IL RECENTE ACCORDO NAVANTIA-FINCANTIERI DOPO LA JOINT VENTURE NAVIRIS
Il primo tentativo di superare i confini nazionali unendo le competenze di due nazioni, Francia e Italia, è la joint venture Naviris, ma manca ancora un asset strategico a livello internazionale mercato: questa dovrebbe essere la prima mossa prima di un consolidamento e trasferimento coerente di tecnologia tra nazioni europee.
La firma del MoU dell’italiana Fincantieri con la spagnola Navantia, avvenuta di recente, rappresenta un passo avanti, che dovrebbe riunire gli attori navali di tre delle principali nazioni del Mediterraneo: quelli di Francia, Italia e Spagna sono abbastanza simili in quanto tutti e tre sono per lo più di proprietà pubblica, mentre ad esempio il caso tedesco è diverso, più frammentato, e le compagnie sono per lo più private. Naval Group riconosce la necessità di ampliare la collaborazione che è stata creata con Naviris, e in prospettiva si punta ad includere anche la Grecia. Da segnalare che nel mese di ottobre Fincantieri ha espresso il proprio interesse alla Grecia ad entrare a far parte di un gruppo di investimento per guidare la ristrutturazione dei Cantieri Elefsis tenendo conto del loro potenziale ruolo per i futuri programmi sia nazionali che continentali. Il General Manager Naval Vessels di Fincantieri ritiene che per l’Europa sarebbe fondamentale avere un gruppo di paesi europei appartenenti alla NATO che dispiegherebbero uno stesso asset utilizzabile in modalità combinata.
Ma, devono essere soddisfatte tre condizioni:
- fare un compromesso tra le esigenze operative delle diverse marine;
- fare un compromesso sulla tabella di marcia, in modo da avere una tempistica ragionevole in termini di produzione;
- Avere la volontà di partecipare alle spese di sviluppo e progettazione.
Se le compagnie navali vogliono crescere negli affari oltre che nella tecnologia, se vogliono qualcosa di grande, possono farlo solo insieme.
L’accordo firmato a Madrid tra Navantia e Fincantieri è generico e non è legato a nessun programma specifico:
- Anche il progetto delle European Patrol Corvette dell’OCCAR vede l’Italia in testa, e dovrebbe essere il primo prodotto comune che potrebbe a breve vedere la luce;
- Un altro prodotto potrebbe essere il futuro cacciatorpediniere (DDX?), un altro progetto su cui per il momento le nazioni coinvolte hanno progetti diversi per esigenze e tempistiche, ma che potrebbe diventare un programma comune per migliorare l’unità europea in campo navale, aumentando la comunanza, facilitando l’interoperabilità e fornendo un notevole vantaggio sul mercato delle esportazioni, rendendo la parola Europa un po’ più concreta.
I FUTURI D.D.X. IN PROGETTO DA PARTE DI FINCANTIERI SARANNO LA BASE DA CUI PARTIRE PER UN PROGETTO EUROPEO?
Sono apparsi sull’autorevole sito “DIFESA.Forumfree” diverse realistiche rappresentazioni dei futuri cacciatorpediniere lanciamissili “DDX” della Marina Militare italiana. Tra non molto sarà indispensabile alienare i due cacciatorpediniere italiani Durand de la Penne e Mimbelli, in onorato servizio nella M.M. da oltre 25 anni ed anche altri cacciatorpedinieri francesi e spagnoli. La Marina Militare Italiana ha espresso l’esigenza per due DDX con funzioni antiaeree / anti-balistiche con un dislocamento molto vicino alle 11.000 tonn standard. Tali avanzate caratteristiche saranno sicuramente condivise con alcuni aggiustamenti da parte franco-spagnola e, chissà, anche britannica. Oltre alle armi di produzione italiana, ogni marina che vorrà unirsi al programma europeo potrà imbarcare armi, elettronica e componentistica di produzione nazionale. Chiaramente questo inficerà fortemente la comunalità di progetto.
DATI TECNICI DEI NUOVI “DDX”:
- Lunghezza circa 180 m;
- Larghezza 23 metri;
- pescaggio 8 m.
- DBR sdoppiato su due tughe.
Questa bella unità segue lo schema generale di un vero e proprio incrociatore lanciamissili da 11.000 t, lungo quasi 180m.
ARMAMENTO:
- 64 VLS: 48 antiaerei e ABM a centro nave; 16 adibiti al lancio di missili da crociera e anti-nave nella tuga di prua dietro all’impianto da 127/64;
- 8 missili Teseo Mk.2-Evolved posizionati fra la sovrastruttura della plancia e il fumaiolo anteriore;
- 3 impianti da 76 “Sovraponte”: 2 posizionati a centro nave ed uno posizionato sopra l’hangar elicotteristico.
Rispetto alla copertura dei 76 Sovraponte, si notano i due fumaioli non centrati: quello più a poppa è a filo del lato di dritta, quello di prua potrebbe essere a filo con il lato di sinistra.
Anche i 76/62 non sembrano ubicati sulla linea d’asse della nave ma sui lati opposti dei fumaioli, anche per questione di bilanciamento.
Ci sarà una certa continuità della sovrastruttura di prua con il ponte di comando che sembra arretrato quasi fino al 76, ma con l’estremità in alto del fumaiolo che sembra spostato a sinistra; il bordo visibile davanti al 76 rispetto al ponte in cui si vedono le mitragliere, fa pensare ad una sovrastruttura che arriva al bordo di dritta. Se la sovrastruttura di prua è abbastanza stretta, si può arrivare a sparare quasi a 0° rispetto all’asse dell’unità, cosa che non dovrebbe essere possibile con il 76/62 di poppa, che però non avrebbe questa necessità.
Il fumaiolo anteriore sembrerebbe in asse con la chiglia; quello poppiero sembra spostato a dritta (in linea col pezzo da 76) cosi da poter avere la tuga radar di poppa a sinistra sull’hangar con parte delle facce del DBR e in cima il radar AESA Kronos Power Shield.
Dai lati della plancia e della tuga missili anti-nave al bordo della delle alette di plancia ci sono diversi metri e vi sarebbe campo libero per i 2 76/62. Il cannone di babordo potrà coprire non solo l’area di prua, ma anche tutto l’arco laterale: se fossero stati posizionati a prua, dove è posizionato il 127/64, avrebbero meno arco libero e quindi un grosso buco nella copertura di babordo. Con i 76 “Sovraponte” posti a centro nave, la copertura è migliore complessivamente e la prua viene coperta lo stesso dando un po’ d’alzo e piazzando una direzione di tiro a prua con capacità di guida del DART: la NA-30 Mk2.
La cosa più rilevante è lo spostamento a centro-nave del grosso dei lanciatori verticali e la migliore suddivisione delle antenne in due blocchi di sovrastrutture più snelli e più distanziati: questo stato di cose comporta la evidente riduzione delle zone d’ombra per il radar AESA Leonardo Power Shield e l’eliminazione delle stesse per il dual band radar.
Le due alberature distanziate verso prua e verso poppa partecipano anche alla stabilizzazione della nave in senso longitudinale e migliorano la sopravvivenza di una parte di sensori elettronici in caso di colpi ostili a segno.
L’incremento del dislocamento consentirebbe di assorbire ampiamente un certo innalzamento di alcuni pesi ubicati in alto.
La prua è chiaramente elegantissima e ricorda le navi italiane del passato e alcuni incrociatori dell’Us Navy degli anni Quaranta.
Le caratteristiche di sopravvivenza (chiaramente) sono state ulteriormente incrementate rispetto agli standard delle unità maggiori precedenti: la distanza tra i due gruppi propulsivi è cresciuta e si aggiunge un ulteriore propulsore anteriore retrattile di emergenza, molto utile per le manovre in porto.
I lanciatori missilistici verticali sono stati giustamente suddivisi e ben distanziati; i lanciatori verticali sono posti tutti molto in alto riducendo in tal modo al minimo la necessità di “attraversare” il ponte resistente, che rimane quindi estremamente solido.
Per quanto riguarda la copertura in autodifesa del settore di prua, è evidente che la nostra Marina Militare ripone piena fiducia nelle capacità antimissili del 127/64 di Leonardo che utilizza munizionamento allo stato dell’arte a livello mondiale. Il cannone è stato sopraelevato e la nuova posizione consente il pieno impiego del 127 contro bersagli a bassissima quota senza rischio di “incocciare” la prua, anche in condizioni di mare estreme.
DOTAZIONI ELICOTTERISTICHE
Le nuove unità potranno imbarcare due AH-101 con funzioni anti-nave, trasporto incursori e A.S.W., gli NH-90 e gli elicotteri a pilotaggio remoto AW-HERO di Leonardo.
IL CONCORSO NELLA DIFESA ANTI MISSILI BALISTICI: l’ASTER Block II
Dato il potenziale di crescita degli attuali sistemi ASTER (SAMP/T per applicazioni terrestri e PAAMS per applicazioni navali), la società europea MBDA (partecipata al 25% da Leonardo), ha studiato l’evoluzione dei propri sistemi introducendo un nuovo intercettore: l’ASTER Block II, necessario per coprire tutte le minacce balistiche a corto e medio raggio (SRBM e MRBM).
Il concetto del sistema ASTER Block 2 è stato definito per coprire lo spettro delle minacce balistiche SRBM e MRBM, con o senza capacità di penetrazione potenziate, ovvero SRBM e MRBM attuali e quelli di nuova generazione. È stato quindi ottimizzato per intercettare nella fascia di altitudine da 20 a 70 km al fine di garantire, tra l’altro, la distruzione dei missili balistici che presentano manovre come l’SS 26, l’M9 e il Fateh 110 nonché i missili di questa classe lanciati in traiettorie strette, che rendono inutili i sistemi eso-atmosferici (in quanto le traiettorie dei missili balistici non lasciano sufficientemente l’atmosfera) e / o sistemi endo-atmosferici bassi (a causa delle manovre evasive).
Il nuovo sistema “ASTER Block II”, pur mantenendo le capacità del sistema ASTER Block 1 (SAMP / T per la versione terrestre o eventualmente il PAAMS Block 1 per la versione navale), consente di affrontare le più probabili minacce balistiche “senza lasciare un buco” dai vettori SRBM o MRBM.
Con la loro proliferazione, questo tipo di minaccia balistica si trova quindi nei teatri operativi esterni, o anche sul fianco sud-orientale dell’Europa, ed è per questo che il concetto del sistema “ASTER Bl2” è stato definito come sistema di difesa contro i missili balistici di teatro, ma che può essere utilizzato anche nell’ambito della Difesa del Territorio, per proteggere centri abitati e/o siti sensibili.
Il suo posizionamento permette di rispondere a:
- Una capacità di difesa autonoma, a livello nazionale / europeo, al fine di proteggere il comando e le forze dispiegate in un teatro di operazioni, nonché le popolazioni del Paese ospitante;
- Un contributo in natura per l’alto livello del programma ALTBMD della NATO per la protezione delle forze dispiegate, inter-operabile con i sistemi ad alto livello americani (SM-3 / Aegis, THAAD), rafforzando così il principio di un comando delle operazioni dispiegabili della NATO ( BMC3 / ACCS);
- Un possibile complemento ai sistemi mobili Aegis / SM-3 degli Stati Uniti per la difesa del territorio della NATO derivante da un’estensione di quello degli Stati Uniti. Infatti, la catena di comando e controllo può essere giustificata a livello NATO solo se consente di gestire le intercettazioni con sistemi provenienti da più alleati; se solo gli Stati Uniti fornissero sistemi di intercettazione, allora il principio di una catena sotto la responsabilità operativa della NATO sarebbe indebolito, a vantaggio di un comando prettamente statunitense.
COMPLEMENTARIETA’ TRA L’ASTER B II con l’SM-3 e il THAAD
Nel caso di ALTBMD e della difesa antimissile, il sistema ASTER Block 2 fornisce capacità aggiuntive:
- Posizionandosi come complemento all’SM-3, che è un sistema navale che intercetta prettamente in eso-atmosferico (al di fuori dell’atmosfera). Il sistema ASTER Block 2 elabora, tra le altre cose, una gamma di missili balistici non coperti dall’SM-3, ovvero SRBM e MRBM con fasi fuori atmosfera insufficienti per garantire l’intercettazione di eso (ad esempio traiettorie strette per missili con un portata inferiore a 1500 km e traiettorie di energia minima per missili con portata inferiore a 800 km);
- Con piattaforme navali europee equipaggiate con ASTER Bl2 inter-operabile con piattaforme navali americane Aegis SM-3, che garantisce una più ampia copertura di protezione geografica, ma anche una migliore tenuta contro la minaccia, in caso di saturazione di attacchi diversi tipi di missili, ad esempio; l’ASTER Block 2 offre una capacità navale ottimale oltre al sistema SM-3 / Aegis;
- Offre un complemento al sistema THAAD, che è un sistema terrestre con capacità di intercettazione endoatmosferica molto elevata (da 40 / 50km di altitudine) e basso esoatmosferico. L’ASTER Block 2 è complementare per una gamma di bersagli che possono essere intercettati solo tra 20 e 40 km di altitudine. Questo è il caso della nuova generazione di SRBM tipo SS26 e del missile cinese M9…;
- Anche l’ASTER Block 2 è considerato complementare al THAAD, perché a differenza di quest’ultimo, la sua definizione è ottimizzata anche per la componente navale;
- Può essere un’alternativa per una componente terrestre, perché l’ASTER Block 2 e il THAAD hanno un dominio di intercettazione comune, e quindi in questo contesto le batterie ASTER Block 2 possono sostituire (o potenziare quantitativamente) le batterie THAAD se queste ultime fossero offerte in quantità insufficiente da parte degli USA per garantire una copertura significativa.
Questa capacità del sistema ASTER B2 nelle sue applicazioni navali e terrestri offre quindi complementarità qualitative e quantitative ai sistemi terrestri THAAD e ai sistemi navali e terrestri SM-3, che hanno lo scopo di aumentare le loro capacità di affrontare le minacce IRBM e ICBM, quindi consentendo una copertura di protezione più ampia.
L’ASTER Block 2 può quindi essere considerato come un elemento di cooperazione con gli Stati Uniti perché è inter-operabile con i sistemi Usa e può essere integrato in un sistema di comando integrato NATO, promuovendo così impegni di cooperazione per le missioni DAMB.
I sistemi DAMB di alto livello sono considerati dagli Stati Uniti come quelli che consentono loro di stabilire la loro supremazia politica e tecnologica, perché richiedono di tirare su il know-how tecnologico; è per questo motivo che sembra impensabile vedere gli USA offrire agli europei forme di cooperazione in attività industriali e tecnologiche di alto valore.
La nicchia della difesa missilistica balistica è fondamentale per posizionarsi come uno dei principali attori nel DAMB sia all’interno della NATO, in cooperazione operativa con gli Stati Uniti, sia verso i paesi esportatori.
L’ASTER Block 2 consente di garantire intercettazioni con impatto diretto in un campo altamente dinamico e in alta quota, cioè in un’atmosfera rarefatta. Per mettere a puto la nuova arma, sono stati sviluppati i seguenti campi tecnologici:
- Il collegamento e il tracciamento del bersaglio a Mach molto alto (circa Mach 7), da parte di un cercatore a infrarossi, in un ambiente con forti vincoli aero-termici dopo che l’IRdome è stato rimosso, il che richiede elevate prestazioni di rilevamento e tracciamento;
- Pilotaggio pirotecnico utilizzando la solida tecnologia DACS (Divert & Attitude Control System) che consente il pilotaggio reattivo in un’atmosfera rarefatta;
- La propulsione da crociera a due livelli di spinta che partecipa al pilotaggio negli strati superiori dell’atmosfera e che deve poter essere fermata a comando per autorizzare la separazione dell’ultimo stadio.
IL CANNONE PRINCIPALE 127/64 Lightweight (LW)
Il cannone navale Leonardo 127mm/64, prodotto sin dal 2005 ed entrato in servizio nel 2012, è il successore dell’Otobreda 127/54 Compatto.
Destinato all’installazione su navi di medie e grandi dimensioni e il suo sistema di caricamento lo rendono compatibile per l’installazione anche in spazi ristretti; il cannone è di tipo polivalente a fuoco rapido e il suo principale compito e di combattimento navale e di appoggio e come compito secondario la lotta antiaerea. L’Otobreda 127/64 Compatto è in uso sulle nuove fregate italo-francesi Classe Bergamini (FREMM) e sulle fregate tedesche Classe F-125. Il cannone può usare il sistema di munizionamento Vulcano con proiettili aventi la caratteristica di possedere una gittata estesa rispetto al munizionamento tradizionale dello stesso calibro e per alcune versioni un sistema di guida che consente attacchi di precisione contro bersagli navali o terrestri. Lo stesso proiettile può essere sparato da calibri diversi (127 mm e 155 mm) in quanto risulta essere sottocalibrato e camerato tramite dei distanziali a perdere nello stesso modo dei proiettili APFSDS, la denominazione precisa per questo tipo di munizioni è HEFSDS (High Explosives Fin Stabilized Discarding Sabot) cioè proiettile ad alta esplosività, stabilizzato ad alette, ad abbandono d’involucro. L’Oto Melara (ora Leonardo) 127/64 Lightweight (LW) è un cannone a fuoco rapido adatto per l’installazione su navi di grandi e medie dimensioni, destinato al fuoco di superficie e al supporto per armi da fuoco navale come ruolo principale e al fuoco antiaereo come ruolo secondario. La compattezza del sistema di alimentazione del cannone rende possibile l’installazione su imbarcazioni a sezione stretta. Il cannone può sparare tutte le munizioni standard da 127 mm (5 pollici), comprese le nuove munizioni guidate a lungo raggio Vulcano. I caricatori automatici modulari permettono di sparare fino a quattro tipi di munizioni diverse e immediatamente selezionabili; i caricatori (quattro fusti, ciascuno con un bossolo pronto al fuoco e 13 altre munizioni in magazzino) possono essere ricaricati mentre il supporto è in funzione. Un sistema di manipolazione delle munizioni è disponibile per trasportare proiettili e cariche propulsive dal deposito munizioni principale ai magazzini di alimentazione, che vengono ricaricati automaticamente. Il flusso delle munizioni è reversibile. I proiettili possono essere scaricati automaticamente dal cannone. Interfacce digitali e analogiche sono disponibili per qualsiasi sistema di gestione del combattimento, anche secondo il protocollo COBRA.
I supporti per cannoni navali da 127/64 LW includono un modulo Vulcano, che agisce in modo duplice:
- Programmatore di fusibili e sistema di guida per munizioni,
- Pianificazione ed esecuzione di missioni per l’azione di supporto al fuoco navale,
- soluzioni di tiro,
- selezione delle munizioni,
- definizione delle traiettorie e sequenze di tiro,
- calcoli balistici che tengono conto del tipo di munizioni.
IL 76 “SOVRAPONTE” DI LEONARDO
L’evoluzione inarrestabile del 76/62, la versione “Sovraponte”, è in corso di avanzato sviluppo da parte delle maestranze italiane, il più avanzato a livello mondiale nella sua categoria, la versione ultima del cannone multi ruolo 76/62 dotato del kit Strales per l’uso delle munizioni guidate DART (Driven Ammunition Reduced Time Of Flight) e i munizionamenti di nuova generazione Vulcano. Il cannone navale 76/62 Sovraponte è un medio calibro leggero e a fuoco rapido che offre prestazioni e flessibilità senza pari in qualsiasi ruolo di difesa aerea e anti-superficie, in particolare nella funzione anti-missilistica. È inoltre prevista la capacità di coinvolgere in modo molto efficace obiettivi di terra per prestazioni uniche multiruolo.
Il 76/62 è adatto per l’installazione su navi di qualsiasi tipo e classe, comprese le piccole unità navali. Sarà disponibile un’interfaccia con un’ampia varietà di sistemi di gestione dei combattimenti navali e/o FCS/EOS, secondo gli standard digitali e analogici, compresa l’architettura aperta. La velocità di ingaggio potrà essere selezionata da scatto singolo a cottura 120 giri/min. In condizioni operative, il tempo tattico è inferiore a 3 secondi e la deviazione standard alla cottura è inferiore a 0,3 mrad, garantendo così un’eccellente precisione. Il 76/62 in tutte le sue continue evoluzioni è l’unico cannone navale di medio calibro disponibile nella capacità di fuoco prolungato, requisito fondamentale in qualsiasi scenario che preveda l’ingaggio simultaneo di più bersagli di manovra, come richiesto dagli emergenti scenari di guerra asimmetrica. Il caricamento automatico avviene tramite un caricatore girevole e il caricamento rapido avviene facilmente anche durante il tiro da parte di due addetti alla movimentazione delle munizioni. La fornitura standard include la nuova Digital Control Console (DCC) che sfrutta la tecnologia digitale per aumentare le funzioni a disposizione dell’operatore e dei manutentori. Il 76/62 è pronto per il funzionamento del fusibile multifunzione programmabile 3AP. Il nuovo 76/62 SR e il nuovo 76/62 SR sono dotati della flessibilità necessaria per essere equipaggiati con optional:
- Scudo Stealth Integrale per ridurre l’RCS totale della nave
- Radar velocità muso per aggiornare l’FCS di eventuali deviazioni dai valori della tabella di range
- Dispositivo di alimentazione multipla per la movimentazione, selezione e alimentazione automatica di qualsiasi tipo di munizione caricata
- Sistema STRALES – un sistema di guida per il proiettile a guida DART.
L’AFFUSTO PER LA DIFESA RAVVICINATA LEONARDO “25/80”
L’affusto Oto Melara 25/80 “Spallaccia” è stato scelto come successore del vecchio affusto da 20mm, rispetto al quale il modello KBA è dotato di caratteristiche di potenza superiori, come il proiettile da 180 grammi anziché da 120, mentre la munizione nel suo complesso pesa certamente 300 grammi in più rispetto al tipo precedente. L’arma ha nervature laterali di rinforzo che servono ad aumentare la superficie a contatto con l’aria, accorgimento che aiuta a raffreddare la canna, priva di un sistema di raffreddamento ad acqua o altro liquido. Il cannone automatico KBA da 25mm oltre ad essere più potente ha anche una cadenza di tiro quasi uguale (inferiore appena del 5%) rispetto al suo omologo da 20mm, risultando così più potente in maniera rimarchevole, ma non avendo sistemi di controllo del tiro particolarmente sofisticati è relegato alle stesse distanze di tiro e inoltre l’alzo è limitato da 60 ad appena 50 gradi, per cui esso è più idoneo al tiro contro bersagli di superficie o aerei a basse quote. Il peso è solo marginalmente maggiore, essendo di 1.050 kg senza munizionamento e di 1.200 kg pronto al fuoco. Le dimensioni sono di 1,60 m di larghezza, 3,844 metri di lunghezza e 1,8 metri di altezza massima. La cadenza tiro è di 550 proiettili al minuto e con 272 proiettili pronti al fuoco senza necessità di ricarica; la scelta tra munizioni perforanti decalibrate od esplosive consente una vasta gamma d’impiego; questo anche grazie alla portata effettiva di tiro che si attesta sui 2.000 metri. I cannoni automatici non sono asserviti ad alcuna apparecchiatura per la direzione del tiro o radar e per la mira l’operatore, che siede dietro l’affusto, si serve di un puntatore optronico, con possibilità di visione notturna, coassiale rispetto alla canna. Il cannone automatico, movimentato da servomotori, ha la possibilità di essere alimentato da fonti elettriche diversificate per motivi di ridondanza: normalmente l’alimentazione proviene dall’impianto elettrico della nave, ma in caso di necessità o di emergenza sono installate delle batterie a 24 V che consentono di avere 30 minuti di autonomia; successivamente ai 30 minuti il controllo ed i movimenti sono completamente manuali. L’Oerlikon KBA 25/80, già in servizio sulla classe Comandanti, sui pattugliatori classe Cassiopea I e Cassiopea II, sulle corvette Minerva sulla portaerei Cavour, sulla unità della classe Orizzonte e sulle nuove FREMM, può essere ormai considerato come uno standard assodato per la Marina Militare Italiana, dalla quale viene principalmente utilizzato come arma antiaerea per la difesa di punto e trova posto anche sul pattugliatore Saettia della Guardia Costiera Italiana. Il più potente cannone Oerlikon KBB da 25/92 spara la cartuccia calibro 25x184mm.
IL SISTEMA “SCLAR H”
Lo SCLAR è un sistema lanciarazzi multiplo prodotto dalla Breda Meccanica Bresciana, utilizzato in genere dalle navi per il lancio di falsi bersagli come bengala e chaff. Ha un calibro da 105mm, elevabile e brandeggiabile, e può lanciare in un raggio di 10 km anche razzi esplosivi, con la celerità di tiro di un razzo al secondo. Lo SCLAR si può considerare un’arma vera e propria, sebbene i cannoni della nave possono assolvere alla funzione molto meglio di un lanciarazzi. La SCLAR ha avuto molto successo tra gli anni settanta e ottanta avendo esordito sulle Lupo e avendo trovato posto nel corso dei lavori di ammodernamento oltre che sulle unità di nuova costruzione, anche sulle unità costruite precedentemente al suo debutto, come nel caso dei cacciatorpediniere Classe Audace sugli incrociatori Classe Doria e sulla portaelicotteri Vittorio Veneto. Il lanciarazzi è stato progettato per l’accurata distribuzione di falsi bersagli per la difesa passiva della nave contro missili a guida IR e a ricerca radar. Lo SCLAR ha la possibilità di caricare simultaneamente diversi tipi di razzi quali Chaff, flares, decoys e bengala e quella di potere selezionare automaticamente i razzi da lanciare. Grazie alla disponibilità di un gran numero di razzi, caricati in singoli contenitori sigillati ha la possibilità di ripetuti ingaggi. Altre caratteristiche sono il controllo automatico da parte della suite da guerra elettronica della nave, il pieno coordinamento con i sistemi di difesa attiva della nave, quali jamming e CIWS, e la capacità di funzionare in qualsiasi condizioni atmosferiche e in ambiente NBC.
IL DECOY “O.D.L.S.”
Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Il Decoy Launching System (ODLS) è un sistema telecomandato adatto per il lancio di diversi tipi di munizioni multiuso. Le versioni speciali possono sparare razzi di calibro diverso da 105 mm – 118 mm, che rappresenta la dimensione standard. L’ODLS è progettato per lo schieramento accurato di esche, fornendo così una difesa passiva per una nave contro i missili radar e di ricerca a infrarossi e può anche essere impiegato nel ruolo di bombardamento a terra.
CARATTERISTICHE DELL’ ODLS:
- Capacità di caricare contemporaneamente diversi tipi di razzi (Chaff, IR, Illuminating);
- Selezione automatica del tipo di razzo da sparare;
- Azione di impegno continuo grazie al rapido ricaricamento delle unità di lancio;
- Controllo automatico completo da parte dell’EWS della nave;
- Funzionamento sicuro in tutte le condizioni operative;
- Nessuna penetrazione del ponte.
APPARATO DI PROPULSIONE
Il sistema propulsivo risulterebbe altamente flessibile potendo scegliere almeno sette configurazioni principali:
- propulsore retrattile di prua
- propulsori elettrici su due assi
- un motore diesel/un asse
- due diesel/due assi
- una turbina/un asse
- una turbina + un diesel /due assi
- due turbine/due assi. Per quanto concerne l’apparato motore dei nuovi “Incrociatori-caccia”, sarebbe prevista:
- o una evoluzione del sistema CODLOG (Combined diesel-electric or gas, quindi con generatori diesel),
- oppure un sistema CODOG (Combined diesel or gas, con diesel di propulsione),
- con l’inserimento di motori elettrici per le basse andature (su tutte le nuove navi) dovrebbe consentire di installare diesel dedicati alla crociera, quindi massimamente efficienti.
IL SISTEMA RADAR A LUNGA PORTATA “KRONOS POWER SHIELD”
Leonardo ha adottato una strategia di alto livello per garantire il costante avanzamento nei settori tecnologici chiave. Laboratori dedicati a specifiche aree di ricerca applicata promuovono l’effettiva integrazione di componenti innovativi all’interno del nostro portafoglio radar esistente e i nuovi sviluppi in questo ambito. Un elemento chiave di questa strategia è la progettazione della più avanzata famiglia di radar AESA: la famiglia dei Kronos che presenta versioni a facce fisse, rotanti, in banda X, C ed L, ed è basata su tecnologia proprietaria all’Arseniuro di Gallio (GaAs) e al Nitruro di Gallio (GaN). Il portafoglio radar include la famiglia RAT31 di radar a lungo raggio, in versione fissa e dispiegabile per la sorveglianza early warning, radar per il controllo del tiro (famiglia dei sistemi NA30S e Falco Plus), necessari per il controllo dei sistemi d’arma e la guida di batterie di missili. Completano l’ampia gamma dei sensori radar della Divisione Elettronica per la Difesa Terrestre e Navale i radar per la sorveglianza passiva (AULOS), per l’atterraggio di precisione (PAR), per l’identificazione amico-nemico (IFF) per applicazioni navali e terrestri, insieme ai radar di sorveglianza bidimensionali per applicazioni di navigazione e costieri. Leonardo attualmente lavora alacremente su “Il primo radar completamente digitale d’Europa”, un radar a scansione elettronica completamente digitale e attiva: il Kronos Power Shield in banda L – che, secondo l’azienda, sarà l’unico del suo genere in Europa. Il radar Kronos Power Shield in banda L è in costruzione per la nuova nave della Marina Militare Italiana, la L.H.D. “TRIESTE”. Il nuovo radar Leonardo AESA è un sistema completamente digitale, che consente di gestire una maggiore quantità di dati in minor tempo, migliorando così le prestazioni del radar. I radar a scansione elettronica attiva utilizzano griglie di piccoli moduli di ricezione in trasmissione, ognuno dei quali genera un singolo raggio radar che può essere combinato per creare un raggio radar più grande, composito e diretto. Con ogni TRM contenente la propria fonte di alimentazione, la rottura di un TRM influisce pochissimo sulle prestazioni complessive, a differenza dei radar tradizionali dove un’unica fonte di alimentazione dietro l’antenna alimenta l’intero radar, il che significa un guasto totale in caso di perdita della fonte di alimentazione. La novità principale del nuovo radar di Leonardo è che il segnale di trasmissione e ricezione è già digitale a livello del singolo elemento radiante, basato su “TRM digitali ospitati nei cosiddetti blocchi denominati Digital Active Tile”. Utilizzando un sistema completamente digitale significa che il ricetrasmettitore radar è più sottile e permette al sistema radar di elaborare più velocemente un maggior numero di informazioni. Il radar rotante “KRONOS POWER SHIELD” di circa 40 metri quadrati offrirà un campo di sorveglianza strumentale esteso da 1.500 a oltre 2.000 km.
Fincantieri ha iniziato a lavorare a luglio sulla nuova LHD TRIESTE da 1,1 miliardi di euro, un’imbarcazione capace di 25 nodi e lunga oltre 200 metri che entrerà in servizio intorno al 2022. Il radar multifunzionale equipaggerà l’LHD italiana e il Landing Platform Dock che Fincantieri costruirà per il Qatar. La nuova tecnologia è in fase di sviluppo mentre Fincantieri è in trattative per la costruzione congiunta di navi da guerra con il Gruppo Navale Francese. I vertici politici Italiani hanno sollevato il timore che i sistemi radar di Leonardo possano essere esclusi dal programma congiunto privilegiando i sistemi radar della francese Thales. Leonardo offre anche radar a schermo piatto in banda C e X, noti come Kronos, che saranno utilizzati sulle nuove fregate PPA polivalenti italiane.
Il KRONOS® Power Shield è un radar di allerta precoce per la difesa contro missili balistici tattici (ATBM) e minacce Aerea (ABT). È stato progettato per applicazioni navali ed è capace di operare in modalità rotante e fissa.
Leonardo sta lavorando alla versione terrestre del KRONOS POWERSHIELD.
Il sensore radar navale del tipo “phased array attivo” operante in banda L (nota anche come banda D e caratterizzata da una frequenza di lavoro compresa tra 1 e 2 Ghz, pari a lunghezze d’onda comprese tra 15 cm e 30 cm) sarà il radar principale della nuova LHD TRIESTE (ed è tra le possibili opzioni per il futuro Aggiornamento di Mezza Vita dei caccia classe DORIA). La versione terrestre del KRONOS POWERSHIELD sarà probabilmente destinata a rimpiazzare il RAT-31DL, il principale sensore della Difesa Aerea italiana (esportato in molti Paesi della NATO). Il RAT 31 DL è un radar di allerta precoce in banda L con antenna phased array a stato solido. Il RAT 31 DL è un sistema radar all’avanguardia progettato per operare integrato con i più moderni sistemi di difesa aerea militare.Leonardo sta inoltre sviluppando una nuova famiglia di radar tattici multi-missione destinati ad operare sul campo di battaglia. L’azienda sta ancora studiando sia la banda di lavoro del sensore, sia le sue possibili applicazioni (sorveglianza campo di battaglia, confini, sistema anti-drone, ecc.).
IL NUOVO PONTE DI COMANDO, LA REALTA’ VIRTUALE ED I RADAR AESA “KRONOS DUAL BAND RADAR IN BANDA “C” e “X”
La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. La realtà virtuale prende forma per la prima volta in un curioso prototipo dal nome suggestivo: Sensorama. Ideato nel 1957 per il cinema da Morton Heilig, il Sensorama era un affascinante macchinario in grado di riprodurre immagini stereo in 3D, vibrazioni, vento, sensazione tattile di movimento e persino dotata di un sistema per riprodurre i profumi, in modo da sollecitare anche la sensibilità olfattiva. Sono passati sessant’anni dai primi tentativi di sperimentazione della cosiddetta “realtà virtuale” e oggi questa tecnologia è entrata nelle nostre vite e, soprattutto, nei nostri ambienti di lavoro, consentendoci di immergersi completamente in un ambiente tridimensionale, di interagire ed esplorarlo, come se ci si trovasse al suo interno. Sono infatti ormai sempre più numerosi gli impieghi della realtà virtuale, in particolar modo nel campo sanitario, dallo studio di immagini diagnostiche in 3D alla simulazione di interventi complessi, passando nei settori creativi e di intrattenimento, come la progettazione di edifici e di giochi e, infine, nell’industria manifatturiera e nei servizi di manutenzione e di addestramento del personale. Ed è proprio l’industria manifatturiera uno dei maggiori utilizzatori di tecniche di realtà virtuale, soprattutto le aziende dove si investe costantemente in nuove tecnologie, con l’obiettivo di creare soluzioni innovative per progettare sistemi, velivoli, radar. Tramite queste tecnologie gli ingegneri sono in grado di realizzare dei prototipi virtuali per individuare possibili errori già nella fase progettuale, introducendo eventuali modifiche o correzioni prima di iniziare la fase di produzione, generando così un notevole risparmio economico. Altrettanto efficace l’impiego della realtà virtuale durante la fase della manutenzione, che consente la riduzione degli interventi e la rapida risoluzione di possibili conflitti o guasti. Un ponte di comando di una nave multiruolo all’interno del quale muoversi e sperimentare, attraverso la realtà virtuale, sistemi e sensori di nuova generazione: è HOPLITE (Highly OPerational Laboratory for Integration Testing and Evaluation), un innovativo “test bed navale integrato”, combinazione di prototipo fisico e virtuale, realizzato da Leonardo. Il dimostratore consente la simulazione della gestione integrata delle operazioni di conduzione della nave e del sistema di combattimento tramite un cockpit virtuale integrato per la gestione completa dell’ unità navale, nonché l’integrazione fisica e funzionale dei sensori radar, EO e di comunicazione oltre all’interazione con la sovrastruttura. All’interno della sala di comando di HOPLITE è possibile, indossando un visore con sensori giroscopici e grazie all’ausilio di tecnologie di realtà aumentata, osservare il funzionamento dei nuovi radar multifunzionali a facce fisse e a doppia banda, dei sensori di individuazione amico-nemico e all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento dei bersagli, nonché degli avanzati sistemi di comunicazione integrata radio e satellitare. All’interno di HOPLITE troviamo il nuovo Combat Management System, caratterizzato da un’architettura aperta, modulare e riconfigurabile in base alla tipologia di missione, che rappresenta il vero e proprio centro di comando e controllo della nave.
Il sistema HOPLITE riproduce parte della sovrastruttura (Integrated Mast) delle nuove unità navali della Marina Militare italiana. Leonardo è infatti responsabile dell’intero sistema di combattimento oltre che della fornitura e integrazione di tutti i sistemi a bordo delle nuove unità che rinnoveranno la flotta nazionale. Le nuove navi sono certamente unità di concezione innovativa per sorvegliare e controllare gli spazi marittimi d’interesse nazionale, vigilare sulle attività marittime ed economiche, concorrere alla salvaguardia dell’ambiente marino, supportare operazioni di soccorso alla popolazione colpita da calamità naturali. Anche l’addestramento manutentivo ed operativo è realizzato in un ambiente virtuale immersivo denominato MORPHEUS, in cui gli operatori e i manutentori possono esercitarsi nelle procedure operative e di manutenzione, utilizzando una fedele rappresentazione virtuale degli apparati, come se operassero nell’ambiente reale.
In particolare, HOPLITE è stato realizzato dalla Divisione Elettronica Terrestre e Navale di Leonardo presso il centro di integrazione navale situato nella sede di Arco Felice (Napoli). La struttura metallica che contiene tutti i sistemi che compongono il cockpit della nave, è completamente smontabile e rivestita in pannelli realizzati in materiale composito. La realizzazione del prototipo virtuale ha consentito di effettuare tutte le validazioni ergonomiche e il corretto posizionamento dei sensori, prima di attuare scelte definitive per la realizzazione dei sistemi navali. Con una leadership più che cinquantennale e sistemi installati sulle navi di oltre 40 Marine Militari di vari paesi nel mondo, Leonardo è un player di riferimento in grado di fornire soluzioni complete per la gestione delle missioni navali che integrano più tipologie di sensori tra cui radar, sistemi elettronici e d’arma, elicotteri e velivoli anche a pilotaggio remoto. I prodotti offerti sono in grado di soddisfare tutti i requisiti adattabili a scenari di missione in continua evoluzione, per qualunque tipologia di nave, di qualunque classe e tonnellaggio: dalle piccole motovedette ai dragamine, fino alle grandi portaerei.
IL COMBAT MANAGEMENT SYSTEM
Per le nuove navi Leonardo, responsabile del Sistema di Combattimento completo della nave, fornisce il Combat Management System di nuova generazione ad architettura aperta, modulare e riconfigurabile, progettato per essere un sistema C4I completo con accesso ai servizi di rete della coalizione così come a quelli strategici nazionali. Nella plancia è previsto il cockpit integrato, un innovativo sistema realizzato insieme a Fincantieri, che consentirà per la prima volta la gestione integrata delle operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, impiegando un numero ridotto di addetti, grazie anche all’utilizzo di tecnologie di realtà aumentata.
I nuovi sistemi forniti da Leonardo includono:
- il radar di controllo del tiro multisensore bi banda (X e Ka) NA30S MK2, che consente la guida della munizione DART,
- il KRONOS dual band radar multifunzionale Active Electronically Scanned Array a quattro facce fisse nelle bande C e X,
- il radar di sorveglianza aerea e di superficie LPI SPS732,
- sensori IFF (Identification Friend or Foe) di nuova generazione con antenna circolare,
- e l’innovativo IRST (InfraRed Search and Track) statico, un sensore all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento di bersagli, basato su molteplici teste ottiche non rotanti, distribuite sui quattro lati della nave per garantire una visione a 360 gradi, senza soluzione di continuità.
I nuovi incrociatori da oltre 11.000 ton verranno anche dotati di un sistema di comunicazioni integrato che include, insieme ai sistemi satellitari multibanda, anche le nuove Software Defined Radio.
(Fonti delle notizie: Web, Google, EDRmagazine, Forumfree, Wikipedia, You Tube)