conseguita, con immensi sacrifici, appena l’anno prima.
Da Castellabate (Salerno) a Palermo (1913 – 1934)
Ebbene, la breve esistenza di Nicola Clelio Giannella – questo è il nome completo del protagonista della storia di oggi – ebbe inizio a Castellabate, in provincia di Salerno, ove il bambino nacque, nella casa avita in località Vallone Alto (nei pressi di Punta Licosa) l’8 dicembre del 1913, giorno di grande festa in Paese, onorandosi l’Immacolata Concezione.
A darlo alla luce era stata la signora Beatrice Pascale, moglie del contadino Raffaele Giannella, a sua volta nato a Santa Maria di Castellabate il 24 aprile del 1882, da Nicola e da Rosa Antonia Ippolito, i quali erano rientrati da poco dagli Stati Uniti d’America, ove Raffaele era emigrato agli inizi del 1900.
Nicola visse nel Cilento tutta l’infanzia, peraltro attraversando gli anni bui della “Grande Guerra”, alla quale prese parte anche il padre e molti altri suoi conterranei, molti dei quali non tornerarono mai più.
Molto portato per gli studi, Nicola Giannella frequentò dapprima le Scuole dell’obbligo locali e, in seguito, il Regio Istituto Tecnico Commerciale di Salerno, ove si abilitò Ragioniere al termine dell’anno scolastico 1933-1934.
Tornato nella sua Castellabate, Nicola sarebbe dovuto partire soldato, onde assolvere gli obblighi di leva.
A quel punto, seguendo l’esempio del cugino, Osvaldo Giannella (Sottotenente di complemento presso il 59° Reggimento Fanteria “Calabria” con sede a Tempio Pausania) decise di arruolarsi volontario nel Regio Esercito italiano, quale Aspirante Allievo Ufficiale di Complemento.
Ufficiale del Regio Esercito (1934 – 1939)
Era l’8 novembre del 1934, allorquando Nicola raggiunse la Scuola per Ufficiali di Complemento, presso il 6° Reggimento Fanteria, allora di stanza presso la storica “Caserma Cangialosi” di Palermo.
Nicola rimase nel capoluogo siciliano sino al 23 maggio del 1935, data nella quale, sempre da Aspirante Ufficiale di Complemento, fu assegnato al 49° Reggimento di Fanteria per assolvere il servizio di 1^ nomina, anche se per alcuni mesi fu distaccato presso il Regio Distretto Militare di Salerno.
Giunse al Reggimento, allora allocato a Mantova, il 1° novembre del 1935, per poi essere destinato in Africa Orientale, ove il reparto si trovava impegnato a combattere le ultime fasi della nota guerra “Italo-Etiopica”.
Terminato il conflitto, il neo Sottotenente Giannella, promosso a tale grado il 16 aprile 1936, fece ritorno in Patria, prestando così servizio a Mantova sino al 15 giugno del 1936, data nella quale fu posto in congedo.
Tornato a Castellabate, Nicola vi rimase solo per qualche tempo, in quanto lo troviamo “iscritto” tra la cosiddetta “Forza in Congedo”, già nel luglio del 1937, presso il Regio Distretto Militare di Udine, poi in quello di Tripoli, nel 1938, in quello di Salerno, nel 1939 e, infine, in quello di Milano, nel giugno 1940, promosso ormai Tenente della riserva di Complemento.
Nel frattempo, era il 12 aprile del 1939, Nicola aveva convolato a nozze con la compaesana, Fortunata De Angelis, dalla quale, il 22 gennaio 1940, avrà la prima figlia, Lia.
La sua vita poteva scorrere bene e destinata a durare molto a lungo, se di lì a qualche mese l’Italia non fosse entrata nel vortice della Seconda Guerra mondiale.
Il servizio nell’Aeronautica Militare e la morte prematura (1940 – 1949)
Ebbene, ancor prima che Mussolini dichiarasse guerra alla Francia, Nicola Giannella, nell’ottobre del 1938, aveva già deciso di partecipare al concorso straordinario, per titoli ed esami, per l’ammissione di 200 allievi ufficiali di Complemento nella Regia Aeronautica militare, nel ruolo dei Servizi.
Il concorso, in realtà, andò per le lunghe e le relative fasi si conclusero solo il 1° febbraio del 1940, allorquando Nicola Giannella ne risultò vincitore, classificandosi peraltro 32° su 399 idonei finali.
Fu così che il 3 aprile dello stesso anno, mentre i genitori con il fratellino più piccolo, Antonio (classe 1931) erano emigrati a San Paolo del Brasile, Nicola fu inviato presso la Scuola di Applicazione della Regia Aeronautica Militare, a Nisida (Napoli), per frequentare il corso di formazione.
Terminato tale periodo, promosso, quindi, Sottotenente, Nicola Giannella fu destinato al Magazzino Territoriale M.S.A. (Magazzino Speciale Aeronautica) presso l’Aeroporto Militare di Taliedo (Milano), ove giunse il 16 novembre dello stesso 1940.
Qui avrebbe operato sino al 1° gennaio del 1941, data nella quale fu trasferito all’omologo reparto presso l’Aeroporto Militare di Viterbo.
E fu proprio a Viterbo che l’ufficiale di Castellabate ottenne la promozione a Tenente di Complemento, il 18 maggio del 1942.
A seguito di tale promozione, il 25 giugno seguente, Nicola dovette raggiungere la lontanissima Sicilia, essendo stato trasferito presso l’Aeroporto di Castelvetrano (Trapani), ove sarebbe rimasto sino al 20 luglio del 1943, data nella quale lo troviamo destinato al “Centro Affluenza e Riordinamento” della 3^ Squadra Aerea, mentre il 1° agosto seguente si portò a Foggia, onde operare presso il locale Aeroporto Militare.
Nel frattempo, nella lontana Castellabate, la moglie gli aveva regalato una seconda figlia, Marina, venuta al mondo il 3 luglio, sempre del ’43, a pochi giorni dallo sbarco Alleato in Sicilia che tanto avrebbe fatto tribolare l’intera famiglia Giannella, la quale per molte settimane non avrebbe avuto notizie di Nicola.
A seguito della proclamazione dell’armistizio con gli anglo-americani, il Tenente Giannella abbandonò il proprio reparto, dirigendosi, molto probabilmente a Castellabate, ove, nel frattempo, erano sbarcate le truppe della 5^ Armata Americana (Operazione Avalanche).
eLiberata finalmente anche Napoli e gran parte del Meridione d’Italia, Nicola Giannella s’avventurò alla volta di Bari, presentandosi, il 26 novembre dello stesso 1943, presso il locale “C.A.R.” (Centro Addestramento Reclute) chiedendo di essere riammesso in servizio.
Fu così destinato, già in data 28 novembre, presso l’Aeroporto Militare di Leverano (Lecce), ove sarebbe rimasto a operare sino alla fine della guerra, lavorando indefessamente affinché riprendesse vita non solo l’aeroporto ma anche e soprattutto la celebre “Scuola Caccia”, unitamente alla 371^ Squadriglia, che tanti meriti avrebbe avuto nel corso della Guerra di Liberazione.
Il 1° agosto del 1945, il Tenente Giannella fu assegnato presso il “Comando Unità Aerea” di Bari, alle dipendenze del Generale di Brigata Aerea, Giuseppe Gaeta, per poi raggiungere finalmente la propria regione d’origine, assegnato all’Aeroporto “L. Bresciani” di Nisida, a Napoli, il successivo 12 dicembre.
Riunita finalmente la famigliola in quel di Napoli, Nicola Giannella immaginò di vivere finalmente in pace la propria esistenza, tanto che di lì a qualche mese decise di dare sfogo al suo grande desiderio giovanile: laurearsi in lingue straniere.
Fu così che il 32 enne di Castellabate s’iscrisse alla Facoltà di Lingue Straniere della Regia Università degli Studi di Napoli (la famosa e storica “Orientale) frequentando così i corsi di “Lingue e letteratura straniere ed Istituzioni Europee – Gruppo Occidentale – Sezione Francese”.
Trasferito, nel frattempo, presso l’Aeroporto di Capodichino, Nicola Giannella si laureò il 10 marzo 1948, sperando così di abbracciare l’insegnamento, appena ottenuto il congedo dall’Aeronautica Militare.
Ma la sorte aveva purtroppo deciso diversamente.
I durissimi anni della guerra, soprattutto quelli trascorsi in Sicilia, ne avevano minato irreparabilmente la salute, avendo contratto la terribile malaria.
E fu proprio la malaria che ne causò un embolia cerebrale che lo avrebbe costretto, il 3 di agosto 1949, ad un ricovero d’urgenza presso l’Ospedale “Giuseppe Gradenigo” di Napoli (ove aveva allora sede anche l’Istituto di Medicina Legale della stessa Aeronautica).
Qui, purtroppo, l’ufficiale si sarebbe spento il successivo giorno 5, in un’infuocata giornata estiva.
Ci auguriamo che il trapasso di Nicola sia avvenuto alla presenza della moglie, Fortunata, alla quale, il coraggioso Tenente di Castellabate, nell’esalare l’ultimo respiro, affidò le figlie, Lia e Marina (9 e 6 anni) che purtroppo non avrebbe visto crescere, ma che certamente avrebbero – come in effetti è avvenuto – mantenuto vivo il ricordo del padre, peraltro amorevolmente assistite dalla benemerita “Opera Nazionale per i Figli degli Aviatori”.
Concludiamo col dire che Nicola Giannella si spense non immaginando che la sua partecipazione al recente conflitto mondiale lo avrebbe visto destinatario, ovviamente “Alla Memoria”, di alcune Croci al Merito di Guerra, della Medaglia Commemorativa per le Campagne dal 1942 al 1945, ma soprattutto del “Diploma d’Onore” per aver partecipato alla Guerra di Liberazione, quando la Regia Aeronautica Militare avrebbe eroicamente affiancato l’Aviazione anglo-americana nella durissima battaglia contro l’occupante tedesco.
Ovviamente, ma questo è stato il destino di tanti eroici combattenti italiani, ancora oggi, pochi conoscono la sua storia, il suo valore, il suo spirito di sacrificio, persino nella sua natia Castellabate.
*Colonnello (Aus) della Guardia di Finanza – Storico Militare
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