Dopo l’intesa con Israele gli Emirati puntano di nuovo sull’F-35
Il consigliere della Casa Bianca e genero del presidente Donald Trump, Jared Kushner, accompagnato dal Consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti Robert O’Brien, hanno incontrato presso la base aerea di al-Dhafra, vicino ad Abu Dhabi, il maggiore generale Falah al-Qahtani (nella foto sotto), capo di stato maggiore dell’Aeronautica degli Emirati Arabi Uniti (EAU).
L’incontro, tenutosi il 1° settembre, ha rafforzato le indiscrezioni sulla ripresa dei colloqui per l’acquisizione di aerei Lockheed Martin F-35A da parte delle forze aeree emiratine come conseguenza dello storico accordo del 13 agosto scorso che ha portato alla normalizzazione dei rapporti tra Emirati Arabi Uniti e Israele con la mediazione degli Stati Uniti.
Kushner e O’Brien hanno trascorso due giorni negli EAU con una delegazione israeliana per colloqui con il governo di Abui Dhabi legati allo sviluppo di numerosi accordi bilaterali e la visita alla base aerea emiratina che ospita un reparto dell’USAF di F-35A ha rinnovato il dibattito che vede da tempo Abu Dhabi, da 30 anni alleato degli Stati Uniti, rivendicare la possibilità di acquisire i Joint Strike Fighter che le intese tra Washington e Gerusalemme hanno finora riservato alle sole forze aeree israeliane nell’area Medio Oriente/Nord Africa.
Finora Israele si è opposto all’ipotesi che Stati arabi potessero ottenere il velivolo in base alle leggi statunitensi che impegnano Washington a condizionare le forniture di equipaggiamenti militari “made in USA” agli Stati della regione al mantenimento della superiorità mi8litare israeliana sui suoi potenziali avversari.
Abu Dhabi ha da tempo espresso interesse per l’acquisizione dell’F-35A che Israele ha già utilizzato in operazioni nei cieli siriani e forse iraniani. Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti Anwar Gargash ha affermato che la normalizzazione dovrebbe rimuovere “qualsiasi ostacolo” per gli Stati Uniti alla vendita dei velivoli “stealth” agli Emirati Arabi Uniti.
Un funzionario del governo emiratino ha detto all’agenzia Reuters che la visita alla base aerea di Kushner e O’Brien non era correlata alla questione degli F-35 agli EAU. Il comandante dell’Aeronautica emiratina ha evidenziato gli ottimi rapporti bilaterali affermando che “il nostro rapporto è stato costruito sulla fiducia e sul sostegno reciproco.
Ci siamo uniti per combattere l’estremismo in tutte le sue forme”. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affrontato la questione con cautela precisando che la fornitura degli F-35 non faceva parte dell’accordo con gli Emirati Arabi Uniti, sottolineando la volontà di Israele di non rinunciare a un accesso prioritario nella regione ai sistemi d’arma americani più avanzati.
Il premier israeliano ha aggiunto che “gli americani hanno riconosciuto che la nostra posizione non è cambiata” precisando che il Consigliere per la sicurezza nazionale O’Brien ha chiarito durante l’ultima recente visita in Israele che gli Stati Uniti sono impegnati a preservare il vantaggio militare di Israele nella regione.
“La questione degli F-35 è una richiesta di vecchia data degli Emirati Arabi Uniti e non è in alcun modo uno strumento chiave (“driver”) per raggiungere questo accordo” con Israele, ha detto ai giornalisti Jamal Al-Musharakh, capo della pianificazione politica e della cooperazione internazionale presso il ministero degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti.
In ogni caso la questione è tornata al centro del dibattito e per convincere gli Stati Uniti a concedere la commessa degli F-35 Abu Dhabi non ha esitato in passato a ventilare anche l’ipotesi di acquisire aerei da combattimento russi quali i Sukhoi Su-35.