Il P.133, ex-P.108Bis fu richiesto nell’ottobre 1942 con ala aumentata ad 135 a 160 m2 e motori P.XII RC.35 da 1.500 hp. Ne vennero ordinati 24, poi ridotti nel maggio del ’43 a 6. Esso era stato ispirato più che dal B-17, dal B-24, un esemplare del quale era stato visionato da Casiraghi durante il conflitto. Il prototipo del P.133 MM.26248, con doppia deriva, motori potenziati, 6 cannoni da 20 e 4 da 12,7, 4,8 t di carico, velocità prevista 490 kmh, era in costruzione ai tempi dell’armistizio; poi se ne persero le tracce; forse rimase sepolto sotto una galleria usata per la sua costruzione al riparo di eventuali attacchi aerei distruttivi.
All’epoca, la Regia Aeronautica era già in estrema difficoltà per apprezzare questo avanzato velivolo plurimotore: era oramai ridotta a compiti prettamente difensivi.
Il progetto del P.130 per un bombardiere stratosferico del ’42, con 4 motori P.XII e un motore DB-605 per ristabilire la compressione ad alte quote, messo dentro la fusoliera; era previsto anche il derivato P-133C da trasporto passeggeri da 5.000 km di autonomia. All’epoca era inverosimile che la Piaggio potesse pianificare con un minimo di realismo lo sviluppo pressoché contemporaneo di così tanti progetti di apparecchi quadrimotori.
E infatti, di vari velivoli fu a malapena possibile mettere a punto dopo anni di fatica il bombardiere P.108B. Erano certo ‘altri tempi’: adesso progettare un quadrimotore militare è difficilissimo persino per un grande gruppo aerospaziale, oltre che un salasso finanziario per industrie e contribuenti. All’epoca, invece, una squadriglia di 9 P.108B costava circa 46 milioni, grosso modo come un gruppo di 26 S.79, ma – avendo bisogno solo di 54 aviatori anziché di 130 -, era una scelta considerata vantaggiosa anche dal punto di vista economico. La Regia Aeronautica voleva subordinare la commessa all’esito delle prove del prototipo ma la Piaggio avvertì che si sarebbe andati incontro a ritardi intollerabili.
Il 1° giugno 1943 lo S.M. autorizzò l’approntamento delle attrezzature e l’acquisto dei materiali necessari per una fornitura iniziale di sei P.133; per parte sua la ditta avviò a Finale la costruzione del primo esemplare il cui completamento era previsto entro la fine dell’anno. All’8 settembre i lavori erano giunti all’incrocio delle semiali con la fusoliera; trasferito nella galleria naturale Ghigliazza il prototipo vi rimase occultato per qualche tempo, al sicuro da attacchi aerei, e fu poi demolito sul posto.
Il Piaggio P.133 era un nuovo bombardiere strategico e la costruzione del 1° prototipo fu terminata al 90% l’8 settembre 1943 data dell’armistizio. Il bombardiere era progettato per essere “completamente metallico” con una corazza pesante per la cabina di pilotaggio.
Le caratteristiche di progetto previste erano:
- Motori: 4 Piaggio P.XV. RC.60 a 18 cilindri doppia stella, 1.700 hp al decollo e 1.520 continui, 4 motori radiali Piaggio P XXII 1700 HP, un altro DB-605 in fusoliera collegato con due compressori centrifughi, uno che alimentava i 4 Piaggio ed uno per la pressurizzazione dell’abitacolo; eliche P.1002 Piaggio tripala metalliche, 17.000 l di carburante;
- Aperura alare 36 m,
- lunghezza 24,6 m,
- altezza 4,4 m,
- superficie alare: 160 m2
- Pesi: 17.500 kg, max. 38.000 kg
- Prestazioni: 490 kmh a 6.600 m, crociera 400 kmh a 7.000 m, salita a 6.000 in 31 minuti, raggio d’azione max. 2300 km, autonomia 3.200 km a 400 kmh, max 5.100 m. Velocità massima: 490 km/h
- Autonomia: 5.100 km
- Carico di bombe: 4.800 kg; 10 bombe convenzionali italiane da 500 Kg.
- Armamento: 4 x 12,7 e 6 x 20 mm (2 torrette dorsali, 2 laterali, 1 di coda, 1 ventrale e 4 anteriori); 5-6 Mg-151 o SAFAT da 12,7 mm in torrette Breda comandate a distanza. Il Piaggio P 133 del 1975 avrebbe dovuto avere in dotazione tre armi fisse da 12,7 nel muso” comandate e puntate dai piloti a distanza. E’ possibile che un ulteriore mitragliatrice Breda-SAFAT fosse ubicata nel muso in un sistema addestrabile per un mitragliere/bombardiere. L’ipotesi alternativa poteva essere quella di 4 mitragliatrici in una torretta stile AVRO-Lancaster. E’ improbabile che due o più mitraglieri fossero previsti nel muso del bombardiere. Fusoliera di babordo e tribordo: due cannoni Ikaria Mg-FF da 20 mm. In coda: un cannone Mg-151. Passo inferiore della fusoliera: un cannone Mg-151. Le torrette alari simili a quelle del P-108 furono ritirate per due torrette di fusoliera convenzionali e più economiche.
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