Grandi manovre della flotta di Pechino nel Mar Cinese meridionale
La Cina ha dato inizio il 1° luglio a una grande esercitazione militare nel Mar Cinese meridionale. Le manovre, che dureranno fino al 5 luglio, si svolgono nelle acque attorno alle isole Paracel. Dati satellitari rivelano l’impiego di navi della Marina militare e della guardia costiera.
Pechino reclama la propria sovranità su quasi il 90% del Mar Cinese meridionale, dove ha occupato e militarizzato numerosi atolli e banchi coralliferi, scatenando le proteste di Vietnam, Filippine, Malaysia, Brunei, Taiwan e Indonesia.
Il 27 giugno, i leader Asean (Associazione dei Paesi del sud-est Asiatico) hanno preso le distanze dalla Cina, affermando l’importanza della libertà di navigazione e sorvolo nella regione. In un chiaro riferimento alle azioni cinesi, essi hanno espresso preoccupazione per le “appropriazioni territoriali, le attività di sviluppo e i ‘seri’ incidenti” nelle acque contestate.
Pechino ha risposto dicendosi disponibile a riprendere i negoziati per la definizione di un codice di condotta per il Mar Cinese meridionale, ma senza indicare una data precisa. Nel frattempo, il gigante asiatico usa le esercitazioni in corso per mostrare la propria forza alle altre parti e imporre la propria sovranità nell’area. Analisti notano che le manovre militari nelle Paracel – rivendicate anche da Vietnam e Taiwan – hanno carattere anfibio, e simulano la conquista e il successivo controllo di un’isola dell’area.
Secondo resoconti di stampa, la Marina cinese condurrà una seconda esercitazione in agosto nei pressi delle isole Pratas, controllate da Taipei. Per rafforzare le difese di questi atolli, sorvegliate al momento solo da unità della guardia costiera taiwanese, il governo di Tsai Ing-wen ha inviato nei giorni scorsi un distaccamento di marines.
A sostegno delle posizioni di Taiwan e dei Paesi Asean coinvolti nelle dispute territoriali con la Cina, gli Stati Uniti hanno schierato nel Mar delle Filippine due portaerei con i rispettivi gruppi di combattimento. La Marina Usa conduce regolarmente missioni per affermare la libertà di navigazione nel Mar Cinese meridionale, in quello orientale e nello Stretto di Taiwan.
Anche l’Australia si dice preoccupata per l’attivismo geopolitico di Pechino nella regione “Indo-Pacifica”. Al riguardo, Canberra ha annunciato ieri che spenderà 186 miliardi di dollari (165 miliardi di euro) nei prossimi 10 anni per la Difesa, un incremento del 40% rispetto allo stanziamento decennale precedente che consentirà anche l’acquisto dei missili antinave a lungi raggio statunitensi (nella foto sopra) AGM-158C Long Range Anti-Ship Missile (LRASM).