Corinaldo, sei anni dopo: la strage che l’Italia non ha ancora capito
Era la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 quando la discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, si trasformò in una trappola mortale. Un bilancio che ancora oggi pesa come un macigno sulla coscienza collettiva: sei morti, oltre 65 feriti di cui 7 in condizioni gravissime. Cinque adolescenti e una madre di 39 anni strappati alla vita dalla calca scatenata dallo spray al peperoncino spruzzato dalla cosiddetta “banda dello spray”.
Le vittime: nomi che non dobbiamo dimenticare
A perdere la vita quella maledetta notte furono Asia Nasoni, 14 anni, di Senigallia; Daniele Pongetti, 16 anni, di Senigallia; Benedetta Vitali, 15 anni, di Fano; Mattia Orlandi, 15 anni, di Frontone; Emma Fabini, 14 anni, di Senigallia; e Eleonora Girolimini, 39 anni, di Senigallia, madre di quattro figli che quella sera aveva accompagnato la figlia undicenne al concerto di Sfera Ebbasta.
Il locale, adibito originariamente a capannone agricolo, avrebbe potuto ospitare poco più di 400 persone. Quella notte ne conteneva oltre 1.400. Una delle uscite di emergenza era chiusa. La balaustra del ponticello su cui si affacciava l’uscita posteriore cedette sotto la pressione della folla in fuga, facendo precipitare decine di ragazzi in un fossato dove molti rimasero schiacciati e calpestati.
La “banda dello spray“, un gruppo di giovani della Bassa Modenese che quella sera aveva pianificato rapine approfittando del caos, è stata condannata in via definitiva a pene comprese tra i 10 e i 12 anni. Ma il secondo filone processuale, quello che riguarda le responsabilità colpose di gestori, proprietari e funzionari che rilasciarono le autorizzazioni, ha visto la quasi totalità degli imputati assolti. I familiari delle vittime attendono ancora un risarcimento e una giustizia piena.
L’intervista: Franco Cecconi, Presidente AISS

Per comprendere cosa non ha funzionato e cosa ancora oggi continua a non funzionare nel sistema sicurezza degli eventi pubblici italiani, abbiamo interpellato Franco Cecconi, Presidente dell’Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria (AISS), organizzazione che rappresenta le aziende del comparto sicurezza privata non armata e che ha dato vita al primo CCNL specifico del settore.
Presidente Cecconi, cosa ci insegna la tragedia di Corinaldo?
“Corinaldo è stata la dimostrazione plastica di un sistema che non funziona. Non si tratta solo della banda criminale che ha spruzzato lo spray: quella notte c’era un locale con il triplo delle persone consentite, un’uscita di emergenza bloccata, la mancanza di veri controlli all’ingresso che avrebbero potuto impedire l’ingresso dello spray. La domanda vera è: dov’erano i controlli? E soprattutto, chi controllava la sicurezza all’interno di quel locale?”
Qual è il quadro normativo che dovrebbe regolare la sicurezza negli eventi?
“La legge parla chiaro. Negli eventi di intrattenimento e spettacolo devono operare esclusivamente gli Addetti ai Servizi di Controllo (ASC), figure professionali regolamentate dal Decreto del Ministero dell’Interno del 6 ottobre 2009. Questi operatori devono essere dipendenti di Agenzie autorizzate ai sensi dell’art. 134 del TULPS (Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza), iscritti negli appositi elenchi prefettizi e contrattualizzati con contratti di lavoro specifici del settore, come il CCNL codice CNEL HV40 che AISS ha contribuito a creare.”
Eppure la realtà sembra ben diversa…
“È questo il punto dolente. La sicurezza viene ancora percepita come un costo da minimizzare e non come un servizio essenziale per la tutela dell’incolumità pubblica. I gestori dei locali, sotto pressione per i margini economici sempre più risicati, cercano di risparmiare proprio sulla sicurezza. E così, invece di rivolgersi ad agenzie autorizzate che impiegano personale formato, iscritto all’elenco prefettizio e regolarmente contrattualizzato, si affidano a figure improvvisate: amici del proprietario, personale di sala riciclato, quando va bene qualche ex buttafuori senza alcuna qualifica.”
Il nodo delle Commissioni di Vigilanza
C’è anche un problema strutturale nelle autorizzazioni?
“Assolutamente sì, ed è una battaglia che AISS porta avanti da anni. Le Commissioni Provinciali e Comunali di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo sono composte da tecnici, rappresentanti dei Vigili del Fuoco, dell’ASL, delle forze dell’ordine e dei rappresentanti dei locali da ballo. Ma non è prevista la presenza di un rappresentante qualificato del settore sicurezza privata. Questo significa che le licenze di pubblico spettacolo vengono rilasciate valutando aspetti strutturali, antincendio, igienico-sanitari, ma senza una reale competenza specifica sulla gestione della security e del crowd management.”
L’allarme per Capodanno 2025
Presidente, siamo a poche settimane dal Capodanno. Qual è la situazione?
“Lancio un allarme serio e circostanziato: quello che vedremo la notte di San Silvestro in molti locali e eventi pubblici sarà l’ennesima dimostrazione del fallimento dei controlli. Per mancanza di verifiche adeguate, negli eventi di intrattenimento e spettacolo continuano ad operare figure che per legge non potrebbero svolgere quei compiti: addetti ai servizi antincendio spacciati per security, steward degli stadi impiegati impropriamente in discoteche e concerti, personale generico senza alcuna formazione né iscrizione agli elenchi prefettizi.”
Ma non sono figure comunque formate?
“Ogni figura professionale ha il suo ambito di competenza definito per legge. Gli steward sono regolamentati dal DM 8 agosto 2007 e possono operare esclusivamente all’interno degli impianti sportivi. Gli addetti antincendio hanno competenze sulla prevenzione incendi, non sulla gestione della folla o sul controllo degli accessi. Gli ASC sono gli unici autorizzati a svolgere attività di controllo nelle attività di intrattenimento e spettacolo, con compiti che vanno dalla verifica dei titoli d’accesso all’osservazione dei comportamenti, dalla prevenzione di situazioni di pericolo all’ausilio nelle procedure di primo intervento.”
“Impiegare figure diverse dagli ASC in questi contesti non è solo illegale – la legge 94/2009 prevede sanzioni da 1.500 a 5.000 euro – ma è soprattutto pericoloso. Personale non formato non sa riconoscere i segnali di una situazione critica, non sa gestire il panico, non conosce le procedure di evacuazione.”
Cosa dovrebbe cambiare?
“Serve un cambio di paradigma culturale. La sicurezza degli eventi deve essere considerata un investimento sulla vita delle persone, non una voce di spesa da comprimere. Le istituzioni devono intensificare i controlli, non solo sulle strutture ma anche sul personale impiegato: verificare che sia iscritto all’elenco prefettizio, che sia dipendente di un’agenzia autorizzata ex art. 134 TULPS, che sia inquadrato con un contratto di lavoro regolare.”
“Le Commissioni di Vigilanza dovrebbero includere figure competenti in materia di security. I gestori dei locali devono capire che affidarsi a professionisti qualificati non è un lusso ma una necessità, anche per la loro stessa tutela giuridica.”
“E poi serve formazione, aggiornamento continuo, standard qualitativi certificati. Il nuovo CCNL (codice CNEL HV40) che abbiamo rinnovato introduce classificazioni professionali allineate alle norme UNI, promuove la formazione e contrasta il lavoro nero. Ma tutto questo serve a poco se poi, sul campo, operano soggetti che di quel contratto e di quelle regole non sanno nulla.”
Un messaggio finale?
“Ogni volta che entriamo in un locale, in una discoteca, a un concerto, affidiamo la nostra sicurezza a un sistema che dovrebbe proteggerci. Asia, Daniele, Benedetta, Mattia, Emma ed Eleonora sono morti perché quel sistema ha fallito su tutta la linea: controlli inesistenti, sovraffollamento tollerato, sicurezza inadeguata o assente, strutture non idonee.”
“A sette anni da quella tragedia, mi chiedo: abbiamo davvero imparato qualcosa? O continueremo a piangere vittime innocenti aspettando la prossima Corinaldo?”
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Sei morti, oltre 65 feriti. A sette anni dalla tragedia della Lanterna Azzurra, il mondo della sicurezza lancia l’allarme per Capodanno 2025: “Negli eventi continuano ad operare figure non autorizzate”
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