Anche gli italiani all’esercitazione per droni “RPA Blue Guardian” in Israele
La Forza Aerea Israeliana (Heyl Ha’Avir) sta cercando di consolidare il suo status di leader mondiale nell’uso dei velivoli a comando remoto (UAV) e in questa ottica ha ospitato la RPA Blue Guardian, esercitazione multinazionale congiunta che ha coinvolto le forze aeree di sei paesi: Israele, Stati Uniti, Francia, Germanio, Regno Unito e Italia.
Iniziata il 12 luglio presso la base di Palmachim, 20 km a sud di Tel Aviv, la RPA Blue Guardian si è conclusa il 22. Per l’attività di volo sono stati utilizzati i velivoli IAF Hermes-450 (Zik), UAV multiruolo prodotti dall’azienda israeliana Elbit Systems per missioni di ricognizione e sorveglianza ad alta quota.
Gli obiettivi chiave della Blue Guardian, illustrati dal comando del 166° Squadrone “Fire Birds” della Forza Aerea Israeliana, puntavano a rafforzare la partnership operativa tra Israele e i cinque paesi partecipanti attraverso la creazione di una serie di scenari aerei reali, dall’assistenza alle forze terrestri, alle missioni di raccolta dati intelligence, alla cooperazione con altre forze aeree. Un addestramento di alta qualità ottenuto anche grazie alla possibilità di affiancare durante le fasi di volo dell’Hermes 450, gli equipaggi delle cinque aeronautiche ospiti agli operatori del 166° Squadrone.
Le operazioni a Gaza
Gli UAV hanno svolto un ruolo chiave nel recente conflitto tra Israele e gruppi terroristici palestinesi nella Striscia di Gaza, accumulando durante gli 11 giorni di combattimenti oltre 6.000 ore di volo. La Forza Aerea Israeliana ha utilizzato velivoli senza pilota a comando remoto di tutti i tipi, dai modelli più grandi, come l’Hermes-450 e l’Hermes-900, impiegati sia per missioni di ricognizione che di attacco, a droni più piccoli, quadricotteri ed elicottero multi-rotore che, in alcune occasioni, hanno volato nella cosiddetta formazione a sciame di droni.
Secondo i dati dell’IDF, durante l’Operazione Guardian of the Walls, i droni israeliani hanno condotto 643 sortite, accumulando collettivamente 6.231 ore di volo, con un media di almeno 24 UAV presenti simultaneamente H24 sui cieli di Gaza.
Mantenere la continuità operativa con molti velivoli ha permesso alla Forza Aerea di operare in un campo di battaglia estremamente complicato, urbano e densamente popolato, un’area in cui era difficile scovare il nemico riducendo comunque al minimo i danni collaterali.
Il ministero della Difesa italiano ha mantenuto il più stretto riserbo sulla missione addestrativa in Israele, ma è credibile che a Palmachim siano stati schierati i piloti e i tecnici UAV del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare di stanza nella base di Amendola (Foggia), unità che schiera l’MQ-1C Predator A+ e l’MQ-9A “Predator B” e che aspira a diventare in uno dei principali centri di formazione per piloti di droni in ambito NATO ed extra-NATO.
Come detto, alla RPA Blue Guardian hanno partecipato anche gli specialisti della Luftwaffe, personale che in Israele viene regolarmente addestrato sullo Shoval (Heron 1) e sull’Eitan (Heron TP), droni utilizzati dalla Germania nelle missioni in Afghanistan, con 4.100 ore di volo operativo, e in Mali, con 1.200 sortite per un totale di oltre 11.500 ore di volo. (IT Log Defence)
Foto di Nevo Levin – Israel Air Force