Uno dei tanti progetti bloccati dall’armistizio, fu il Fiat G.57: avrebbe dovuto sostituire il Fiat G-55 S, ma come “caccia imbarcato” sulla portaerei “Aquila” al tempo in avanzata fase di costruzione.
Le maggiori differenze con il G-55S consistevano nel motore radiale Fiat A 82 da 1250Hp, nell’ogiva dell’elica di forma diversa e avrebbe dovuto essere armato con un siluro più leggero da 680 Kg.
Il primo passo per l’avanzamento del progetto fu quello di accorciare la fusoliera e le ali, per poi tagliare la parte motore del G 55, alloggiare una nuova “naca” di provenienza di un Reggiane 2002, rimodellare i flabelli e allungarli di 3mm circa.
La scanalatura ubicata dietro la naca doveva alloggiare i flabelli e quindi il nuovo alloggiamento del motore radiale.
Il G.57 era una versione riprogettata del G-55/56 che adottava il motore radiale Fiat A.82 R.C.24-52 da 1250 hp; nessun prototipo di questa nuova versione fu provato in volo. Come già evidenziato, avrebbe dovuto essere equipaggiato con un siluro Whitehead da 680 kg (una versione più corta e meno ingombrante di quella standard usata dall’aerosilurante SM.79.
Fu uno degli ultimi progetti della divisione aeronautica della FIAT prima della firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943. Il gruppo di progettazione era sotto la direzione dell’Ing. Giuseppe Gabrielli che – per questo progetto – aveva deciso, come si suol dire, di tornare alle origini e, al posto del solito motore lineare di provenienza tedesca, aveva scelto un più robusto e meno oneroso motore radiale.
Il velivolo era destinato alla produzione in serie nella seconda metà dell’anno 1943 e aveva superato la maggior parte delle fasi di progettazione: l’ala bassa, la parte centrale della fusoliera con la cabina del pilota e la parte posteriore della fusoliera con le ali. Era stata modificata solo la sezione di prua dove era previsto il motore radiale del FIAT A-83-24.52 “Vortice” da 1475 HP con raffreddamento ad aria che avrebbe migliorato sicuramente la sopravvivenza del caccia; la velocità massima non doveva essere inferiore ai 600 km/h. Inoltre, con l’armamento in pancia di siluri da 680 kg, sarebbe stato un avversario molto pericoloso e ostico per le navi alleate.
Nell’agosto del 1943 fu disposto di redigere il progetto definitivo del Fiat G. 57. Gli eventi successivi affossarono definitivamente le fasi finali della messa a punto. Dopo l’armistizio e la conseguente occupazione da parte delle truppe tedesche, il G-57 fu abbandonato. Nel dopoguerra alcuni componenti tecnici del velivolo furono utilizzati per assemblare il Fiat G. 59.
(Fonti delle notizie: Web, Google, mab.forumfree.it, secretprojects.co.uk, Wikipedia, You Tube)