La Rheinmetall sta fornendo all’Ucraina di 88 Carri armati Leopard 1A5, 100 IFV MARDER, 50 carri anti-aerei GEPARD e numerosi obici semoventi PzH-2000 da 155/52 mm
SI VIS PACEM, PARA BELLUM – “SVPPBELLUM.BLOGSPOT.COM”
….La guerra all’Ucraina ci deve insegnare che, se vuoi vivere in pace,
devi essere sempre pronto a difendere la tua Libertà….
Secondo le informazioni pubblicate dal sito “WSW.ORG” in data 21 maggio 2022, la società tedesca Rheinmetall ha in fase avanzata di preparazione la fornitura all’Ucraina di 88 Carri armati Leopard 1A5, 100 IFV (veicoli da combattimento di fanteria) MARDER.
All’inizio del conflitto, la popolazione tedesca era divisa sulla questione del sostegno militare all’Ucraina. I membri del governo tedesco, così come tanti cittadini, pensavano che la fornitura di armi pesanti e l’addestramento dei soldati ucraini in Germania potessero trascinare il paese in guerra.
Ora la Germania ha deciso di fare un ulteriore passo avanti per intensificare la consegna di armi pesanti all’esercito Ucraino. Nell’aprile 2022, il governo tedesco aveva annunciato l’intenzione di consegnare oltre 1 miliardo di euro in aiuti militari all’Ucraina a seguito delle rimostranze del governo di Kiev.
Di recente, la Germania ha già fornito all’Ucraina:
2.450 armi anticarro portatili RGW 90,
1.600 mine anticarro DM22 e 3.000 DM31.
E’ in corso anche la consegna dei potenti obici semoventi cingolati PZH-2000 da 155 mm e dei carri anti-aerei semoventi da 35 mm GEPARD.
Con l’ulteriore consegna dei sempre validi carri armati Leopard 1A5 e dei veicoli da combattimento della fanteria Marder, la Germania sarà uno dei paesi europei che avrà fornito il più importante aiuto militare all’Ucraina in termini di veicoli corazzati.
L’esercito tedesco ha una grande scorta di MBT Leopardo 1A5 e di Veicoli da combattimento di fanteria MARDER che sono in deposito.
Il Leopard 1A5 è l’ultima versione migliorata della famiglia di carri armati Leopard 1. I primi carri armati convertiti furono consegnati all’esercito tedesco nel dicembre 1986 e un totale di 1.300 furono consegnati fino al 1992. Da tempo il carro armato non è più in servizio attivo con l’esercito tedesco.
L’armamento principale del Leopard 1A5 è costituito da un cannone rigato L7A3 da 105/51 mm che consiste in una canna in un unico pezzo con un anello di culatta avvitato e un evacuatore dei fumi. Può sparare tutti i proiettili standard NATO da 105 mm e un totale di 60 proiettili vengono trasportati all’interno dei carri armati con 42 munizioni immagazzinate nello scafo e 18 nella torretta. L’armamento secondario del Leopard 1 include una mitragliatrice coassiale da 7,62 mm e una da 7,62 mm montata sul portello del comandante o del servente.
Attualmente, un totale di 710 IFV corazzati cingolati sono in servizio con l’esercito tedesco, inclusi 305 Marder 1A3/A4, 71 Marder 1A5 e 334 Puma. La società tedesca Rheinmetall potrebbe consegnare a breve i corazzati Marder 1A3 dall’inventario militare dell’esercito tedesco.
Il Marder 1A3 è dotato di una torretta con due uomini, il comandante a destra e l’artigliere a sinistra. L’armamento principale del veicolo è costituito da un cannone automatico Rheinmetall MK 20 Rh202 da 20 mm. L’armamento secondario include una mitragliatrice coassiale MG3 da 7,62 mm montata a destra dell’armamento principale. Due banchi di tre scaricatori di granate fumogene da 76 mm azionati elettricamente sono montati tra la mitragliatrice coassiale e il cannone. Sul lato destro della torretta si trova anche una slitta lanciamissili guidata per missili anticarro MILAN gestita dal comandante con un missile pronto al fuoco e sei all’interno dei veicoli. L’ultima generazione di missili MILAN ha una portata massima di 3.000 m.
L’MBT LEOPARD 1A5
Il Leopard 1 è un carro armato da combattimento tedesco, il primo costruito dopo la seconda guerra mondiale.
Le varianti del Leopard presentano solo modifiche alla torretta e ai sistemi al suo interno:
Leopard 1: la versione iniziale.
Leopard1A1: Leopard 1 con cannone stabilizzato, manicotto anti-distorsione e nuove componenti meccaniche e corazzature laterali lungo i cingoli.
Leopard 1A1A1: Oltre agli aggiornamenti della versione A1 prevede corazzatura aggiuntiva imbullonata sulla torretta, sullo scudo del cannone e piastre aggiuntive saldate sulla parte frontale dello scafo. La maggior parte di questi mezzi è poi stata aggiornata allo stadio A5, con sistema di tiro computerizzato e visore notturno a immagine termica.
Leopard 1A1A2: si tratta di carri A1A1 con sistema LLLTV (camera TV in grado di operare con bassa luminosità), utilizzabile per l’osservazione e il puntamento. Molti sono stati portati allo stadio A5.
Leopard 1A2: Come per le versioni precedenti, torretta realizzata per fusione ma con leghe metalliche più resistenti. Protezione NBC migliorata, aria condizionata e visore notturno ad intensificazione di luce per il pilota e il comandante.
Leopard 1A3: Nuova torretta completamente ridisegnata realizzata con corazzature spaziate. Protezione migliorata del 50% rispetto alla precedente versione.
Leopard 1A4: Versione finale. Molto simile al Leopard 1A3 ma con un sistema per il controllo del tiro computerizzato e l’armamento principale completamente stabilizzato sui tre assi. Ne sono stati realizzati 250, di cui 150 per la Turchia.
Leopard 1A5: La versione A5 è un aggiornamento studiato per i Leopard 1A, A1A1 e A1A2 che prevede torretta modificata nella parte posteriore sia per poter alloggiare i nuovi sistemi di condotta del tiro computerizzati, sia per alloggiare le munizioni del cannone che, in precedenza, erano stivate a lato del pilota. Il carro può essere equipaggiato con ulteriori corazze addizionali composite MEXAS. La Versione A5 Italiana prevede anche nuovo sistema di condotta del tiro Barr & Stroud SIRIO un novo sistema di stabilizzazione del cannone e sistema di rotazione della torretta GEO Drive 90.
Gli aggiornamenti sarebbero dovuti proseguire, ma i mutati scenari internazionali hanno fatto rinunciare a questi investimenti. Era stata studiata l’opportunità di dotare i Leopard 1 anche con un pezzo da 120/44mm. Dallo scafo del Leopard 1 è stato ricavato quello per il semovente antiaereo Gepard dotato di torretta con due armi da 35 mm e di due apparati radar.
Il Leopard 1 è, o è stato utilizzato da: Australia, Belgio, Canada, Danimarca, Germania, Grecia, Italia, Norvegia, Paesi Bassi e Turchia.
Alla metà degli anni ’50, Francia e Germania volevano realizzare un nuovo Carro da combattimento, che prendesse il posto dei mezzi statunitensi in servizio, rivelatisi non del tutto soddisfacenti, dovendo fronteggiare le enormi masse di mezzi corazzati del Patto di Varsavia. Il programma congiunto fra i due paesi non andò in porto e la Germania proseguì per proprio conto. In particolare due proposte giunsero a confronto. Quella del cosiddetto Gruppo A (Porsche, Jung, Luther & Jordan e MaK) e quella del Gruppo B (Ingenieuburo, Warneke, Rheinstahl Hanomag ed Henschel). I primi prototipi furono pronti nel 1960 e, dopo le prime prove, nel 1962 fu piazzato un ordine per 26 esemplari di preserie del Gruppo A, risultato vincitore. Intanto venivano apposte continue modifiche, tra l’altro comprendenti l’adozione del pezzo britannico Vickers L7 da 105/51 mm. Nel 1963 la Germania si separò dal programma con la Francia. Nel 1963 la Krauss-Maffei fu nominata responsabile principale del programma mentre venivano definiti anche i veicoli ausiliari. I primi esemplari giunsero all’Esercito tedesco nel 1965 e la produzione andò avanti fino al 1979, per essere ripresa nel 1981, per le commesse turche e greche.
Il Leopard 1 è un carro da combattimento dalle linee classiche ma molto ben studiato. Scafo e torretta sono realizzate in acciaio saldato. La torretta è triposto, con il pilota posto nello scafo in posizione a destra. Il capocarro dispone di 8 periscopi panoramici oltre a un periscopio TRP-2A a ingrandimento variabile, che può essere reso coassiale al pezzo da 105 mm. Il suo portello può vedere il montaggio di una mitragliatrice da 7,62 mm. Il puntatore dispone di un telemetro ottico a coincidenza TEM-2A, con ingrandimento variabile oltre a un periscopio TZF-1A coassiale al cannone. Sopra di questo si trova il grande proiettore a luce bianca e infrarossa, dalle tipiche linee scatolari, che può essere anche smontato. Sul lato sinistro della torretta si trova un piccolo portello per far entrare i proiettili in torretta, fino a 13, mentre altri 44 trovano posto nella parte anteriore dello scafo. Il vano motore è separato da una paratia a prova d’incendio dalla camera di combattimento. Al suo interno trovano posto il 10 cilindri a V policarburante MTU MB 838 Ca M500 da 37400 cm3 con doppia turbina, che eroga una potenza di 830 HP (consumo medio 1 l ogni 300 m), accoppiata a una trasmissione ZF HP 250 e il sistema di raffreddamento. Sono sufficienti 20 minuti per rimuovere il gruppo motopropulsore, grazie a un sistema di disconnessione rapida. Sono disponibili 4 marce avanti e due indietro. Il treno di rotolamento è composto da 7 ruote portanti e quattro ruotini di rinvio, con sistema di sospensione principale a barre di torsione. La protezione era adeguata alle esigenze dell’epoca ma è stata continuamente migliorata. Esiste un sistema di estintori a funzionamento manuale o automatico e il carro è dotato di un sistema di protezione NBC completo. Per i guadi profondi è disponibile un sistema di tubi a incastro che va posizionato in corrispondenza del portello del comandante, che si posiziona al suo apice e guida, via interfono, il pilota durante il guado, che può raggiungere i 4 m di profondità.
Il Leopard 1 è un carro da combattimento dalle linee classiche ma molto ben studiato. Scafo e torretta sono realizzate in acciaio saldato. La torretta è triposto, con il pilota posto nello scafo in posizione a destra. Il capocarro dispone di 8 periscopi panoramici oltre a un periscopio TRP-2A a ingrandimento variabile, che può essere reso coassiale al pezzo da 105 mm. Il suo portello può vedere il montaggio di una mitragliatrice da 7,62 mm. Il puntatore dispone di un telemetro ottico a coincidenza TEM-2A, con ingrandimento variabile oltre a un periscopio TZF-1A coassiale al cannone. Sopra di questo si trova il grande proiettore a luce bianca e infrarossa, dalle tipiche linee scatolari, che può essere anche smontato. Sul lato sinistro della torretta si trova un piccolo portello per far entrare i proiettili in torretta, fino a 13, mentre altri 44 trovano posto nella parte anteriore dello scafo. Il vano motore è separato da una paratia a prova d’incendio dalla camera di combattimento. Al suo interno trovano posto il 10 cilindri a V policarburante MTU MB 838 Ca M500 da 37400 cm3 con doppia turbina, che eroga una potenza di 830 HP (consumo medio 1 l ogni 300 m), accoppiata a una trasmissione ZF HP 250 e il sistema di raffreddamento. Sono sufficienti 20 minuti per rimuovere il gruppo motopropulsore, grazie a un sistema di disconnessione rapida. Sono disponibili 4 marce avanti e due indietro. Il treno di rotolamento è composto da 7 ruote portanti e quattro ruotini di rinvio, con sistema di sospensione principale a barre di torsione. La protezione era adeguata alle esigenze dell’epoca ma è stata continuamente migliorata. Esiste un sistema di estintori a funzionamento manuale o automatico e il carro è dotato di un sistema di protezione NBC completo. Per i guadi profondi è disponibile un sistema di tubi a incastro che va posizionato in corrispondenza del portello del comandante, che si posiziona al suo apice e guida, via interfono, il pilota durante il guado, che può raggiungere i 4 m di profondità.
L’armamento è imperniato sul classico L7 da 105/51 mm, su una mitragliatrice coassiale da 7,62 mm mentre un’altra mitragliatrice è di norma montata in corrispondenza del portello del comandante. Dotato di evacuatore dei fumi e di manicotto antidistorsione, il 105/51 mm è un ottimo pezzo che, con munizionamento adeguato, è in grado di avere ragione della protezione frontale di un T-72. Sono disponibili vari tipi di proiettili, fra cui gli APFSDS oltre ai classici HEAT e alle granate HESH e fumogene. I modelli più recenti hanno visto l’adozione del telemetro laser e di moderni sistemi per la condotta del tiro. La canna può essere cambiata in 20 minuti. Ai lati della torretta si trovano 8 mortai lanciafumogeni Wegman.
Le varianti del Leopard presentano solo modifiche alla torretta e ai sistemi al suo interno.
Attualmente in Italia, tra le risaie del Vercellese, a pochi chilometri da Arborio, c’è una vecchia caserma con la bandiera tricolore che garrisce nel vento di primavera.
Lì a Lenta una coltre d’alberi nasconde la più grande concentrazione di tank d’Europa e forse dell’intero pianeta: sono una moltitudine, più di quanti ne avesse a disposizione Hitler per l’attacco alla Russia.
Esaminando un documento britannico, con il censimento della commissione internazionale che vigila sui trattati di disarmo, nel 2012 l’Italia ha denunciato numeri da record: 1.173 carri armati e 3.071 cingolati da combattimento. Una cifra paurosa: gli inglesi hanno solo 270 tank, i francesi il doppio.
Per quasi vent’anni gli armamenti tolti dalla prima linea sono stati accantonati, senza curarsi del loro destino. Le altre nazioni occidentali li hanno venduti o smantellati, ma da noi la confusione legislativa rende difficile metterli sul mercato e la cronica carenza di fondi ha bloccato le demolizioni, che vanno realizzate seguendo i rigorosi protocolli internazionali. Così mano a mano che i ranghi si assottigliavano, tutto finiva accatastato nel bosco piemontese e in altri due depositi minori. Poco alla volta, la ferrea mole di semoventi e tank ha saturato ogni piazzale. Finché tre anni fa è scattato l’allarme rosso.
L’ondata di metallo stava tracimando e non si riusciva più a contenerla: novecento Leopard, trecento M-60, duecento M-109, tremila cingolati M-113 di ogni variante ma anche mezzi recenti, messi da parte a causa della spending review, come centinaia di blindo Centauro e Puma. Questa invasione si è concentrata proprio sulla base di Lenta, nel Vercellese: oltre tre milioni di metri quadrati, circondati da nove chilometri di reticolati, dove c’erano veicoli corazzati buttati ovunque, con alberi e cespugli che avvolgevano i cannoni. Alcuni parcheggi erano stati invasi dall’acqua delle risaie in cui i bestioni da 40 tonnellate erano sprofondati. La sicurezza precaria; i rischi ambientali altissimi, in una zona che è parco naturale.
Nel 2013 il generale Claudio Graziano, all’epoca al comando dell’Esercito decise di affrontare quell’armata imboscata. Dando battaglia su due fronti: eliminare i pericoli ambientali e trasformare la giacenza in una risorsa. I veicoli obsoleti sono stati avviati alla rottamazione, quelli migliori verranno ceduti. I bilanci divorati dalla crisi non permettono più sprechi e tutto serve per fare cassa. Così l’installazione piemontese è stata ristrutturata, per rispettare l’ecologia e raggranellare quattrini.
Oggi la scorta è stata ridotta notevolmente. Dei mille che non ci sono più, una parte è stata regalata a paesi “amici”: Pakistan, Gibuti e, prima del caos, la Libia; un’altra parte è stata demolita.
Anche a prezzo di rottame, dai più vecchi si riesce comunque a ricavare tra quattro e seimila euro, a seconda dei metalli con cui erano costruiti.
Adesso in una struttura di cemento stanno venendo smantellati cinquecento M-113 da undici tonnellate. Si trasformeranno in nuovi pezzi di ricambio per un valore di 2,6 milioni di euro: le batterie e gli pneumatici a prova di proiettile delle camionette Lince in servizio dal Libano all’Afghanistan.
Nella base di Lenta, la zona più impressionante è il piazzale con i mezzi che hanno ancora un mercato: somiglia all’esposizione di un’autosalone, dove i clienti possono valutare le vetture in vendita. Solo che in mostra ci sono più di duemila Leopard, Vcc, Centauro.
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla vernice scrostata, i tank sono praticamente immortali; basta revisionarli e possono tornare in azione. Quelli offerti qui sono più moderni e potenti dei carri che si scontrano tutti i giorni in Siria, Kurdistan e Libia.
Si tratta di un “usato sicuro”, a prezzi di saldo, che fa gola a molte nazioni. Ci sono semoventi con obici da 155 millimetri che hanno sparato solamente trenta colpi: il Pakistan ne vuole cento, a circa 60 mila euro l’uno. Il re di Giordania invece ha una passione per le Centauro, autoblindo con un cannone micidiale: il costo oscilla intorno ai 100 mila euro. Ma un cingolato Vcc si può portare via con 20 mila euro, il valore di una berlina. Poco? Per l’Esercito ogni accordo concluso significa un problema in meno e soldi in più. Creando un indotto per le aziende di casa nostra, se riescono ad aggiudicarsi gli appalti per mettere a posto i veicoli secondo i desideri degli acquirenti.
Lungo le file del deposito, si ripercorre la storia delle spedizioni all’estero: sulle fiancate resistono i simboli delle missioni in Bosnia, Kosovo, Iraq. Tra i veicoli che stanno per essere rottamati ne spiccano alcuni bianchi, usati nella celebre operazione in Libano del 1982.
Quella massa d’acciaio è il prodotto dell’ultima stagione della Guerra Fredda.
L’IFV MARDER
Il Marder (tedesco per “martora”) è un veicolo da combattimento di fanteria tedesco gestito dall’esercito tedesco come arma principale della Panzergrenadiere (fanteria meccanizzata) dagli anni ’70 fino ai giorni nostri. Sviluppato come parte della ricostruzione della Germania, il Marder ha dimostrato di essere un ottimo veicolo da combattimento della fanteria.
La maggior parte dei lavori di ammodernamento è stata da tempo ultimata e la maggioranza dei nuovi sistemi ordinati è stata consegnata; l’ammodernamento sarà sostanziale e riguarderà quasi ogni aspetto dell’I.F.V. che ha appena compiuto i 50 anni di servizio nell’Esercito Tedesco.
Contestualmente all’entrata in servizio del Bradley, Warrior e CV90, il tedesco Marder ha rappresentato il “top” dei veicoli da combattimento della fanteria in Occidente, per:
livelli di protezione,
mobilità,
armamento offerti, essendo armato con la torretta dotata di mitragliera calibro 20 mm e del missile anticarro Milan, entrato in servizio tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta del passato secolo.
Il Marder, come noto, utilizza buona parte delle componenti sviluppate e prodotte per il carro armato Leopard 1, con cui, unitamente anche al successivo Leopard 2, costituiva un binomio eccezionale in termini di:
potenza,
protezione,
capacità di combattimento che aveva pochi paragoni nella NATO.
Comunque, anche il Marder è oramai obsoleto e, nonostante l’immissione in servizio del più potente IFV Puma (che ha avuto notevoli “problemi tecnici”), la Bundeswehr continua a puntare anche sul “datato” cavallo di battaglia della fanteria meccanizzata.
Pertanto, il MoD Tedesco ha deciso di procedere con un vasto programma di ammodernamento per rendere il Marder idoneo ad affrontare il moderno campo di battaglia, considerato che le minacce da affrontare sono molto diverse da quelle degli anni ’70. All’epoca i carri da battaglia più moderni del Patto di Varsavia erano i T-62 armati con il 115 mm ed il T-64, armato con un cannone calibro 125 mm, mentre il principale IFV era da poco il BPM-1 armato con un cannone da 73 mm e con il missile AT-3 Sagger, noti per l’utilizzo contro Israele nella Guerra dello Yom Kippur.
Oggi la minaccia arriva:
dalle nuove tipologie di missili ATGM,
dai lanciarazzi sempre più efficienti,
dall’aria con droni che sganciano munizionamento esplosivo e/o perforante
o dalle loitering munitions (“munizioni bighellonanti), veri e propri droni che, una volta identificato il bersaglio, lo attaccano dall’alto,
dalle mine e IED od ordigni esplosivi improvvisati, sempre più diffusi, in grado di causare danni e vittime in assenza di contromisure e protezioni atte a contenere i micidiali effetti della deflagrazione.
Pertanto, è stato giustamente lanciato il programma di ammodernamento dell’IFV Marder 1A5 che si uniranno ai nuovi IFV Puma.
I 78 Marder che sono ancora in buone condizioni stanno ricevendo:
un nuovo motore da 750 CV ma il cambio rimarrà il medesimo ma aggiornato con un livello minimo di digitalizzazione. Il nuovo motore più potente ha richiesto di adottare un diverso sistema di raffreddamento con grosse modifiche;
Nuovi cingoli in gomma già in uso ai Puma che permettono una minore usura e minore impatto sul sedime stradale, abbassando notevolmente anche la rumorosità del mezzo;
sistema di osservazione Spectus fornito dalla HENSOLDT formato da impianti ottici e termocamera di nuova generazione per le operazioni notturne o con bassa o nulla visibilità;
dispositivo di puntamento termografico Saphir 2.6 MK della Rheinmetall;
nuovi impianti radio integrati nel sistema di gestione operativo del campo di battaglia del Esercito Tedesco;
una telecamera impiegabile anche per aumentare la sorveglianza sul “lato cieco” del mezzo;
un nuovo sistema di allarme antincendio e spegnimento derivato da quello installato sugli IFV Puma, messo a punto da Kidde Deugra;
sistema missilistico ATGM MELLS, la denominazione tedesca del missile Spike LR (Long Range) dell’israeliana Rafael, prodotto dal consorzio EuroSpike, una joint venture tra Diehl BGT Defence (40%), Rheinmetall Defence Electronics (40%) e Rafael Advanced Defense Systems (20%).
Sebbene un tempo il Marder includesse alcune caratteristiche uniche, come una mitragliatrice completamente remota sul ponte posteriore e porte per mitragliatrici sui lati per consentire alla fanteria di sparare, queste funzionalità sono state eliminate o semplificate in pacchetti di aggiornamento successivi per portarlo più in linea con un moderno design IFV (l’MG è stata spostata per essere un coassiale, le porte del cannone completamente saldate e chiuse). Nel complesso è una macchina semplice e convenzionale con un grande portello di uscita posteriore e tre portelli superiori da cui la fanteria montata può sparare. Il Marder viene attualmente sostituito dal suo successore, il Puma.
Circa 2.100 esemplari di diverse serie sono stati presi in servizio dall’esercito tedesco nei primi anni ’70, ma il veicolo nella sua variante tedesca non è stato venduto a nessun esercito straniero. Quando l’esercito tedesco iniziò a ritirare i veicoli più vecchi, il governo cileno accettò di acquisire 200 Marder; il governo della Grecia prese in considerazione in passato l’acquisto di 450 veicoli in pensione. L’Argentina utilizza una variante semplificata e prodotta localmente, il VCTP, ed ha un numero di veicoli basati su quella piattaforma costruita dalla Henschel e costruita dalla TAMSE.
Lo sviluppo della Marder durò dal gennaio 1960, quando furono emessi i primi contratti di sviluppo, al 7 maggio 1971, quando i primi veicoli di produzione furono consegnati all’esercito tedesco. Il veicolo doveva essere un miglioramento rispetto allo Schützenpanzer Lang HS.30. I requisiti principali erano:
Una capacità di 12 fanti.
Un cannone da 20 mm più affidabile.
La fanteria doveva essere in grado di combattere dall’interno del veicolo o smontare.
Protezione dalle armi nucleari, biologiche e chimiche.
Inizialmente, i contratti di sviluppo furono assegnati a due gruppi di società:
il gruppo Rheinstahl (Rheinstahl- Hanomag, Ruhrstahl, Witten-Annen, Büro Warnecke),
il secondo gruppo composto da Henschel Werke e dalla società svizzera MOWAG.
Ciò portò alla produzione di sette veicoli prototipo. Un secondo set di otto veicoli prototipo fu costruito tra il 1961 e il 1963. La priorità di sviluppo fu quindi spostata anche sullo sviluppo del Jagdpanzer 90 mm Kanone.
Nel 1967, dopo che i requisiti militari furono finalizzati, fu costruita una terza e ultima serie di dieci prototipi. Il lavoro di sviluppo finale venne completato dal gruppo Rheinstahl e 10 veicoli di pre-produzione furono costruiti e completati per le prove con le truppe con l’esercito tedesco tra ottobre 1968 e marzo 1969. Nel maggio 1969, il veicolo venne ufficialmente battezzato “Marder” e in ottobre la Rheinstahl venne scelta come capo-commessa.
Il primo Marder di produzione fu consegnato all’esercito tedesco il 7 maggio 1971. La produzione del veicolo continuò fino al 1975, con 2.136 veicoli completati.
Nel 1975, il missile Milan fu adattato per la prima volta per essere lanciato dal comandante dal suo portello aperto e tra il 1977 e il 1979 i missili Milan furono montati sui veicoli dell’esercito.
Furono eseguiti numerosi programmi di aggiornamento, che includevano l’installazione di apparecchiature per la visione notturna e una termocamera, nonché un’alimentazione di munizioni aggiornata per il cannone a tiro rapido da 20 mm.
Intorno al 1985, la designazione fu cambiata in Marder 1 (fino ad allora era semplicemente Marder) poiché era in costruzione un IFV successivo. Il nuovo veicolo doveva essere il partner del Leopard 2, proprio come Marder era il compagno dello Standardpanzer / Leopard 1, fu chiamato Marder 2 e i veicoli più vecchi furono ri-designati.
Il programma di aggiornamento nella versione A3 iniziò nel 1988, con la Thyssen-Henschel che ottenne un contatto per aggiornare 2.100 veicoli della serie Marder 1 A1/A2 allo standard A3 a un ritmo di 220 all’anno. I primi veicoli aggiornati raggiunsero l’esercito tedesco il 17 novembre 1989. Il pacchetto di modifiche includeva:
Corazzatura migliorata del peso di 1.600 kg destinata a proteggere dal cannone 2A42 da 30 mm sul BMP-2 russo. L’armatura forniva anche una protezione aggiuntiva contro le bombe a grappolo.
I portelli sopra il compartimento di fanteria furono riorganizzati.
Le sospensioni rinforzate,
installato un nuovo impianto frenante,
il cambio regolato.
L’impianto di riscaldamento fu sostituito con un impianto di riscaldamento ad acqua.
La torretta venne riconfigurata.
Il peso totale era all’epoca di 35 tonn.
Lo scafo del Marder 1 è interamente in acciaio saldato, offrendo protezione dal fuoco di armi leggere e frammenti di proiettili con la parte anteriore dello scafo che fornisce protezione da proiettili APDS fino a 20 mm. Le varianti successive avevano una protezione aumentata fino a 30 mm APDS, in risposta al BMP-2 armato di cannone automatico da 30 mm e allo sviluppo di bombe a grappolo di attacco superiore dall’alto.
Il Marder utilizza un design relativamente convenzionale, con il conducente seduto nella parte anteriore sinistra dello scafo con il motore alla sua destra. Il pilota carro ha tre periscopi giornalieri montati in un portello che si apre a destra. Il periscopio centrale può essere sostituito da un dispositivo di visione notturna passivo. Dietro l’autista c’è un sedile per un solo uomo di fanteria. Nelle prime versioni del Marder, quest’uomo aveva un portello che si apriva a destra e un periscopio che poteva essere ruotato di 360°; questo portello è stato rimosso nella variante 1A3 in poi.
Al centro dello scafo c’è la torretta a due uomini, che contiene il comandante a destra e l’artigliere a sinistra. Solo il comandante è dotato di un portello. Il comandante ha otto periscopi diurni per l’osservazione a 360° e l’artigliere ne ha altri tre. Il sistema di puntamento principale è il mirino PERI-Z11, che ha un ingrandimento ottico 2× o 6×. Dalla versione 1A2 in poi, c’era un mirino termico aggiuntivo con ingrandimento 2x e 8x. Nella parte posteriore della torretta c’è il compartimento delle truppe, che può contenere sei uomini di fanteria, seduti schiena contro schiena rivolti verso l’esterno lungo il centro dello scafo.
Il Marder è in grado di guadare fino a 1,5 metri d’acqua impreparato e può essere dotato di un kit che gli consente di guadare acque fino a 2,5 metri di profondità.
Il veicolo è alimentato da un motore diesel MTU MB 833 Ea-500 a sei cilindri raffreddato a liquido che eroga circa 441 kW (600 CV; 591 CV) a 2.200 giri/min. I radiatori di raffreddamento sono montati nella parte posteriore dello scafo su entrambi i lati della rampa di uscita. Il motore è accoppiato a un riduttore epicicloidale Renk HSWL 194 a quattro velocità con quattro marce avanti e quattro retromarce. La trasmissione fornisce anche sterzo e frenata tramite un’unità idrostatica continua che trasmette la potenza a due unità di trasmissione montate nella parte anteriore dello scafo. Il veicolo trasporta 652 litri di carburante, per un’autonomia su strada di circa 500 chilometri. I primi Marder potevano raggiungere una velocità su strada di 75 km/h in 4a marcia, ma l’armatura extra dei veicoli successivi la riduceva a 65 km/h.
Il Marder è azionato da un cingolo Diehl, che può essere dotato di pattini stradali in gomma. Il meccanismo di trasmissione è costituito da sei ruote da strada con pneumatici in gomma con una ruota dentata di trasmissione nella parte anteriore dello scafo e un tenditore nella parte posteriore. Sono inoltre presenti tre rulli di ritorno. La sospensione utilizza un sistema a barra di torsione, con ammortizzatori idrostatici aggiuntivi montati sulle due ruote anteriori e sulle ultime due da strada.
L’armamento principale è il cannone automatico Rheinmetall MK 20 Rh202 da 20 mm, che è montato nella piccola torretta da due uomini e può sparare proiettili perforanti o HE. Montato coassialmente alla sinistra del cannone vi è una mitragliatrice da 7,62 mm MG-3. La torretta ha una traversa di 360° e può elevarsi da -17° a +65° a una velocità di 4° al secondo mentre attraversa a una velocità di 60° al secondo. I primi Marder fino alla versione 1A1 inclusa avevano una seconda MG3 montata sul ponte posteriore in un pod telecomandato. In genere, vengono trasportati 1.250 colpi per il cannone da 20 mm, insieme ad altri 5.000 colpi per l’MG3.
Sui modelli dalla versione 1A1A, un lanciamissili guidati anticarro MILAN può essere collegato alla torretta per fornire capacità anti-tank migliorate. In genere, all’interno del veicolo vengono trasportati quattro missili.
Ci sono quattro porte per cannoni (due per lato), che possono essere usate dalla fanteria montata per fornire fuoco aggiuntivo contro i bersagli di fanteria attaccanti. Solo Marder 1A1 e 1A2 ne erano dotati. Il Marder 1A3 e versioni successive non hanno porte per armi a causa del montaggio di un ulteriore strato di armatura e scatole di immagazzinaggio esterne.
Sei scaricatori di granate fumogene da 76 mm di diametro possono creare una cortina fumogena visiva e di blocco degli infrarossi.
Il Marder 1A3 è la versione attualmente più comune di questo IFV, ed è in servizio con la Bundeswehr tedesca; il Marder 1A4 differisce dall’1A3 solo per l’uso di un apparecchio radio compatibile con la crittografia. La versione più recente del Marder è il Marder 1A5 con protezione avanzata dalle mine o IED. Solo un piccolo numero di questa variante è in servizio.
Il Marder servì come base per il design del carro medio di Thyssen-Henschel che divenne il TAM per l’ Argentina. Una versione semplificata del Marder è anche impiegata come veicolo da combattimento di fanteria, portamortaio e veicolo di comando dall’esercito argentino, realizzando la maggior parte delle versioni originariamente progettate per la Bundeswehr e successivamente abbandonate a causa dei costi e/o della disponibilità di alternative economiche come il trasportatore di mortaio M106. Il Marder è anche utilizzato come vettore per il sistema di difesa aerea Roland. Il Kanonenjagdpanzer e il Raketenjagdpanzer 2 ha iniziato lo sviluppo come parte della famiglia Marder ma furono realizzati sulla base del secondo lotto di prototipi che utilizzano motori diversi ecc. I Kanonenjagdpanzer costruiti per il Belgio sono un ibrido tra la versione Bundeswehr originale e le parti Marder. Sono stati costruiti circa 4-6 modelli di prova di un cannone da 120 mm su un telaio Marder e almeno uno è in uso come veicolo antincendio al WTS Meppen. Sono stati eseguiti test con un carro AAA, ma il peso elevato del sistema ha comportato il passaggio al telaio Standardpanzer più pesante, risultando nel sistema Gepard AAA. Almeno un prototipo di prima o seconda generazione era stato equipaggiato con il sistema missilistico di artiglieria da 110 mm che in seguito divenne il sistema LARS montato su autocarro.
Durante l’Eurosatory Show 2012, la Rheinmetall Landsysteme GmbH ha offerto due ulteriori aggiornamenti come parte della famiglia Marder Evolution. Il Marder APC è dotato di una nuova arma telecomandata M151 Protector, che sostituisce l’originale cannone automatico Rheinmetall MK 20 Rh 202, protezione balistica paragonabile a STANAG livello 4+ e protezione antimina paragonabile a livello 3a/3b+. Il ponte superiore è stato sollevato per consentire una migliore ergonomia e utilizza un motore diesel MTU MB883 da 440 kW (600 CV). Il carro medio Marder è dotato di un cannone Oto-Melara da 105 mm rigato e stabilizzato in una nuova torretta:
Marder 1 (1971-)
Marder 1 con Milan: un lanciatore Milan è stato montato su tutti i Marder tra il 1977 e il 1979.
Marder 1 A1(+) (1979–1982): doppia alimentazione per cannone da 20 mm che consente la scelta di munizioni, attrezzatura per la visione notturna inclusi intensificatori di immagine e una termocamera. Capacità di fanteria ridotta a cinque. Applicato a 674 veicoli tra il 1979 e il 1982.
Marder 1 A1(-) (1979–1982): come A1(+) ma senza termocamera. 350 veicoli aggiornati a questo standard.
Marder 1 A1A3: un Marder A1 con radio crittografiche SEM 80/90.
Marder 1 A1A come 1 A1 ma senza alcun apparecchio per la visione notturna passiva. 1.112 veicoli aggiornati a questo standard.
Marder 1 A1A4: un Marder A1A con radio crittografiche SEM 80/90.
Marder 1 A1A2: un Marder 1 convertito con torretta A1 e telaio A2
Marder 1 A1A5: un Marder A1A2 con radio crittografiche SEM 80/90.
Marder 1 A2 (1984-1991): tra il 1984 e il 1991, tutti i Marder 1 tedeschi sono stati aggiornati allo standard A2, ciò includeva modifiche sostanziali delle sospensioni, dei serbatoi del carburante, del sistema di raffreddamento e del sistema di pulizia a getto d’acqua. Inoltre è stato installato un nuovo sistema di avvistamento. L’apparecchiatura della luce di ricerca a infrarossi è stata rimossa e tutti i veicoli sono stati dotati di termocamere ad eccezione dei 674 veicoli A1(+), che li avevano già.
Marder 1 A2A1: un Marder 1 A2 con radio crittografiche SEM 80/90.
Marder 1 A4: un Marder 1 A3 con radio crittografica SEM 93.
Marder 1 A5 (2003-2004): armatura antimine aggiuntiva e interni completamente rimodellati per evitare lesioni da esplosione e shock all’equipaggio quando viene colpito da una mina. Applicato solo a 74 Marder 1 A3.
Marder 1 A5A1 (2010–2011): Dotato di sistema di condizionamento dell’aria, jammer per protezione IED e camouflage multispettrale. Nel dicembre 2010 dieci veicoli sono stati portati a questo standard, altri 25 da aggiornare entro agosto 2011.
Servizio operativo in combattimento
Con la prima unità consegnata nell’estate del 1971, il Marder IFV è rimasto non testato in combattimento per 38 anni fino al luglio 2009 quando ha difeso un avamposto da combattimento tedesco contro i talebani nel distretto di Chahar Dara della provincia di Kunduz in Afghanistan, uccidendo e ferendo decine di insorti. Da allora, i Marder sono stati coinvolti più volte in pesanti combattimenti. I veicoli si sono rivelati estremamente utili e sono stati elogiati come una grande risorsa tattica dalle truppe tedesche. Tuttavia, gli equipaggi sono stati sottoposti a un forte stress fisico poiché nessuno dei veicoli era dotato di sistemi di aria condizionata. Due Marder sono stati danneggiati da ordigni esplosivi improvvisati nel corso di un’offensiva guidata dai tedeschi contro gli insorti talebani a Quatliam, il 31 ottobre 2010. Più tardi nella battaglia, nome in codice dalla coalizione “Operazione Halmazag”, un singolo Marder ha sconfitto un i talebani che tentavano di aggirare le posizioni detenute dai paracadutisti tedeschi. Nel giugno 2011, un Marder tedesco è stato distrutto vicino a Kunduz da un IED di 200 kg (440,91 libbre), uccidendo un soldato e ferendone altri cinque.
Il Marder è stato anche schierato durante la guerra del Kosovo come parte delle forze di pace tedesche inviate come parte della Kosovo Force della NATO ( KFOR ).
IL CARRO ANTI-AEREO / ANTI UAV “GEPARD”
Il governo tedesco sta inviando all’Ucraina circa 50 carri armati Gepard per la difesa aerea per aiutare quel paese a respingere gli attacchi russi.
I veicoli, realizzati dalla Krauss-Maffei Wegmann, non sono più nell’inventario delle forze armate tedesche, ma il produttore ne ha tenuti alcuni nelle proprie scorte. La facilità d’uso della configurazione antiproiettile a due cannoni, montata su un telaio del carro armato Leopard, ha reso il Gepard uno dei preferiti dagli esperti militari, soprattutto perché la Bundeswehr cerca difese senza fronzoli contro i droni.
“È esattamente ciò di cui l’Ucraina ha bisogno per difendere il suo spazio aereo”, ha detto ai giornalisti qui il ministro della Difesa tedesco Christine Lambrecht.
L’annuncio offre ai leader tedeschi una pausa necessaria da una raffica di critiche secondo cui Berlino non sta facendo abbastanza per aiutare l’Ucraina, soprattutto quando si tratta di armi pesanti.
Tali armi saranno necessarie all’Ucraina nelle prossime settimane, poiché le truppe russe stanno da tempo orientando la loro artiglieria pesante e missilistica sull’Ucraina orientale da più direzioni. La battaglia si orienterà sempre più su chi può sparare più lontano e difendere le posizioni dell’artiglieria dagli attacchi a lungo raggio.
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha di recente riconosciuto il contributo di Berlino durante un comunicato stampa al termine di una conferenza che ha riunito più di 40 nazioni. “Volevo accogliere in modo particolare una decisione importante dei nostri ospiti tedeschi”, ha detto del Gepard. Anche il governo britannico ha confermato che fornirà all’Ucraina ulteriori capacità antiaeree; anche il Canada ha annunciato che invierà all’Ucraina diversi veicoli blindati.
La Germania si adopererà per “intensificare” la sua strategia di ricostituire l’equipaggiamento dei partner dell’Europa orientale che hanno deciso di inviare i loro equipaggiamenti di epoca sovietica per aiutare l’Ucraina. Tali apparecchiature vecchie di decenni sono più facili da usare per le forze ucraine senza un lungo addestramento.
Le capacità dei Gepard anti-aerei includono proiettili perforanti e sono in linea con la strategia tedesca di inviare in Ucraina solo equipaggiamenti di natura difensiva. I leader degli Stati Uniti e della NATO hanno sottolineato che l’alleanza occidentale non ha in programma di essere coinvolta direttamente nel conflitto.
Il Gepard è un semovente antiaereo tedesco, giudicato il migliore della categoria, (tra quelli esclusivamente d’artiglieria ed entrati in servizio effettivo), con una torretta armata di 2 cannoni da 35 mm Oerlikon svizzeri, un radar sul tetto per la ricerca e uno anteriore per il tiro. La torretta è stata in larga parte progettata in Svizzera, dagli arsenali di Thun in quanto avrebbe dovuto equipaggiare la versione antiaereo del Pz-68 Svizzero (versione realizzata solo a livello di prototipo). Lo scafo è quello del Leopard 1, non si sa se con una leggera diminuzione della corazzatura o meno, ma la torretta può essere adattata anche a carri come l’OF-40.
Negli anni cinquanta ben 500 M42 Duster vennero forniti all’esercito della Germania Occidentale. Sebbene queste armi fossero molto potenti, esse non avevano un sistema di tiro sofisticato, non avevano che alimentazione in forma di ‘clip’ di 5 colpi; non davano inoltre alcuna capacità di difesa NBC, mancando inoltre di luci IR notturne e di protezione balistica per il mezzo. Oltretutto avevano un motore dal grande consumo di benzina, che nonostante l’ottima efficienza meccanica non consentiva autonomia elevata (praticamente 2 ore di moto alla massima velocità).
L’esercito tedesco ebbe l’esigenza di nuovi mezzi antiaerei; la gara iniziò nel 1966, prendendo in considerazione veicoli con cannoni da 30 e 35 mm. Alla fine la spuntò la migliore e più costosa soluzione possibile, il Gepard, con torretta ed armi svizzere su carro Leopard 1 (per le armi da 30 si era forse pensato al Marder).
I primi mezzi vennero approntati nel 1976 e dimostravano già tutte le caratteristiche definitive del veicolo, chiamato ufficialmente flakpanzer Gepard.
Il nuovo veicolo è basato su scafo del Leopard 1, a cui si rimanda il lettore per i dettagli. Esso ha comunque una corazza in acciaio saldato e un potente motore Diesel.
La torretta, nonostante la minore protezione rispetto a quella del Leopard, è talmente grande che ne aumenta il peso di circa 5 tonnellate. In essa prendono posto il capocarro e l’artigliere. Una coppia di cannoni ad alta velocità KDA sono sistemati ai lati, in una sorta di ‘pod’ corazzati, e sono dotati di sensore per la rivelazione della effettiva velocità iniziale, mentre sul davanti vi è il radar di tiro e sopra la torre quello di sorveglianza. La cadenza di tiro è di 550 colpi per minuto per arma, e la gittata è di 3500 metri. Le munizioni hanno spolette HE, ma sono troppo piccole per avere quelle VT (prossimità radar).
Il Gepard acquisisce il bersaglio con il radar per la ricerca, poi lo passa a quello di inseguimento e infine può aprire il fuoco grazie alla punteria automatica del computer di bordo. Vi sono 330 proiettili per arma tra HE e perforanti decalibrati (solo una piccola quantità, 80 mm a 1000 metri), con alimentazione a nastro continuo che non richiede ricariche manuali.
I primi Gepard entrarono in produzione nel 1976, ma la velocità all’epoca era tale che entro 4 anni ne vennero prodotti ben 570. 420 mezzi sono stati ordinati dalla Germania Ovest, quasi sostituendo in rapporto 1:1 i precedenti M42 Duster, 95 per i Paesi Bassi (con elettronica olandese), e 55 per il Belgio. Anche l’Italia era interessata, ma si ritirò giudicandolo troppo costoso.
A tutt’oggi i Gepard vengono aggiornati con limitate modifiche ai computer e agli apparati di mira ottici.
Il Gepard si basa su un telaio leggermente modificato del carro armato principale Leopard 1, inclusa l’unità di trasmissione completa con un motore multi-carburante a 10 cilindri da 37,4 litri (tipo: MB 838 CaM 500) con due compressori meccanici costruiti di MTU. Il motore a V con un angolo del cilindro di 90 gradi ha 610 kW a 2200 giri/min (830 CV) e consuma, a seconda della superficie e dello stile di guida, circa 150 litri ogni 100 chilometri. Per garantire una fornitura costante di olio, anche su terreni difficili e in condizioni di inclinazione estrema, il motore è dotato di una lubrificazione forzata a carter secco. Anche il cambio (tipo: 4 HP-250) di ZF Friedrichshafen e il sistema di scarico con miscela di aria fresca per ridurre la firma a infrarossi sono stati presi dal Leopard 1 MBT.
Il Gepard è inoltre dotato di un motore ausiliario diesel Daimler-Benz (tipo: OM 314) a 4 cilindri per il sistema di alimentazione dell’energia. Questo motore si trova nella parte anteriore sinistra del veicolo, situata dove il Leopard 1 ha un caricatore di munizioni. Il motore, che ha una capacità di 3,8 litri, è progettato come un motore multi-carburante e produce 66 kW (90 CV). Consuma, a seconda dello stato di funzionamento del serbatoio, tra 10 e 20 litri all’ora (l/h). Il motore ausiliario è accoppiato a cinque generatori per funzionare a velocità diverse: due macchine Metadyn in tandem con un volano (che viene utilizzato per immagazzinare energia durante l’accelerazione e la decelerazione della torretta) per la potenza degli azionamenti di elevazione e traslazione, due 380 – generatori trifase Hz con capacità di 20 kVA per i sistemi di ventilazione, antincendio e radar, e un generatore di corrente continua da 300 A 28 Volt per l’impianto elettrico. La capacità del carburante è di 985 litri, il che garantisce un tempo di funzionamento combinato di circa 48 ore.
Il telaio e i cingoli sono stati presi direttamente dal Leopard 1. Utilizza ruote da strada montate a molla con barra di torsione con sette coppie di ruote per lato. Sono collegati alle barre di torsione sui bracci oscillanti, la cui deflessione è limitata da molle a voluta. La trasmissione avviene attraverso i pignoni di trasmissione situati nella parte posteriore. Gli ammortizzatori in gomma sono stati modificati per ottenere una migliore stabilità durante lo sparo. Il cingolo è prodotto dalla società Diehl, con pattini in gomma montati, ed è un cingolo “live” con boccole in gomma tra le maglie del cingolo e i perni (tipo: D 640 A). Costole / tacchette possono sostituire i cuscinetti in gomma su alcuni collegamenti dei cingoli per aumentare la trazione su superfici scivolose.
Lo scafo ha subito solo lievi modifiche, ovvero una distanza del volante modificata (distanza aumentata di 8 cm tra il terzo e il quarto volante) e il trasferimento di batterie aggiuntive nei box batterie nella parte posteriore. Le batterie e l’impianto elettrico funzionano a 24 Volt DC.
L’OBICE SEMOVENTE PzH-2000 da 155/52 mm
Il PzH 2000 (Panzerhaubitze 2000) è un obice semovente da 155/52 mm, prodotto da un consorzio formato dalle aziende Krauss-Maffei Wegmann e Rheinmetall per l’esercito tedesco.
Attualmente è il mezzo più moderno della sua categoria (anche per la cancellazione del Crusader statunitense), potendo disporre di un sistema del controllo del tiro molto sofisticato, che può contare sul navigatore inerziale ed anche sul GPS, su un meccanismo di caricamento automatico che permette ratei di fuoco molto elevati e il supporto fino a 5 colpi con MRSI (Multiple Rounds Simultaneous Impact). La massa del mezzo è elevata, anche per la protezione che si è inteso dargli contro le submunizioni. Il mezzo è stato adottato anche dagli eserciti di Paesi Bassi, Grecia e Italia, che si è dotata di 68 esemplari costruiti su licenza dal consorzio IVECO-OTO Melara (CIO).
Il sistema di caricamento automatico delle granate del PzH 2000 può gestire fino a 60 granate. Le granate sono caricate dalla parte posteriore del mezzo e automaticamente stivate nel magazzino posto al centro dello chassis. Il sistema di caricamento automatico, che comprende, insieme al “flick rammer”, un sistema di controllo digitale per la gestione del rifornimento delle granate e un sistema di graduazione delle spolette per induzione, consente una celerità di tiro di tre colpi in meno di dieci secondi e lo stivaggio di 60 granate da parte di due serventi in meno di 12 minuti. Il sistema di caricamento delle granate, che è stato realizzato per la loro movimentazione nella torretta senza alcuna limitazione, consente una celerità di tiro pari a: tre colpi in meno di dieci secondi; otto-nove colpi in un minuto; 20 colpi in tre minuti. Se necessario, i 60 colpi stivati nel PzH 2000 possono essere sparati con continuità senza interruzione del fuoco. Avvalendosi di un sistema di caricamento automatico migliorato, la celerità di tiro del PzH 2000 è stata determinata in 12 colpi in 59.74 secondi e di 20 colpi in un minuto e 47 secondi. L’elevata celerità di tiro fa sì che un obice da solo possa sviluppare un volume di fuoco pari a quello di tre M109L. In pratica, un gruppo su tre batterie di sei pezzi sviluppa un volume di fuoco quasi triplo rispetto a un gruppo M109L.
Il cannone da 155mm del PzH 2000, nelle sue componenti, otturatore, canna lunga 52 calibri e freno di bocca, è stata sviluppata e prodotta dalla Società Rheinmetall. La canna L52 è caratterizzata da una rigatura costituita da 60 righe (soluzione migliorativa rispetto alle 48 righe degli obici da 39 calibri attualmente in servizio) al fine di ridurre i problemi di usura, accentuati dalla maggior lunghezza della canna. Tale cannone è caratterizzato da una vita tecnica pari a 2.500 colpi a carica massima. La lunghezza della canna è di otto metri e il volume della camera a polvere è di 23 litri contro i circa 19 del calibro L39 che equipaggia gli M-109L.
Il semovente è in grado di utilizzare le cariche di lancio modulari DM 72 con gittate da 3 km fino a 30–40 km. Il sistema di cariche DM 72, che può essere impiegato anche con tutti i sistemi d’arma da 39 calibri, rispetto a quelle convenzionali a sacchetto offre i seguenti vantaggi: facilità di uso e maneggio, incremento della celerità di tiro, ciclo di vita più lungo, significativa riduzione dei residui della combustione.
(Fonti: Web, Google, Armyrecognition, Wikipedia, You Tube)