La Guardia di Finanza denuncia 36 piloti per frode e scopre una maxievasione dell’imposta sul lusso
“Per continuare a fruire degli “ammortizzatori sociali”,” spiega un comunicato stampa della Guardia di Finanza, “avevano “dimenticato”, a partire dal 2009, di comunicare la propria occupazione all’ente previdenziale e, in altri casi, presentato false dichiarazioni attestanti l’assenza di altri rapporti di lavoro.”
Le indagini dei Finanzieri del Comando Provinciale di Roma, partite dal caso di un pilota in cassa integrazione che lavorava presso una scuola di volo della capitale, si sono poi estese coinvolgendo altri piloti, individuati grazie all’incrocio dei dati forniti dall’INPS con le informazioni rese disponibili dalle compagnie straniere facenti scalo in Italia.
Dagli accertamenti delle Fiamme Gialle del Gruppo di Fiumicino, svolti in collaborazione con la Direzione Regionale Lazio dell’INPS, è emerso che, oltre alle indennità erogate dalla Cassa Integrazione Guadagni Straordinari e dal Fondo Trasporti Aereo e Mobilità – pari all’80% della retribuzione riferita agli ultimi 12 mesi di lavoro) – i piloti percepivano dalle compagnie straniere stipendi oscillanti tra i 13 ed i 15 mila euro mensili, a seconda dell’esperienza maturata e delle abilitazioni possedute, oltre a ulteriori fringe benefit, consistenti nelle spese alloggiative e nelle rette di iscrizione dei figli a scuola.
Fonte: Il Volo