Huawei bandita dal 5G e dal mercato delle telecomunicazioni britannico
La società cinese di telecomunicazioni Huawei è stata bandita dal Regno Unito il 14 luglio con un provvedimento che le impedirà non solo di partecipare alla realizzazione della rete 5G britannica, ma tutte le apparecchiature dell’azienda cinese dovranno essere rimosse dalle infrastrutture di telecomunicazioni del Paese.
Si tratta di una inversione di rotta da parte del governo di Londra destinata ad avere conseguenze sulle relazioni tra Londra e Pechino già surriscaldate dalla questione Hong Kong con l’offerta della cittadinanza britannica a una platea potenziale di circa 3 milioni di cittadini dell’ex colonia di Sua Maestà.
Parlando in Parlamento, il ministro della Cultura dei Media e dello Sport Oliver Dowden ha annunciato che da fine anno gli operatori non potranno più acquistare apparecchiature da Huawei e avranno tempo fino al 2027 per eliminare le apparecchiature dell’azienda cinese dalle reti esistenti 4G e 3G oltre a quelle già installate per il 5G.
Una scadenza che tiene conto del monito lanciato nei giorni scorsi da British Telecom e Vodafone UK secondo cui per rimpiazzare le apparecchiature Huawei nelle loro reti mobili ci vorranno tra i 5 e i 7 anni.
A gennaio Londra aveva dato a Huawei un accesso limitato alle reti mobili di quinta generazione permettendo agli operatori di ridurre la quota del kit Huawei nelle parti non core della loro infrastruttura al 35% entro il 2023. Le nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti a Huawei a maggio hanno complicato lo scenario: la società cinese non sarà più in grado di procurarsi apparecchiature chiave per chip da fornitori americani di fiducia. Una mossa che aveva spinto il National Cyber Security Center britannico ad avviare una revisione urgente delle procedure.
Dowden ha ammesso che l’iniziativa ritarderà lo sviluppo della rete 5G britannica, stimato in tre anni e con costi per due miliardi di sterline. La decisione, anticipata dai media, è stata formalizzata in una riunione del consiglio di sicurezza nazionale presieduta dal premier Boris Johnson prima che venisse illustrato alla Camera dei Comuni dal ministro Dowden (nella foto sotto).
“Non è stata una decisione facile, ma era quella giusta da prendere”, ha detto il ministro invocando alla base della svolta le raccomandazioni aggiornate dell’intelligence di Sua Maestà: chiamate a rivedere la questione in seguito alle sanzioni aggiuntive imposte dall’alleato americano all’azienda asiatica sui semiconduttori. “Abbiamo sempre valutato Huawei come un fornitore ad alto rischio”, ha puntualizzato, “e siamo stati chiari dal principio che il National Cyber Security Centre avrebbe riesaminato” le cose “se necessario”.
L’ambasciata cinese in Gran Bretagna ha ventilato l’ipotesi di ripercussioni commerciali di fronte a un Regno che “parrebbe dimostrare di non avere una politica estera autonoma” dagli Usa e di voler “diventare nemico” della Cina.
Huawei ha definito la decisione di Londra “una cattiva notizia per chiunque abbia un telefono cellulare nel Regno Unito”, La scelta, ha detto, “minaccia di spostare la Gran Bretagna nella fila lenta del digitale e approfondire il digital divide”, ha commentato Ed Brewster, portavoce di Huawei nel Regno Unito. “Purtroppo, il nostro futuro in questo Paese è diventato politicizzato”, ha aggiunto, “si tratta della politica commerciale degli Usa e non di sicurezza”.
Il governo di Boris Johnson si allinea quindi con Washington che dalla Casa Bianca ha espresso soddisfazione per l’iniziativa e sta reiterando le pressioni su Italia, Germania, Francia e altri Paesi Ue e Nato affinchè assumano iniziative drastiche come quella britannica nei confronti di Huawei.
(con fonte AGI e Ansa)