Il futuro Armored Infantry Combat System dell’Esercito Italiano
- dovranno condurre operazioni in varie condizioni climatiche, in collaborazione non solo con altri mezzi militari delle forze di terra ma anche con mezzi da combattimento di altre forze armate in operazioni multi-dominio sempre più diffusi;
- saranno dotati di sistemi elettronici avanzati che permetteranno di operare all’interno di unità miste, costituite da veicoli con e senza equipaggio;
- saranno installati a bordo sistemi di auto diagnosi delle avarie che consentiranno al personale tecnico di risolvere rapidamente i problemi, alleggerendo la logistica, sempre più informatizzata, e le attività di manutenzione, migliorando il tasso di operatività dei mezzi da combattimento;
- dovranno essere dotati di sistemi di protezione attiva (APS), resi indispensabili dalla minaccia portata dai missili anticarro a testata multipla con profilo d’attacco dall’alto e dal sempre più frequente impiego di munizioni “loitering” e/o droni “suicidi” il cui impiego, nei recenti conflitti tra Medio Oriente, Caucaso e Africa del Nord, ha mostrato i limiti degli attuali livelli di protezione passiva di carri armati e dei veicoli blindati, esposti a questi letali sistemi d’arma;
- dovrà rappresentare un “punto di rottura” con l’attuale Dardo ed in parte con l’IFV ruotato Freccia, grazie all’ampio ricorso alla tecnologia “fight -by-wire” ed alla capacità MUM-T o Manned Unmanned Teaming;
- la torretta adottata potrà essere “inabitata”, ovviamente con l’opzione del controllo manuale di emergenza: si parla dell’impiego di munizionamento programmabile integrato da missili con capacità “fire and forget” ed un sistema d’arma laser, peraltro, non ancora specificato;
- il nuovo mezzo adotterà probabilmente il nuovo cannone Leonardo-OTO da 30 mm;
- dovrà possedere ottime capacità di spostamento e movimento su ogni tipo di terreno;
- per il propulsore è probabile una soluzione ibrida diesel-elettrica, con possibilità di guidare il mezzo in modalità esclusivamente elettrica. La modalità “full-electric” sarà possibile solo ad andature a bassa velocità, indispensabili nel caso di movimenti a bassa “osservabilità termica ed audio” nei pressi delle linee nemiche o per operazioni di ricognizione; oltre un certo limite di velocità, entrerà in funzione la propulsione mista elettrica-termica o esclusivamente termica, a seconda della tipologia di sistema ibrido prescelto. Tale soluzione necessita l’adozione di batterie particolarmente potenti e performanti che dovranno operare non solo a favore del sistema propulsivo ma anche per il funzionamento dei sistemi di bordo e della torretta;
- l’equipaggio del nuovo mezzo sarà composto da 2-3 uomini e la squadra di fanteria da un massimo di 8 fucilieri assaltatori completamente equipaggiati. I Dardo ora in servizio hanno un equipaggio di tre uomini (pilota, capo-carro e servente) e la squadra trasportata consiste di sei fucilieri assaltatori, considerata troppo limitata per le attuali esigenze di combattimento terrestre;
- la squadra di fanteria del nuovo mezzo avrà a disposizione anche micro UAV e UGV per allargare il raggio di sorveglianza e ricognizione del teatro d’azione e questi mezzi dovranno e potranno essere comandati da remoto a terra e a bordo dei nuovi IFV.
- Puma e Lynx 41 prodotti da Rheinmetall,
- l’ASCOD 2/Pizarro/Ajax di General Dynamics Land Systems Europe,
- il CV90 di BAE Systems/Hagglunds
- ed, ovviamente, una soluzione nazionale proposta dal Consorzio Iveco OTO Melara (Leonardo).