La geopolitica sulfurea dell’idealista Henry
L’ascesa, nobilitata dall’eternità, sullo scalone d’onore della politologia, permette raffronti diplomaticamente solo immaginabili in vita e più prudentemente sussurrati nel silenzio interrotto da bisbigli e colpi di tosse delle camere ardenti; quanto profumate di incenso o intrise di zolfo non è dato sapere. Quando Richelieu morì, Urbano VIII, non a caso vicario di Cristo in terra, ebbe a dire che, se ci fosse stato davvero un Dio, l’eminenza rossa avrebbe avuto molto di cui discutere, altrimenti di lui sarebbe comunque rimasto il ricordo di una vita di successo.
L’ascesa, nobilitata dall’eternità, sullo scalone d’onore della politologia, permette raffronti diplomaticamente solo immaginabili in vita e più prudentemente sussurrati nel silenzio interrotto da bisbigli e colpi di tosse delle camere ardenti; quanto profumate di incenso o intrise di zolfo non è dato sapere. Quando Richelieu morì, Urbano VIII, non a caso vicario di Cristo in terra, ebbe a dire che, se ci fosse stato davvero un Dio, l’eminenza rossa avrebbe avuto molto di cui discutere, altrimenti di lui sarebbe comunque rimasto il ricordo di una vita di successo.