I francesi uccidono al-Sahrawi, capo dello Stato Islamico nel Sahel
Il capo del gruppo jihadista dello Stato islamico del Gran Sahara (Eigs), Adnan Abou Walid al-Sahrawi è stato ucciso dalle forze francesi dell’Operation Barlhane secondo quanto annunciato oggi dal presidente francese Emmanuel Macron su Twitter. “Questo è un altro grande successo nella nostra lotta contro i gruppi terroristici nel Sahel”.
Al-Sahrawi, nome di battaglia che ne indicava la provenienza da Sahara Occidentale (ex Sahara Spagnolo), era nato a el-Aaiun, da una ricca famiglia di commercianti fuggita poi in Algeria in seguito all0’invasione marocchina del 1975. Da giovane si era unito al movimento indipendentista di ideologia marxista Fronte Polisario per poi aderire, nel 1998, all’Unione dei Giovani Sahrawi.
Nel 2010 si era unito ad una fazione di al-Qaeda nel Maghreb islamico, diventandone presto il portavoce. Nel 2013, si autodefiniva capo di un’organizzazione chiamata Mujahideen Shura Council a Gao, in Mali. Nel 2015 dichiarò la sua fedeltà ad Abu Bakr al-Baghdadi, leader dell’Isis.
La Francia attribuisce a lui numerosi attentati compiuti nel Sahel anche contro obiettivi occidentali, soprattutto nella ‘zona ”calda” ei tre confini’ tra Mali Niger e Burkina Faso.
Tra gli attacchi compiuti dai suoi miliziani anche quello contro i soldati americani nell’ottobre 2017 nel sud-ovest del Niger. Anche in quell’occasione l’EIGS pubblicò il video dell’imboscata in cui caddero quattro militari Usa e cinque nigerini
Dal 4 ottobre 2019 gli Stati Uniti hanno offerto a chi avesse fornito informazioni su di lui una taglia da 5 milioni di dollari. Secondo Parigi al-Sahrawi ordinò personalmente l’assassinio, il 9 agosto 2020, di sei cooperanti francesi, della loro guida e dell’autista entrambi nigerini.
L’EIGS è stato negli ultimi anni il principale bersaglio delle operazioni militari francesi nel Sahel dove opera anche il movimento insurrezionale qaedista Gruppo per la Salvaguardia dell’Islam e dei Musulmani.