Il valzer della distruzione: l’inevitabile rappresaglia nel caos mediorientale
Ad un occhio incuriosito dalle molteplici prospettive, accedere alla visione mediorientale equivale ad entrare nella NY Subway lasciandosi prendere dal fluire del valzer che sta danzando Henry Sagan, l’improbabile Re Pescatore di Terry Gillian; immaginare che in questi attimi possa già essere in volo la rappresaglia israeliana, fa sì che il tempo si sospenda, che non ricominci ma inizi finendo, perché non c’è un prima o un dopo ma un’immediatezza subitanea, c’è un qui sospeso e fermo, inevitabile.
Ad un occhio incuriosito dalle molteplici prospettive, accedere alla visione mediorientale equivale ad entrare nella NY Subway lasciandosi prendere dal fluire del valzer che sta danzando Henry Sagan, l’improbabile Re Pescatore di Terry Gillian; immaginare che in questi attimi possa già essere in volo la rappresaglia israeliana, fa sì che il tempo si sospenda, che non ricominci ma inizi finendo, perché non c’è un prima o un dopo ma un’immediatezza subitanea, c’è un qui sospeso e fermo, inevitabile.
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