Forte riduzione dell’export militare francese nel 2020
La Francia nel 2020 ha incassato contratti d’esportazione di prodotti per la Difesa armi per un valore di 4,9 miliardi di euro, più o meno lo stesso livello di export dell’Italia.
Netto il calo rispetto agli 8,3 miliardi di euro del 2019, a causa del blocco e del congelamento dei budget militari da parte dei governi in risposta alla crisi pandemica. Lo ha riferito il 2 giugno scorso, Hervé Grandjean, portavoce del Ministero della Difesa.
“Questa riduzione non è una sorpresa per il ministero delle forze armate”, ha detto Grandjean in una conferenza stampa sul rapporto del governo al parlamento sull’export di armamenti.
I dirigenti delle aziende del settore non sono stati in grado di volare all’estero per presentare i prodotti e le fiere sono state cancellate, ha affermato, mentre i potenziali paesi clienti hanno rinviato i progetti militari a causa dell’incertezza di bilancio e dell’attenzione alla spesa sanitaria.
“L’anno scorso la maggior parte delle vendite all’estero di prodotti per la Difesa francesi sono state costituite da contratti di piccole e medie dimensioni inferiori a 200 milioni di euro, che coprono ricambi, assistenza e formazione” ha affermato Grandjean.
Le prospettive indicate dal portavoce per il 2021, indicano un “rimbalzo” degli ordini di esportazione, con un fatturato totale di circa 12 miliardi di cui 7,5 generati da tre ordini per i caccia Dassault Rafale (4 miliardi dall’Egitto, 2,5 dalla Grecia e uno dalla Croazia).
L’Arabia Saudita è stata nel 2020 il principale cliente dell’industria francese della Difesa con 703 milioni di euro di commesse, ha detto Grandjean seguiti da Stati Uniti con 433 milioni, Marocco con 425, il Regno Unito con 290, l’India con 285, la Grecia con 282 e il Senegal con 217 milioni di euro.