Difesa: a Roma la conferenza sulla difesa aerea e missilistica europea. Serve un sistema multilivello potenzialmente in grado di intercettare ogni minaccia
Di Fabrizio Scarinci
ROMA. Negli ultimi anni, il progressivo re-intensificarsi della competizione tra potenze, nonché i tragici eventi occorsi nell’ambito dei conflitti ucraino e mediorientale, hanno riportato al centro del dibattito politico europeo il tema riguardante la capacità di affrontare conflitti di grossa portata.
Di questo tema fa, ovviamente, parte anche la cruciale questione inerente la capacità di contrastare attacchi di tipo aereo e missilistico, analizzata nel corso della seconda Conferenza sulla difesa aerea e missilistica europea, tenutasi il 16 e 17 settembre a Roma, presso Palazzo Aeronautica.
Tra gli ospiti presenti diverse personalità del mondo politico, di quello militare e di quello industriale, come il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro francese delle Forze Armate Sébastien Lecornu, il Capo di Stato Maggiore della Difesa uscente, Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, il Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, che si appresta a subentrare come nuovo Capo di SMD, il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, e numerosi ufficiali appartenenti sia alle Forze Armate italiane che a quelle di altri Paesi NATO.
Com’è facile immaginare, gli argomenti affrontati sono stati moltissimi, così come gli spunti di riflessione su alcune delle tematiche di maggiore importanza per il futuro della sicurezza europea e occidentale.
L’ultima parte della conferenza, aperta anche alla stampa, ha visto intervenire, in modo particolare, il dott. Giorgio Cioni, direttore del programma Capacità Aerospaziali e Armamenti della NATO, l’Ing. Lorenzo Mariani, Condirettore Generale di Leonardo e già Amministratore Delegato di MBDA Italia, e il Prof. Fabrizio Luciolli, Presidente del Comitato Atlantico Italiano.
A chiusura dell’incontro hanno, poi, preso la parola il ministro Lecornu, che ha brevemente illustrato gli obiettivi della Difesa francese e del comparto industriale ad essa collegato per ciò che concerne la Difesa antiaerea e antimissile, e il ministro della Difesa Guido Crosetto per un saluto finale.
Tra i principali concetti emersi figura anche quello, sottolineato, in particolare, dal Dott. Cioni, per cui, al fine di realizzare un sistema di difesa multi-livello potenzialmente in grado di intercettare ogni tipo di minaccia (ossia missili balistici, missili ipersonici, missili da crociera subsonici, aerei, elicotteri e droni) non si possa prescindere da un’architettura unica di sistemi integrati (tra cui vari sensori di tipo terrestre, marittimo, aereo e spaziale) caratterizzata da elevatissime capacità in fatto di “early warning” e “situational awareness”.
Un qualcosa che, per essere realizzata in tempi relativamente accettabili (anche perché nel breve termine risulta, di fatto, impossibile) necessiterebbe di maggiori investimenti e di un maggiore coordinamento tra i diversi Paesi.
Come fatto notare dall’Ing. Mariani, infatti, l’industria militare europea ha sofferto molto, negli ultimi decenni, non solo a causa delle ben note ristrettezze di budget, ma anche a causa di un’eccessiva (e, talvolta, forse, anche inutile) frammentazione dei requisiti da parte dei diversi strumenti militari.
Se si facesse un confronto con quello che accade negli USA, ha sottolineato Mariani, non si potrebbe, infatti, non notare non solo come il loro budget sia più o meno il triplo di quello europeo, ma anche come l’enorme mole di denaro investita da Washington sia destinata allo sviluppo di un minor numero di sistemi d’arma per ogni categoria, col risultato di portare avanti in modo più efficiente lo sviluppo degli strumenti richiesti e di avere più denaro da investire nell’ambito di settori altamente innovativi e dal grande impatto strategico.
La risoluzione di queste problematiche risiede, quindi, nella collaborazione internazionale; un elemento che, come dimostrato dai numerosi successi tecnologici ottenuti da MBDA nel corso degli ultimi decenni, risulta certamente perseguibile nell’ambito del settore missilistico.
Mariani ha, inoltre, voluto porre l’accento anche sul problema legato all’eccessiva dipendenza da Paesi terzi per ciò che concerne l’approvvigionamento delle materie prime, ricordando l’importanza di controllare il più possibile le filiere produttive; un elemento finora sottovalutato per ragioni meramente economiche, che tuttavia non dovrebbero essere la ragion d’essere principale dell’industria militare.
Un altro importantissimo tema affrontato dal Condirettore generale di Leonardo è, poi, costituito dalla necessità di perseguire la creazione di un clima più favorevole al comparto Difesa in seno all’opinione pubblica, “educando” le persone comuni all’idea secondo cui le minacce alla sicurezza siano un qualcosa di reale da affrontare con mezzi adeguati, da sviluppare, con i necessari finanziamenti, nel modo più indipendente possibile.
Sul concetto di autonomia strategica si è soffermato molto anche il Prof. Luciolli, impegnato anch’egli a spiegare l’importanza di un migliore coordinamento e di una maggiore standardizzazione, un’elemento, quest’ultimo su cui la NATO ha sempre cercato di mettere al centro della propria pianificazione strategica.
Nel corso della conferenza è, poi, stato affrontato, in particolar modo dal Dott. Cioni, dal Prof. Luciolli e dal ministro Lecornu, l’importantissimo tema connesso alla necessità di affiancare alle capacità di difesa anche adeguate capacità di attacco e deterrenza.
Come spiegato dal ministro Lecornu, infatti, puntare solo sulle capacità difensive implica, per forza di cose, il fatto di ritrovarsi sempre in balia delle nuove invenzioni dell’avversario, senza contare che, come spesso avviene in campo missilistico, i sistemi di difesa possono risultare molto più costosi e complessi da realizzare di quelli d’attacco.
Nel corso del suo intervento, il ministro transalpino ha, poi, anch’egli sottolineato l’importanza della collaborazione tra Paesi europei allo scopo di raggiungere un certo grado di indipendenza strategica, ricordando i successi ottenuti grazie alla collaborazione tra Roma e Parigi nel settore missilistico con la realizzazione del sistema antiaereo e antimissile a medio-lungo raggio SAMP/T.
Proprio con riferimento a questo sistema, egli ha annunciato come la Francia intenda acquisire, entro il 2035, bel 12 batterie della nuova variante SAMP/T NG, per la quale è prevista ad ottobre un’importante campagna di test.
Molto interessate anche l’intervento finale del ministro Crosetto, che ha esordito ponendo all’uditorio una domanda piuttosto secca: quanti Paesi europei sarebbero stati in grado di difendere il proprio territorio da un attacco come quello lanciato dall’Iran contro Israele nella scorsa primavera?
La risposta a tale domanda è che, verosimilmente, nessun Paese (neppure Francia e Regno Unito che pure, in quell’occasione, avrebbero fornito il proprio supporto a Israele in funzione anti-drone) sarebbe stato in grado di mettere autonomamente in sicurezza il proprio territorio in maniera adeguata.
Partendo, quindi, da questo spiacevole dato di fatto, anch’egli ha voluto sottolineare l’importanza di accelerare sullo sviluppo delle tecnologie inerenti il settore della Difesa e, nel caso specifico, dei sistemi antiaerei e antimissile, ponendo l’accento soprattutto sulla capacità di fare massa critica a livello europeo, di eliminare le barriere burocratiche e di favorire la condivisione di tecnologie.
Come evidenziato dal ministro, infatti, non si può non osservare come, negli ultimi anni, Paesi quali Russia, Cina, Iran e Corea del Nord siano stati in grado di stabilire forme di collaborazione tecnologica spesso più rapide ed efficaci di quelle esistenti tra i Paesi europei e occidentali, con tutte le conseguenze del caso anche con riferimento all’avanzamento tecnologico dei sistemi in loro possesso.
In buona parte, ciò è dovuto al fatto che le loro classi dirigenti, di tipo non democratico, hanno quasi sempre la possibilità di prendere decisioni di carattere strategico senza doversi confrontare con le opposizioni politiche e l’opinione pubblica interna.
Al fine di conservare il residuo vantaggio tecnologico di cui Europa e Occidente ancora dispongono risulta, quindi, indispensabile eliminare tutte le barriere burocratiche ideate nel post-guerra fredda (che, chiaramente, non hanno più ragion d’essere nell’epoca in cui stiamo vivendo) e lavorare nel modo più rapido possibile allo sviluppo sovrano di sistemi concepiti in maniera indipendente per le nostre esigenze.
E questo, come sottolineato dal ministro, non perché qualcuno auspichi di rompere con qualche alleato extraeuropeo, ma proprio al fine di poter agire senza pesare sulle sue spalle nel momento in cui esso ha altre legittime priorità o, perché no, per poter disporre degli strumenti necessari a soccorrerlo qualora ne avesse bisogno.
Venendo, infine, alle necessità di breve e medio periodo della Difesa italiana in fatto di capacità antiaeree e antimissile, Crosetto ha menzionato la scelta del nostro Paese di acquistare 10 batterie di SAMP/T NG allo scopo di rafforzare le sue capacità di intercettazione a medio-lungo raggio, attualmente messe alla prova dalle forniture all’Ucraina, che ha ricevuto uno dei nostri sistemi SAMP/T e ne attende un altro da consegnarsi nel corso delle prossime settimane.
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