Continua la guerra navale segreta tra Israele e Iran
Nessuno ferito sul cargo israeliano Lori colpito il 25 marzo da un ordigno mentre navigava nelle acque internazionali del Golfo di Oman.
L’incidente, l’ultimo di una serie di presunti attacchi iraniani alle navi di proprietà israeliana, riguarda il porta container Lori, imbarcazione battente bandiera liberiana attaccata alle prime ore del mattino del 25 marzo da un’arma non identificata (possibile l’ipotesi di un missile, di un siluro o di una mina). Diretta a Mumbra, costa occidentale dell’India, la Lori aveva lasciato il porto di Dar es Salaam (Tanzania) il 21 marzo scorso.
Dalle prime notizie diffuse dai media israeliani e dal portavoce della società proprietaria, la XT Management Ltd. con sede ad Haifa, la nave avrebbe riportato danni lievi e avrebbe continuato la navigazione senza particolari problemi. Commentando la notizia, il canale televisivo israeliano Channel 12 ha reso noto che da una prima analisi i sospetti sul possibile mandante del presunto attacco ricadrebbero su Teheran: l’incidente del resto arriva dopo una serie di reciproche accuse per le recenti vicende legate all’escalation di aggressioni avvenute contro navi mercantili e petroliere.
Il 26 febbraio scorso un’esplosione aveva colpito nel Golfo di Oman la MV Helios Ray, nave cargo di proprietà israeliana battente bandiera delle Bahamas. Accusato dal primo ministro Benjamin Netanyah, l’Iran aveva subito negato ogni coinvolgimento, ma secondo gli esperti israeliani i danni causati dell’esplosione sarebbero riconducibili ai reparti speciali della Marina delle Guardie della Rivoluzione (pasdaran), che dispongono di una vasta gamma di mezzi subacquei speciali e sottomarini tascabili.
L’operazione, pianificata con cura nei minimi dettagli, rispecchierebbe una serie di attacchi sferrati contro alcune petroliere nel 2019 e le operazioni contro navi da trasporto messe in atto dall’Iran negli anni Ottanta.
“Come prevedibile – ha scritto l’agenzia iraniana Tasnim, vicina ai Pasdaran – i media sionisti hanno affermato, senza fornire alcuna prova, che la nave, diretta in India dalla Tanzania, è stata colpita dall’Iran”.
I due governi non hanno rilasciato dichiarazioni ma come è usuale che Israele non commenti i raid aerei effettuati da anni contro pasdaran, hezbollah e milizie filo iraniane in Siria o contro le navi iraniane nel Mar Rosso, è altrettanto probabile che l’Iran non rilasci valutazioni sulle misteriose incursioni navali che con cadenza regolare colpiscono mercantili nelle acque tra il Mar Arabico, il Golfo di Oman ed il Golfo Persico.
All’inizio di marzo, Teheran aveva puntato il dito contro Israele perché sospettato di aver organizzato un attacco nel Mediterraneo orientale contro la nave commerciale iraniana Shahre Kord. Secondo le dichiarazioni del portavoce della compagnia di navigazione IRISL, la chiglia del cargo era stata danneggiata da un oggetto esplosivo che aveva causato anche un piccolo incendio.
Un rapporto pubblicato il 10 marzo scorso dal Wall Street Journal pone l’attenzione sul ruolo di Israele negli attacchi subiti dalle navi irariane, soprattutto nel Mar Rosso. Il report asserisce che negli ulitimi 18 mesi lo Stato ebraico avrebbe preso di mira, con mine ed altri tipi di ordigni, almeno 12 navi dirette in Siria, la maggior parte delle quali utilizzate per il trasporto di petrolio o comunque sospettate di avere a bordo carichi di armi riconducibili dirette a Hezbollah o alle milizie scite in Siria.
Le operazioni, condotte soprattutto nel Mar Rosso, sarebbero iniziate alla fine del 2019 e avrebbero costretto almeno due navi a rientrare in porto.
Pur non commentando il rapporto, Israele ha precisato che per fermare l’estremismo è necessario colpire i profitti derivanti dal commercio di petroli iraniano.
Il quotidiano Haaretz, riprendendo l’articolo del Wall Street Journal, ha rivelato che negli ultimi anni decine di sabotaggi sono stati compiuti da agenti israeliani contro petroliere iraniane impegnate nelle forniture di greggio verso la Siria: attacchi che avrebbero colpito i finanziamenti iraniani destinati al potenziamento militare degli Hezbollah.
Le nuove tensioni si verificano in concomitanza con una difficile situazione politica in Israele dove neppure l’ultimo voto ha permesso al premier Netanyahu di conquistare la maggioranza parlamentare sufficiente a governare e, in assenza di accordi già si paventa l’ipotesi di un ulteriore ricorso alle urne.
(IT Log Defence)
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