Il ministro Guerini non vede rischi dalla vendita di due Fremm all’Egitto
il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, in audizione davanti alla commissione d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso al Cairo nel 2016, ha dichiarato di non vedere ostacoli alla vendita delle due fregate tipo FREMM all’Egitto, oggetto recentemente di un acceso dibattito.
“Lo stato maggiore della Difesa ha espresso la condizionalità che le navi oggetto di possibile cessione vengano reintegrate da parte di Fincantieri a favore della Marina Militare con altre due unità di ultima generazione entro il 2024″, dunque “non intravedo rischi relativamente alla nostra capacità di assolvere puntualmente i nostri impegni operativi. Il completamento della linea Fremm per la nostra Marina Militare sarebbe solo differito temporalmente, non comportando alcun onere aggiuntivo”.
“Infatti – ha spiegato il ministro – ove si concretizzasse la vendita all’Egitto, la Difesa beneficerà di un corrispondente credito a valere su Fincantieri, in relazione ai fondi a bilancio già erogati all’Industria”. “Non credo che lo sviluppo di relazioni con Egitto sia un freno alla ricerca della verità sulla morte di Giulio Regeni”. ha aggiunto Guerini.
“Noi pretendiamo passi avanti nell’individuazione delle responsabilità sull’omicidio, lo sviluppo di relazioni con l’Egitto è tuttavia necessario, a partire dallo scenario libico. C’è la volontà di sviluppare con Il Cairo un’interlocuzione seria, esigente e responsabile”.
“Credo che la volontà di lavorare intorno al mantenimento e allo sviluppo delle relazioni con l’Egitto, anche per le funzioni che svolge nel bacino mediterraneo e in un’area di rilevanza strategica, debba accompagnarsi a un’iniziativa molto forte per la pretesa della ricerca della verità”.
Quanto al rafforzamento della Marina egiziana con la vendita delle fregate italiane il ministro ha sottolineato che “l’Egitto è già in possesso di uno strumento militare di significative dimensioni, ed equipaggiato al passo coi tempi”.
Per Guerini non dobbiamo immaginare i rapporti dell’Italia con l’Egitto nella partita libica “come una relazione che avviene su fronti contrapposti. L’Italia ha cercato nella partita libica di mantenere un ruolo, un profilo, teso a ricostruire le condizioni per una soluzione politica”, ha sottolineato il ministro, precisando che alla luce di questa posizione,” l’Italia ha quindi mantenuto un forte impegno a costruire relazioni con tutti i soggetti coinvolti nella crisi”.
Il ministro ha inoltre osservato che l’autorizzazione del parlamento egiziano alla eventuale mobilitazione da parte delle Forze armate al di fuori dei confini, compresa quindi la Libia, debba essere letta “dentro una visione di individuazione di strumenti di pressione per fermare l’intensità del conflitto con particolare attenzione alle possibili offensive su Sirte”.