Guardie giurate armate sui bus a Novara: una scelta da riconsiderare
Il caso Novara: la sperimentazione SUN
Dal gennaio 2026, sui mezzi del trasporto pubblico locale di Novara potrebbe comparire una presenza inedita: guardie giurate in divisa, con pistola al fianco, a presidiare le corse negli orari più critici. È quanto annunciato da SUN (Società Urbana Novarese), che ha delineato una sperimentazione semestrale prevedendo l’impiego di “guardie giurate armate, che potrebbero essere impiegate negli orari più critici, come quelli serali o di maggiore afflusso, e operatori ausiliari della sicurezza, non armati”.
Il presidente di SUN ha precisato che non si tratterà di “sceriffi a bordo”, ma di personale dedicato principalmente alla verifica dei titoli di viaggio. L’iniziativa nasce dalla volontà di contrastare episodi di aggressione al personale e comportamenti incivili che affliggono il trasporto pubblico locale, un fenomeno tutt’altro che isolato: secondo i dati nazionali, nel solo settore ferroviario si registrano circa 355 denunce per aggressioni fisiche all’anno, quasi una al giorno, mentre in Lombardia tra il 2017 e il 2023 l’INAIL ha censito 487 casi nel comparto logistica e trasporti. A questi numeri va aggiunto che circa il 75% degli episodi non viene neppure segnalato.
Tuttavia, la soluzione prospettata solleva interrogativi significativi sotto il profilo della sicurezza, dell’appropriatezza normativa e dell’efficacia operativa.
LE CRITICITÀ DELLA PROPOSTA: ANALISI NORMATIVA E OPERATIVA
La dichiarazione di SUN presenta alcune criticità che meritano approfondimento.
La scelta del servizio armato: una questione di proporzionalità
La Guardia Particolare Giurata (GPG) è una figura professionale flessibile, disciplinata dal D.M. 269/2010 e dall’art. 133 TULPS, che può svolgere servizi di vigilanza sia armati che non armati, a seconda delle esigenze specifiche del luogo da proteggere e delle autorizzazioni ottenute. L’armamento dipende dal decreto prefettizio specifico per il servizio richiesto e dalla valutazione del rischio: il porto d’armi viene rilasciato dal Prefetto per difesa personale, con uso strettamente legato alla protezione di beni.
SUN ha esplicitamente richiesto un servizio armato. Questa scelta solleva interrogativi sulla proporzionalità: l’arma è uno strumento di difesa estrema, non di potere, utilizzabile esclusivamente in caso di pericolo reale per la vita (art. 52 c.p. – legittima difesa). In un contesto come l’autobus urbano, dove le problematiche prevalenti riguardano l’evasione tariffaria, il disturbo della quiete e occasionali comportamenti molesti, l’introduzione di armi da fuoco appare una risposta sproporzionata che introduce rischi aggiuntivi senza benefici operativi corrispondenti.
La GPG, infatti, anche quando opera in servizio armato, non può utilizzare l’arma per far rispettare l’obbligo del biglietto, per sedare una discussione accesa tra passeggeri o per allontanare un molestatore verbale. In questi scenari – che costituiscono la stragrande maggioranza delle criticità sul TPL – l’arma risulta inutilizzabile e la sua presenza può anzi contribuire all’escalation del conflitto.
“Operatori ausiliari della sicurezza”: una figura non idonea allo scopo
Gli Operatori Ausiliari della Sicurezza esistono nell’ordinamento italiano, ma sono definiti dalla norma tecnica UNI 11925:2023 – realizzata grazie al contributo determinante di AISS (Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria) – come figure professionali non armate che supportano le forze di sicurezza in eventi e luoghi affollati. Si suddividono in profili professionali (Assistente, Coordinatore, Responsabile) e svolgono funzioni di identificazione rischi, gestione flussi, assistenza e controllo accessi. Sono spesso definiti “percettori sensibili”. La norma gemella UNI 11926:2023 regola le aziende erogatrici di tali servizi, introducendo standard di qualità.
Il punto cruciale è che si tratta di una norma tecnica volontaria per la certificazione delle competenze, non di una norma primaria emanata dal Ministero dell’Interno. Gli Operatori Ausiliari della Sicurezza non rientrano tra le figure autorizzate ai sensi del TULPS per svolgere attività di sicurezza privata in senso stretto. Non possono quindi essere impiegati per le funzioni che SUN sembra voler loro attribuire.
Le figure normativamente riconosciute nella sicurezza privata sono esclusivamente:
Steward calcistico: normativa specifica Ministero Interno – disarmato, eventi sportivi, 16 ore formazione
Guardia Particolare Giurata (GPG): D.M. 269/2010, art. 133 TULPS – servizi armati o non armati, vigilanza beni, decreto prefettizio
Addetto ai Servizi di Controllo (ASC): D.M. 6 ottobre 2009 – disarmato, 90 ore formazione, de-escalation, dipendente da agenzia autorizzata ex art. 134 TULPS
LA POSIZIONE DI AISS: “SCELTA DA RICONSIDERARE”
Interpellato sulla vicenda, il dott. Franco Cecconi, Presidente di AISS (Associazione Italiana Sicurezza Sussidiaria), esprime perplessità sulla soluzione prospettata da SUN Novara.

«Le figure individuate dall’azienda di trasporto non sembrano essere le più idonee per il contesto operativo di un autobus urbano», dichiara Cecconi. «La scelta di richiedere un servizio di vigilanza armata per il controllo dei titoli di viaggio appare sproporzionata rispetto alle esigenze operative. La GPG, pur essendo una figura professionale di elevata qualificazione, è formata prioritariamente per la custodia di beni e la protezione di obiettivi sensibili. L’arma, quando presente, è uno strumento di estrema difesa utilizzabile solo in caso di pericolo reale per la vita – non certo per la gestione di conflitti su un autobus. Inoltre, vengono menzionati generici “operatori ausiliari della sicurezza” che, per quanto la norma UNI 11925:2023 ne definisca i profili professionali, non costituiscono figure autorizzate dal Ministero dell’Interno tramite norme primarie per svolgere attività di sicurezza privata».
Il Presidente di AISS indica una soluzione alternativa: «Per le caratteristiche specifiche del servizio, gli Addetti ai Servizi di Controllo dipendenti di un’agenzia autorizzata ai sensi dell’art. 134 TULPS appaiono i più idonei. Si tratta di operatori formati specificamente in tecniche di de-escalation, comunicazione assertiva e gestione dei conflitti, con 90 ore di formazione obbligatoria che privilegia l’approccio relazionale rispetto a quello coercitivo».
Cecconi sottolinea tuttavia la necessità di un adattamento: «Gli ASC necessiterebbero di un apposito ricondizionamento addestrativo per gestire negli spazi ristretti di un autobus le situazioni di pericolo. Le dinamiche operative in un ambiente confinato, con passeggeri in movimento, vie di fuga limitate e distanze ravvicinate, richiedono competenze specifiche che vanno oltre la formazione standard».
Il Presidente di AISS evidenzia anche l’importanza della componente tecnologica: «Occorrono procedure e tecnologie che consentano all’ASC di rispondere in caso di pericolo con immediatezza. Servono sistemi di segnalazione alle forze dell’ordine in grado di trasmettere non solo l’allarme, ma anche la posizione in tempo reale dell’autobus, ed eventualmente attivare telecamere di bordo che consentano alle forze dell’ordine di stimare la gravità del rischio prima dell’intervento. Solo l’integrazione tra personale qualificato, procedure codificate e supporto tecnologico può garantire una risposta efficace».
IL RISCHIO SOTTRAZIONE ARMA: UNA CASISTICA INQUIETANTE
La presenza di armi da fuoco in spazi confinati e affollati introduce un rischio specifico che la proposta SUN sembra sottovalutare: la possibilità che l’arma venga sottratta alla guardia giurata e utilizzata contro i passeggeri.
Come evidenziato dalla rivista specializzata Armi e Tiro in un’analisi pubblicata il 31 agosto 2025, il problema della sottrazione dell’arma alle GPG “non è mai stato davvero affrontato”. L’articolo pone domande cruciali: «Quante volte un’arma è stata effettivamente sottratta senza, per fortuna, essere stata impiegata subito dopo? E ancora, quante volte le mani si sono allungate verso la fondina nel tentativo, per fortuna non riuscito, di sottrarla?».
Lo scenario peggiore descritto dagli esperti è inquietante: «Un’azione parte a costo zero con un’aggressione a mani nude o con coltello e culmina con un assalitore armato potenzialmente di una pistola semiautomatica rifornita con 15 o più cartucce».
La stessa analisi rileva come i Documenti di Valutazione dei Rischi (DVR) aziendali raramente mappino adeguatamente il rischio sottrazione, lasciando le GPG prive di strumenti di mitigazione codificati.
Casistica documentata di sottrazioni e tentativi
La cronaca italiana registra numerosi episodi che confermano la concretezza del rischio:
Massa, Ospedale Apuane – 25 agosto 2025: Un paziente psichiatrico di 34 anni, in attesa di visita al pronto soccorso, ha estratto la pistola dalla fondina di una GPG e ha minacciato circa 20 persone presenti. Solo l’intervento fortuito di un’altra guardia giurata, presente come paziente, ha evitato conseguenze tragiche. L’episodio ha scatenato il panico nei corridoi del nosocomio. L’ASL Toscana nord ovest ha avviato verifiche interne e sporto denuncia.
Roma, Metro B Tiburtina – 26 settembre 2019: Un uomo di 21 anni ha accoltellato ripetutamente al collo la GPG Massimo Petrini (55 anni), dipendente della società Urbe per i servizi Ferrovie dello Stato. Dopo averlo disarmato, si è suicidato sparandosi alla testa con la pistola sottratta, davanti agli occhi dei passeggeri della metropolitana. La guardia giurata è stata ricoverata in codice rosso al Policlinico Umberto I.
Qualiano (Napoli) – 29 maggio 2022: Marco Bevilacqua, 37 anni con precedenti per omicidio, ha minacciato con un coltello una GPG in servizio presso un distributore di benzina, sottraendole la pistola d’ordinanza. Con l’arma ha poi sparato sei colpi contro un gruppo di giovani davanti a un bar, ferendone quattro di cui due gravemente.
Palermo, zona Falsomiele – giugno 2024: Una GPG di 47 anni, durante un giro di perlustrazione notturna, è stata sorpresa alle spalle da un gruppo di persone incappucciate e disarmata nei pressi di un istituto religioso. Ha riportato traumi multipli e 7 giorni di prognosi.
Reggio Emilia, Stazione ferroviaria – marzo 2024: Un senzatetto ha aggredito una GPG tentando di sfilarle la pistola dalla fondina. Il tentativo non è riuscito, ma ha richiesto l’intervento delle volanti. Tre persone sono state denunciate.
LO SPAZIO CONFINATO DELL’AUTOBUS: AMPLIFICATORE DI RISCHIO
Un autobus urbano presenta caratteristiche che amplificano esponenzialmente i rischi connessi alla presenza di un’arma da fuoco:
Impossibilità di fuga: A differenza di un supermercato, una stazione o un pronto soccorso, dall’autobus in movimento non si può uscire. I passeggeri sono intrappolati in uno spazio chiuso con un potenziale aggressore armato.
Distanze ravvicinate: I corridoi stretti e l’affollamento nelle ore di punta (proprio quelle indicate da SUN per l’impiego delle GPG) riducono a pochi centimetri la distanza tra la fondina della guardia e le mani di un potenziale aggressore.
Presenza di soggetti vulnerabili: Anziani, bambini, persone con disabilità non hanno alcuna possibilità di mettersi in sicurezza in caso di sottrazione dell’arma.
Tipologia di utenza: Il trasporto pubblico è frequentato anche da soggetti sotto effetto di sostanze, persone con disturbi psichiatrici non diagnosticati, individui in stato di agitazione – esattamente le categorie che la casistica indica come responsabili delle sottrazioni documentate.
Impossibilità di intervento esterno rapido: Un autobus in movimento rappresenta un obiettivo mobile, difficile da raggiungere rapidamente per le forze dell’ordine.
I LIMITI OPERATIVI DELLE GPG NEL CONTESTO TPL
L’art. 133 TULPS definisce la finalità delle GPG: «vigilanza o custodia delle proprietà mobiliari od immobiliari». La guardia giurata protegge beni, non persone. Come efficacemente sintetizzato dagli operatori del settore: «La GPG protegge il Rolex, non la signora che lo indossa».
L’uso dell’arma è consentito esclusivamente per legittima difesa (art. 52 c.p.), con i requisiti stringenti di necessità, attualità del pericolo e proporzionalità. Una GPG non può estrarre la pistola per far rispettare l’obbligo del biglietto, per sedare una discussione accesa tra passeggeri o per allontanare un molestatore verbale. In questi scenari, che costituiscono la stragrande maggioranza delle criticità sul TPL, l’arma è inutile quando non controproducente.
Le GPG, inoltre, non dispongono di poteri coercitivi: non possono identificare i passeggeri, imporre ordini, procedere a fermi. La loro formazione, quando orientata al servizio armato, privilegia l’antirapina, il trasporto valori, la protezione di obiettivi sensibili – competenze preziose nei contesti appropriati, ma scarsamente pertinenti alla gestione di conflitti interpersonali su un autobus urbano.
IL QUADRO DELLE BEST PRACTICE NAZIONALI
Il Protocollo siglato nel marzo 2022 tra il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno e le organizzazioni sindacali del settore TPL delinea un approccio alla sicurezza che non contempla l’introduzione di armi da fuoco sui mezzi pubblici.
Le misure previste includono: cabine protette per gli autisti, sistemi di videosorveglianza potenziati, pulsanti di emergenza con collegamento diretto alle forze dell’ordine, formazione del personale in tecniche di de-escalation, supporto legale e psicologico per le vittime di aggressioni, istituzione di un Osservatorio nazionale sul fenomeno, applicazione del DASPO urbano per gli aggressori reiterati.
ATM Milano ha implementato un sistema integrato con 12.000 telecamere, una Sala Operativa Sicurezza attiva 24 ore su 24 e la figura del “Care Manager” per l’assistenza alle vittime. Ferrovie Nord ha sviluppato un’applicazione che consente agli agenti delle forze dell’ordine “autenticati” di segnalare la propria presenza a bordo.
Nessuna di queste best practice prevede la presenza di personale armato sui mezzi. La deterrenza viene costruita attraverso la tecnologia, la formazione, il coordinamento con le forze dell’ordine – non attraverso la potenza di fuoco.
LA SOLUZIONE: ADDETTI AI SERVIZI DI CONTROLLO CON SUPPORTO TECNOLOGICO
Gli Addetti ai Servizi di Controllo, disciplinati dal D.M. 6 ottobre 2009 e dipendenti da agenzie autorizzate ai sensi dell’art. 134 TULPS, rappresentano la figura professionale più appropriata per il presidio del trasporto pubblico locale.
La loro formazione obbligatoria di 90 ore è specificamente orientata alla gestione di situazioni che coinvolgono il pubblico: tecniche di comunicazione non violenta, de-escalation dei conflitti, riconoscimento dei segnali di aggressività, contenimento non lesivo. Non sono armati, eliminando alla radice il rischio di sottrazione dell’arma.
Operano in regime di vigilanza passiva, con obbligo di segnalazione immediata alle forze dell’ordine in caso di situazioni che eccedano le loro competenze. Questo approccio è coerente con il principio di proporzionalità: l’evasione tariffaria, il disturbo della quiete, il comportamento molesto non giustificano la presenza di armi da fuoco in uno spazio confinato con decine di passeggeri.
Come sottolineato dal Presidente di AISS, l’efficacia degli ASC nel contesto TPL richiede però un sistema integrato: addestramento specifico per gli spazi ristretti dell’autobus, procedure codificate, tecnologie di comunicazione che consentano segnalazioni immediate con geolocalizzazione del mezzo e attivazione remota delle telecamere di bordo per consentire alle forze dell’ordine una valutazione in tempo reale della situazione.
La proposta di SUN Novara, pur muovendo da un’esigenza reale e condivisibile – la tutela del personale e dei passeggeri del trasporto pubblico – appare viziata da imprecisioni normative e da una sottovalutazione dei rischi connessi all’introduzione di armi da fuoco in spazi confinati.
Le Guardie Particolari Giurate sono professionisti formati per la custodia di beni e il trasporto valori, non per la gestione di conflitti interpersonali su un autobus urbano. La loro presenza armata introduce un rischio aggiuntivo – la sottrazione dell’arma – documentato da numerosi episodi di cronaca, alcuni dei quali con esiti tragici.
Gli “operatori ausiliari della sicurezza” menzionati da SUN, per quanto definiti dalla norma tecnica UNI 11925:2023, non costituiscono figure autorizzate dal Ministero dell’Interno per attività di sicurezza privata.
La soluzione più appropriata passa per gli Addetti ai Servizi di Controllo, operatori disarmati con formazione specifica in de-escalation, inquadrati in agenzie autorizzate ai sensi dell’art. 134 TULPS. Il loro impiego efficace richiede però un sistema integrato di formazione specifica, procedure operative e supporto tecnologico che consenta il coordinamento in tempo reale con le forze dell’ordine.
La sicurezza del trasporto pubblico è una priorità. Ma la sicurezza si costruisce con competenze appropriate, non con la potenza di fuoco. Novara farebbe bene a riconsiderare questa scelta, prima che la sperimentazione si trasformi in un caso di studio per tutt’altre ragioni.
L’articolo Guardie giurate armate sui bus a Novara: una scelta da riconsiderare proviene da Difesa Online.
Un’analisi dei rischi e delle alternative nella sicurezza del trasporto pubblico locale
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