Il sottomarino Scirè messo in secco
In mare aperto, nel Golfo dei Poeti, tra l’isola del Tino e della Palmaria, si è compiuta un’operazione tecnica di portata storica per la Marina Militare: la messa in secco di un sottomarino a bordo di un’unità semisommergibile.
Una manovra altamente complessa, che segna una pietra miliare per la componente sommergibili e l’intera Forza Armata.
Il successo dell’operazione è frutto della sinergia tra la Marina Militare e Fincantieri. Un lavoro di squadra che ha visto convergere competenze ingegneristiche, logistiche e operative in un processo sincronizzato con assoluta precisione.
Dalla stabilizzazione in mare al posizionamento millimetrico del battello, fino al sollevamento sulla piattaforma galleggiante, ogni fase ha richiesto massimo rigore tecnico e costante attenzione alle variabili marine.
«C’è entusiasmo, orgoglio e anche un’emozione tangibile. Non si trattava soltanto di portare a termine una manovra complessa, ma di farlo per la prima volta in condizioni operative reali e in piena sinergia con partner di altissimo livello», ha commentato il comandante dello Scirè, capitano di corvetta Andrea Vito Palombella.
Il completamento dell’operazione rappresenta non solo un traguardo tecnico-operativo, ma anche un forte segnale della capacità, affidabilità e proiezione internazionale del sistema militare-industriale italiano.

L’articolo Il sottomarino Scirè messo in secco proviene da Difesa Online.
In mare aperto, nel Golfo dei Poeti, tra l’isola del Tino e della Palmaria, si è compiuta un’operazione tecnica di portata storica per la Marina Militare: la messa in secco di un sottomarino a bordo di un’unità semisommergibile. Una manovra…
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