In Afghanistan quasi 50mila morti in 10 anni per attacchi con esplosivi
AsiaNews – Almeno 90 persone sono state uccise e oltre 150 ferite per l’esplosione di due bombe nei pressi dell’aeroporto di Hamid Karzai di Kabul. Il Pentagono ha confermato che tra le vittime c’erano 13 soldati americani, mentre il resto erano per lo più civili tra cui molte donne e bambini. L’attacco è stato rivendicato dal ramo afghano dello Stato Islamico (Stato islamico della provincia di Khorasan).
Ma gli attentati e gli attacchi suicidi non sono una novità in Afghanistan, al contrario: secondo Action on Armed Violence (Aoav, un progetto che monitora la violenza causata dagli ordigni esplosivi nel mondo), nel 2020 l’Afghanistan è risultato essere il Paese con più vittime civili al mondo. Dal 2011 al 2020 l’Aoav ha infatti registrato 49.039 morti e feriti vittime di esplosioni. Di questi, 28.356 (il 58%) erano civili. La maggior parte delle uccisioni (il 79%) è stata causata da bombe artigianali e attentati suicidi, mentre gli attacchi aerei sono responsabili di un 8% delle morti civili.
L’anno peggiore mai registrato finora è stato il 2019 con 4.628 vittime.
In base all’ultimo rapporto dell’Aoav, la violenza negli anni è andata aumentando. Nel periodo 2011-2015 gli attacchi esplosivi (1.159 in totale) sono stati responsabili dell’uccisione dell’80% dei civili. Nei due anni successivi il numero delle vittime di ordigni artigianali è aumentato di un 42%. Nel biennio 2018-2019 la situazione si è ulteriormente deteriorata: l’Afghanistan in quegli anni è risultato essere il secondo Paese al mondo in termini di violenza esplosiva dopo la Siria, ma il numero delle vittime era comunque doppio rispetto a quelle del Paese successivo in questa tragica classifica, cioè lo Yemen.
Prendendo quindi in considerazione l’intero periodo del progetto Aoav, l’Afghanistan è il terzo Paese dopo Iraq e Siria per numero di vittime causate da ordigni esplosivi.