Da Mosca nuovi dettagli sull’impegno militare turco nel conflitto azero-armeno
Anche da fonti giornalistiche di Mosca giungono conferme circa il ruolo delle truppe, dei mercenari siriani e dei velivoli turchi nell’offensiva azera in Nagorno Karabakh, tema circa il quale erano stati rivelati molti dettagli dalle autorità armene.
Secondo un rapporto del quotidiano russo Kommersant, una significativa forza militare turca è rimasta in territorio azero dopo la conclusione delle esercitazioni militari congiunte dell’estate scorsa e queste forze turche hanno assunto un ruolo di coordinamento nelle operazioni contro le forze armene nel Nagorno-Karabakh (Artsakh per gli armeni).
Secondo il rapporto, che cita fonti militari e diplomatiche, il tentativo di invasione dell’Azerbaigian è stato “deliberatamente pianificato e provocato dalla Turchia” e negli ultimi mesi Ankara ha spinto attivamente Baku a lanciare ostilità, promettendo “un supporto politico, diplomatico, di intelligence e tecnico militare completo”, riporta il quotidiano.
In luglio e agosto circa 600 militari turchi sono stati dispiegati in Azerbaijan per esercitazioni congiunte inclusi:
- 50 istruttori nell’énclave azera del Nakhichevan
- 90 consiglieri militari nella capitale Baku, incaricati del coordinamento del personale.
- 120 ufficiali dell’aeronautica alla base di Gabala.
- 20 piloti di aerei senza pilota Bairaktar TB2 all’aeroporto di Daliar.
- 50 istruttori all’aeroporto di Gevlach.
- 50 istruttori dell’esercito presso il 4° Corpo d’Armata a Pirikeskul.
- 20 ufficiali nella base militare “Heydar Aliyev” a Baku.
Inoltre, secondo il rapporto, la Turchia ha fornito all’esercito azero 18 blindati, 10 veicoli e un lanciarazzi multiplo oltre a mettere a disposizione un totale di 34 velivoli: 6 aerei (inclusi caccia F-16), 8 elicotteri e 20 droni TB2.
Allo stesso tempo, nel periodo settembre-ottobre, i voli degli aerei da trasporto turchi (C-130, CN-235, A400M) verso l’Azerbaijan attraverso lo spazio aereo della Georgia sono stati numerosi nonostante le smentite della Georgia.
I dati e le circostanze citate dal Kommersant lasciano intuire che il quotidiano russo abbia avuto accesso a fonti vicine all’intelligence militare di Mosca.
Dopo la ratifica del cessate il fuoco (peraltro ben poco rispettato) il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha affermato che gli osservatori militari russi dovrebbero essere schierati lungo la linea del fronte che separa i due eserciti in Nagorno Karabakh.