Il paradosso della vendita britannica ad Ankara: perché gli F-35 no e i Typhoon sì?
Il 23 luglio 2025, il governo britannico ha annunciato un importante passo avanti nella vendita di caccia Eurofighter Typhoon alla Turchia. Una notizia che ha fatto rumore, non solo per il valore potenziale dell’accordo – miliardi di sterline e posti di lavoro nel settore aerospaziale del Regno Unito – ma soprattutto per il clamoroso cambio di passo politico e strategico rispetto alla posizione tenuta dall’Occidente fino a ieri…
La Turchia era stata estromessa dal programma F-35 dagli Stati Uniti (con il pieno consenso della NATO!) a seguito dell’acquisto e della messa in servizio dei sistemi antiaerei russi S-400. Una scelta giudicata incompatibile con la sicurezza dell’Alleanza e potenzialmente rischiosa per la segretezza tecnologica del caccia stealth americano.
La decisione fu dura ma coerente: chi importa sensori e radar d’origine russa non può ottenere l’accesso al più avanzato aereo da combattimento occidentale.
La domanda è ora perché gli F-35 no, ma i Typhoon sì?
L’Eurofighter Typhoon, pur non essendo un caccia di 5ª generazione, è comunque un velivolo avanzato, dotato di radar AESA, datalink NATO, capacità multiruolo e integrazione con armi di precisione occidentali. Le preoccupazioni di compromissione dei dati – specialmente in ambienti dove operano i radar S-400 – dovrebbero teoricamente valere anche per lui.
Il Typhoon non è un programma statunitense, bensì un consorzio “europeo” intergovernativo (con Regno Unito, Germania, Italia e Spagna). Fino a che punto è tollerabile la flessibilità politica e industriale per la vendita alla Turchia?
Il Regno Unito, ormai fuori dall’Unione Europea ma ansioso di contare ancora nello scacchiere strategico, finge di non vedere in Ankara il partner levantinamente filorusso o filoatlantico, a seconda di dove soffi il vento dell’interesse.
Certo, a livello pratico, la vendita potrebbe tenere in vita la linea industriale del Typhoon, evitando la chiusura di impianti e la dispersione di competenze. Un’opportunità economica che pesa più delle riserve geopolitiche?
Eppure, il nodo è di una gravità inaudita: gli S-400 sono ancora lì, operativi!
Le rassicurazioni turche sul fatto che il sistema non sia connesso alle reti NATO o ai velivoli occidentali restano dichiarazioni unilaterali, non verificabili con sicurezza.
Non è un caso che gli Stati Uniti non abbiano mai approvato il rientro della Turchia nel programma F-35, né accennato a una futura apertura.
Il Typhoon può quindi essere esportato perché meno “sensibile”?
Se il pericolo era la raccolta dati dei radar russi, allora non esiste “versione minore” del rischio. Si tratta della stessa architettura operativa, dello stesso teatro, degli stessi vincoli. E ciò che oggi si accetta con un Typhoon, domani potrebbe compromettere anche altro.
Ma d’altra parte, se il Regno Unito se ne è andato dalla UE e la Turchia non è mai stata fatta entrare, a chi potrà mai interessare? Forse ai quattro sudditi europei di Sua Maestà (Germania, Italia, Spagna e Austria) che utilizzano il velivolo?!!!
Foto: Aeronautica Militare
L’articolo Il paradosso della vendita britannica ad Ankara: perché gli F-35 no e i Typhoon sì? proviene da Difesa Online.
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