Dominare lo spazio aereo litorale nel combattimento terrestre
L’impiego su larga scala di droni sul campo di battaglia ha reso, ormai, centrale la riflessione sull’importanza dello spazio aereo litorale (AIS – Air Littoral Space). Per spazio aereo litorale deve intendersi l’area che arriva fino ai 300 metri da terra, impossibile da controllare attraverso la superiorità aerea tradizionale e che influisce direttamente sull’andamento degli scontri a terra.
In “Contesting the Air Littoral“, due teorici della “dimensione terrestre” dello spazio aereo litorale come Grieco e Bremer hanno scritto che, date le condizioni tattiche attuali generali e la continua contestabilità della superiorità, con l’impossibilità di stabilire una reale supremazia in quello spazio, le dinamiche dell’AIS sono più vicine alle guerre terrestre e navale che non a quella aerea. Cosicché la supremazia nello spazio “littoral” può essere espressione di una superiorità a terra rispetto al nemico ma non implica, necessariamente, anche il controllo dei cieli.
Dal controllo del litorale aereo dipende l’efficacia in combattimento di unità terrestri, che siano esse di fanteria o cavalleria. Non a caso, chi sostiene l’importanza di individuare nello spazio aereo “di prossimità” uno scenario fulcro del combattimento terrestre, ritiene, di pari passo, che le “armi di linea” debbano essere integrate con i sistemi unmanned.
Il tema del controllo dello spazio aereo litorale è, ormai, divenuto centrale e, a tal proposito, si deve evidenziare come l’idea di “predominio” nell’area venga intesa, principalmente, in maniera limitata ed elastica. In altre parole, per le unità tattiche cercare di assumere la supremazia su tutta la fascia aerea litorale e mantenerla per l’intera durata del combattimento potrebbe risultare estremamente dispendioso e, in ultima analisi, andrebbe a costituire uno svantaggio.
Al contrario, se – indipendentemente dalla funzione offensiva o difensiva – si optasse per un controllo di “Proximal Dominance” entro l’area di specifico interesse dell’azione, potrebbero esserci maggiori possibilità di raggiungere l’obiettivo. Tra una copertura operativa ampia ma superficiale e una ristretta ma profonda, la teoria si sta orientando sulla seconda ipotesi.
Del resto, l’impiego appropriato delle risorse è necessario per passare da una condizione di parità o di quasi-parità a quella di superiorità – almeno settoriale – e questo sarebbe possibile solo perseguendo l’istituzione di ben definite Zones of Proximal Dominance senza cercare il controllo completo del litorale aereo del campo di battaglia. Cercare di rompere la condizione di parità ovunque sarebbe uno spreco di risorse; mentre incanalare la ricerca del predominio nel tempo, nel luogo e nella durata minimi necessari per raggiungere uno specifico obiettivo militare sarebbe più utile.
La teoria sul controllo dello spazio aereo litorale è importante da sviluppare non solo in contesti “empty” ma anche con unità impiegate in massa.
L’articolo Dominare lo spazio aereo litorale nel combattimento terrestre proviene da Difesa Online.
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