Cyber defence: conclusa la Cyber Eagle 2025, sei mesi di esercitazione sulle difese cibernetiche dell’Aeronautica Militare
Si è conclusa oggi, giovedì 11 dicembre, presso il Reparto Sistemi Informativi Automatizzati (ReSIA) dell’Aeronautica Militare, l’undicesima edizione di Cyber Eagle, la principale esercitazione annuale di cyber defence della Forza Armata.
All’evento di presentazione dei risultati conclusivi dell’esercitazione hanno preso parte il sottosegretario alla difesa, on. Matteo Perego di Cremnago, il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, gen. s.a. Antonio Conserva, e numerose autorità militari e civili.
Per sei mesi, personale del ReSIA, in sinergia con il Comando per le Operazioni in Rete (COR) della difesa e con la supervisione della 3ª divisione del comando logistico, ha condotto un’articolata serie di attività di valutazione e miglioramento della resilienza cibernetica dei sistemi informativi aeronautici. L’evento addestrativo, realizzato in coordinamento con il reparto generale sicurezza dell’Aeronautica Militare, ha visto la partecipazione di diversi reparti operativi e logistici della Forza Armata, interessando in modo particolare – in questa edizione – la 46ª brigata aerea di Pisa e il Reparto sperimentale e di standardizzazione tiro aereo (RSSTA) di Decimomannu, dove è stata verificata la postura di sicurezza cyber di alcuni specifici sistemi e servizi essenziali legati alla navigazione e al controllo del traffico aereo aeroportuale.

Le attività hanno riguardato sia la rete AERONET, la rete IT (Information Technology) sulla quale transitano servizi e applicativi della Forza Armata, sia la rete OT (Operational Technology), che comprende impianti, sensori e apparati di supporto alle infrastrutture aeroportuali e alle funzioni operative. Lavorare su reti e servizi reali – nel corso di tutta l’esercitazione sono state coinvolte oltre 38 mila postazioni di lavoro e analizzati circa 300 tera byte di dati – ha permesso di osservare in condizioni autentiche la reazione dei reparti a scenari di minaccia, di verificare l’efficacia delle misure di protezione esistenti e di consolidare procedure e capacità operative. Dei red team, operando con modalità assimilabili a quelle di gruppi APT (Advanced Persistent Threat), hanno messo alla prova la resilienza dei servizi dell’Aeronautica Militare, consentendo di valutare in modo approfondito le capacità di scoperta, mitigazione e ripristino in tali ambiti tecnici e operativi.
Le attività svolte hanno incluso simulazioni di compromissione di servizi digitali, verifiche sulla continuità operativa di sistemi a supporto delle attività di volo, analisi di comportamenti anomali e gestione coordinata degli eventi attraverso il Security Operation Centre dell’Aeronautica Militare, struttura dedicata al monitoraggio e alla correlazione degli eventi di sicurezza. È stato inoltre impiegato un particolare ambiente di prova, basato sulla piattaforma SCADA (Supervisory Control and Data Acquisition), che ha consentito di simulare scenari in sicurezza senza interferire con l’operatività dei reparti.

“Viviamo in un’epoca di trasformazioni profonde, in cui l’evoluzione tecnologica procede a un ritmo tale da rendere sempre più sottile il confine tra realtà fisica e digitale, ormai pienamente interdipendenti”, ha dichiarato il sottosegretario alla difesa, on. Matteo Perego di Cremnago nel suo indirizzo di saluto. “Il dominio cyber non è più da considerarsi separato, poiché permea ogni aspetto della nostra quotidianità. Ed è proprio questa interconnessione a renderlo uno dei principali terreni di confronto nella guerra ibrida. Difendere le infrastrutture critiche e garantire la resilienza della Nazione, anche in questo ambito, è una priorità strategica per la sicurezza del Paese”. Nel corso dell’intervento, il sottosegretario Perego ha inoltre sottolineato come la Cyber Eagle rappresenti “un esempio concreto della collaborazione virtuosa tra difesa, industria e istituzioni, capace di generare competenze e soluzioni all’altezza delle sfide della nostra epoca. Questa esercitazione permette di vedere sul campo ciò che spesso è difficile spiegare fuori dal contesto operativo ovvero la pervasività della minaccia cyber e il livello di preparazione necessario per contrastarla. È proprio nel vedere gli effetti e i danni potenzialmente arrecabili alle infrastrutture critiche della Nazione che la costituzione dell’Arma Cyber assume ancora più significato quale scelta strategica lungimirante per la resilienza della difesa e sicurezza nazionale. Un ringraziamento è infine doveroso a tutto il personale coinvolto nell’esercitazione”, ha concluso il sottosegretario, “senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile. Il capitale umano, vero motore dell’innovazione è, e rimarrà sempre, il migliore investimento dell’intero comparto.”
“Dobbiamo creare le condizioni affinché il Paese possa disporre sistematicamente anche dei talenti straordinari che provengono dal settore privato, mettendo a sistema il potere generato dalla passione e dal vigore di giovani che hanno aderito al sogno condiviso di poter creare un pilastro cyber nazionale, operando in un ambiente che gli consenta di lavorare su progetti critici, di frontiera, ad altissimo impatto tecnologico e non da ultimo lavorare con passione per un fine superiore, la sicurezza dell’Italia e dei suoi cittadini”, ha dichiarato il generale Enzo Vecciarelli, presidente ed amministratore delegato di Deas Cyber+, società italiana leader nella sicurezza delle reti, dei sistemi informativi e dei servizi informatici, che ha collaborato e supportato la Forza Armata nella realizzazione dell’esercitazione.

“Per l’Aeronautica Militare, la dimensione digitale non è un elemento accessorio ma un pilastro delle capacità operative”, ha evidenziato nel suo intervento il capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare, gen. s.a. Antonio Conserva. “Siamo di fronte a una gamma di minacce trasversali e a tecnologie in continua evoluzione, rispetto alle quali servono strumenti nuovi, professionalità altamente specializzate e capacità anch’esse trasversali, in un approccio multi dominio che è l’unica strada possibile per consentire alle Forze Armate e più in generale al Paese di sapersi difendere e laddove necessario di poter reagire in modo adeguato. La sfida senza precedenti alla quale siamo chiamati è quella di costruire, realmente, un quadro complessivo di deterrenza credibile ed efficace. Esercitazioni come la Cyber Eagle, anche grazie a sinergie agili e proficue con il comparto industriale che ne fanno un modello di riferimento di partenariato pubblico–privato, ci consentono di rafforzare l’efficacia complessiva della Forza Armata e con essa della difesa, mettendoci nelle migliori condizioni per comprendere dove intervenire in termini di innovazione tecnologica e per affinare la preparazione del personale”.
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